Come organizzare lo studio subito, appena ricomincia la scuola
Pubblicato il 9 Settembre 2019 da Mamma Felice
Secondo me non c’è niente di più entusiasmante, nella vita, che resettare tutto e ricominciare daccapo. Magari l’ultimo anno di studio è stato un po’ faticoso, o non è andato per il verso giusto? ZAC! Resettiamo e ricominciamo, tutto daccapo, perché siamo ancora in tempo!
Con questo articolo, dedicato soprattutto ai ragazzi delle medie e delle superiori, voglio darvi un aiuto per trovare il vostro metodo di studio più facilmente, per sentirvi meno in ansia nei confronti della scuola: qualche piccolo stratagemma per essere organizzati e preparati, senza però sacrificare tutta la vita sui libri!
Obiettivo, infatti, non è dedicare l’adolescenza a studiare (sorry, professori!): piuttosto imparare a studiare poco tutti i giorni, ma con costanza e metodo, invece che studiare come disperati il giorno prima delle interrogazioni, perché nei giorni prima abbiamo temporeggiato.
Quindi zero ansie, più metodo!
Quante ore di studio al giorno?
Quindi, innanzitutto, ragioniamo su un monte ore giornaliero adatto allo studio. A meno di picchi di studio o improvvisi carichi di compiti e interrogazioni, io dico che potete studiare (ognuno ovviamente con le sue differenze):
- 1-2 ore al giorno se frequentate le medie;
- 2-3 ore al giorno se frequentate le superiori;
- 4-6 ore al giorno se frequentate l’università.
Teniamoci però sulla parte bassa e cerchiamo di studiare BENE per poco ogni giorno, per poter essere davvero bravi a scuola, ma anche avere un minimo di vista sociale!
Ricordatevi una cosa (e questo lo dico soprattutto ai genitori): se i ragazzi studiano tutto il pomeriggio e tutta la sera, non è normale.
Significa che hanno sbagliato scuola. Almeno questo dicevano i miei prof al liceo classico!
PP = Pericolo Procrastinazione
Anche noi adulti siamo tentati di rimandare all’infinito quei lavori che ci sembrano impossibili da affrontare e che ci creano ansia.
Spesso tendiamo a rimandare facendo finta che quel compito non esista, e cerchiamo di non pensarci: lo rimuoviamo dalla mente finché possiamo, perché ci sembra una montagna. Ma se lo affrontiamo un passo alla volta, non sarà altro che un sentiero che ci permette di toccare la vetta di quel monte!
Ricordiamoci infatti che rimandare è sì un modo della nostra mente per proteggerci dall’ansia, ma impedirci di affrontare i problemi non farà altro che creare ulteriore ansia.
L’unico modo per uscirne è fare un passo alla volta: affrontare una pagina al giorno, un compito al giorno, un’ora al giorno (o anche due, eh).
Proprio recentemente ho letto un articolo riportato dai giornali, che cita uno studio sulla procrastinazione:
[…] l’amigdala, l’area dell’encefalo adibita al controllo delle emozioni, può influenzare la capacità delle persone di svolgere subito un compito. Gli scienziati dell’Università della Ruhr a Bochum, in Germania, hanno scoperto che le persone con uno scarso controllo delle proprie azioni hanno un’amigdala più larga del normale. Si tratta della parte del cervello che gestisce le emozioni, in particolare la paura, e mette in guardia nei confronti dei possibili effetti negativi di un’azione. Nei procrastinatori è particolarmente sviluppata e i suoi effetti sono amplificati. Ne consegue che queste persone tendono spesso a rimandare il momento dell’azione perché sono paralizzate dal timore che qualcosa possa andare storto.
Questa cosa, che per me è sempre stata reale, perché evidentemente ho l’amigdala gigante (LOL), io ho imparato ad affrontarla così:
- Suddividere il lavoro in piccole parti e fare un check sulla mia agenda quando le ho terminate;
- Dirmi: Io ci provo, tanto al massimo cosa può succedere?
Questo è proprio il segreto che vale non solo per lo studio, ma in generale nella vita: invece di paralizzarci, proviamoci. E a noi stessi possiamo dire: Io adesso ci provo, tanto al massimo che succede?
Cosa può succedere infatti? Prendere un brutto voto, prendere una sgridata, fare cilecca. Ma questo capita a tutti!! E non è detto che il finale sia già scritto!
Insomma: non capita niente di DEFINITIVO, capite? È questo il nostro superpotere!
Stare attenti in classe
Eh, mi dispiace: questa è la parte più noiosa del lavoro, ma anche la più importante. Perché – ammettiamolo, tra noi – spesso i professori sono davvero noiosi: parlano lentamente, sono un po’ scocciati (per non dire altro) e diciamo che sono pochi quelli che insegnano con passione ed energia.
Ma proprio per questo, invece che giocare a tris o a ‘nomi, cose e città’ (fatti realmente successi, ehmmm…), non è meglio usare la lezione per ascoltare il prof e prendere qualche appunto?
Perché se ascoltiamo in classe otteniamo tre risultati importanti:
- memorizziamo già i concetti importanti, o ci ricordiamo gli esempi del prof;
- non ci annoiamo, perché il tempo passa più veloce se lo occupiamo facendo qualcosa;
- facciamo finta di essere secchioni, che non fa mai male al rapporto prof-alunno.
