Diagnosi di DSA: quali interventi attuare

Pubblicato il 15 Maggio 2019 da • Ultima revisione: 14 Gennaio 2020

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I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) comprendono: la Dislessia (disturbo della lettura), la Disortografia e la Disgrafia (disturbi della scrittura da un punto di vista costruttivo ed esecutivo), la Discalculia (disturbo del calcolo).

Quando viene diagnosticato un Disturbo Specifico dell’Apprendimento c’è spesso molta incertezza da parte della famiglia su come agire.
La scelta dell’intervento da attuare deve essere ben ponderata insieme al diagnosta e deve tenere conto di diversi fattori, come ad esempio: l’età del soggetto diagnosticato, la gravità del disturbo, gli obiettivi che si desiderano raggiungere e lo scopo dell’intervento.

In generale gli interventi percorribili si possono riassumere in due grandi categorie:

  1. Gli interventi riabilitativi;
  2. Gli interventi compensativi.

Gli interventi riabilitativi per DSA

Con riabilitazione si intende il “recupero di una funzione compromessa”.

Il trattamento riabilitativo, dunque, è l’insieme delle azioni dirette ad aumentare l’efficienza di un processo alterato. Un buon intervento riabilitativo, erogato dal professionista sanitario, deve prevedere un progetto di riabilitazione condiviso con il paziente e la famiglia nel quale vengono chiaramente definiti gli obiettivi, i tempi, le modalità di erogazione, le verifiche dei risultati ottenuti e gli aggiornamenti in seguito a queste.

Tutti questi fattori vengono impostati sulla base dei risultati emersi in sede di valutazione, tenendo in debita considerazione il punto di vista del paziente e i dati ricavati in sede di colloquio con la famiglia.

La precocità dell’intervento è una delle chiavi del suo successo.

La diagnosi di dislessia, disgrafia e disortografia non può essere effettuata prima della seconda elementare, mentre quella di discalculia non prima della terza elementare (o scuola primaria).
Tuttavia, già dalla fine della prima o inizio della seconda classe primaria, è possibile porre il forte sospetto di rischio DSA e, dunque, attivare gli interventi.

Gli interventi compensativi per DSA

Questo tipo di intervento non mira a riabilitare una funzione deficitaria, ma piuttosto a cercare modalità differenti per raggiungere l’obiettivo di apprendimento, avvalendosi di strumenti e strategie educative.

In particolare il soggetto con DSA imparerà a:

  • Utilizzare strumenti definiti “compensativi”, ovvero un sistema di risorse per l’apprendimento scolastico, che possono essere ad alta tecnologia (come ad esempio i software informatici) o a bassa tecnologia, che non si avvalgono dell’utilizzo del computer.
    Alcuni esempi: sintesi vocale, software per produrre mappe concettuali, schemi, formulari, calcolatrice.
  • Utilizzare strategie di studio efficaci rispetto al proprio stile di apprendimento. Ad esempio, per lo studente che privilegia uno stile visivo non verbale, dunque che dimostra di memorizzare e rievocare più facilmente immagini e schemi piuttosto che parole, si insegneranno strategie utili a valorizzare questa sua personale caratteristica.

Tutte queste competenze rientrano nel concetto di “metodo di studio” di cui si sente tanto parlare.

Perché dunque uno studente con DSA necessita di imparare un efficiente metodo di studio?

Perché, a differenza dei suoi coetanei, non trae beneficio dall’adozione del metodo di studio maggiormente diffuso ovvero quello “tradizionale”: leggo più volte, ripeto e memorizzo.

È fondamentale sottolineare l’importanza, anche in questo caso, dell’avvio precoce a questo tipo di trattamento, ovvero non appena la diagnosi è stata stabilizzata e iniziano ad emergere i primi risultati del trattamento riabilitativo.

Inoltre, è importante che questo tipo di trattamento venga erogato da personale qualificato e formato, in modo tale che lo studente possa utilizzare le competenze e gli strumenti appresi in modo corretto e consapevole, nella sua quotidianità.

Non è sufficiente limitarsi a fornire semplicemente gli strumenti e il computer, pur essendo questi di qualità.

Generalmente questi interventi sono da considerarsi complementari, infatti quando il diagnosta e la sua equipe prendono in carico il paziente con DSA devono curarsi del coordinamento e dell’integrazione degli interventi per favorire la riduzione del disturbo e il suo impatto sulla vita del paziente, dunque il suo inserimento scolastico, sociale e lavorativo.

