Bilinguismo e sviluppo del linguaggio

Pubblicato il 22 Gennaio 2020 da

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Che cos’è il bilinguismo? Si parla di bilinguismo quando una persona è in grado di utilizzare nello stesso modo due (o più) lingue diverse. Esistono diverse condizioni di bilinguismo che dipendono dall’età di acquisizione della seconda lingua.

Si parla di:

  1. bilinguismo simultaneo, quando il bambino viene esposto contemporaneamente a due lingue sin dalla nascita o entro il primo anno di vita;
  2. bilinguismo sequenziale precoce, quando l’esposizione avviene entro i primi 8-10 anni di vita;
  3. bilinguismo sequenziale tardivo, quando viene introdotta la seconda lingua dopo gli 8-10 anni.

Bilinguismo e sviluppo del linguaggio

Il bilinguismo è una condizione arricchente per il bambino e il genitore non deve avere timore di esporre il proprio bimbo all’utilizzo di un’altra lingua.

Se il genitore desidera che il proprio bambino diventi bilingue deve fare in modo di metterlo nelle condizioni di essere esposto ad entrambe le lingue.

Esistono alcune strategie che possono facilitarne lo sviluppo armonico.

Un esempio è quella che viene definita “un genitore una lingua”, tipica delle coppie nelle quali si osserva la presenza di un genitore che parla una lingua (esempio l’inglese) e l’altro un’altra lingua (esempio l’italiano).
I genitori vivono in Italia, per esempio, paese nel quale il bimbo nasce.
Se il bilinguismo non viene praticato ci sono buone possibilità che l’inglese diventi la lingua di minoranza, poiché il bambino tenderà a parlare in italiano nella maggior parte delle situazioni in cui si trova.
Per permettere uno sviluppo armonico anche della lingua inglese il genitore anglofono incentiverà l’utilizzo della lingua inglese nelle situazioni in cui si trova insieme al bambino.
Il bambino crescerà rivolgendosi a lui prevalentemente in inglese.

Un’altra strategia efficacie è quella dell’utilizzo della doppia lingua da parte di entrambi i genitori, che si verifica quando entrambi sono bilingue. Dunque, ad esempio, il bambino crescerà parlando con entrambi i genitori sia in inglese sia in italiano.

Può accadere che due genitori (per esempio inglesi) si trasferiscano a vivere in Italia. In questo caso i genitori parleranno la loro lingua madre nel solo contesto domestico o nelle situazioni in cui si trovano a tu per tu con il proprio figlio, che crescerà esposto anche alla lingua italiana nei diversi contesti della vita quotidiana esterni al nucleo famigliare.

In questi casi se il bimbo frequenta la scuola in inglese e amici e parenti inglesi, situazione ormai comune al giorno d’oggi considerando il fenomeno dei flussi migratori, sarà importante comunque garantirgli degli spazi in cui essere esposto all’italiano e poterlo praticare; il rischio altrimenti potrebbe essere quello di sentirsi “isolato”, di crescere in un paese che avverte poco famigliare e di relegare le situazioni di socialità al solo nucleo famigliare e degli amici della famiglia.

Se invece non ci sono genitori bilingue, ma uno dei genitori (o entrambi) conosce bene un’altra lingua e desidera esporre il proprio figlio a questa può essere utile dedicare momenti prestabiliti in cui si parla solo in quella lingua. Ad esempio, mentre si guarda la televisione o quando si è a tavola.

In generale si può affermare che non esistono regole prestabilite, ma solo alcune strategie e accorgimenti che sono reputati efficaci, da adattare alle diverse esigenze e contesti.

Bilinguismo e disturbo del linguaggio

Il bilinguismo non può essere la causa dello sviluppo di un disturbo del linguaggio. Invece può capitare che un bimbo con disturbo del linguaggio sia esposto al bilinguismo.

Spesso i genitori manifestano preoccupazione nell’esporre il proprio figlio con disturbo del linguaggio a una doppia lingua. Anche in questo caso il genitore non deve avere timore: il bilinguismo infatti non rende il disturbo di linguaggio più severo.

Sicuramente la presenza di una seconda lingua che va ad incidere su un sistema linguistico fragile inizialmente potrà comportare un maggior tempo per il linguaggio di svilupparsi.
Dunque il bambino avrà bisogno di più tempo per organizzare il proprio discorso, così come per recuperare alcune etichette lessicali, alcune volte “non gli verranno le parole” o farà un mix tra le due lingue. Tutto questo è normale.

È molto importante che il genitore si senta libero di parlare al proprio figlio utilizzando la lingua d’origine senza il timore di arrecargli danno, anzi! In questo modo il bambino sarà esposto ad un linguaggio corretto, sia dal punto di vista dei suoni della lingua sia dal punto di vista morfosintattico, e anche la componente affettiva veicolata dal linguaggio ne risentirà positivamente: il genitore libero di esprimersi nella propria lingua riuscirà a comunicare emozioni e affetto in modo più efficacie al proprio figlio.

In generale consiglio di rivolgersi ad una logopedista esperta in bilinguismo così da poter ricevere i consigli giusti e pensati per il benessere comunicativo del bambino, considerando le peculiarità del contesto nel quale è inserito.

Bilinguismo e trattamento logopedico

Può capitare che un bimbo, con disturbo del linguaggio, inserito in un contesto come quello italiano, parli come lingua madre (L1) l’inglese o un’altra lingua, e solo come seconda lingua (L2) l’italiano.
Se entrambi i genitori sono inglesi e il bimbo dimostra di prediligere la lingua inglese potrebbe essere indicato un trattamento logopedico in lingua inglese.

Anche in questo caso i genitori non si devono preoccupare, poiché ciò che si osserva generalmente è una generalizzazione delle competenze acquisite. Dunque, se la logopedista sceglierà di proporre un trattamento in lingua inglese, i target linguistici e morfosintattici sui quali lavoreranno insieme in lingua inglese verranno poi acquisiti, indirettamente, anche in lingua italiana.

Non è necessario che la logopedista sia bilingue o madrelingua inglese per svolgere un trattamento in inglese, ma è fondamentale che conosca bene la lingua e soprattutto le tappe di sviluppo di entrambe le lingue.

Articolo a cura di: Maria Silvia Mazzocchi, Logopedista



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