Il Tutor per studenti con difficoltà di apprendimento: chi è e qual è il suo compito

Il tutor è un professionista specializzato nei processi di apprendimento, generalmente un logopedista, uno psicologo o un educatore, con specifiche competenze metodologiche ed educative maturate a seguito di Master e di corsi di formazione. Questa figura conosce i processi di apprendimento e, parallelamente, anche le difficoltà specifiche che possono manifestarsi in tale ambito. Ciò significa che il Tutor è in grado di accompagnare lo studente, con e senza difficoltà di apprendimento, nella ricerca di un metodo di studio funzionale.

Come opera il tutor?

L’osservazione

Ogni buon tutor sa che non esiste un’unica ricetta magica valida per tutti i suoi studenti, per questo motivo è di fondamentale importanza la primissima fase di osservazione che consiste nell’analizzare come lo studente apprende e quali metodi e strategie adotta per affrontare lo studio delle diverse materie. In questa fase è molto utile anche la somministrazione di questionari relativi allo stile di apprendimento per avere un quadro più completo. Da qui si inizierà a ragionare insieme allo studente sulle modalità più o meno funzionali che adotta nello studio, a riflettere insieme sul suo personale modo di apprendere, sui punti di forza da valorizzare e sulle difficoltà riscontrate.

La stesura del progetto

Partendo dal quadro funzionale emerso dall’osservazione il Tutor procede a stendere un progetto, condiviso in ogni sua parte con lo studente e con la famiglia, evidenziando le aree di intervento, gli obiettivi a breve e lungo termine, le metodologie e le strategie da adottare.

La dimensione individuale o quella del gruppo

Il Tutor, in base all’osservazione e alle necessità riportate dallo studente e dalla famiglia, potrà reputare utile proporre un lavoro individuale o di gruppo. Ciò verrà deciso di comune accordo in base alle esigenze e agli obiettivi.

Il monitoraggio

Il Tutor prevede scadenze, ovvero obiettivi a breve termine, per verificare il lavoro svolto e, eventualmente, modificare il progetto. Questi momenti sono condivisi con la famiglia e con lo studente e sono fondamentali per garantire la buona riuscita del percorso, ovvero il raggiungimento degli obiettivi a lungo termine prefissati.

A chi si rivolge

Il Tutor è una figura molto utile, in alcuni casi necessaria, per studenti con difficoltà di apprendimento ma può dimostrarsi altrettanto utile per studenti senza difficoltà conclamate, i quali desiderano apprendere un metodo di studio funzionale, per potenziare le loro risorse ed ottimizzare i tempi di studio.

Quando il lavoro del Tutor ha successo

Il lavoro del Tutor è realmente efficace quando è inserito all’interno del sistema Scuola-Famiglia-Diagnosta. È importante infatti ricordare che per i ragazzi con Disturbo Specifico dell’Apprendimento viene stesa dal professionista una diagnosi che rivela informazioni importantissime sulle caratteristiche dello studente e risulta molto utile durante la fase di osservazione; dunque un buon Tutor tiene in debita considerazione le informazioni contenute nella diagnosi e, quando necessario, si confronta con il professionista che ha eseguito la valutazione.

Inoltre il Tutor ha il compito di contattare gli insegnanti di riferimento dello studente, poiché è proprio nell’ambiente scolastico che le strategie e le metodologie apprese dallo studente vengono applicate ed è qui che si vedono i primi frutti del suo duro lavoro. Il Tutor si interfaccia con i docenti per condividere il progetto e assicurarsi di procedere verso una direzione comune. Per ultimo, ma non per importanza, il Tutor condivide periodicamente con i genitori gli sviluppi del percorso, domandando feedback per assicurarsi che il lavoro svolto con lo studente venga generalizzato anche in contesto domestico.

Apprendimento e tanto altro

Nella relazione con il Tutor lo studente non solo apprende metodi e strategie personalizzate ma trova una dimensione accogliente e arricchente, sperimenta successi, accresce l’autostima, rinforza la motivazione. La dimensione del gruppo dei pari, quando presente, rappresenta un’altra esperienza emotivamente saliente.

È importante ricordare infatti che l’apprendimento è emozione. Le emozioni che lo studente ha sperimentato nel corso della sua carriera scolastica possono essere sia positive che negative; il compito del Tutor è quello di rinforzare emozioni positive in accompagnamento all’apprendimento per favorirne la buona riuscita e per preservare la serenità dello studente.

Articolo a cura della Dottoressa Maria Silvia Mazzocchi, Logopedista



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