Prendere appunti sui post-it guardando il libro
Non è detto che serva davvero prendere appunti fitti fitti su un quaderno (beh, alle superiori magari sì, e all’Università pure… ma alle medie non è detto), ma potete seguire la lezione direttamente sul libro.
Aprite il libro alla pagina dove si trova la lezione che il prof sta spiegando e iniziate a leggere il testo seguendo quello che dice il prof. Se aggiunge qualche esempio o qualche dettaglio, scrivetelo sui post-it e attaccateli sul libro in quelle stesse pagine.
In questo modo potrete utilizzare i post-it anche a casa, attaccandoli e riattaccandoli a piacere, sia sui quaderni, che sugli schemi.
Usare quaderni a spirale con fogli a buchi rimovibili
Un altro metodo utile è utilizzare, se vi è consentito, dei quadernoni A4 a spirale con foglio rimovibili, più pratici rispetto al quadernone ad anelli, che potete tenere a casa per raccogliere poi le varie lezioni.
In questo modo potete occupare meno spazio sul banco, prendere appunti, fare gli esercizi o preparare delle mappe concettuali, e poi a casa staccare i fogli con il tratteggio e metterli nei quadernoni ad anelli, in ordine.
In questo modo, invece di portare mille quaderni a scuola (sempre se i prof lo permettono), potrete portare solo due blocchi a spirale, uno a righe e uno a quadretti, e poi separare le varie lezioni direttamente a casa.
Fare i compiti e gli esercizi già in classe
Spesso a scuola ci sono tempi morti che possiamo riempire in modo utile per risparmiare tempo prezioso nel pomeriggio: per esempio il prof che riceve una telefonata, un cambio d’ora, una supplenza mancata, un’ora buca…
Approfittatene per fare in classe già i compiti che sono stati assegnati per casa.
Questo è stra utile per due motivi:
- rafforzare subito la memorizzazione dei concetti ascoltati a lezione, mettendoli in pratica;
- risparmiare tempo a casa!
Riordinare gli appunti il giorno stesso
Quando siete a casa, prendetevi il giusto tempo per pranzare e poi una mezzora di relax: è indispensabile riposare un po’ la mente e mettere uno stop alla mattinata di scuola.
Ma la differenza, nel trovare un metodo di studio efficace per davvero, la faranno proprio i tempi di reazione; se allungate la pausa, rischiate due cose: di rimandare i compiti all’infinito (arrivano le 16, le 17, le 18… e non avete ancora fatto niente), ma soprattutto rischiate di bruciarvi il pomeriggio e non poter uscire con i vostri amici o fare il cavolo che volete, essenzialmente. 😉
Quindi, se uscite da scuola alle 14, prendetevi un’ora per pranzare e rilassarvi, e alle 15 iniziate, senza temporeggiare. Con l’obiettivo di essere fuori di casa alle 16:30 massimo (alle medie) e godervi tutto il pomeriggio in santa pace.
Prima cosa da fare, appena inizia il pomeriggio di studio, è mettete subito a posto il materiale della mattina:
- aprite il diario e annotate sul planning le nuove scadenze, i compiti, ecc;
- riguardate gli appunti presi in mattinata e sistemarli.
Non c’è bisogno di ricopiare gli appunti in bella, ma solo sistemarli. Per esempio potete creare delle mappe concettuali con l’aiuto dei post-it, da mettere sulle pagine del libro fatte in classe, oppure spostare i foglietti sul quadernone, o semplicemente staccare i fogli ad anelli e riporli in ordine nei quadernoni, in base alla crononologia.
I post-it sono super utili perché si possono spostare a piacimento: sui quaderni, sui libri…
In questo modo, oltre a usarli per creare schemi e mappe per fissare i concetti nella memoria, li avrete già pronti per lo studio successivo, senza doverli riscrivere, perché vi basta spostarli da un foglio all’altro per costruire le lezioni.
Se usate i post it e li spostate da un quaderno all’altro, ricordatevi di aggiungere i riferimenti sul retro: per esempio i numeri di pagina del libro a cui si riferiscono, così da poterli sempre contestualizzare.
Preparare un piano di studio
Quello che per me ha sempre fatto la differenza, e la fa anche nel lavoro, è quello di pianificare le attività in piccoli blocchi. Le volte che ho fatto tutto all’ultimo momento, sotto scadenza, mi sono stressata tantissimo e non ho reso al massimo.
Per questo motivo vi ho preparato un PDF da scaricare gratuitamente e da stampare, con il planner settimanale e mensile, per organizzarvi al meglio.
Study plan con un calendario settimanale e mensile
Banalmente, iniziate a segnare le scadenze in rosso (verifiche, esami, interrogazioni…) sul vostro planner.
Nei giorni precedenti suddividete il lavoro in piccoli blocchi, lasciando lo spazio anche per il ripasso finale.
Se ad esempio dovete studiare 20 pagine con scadenza di una settimana, potete fare 5 pagine al giorno per 4 giorni, e usare il giorno prima solo per il ripasso. In questo modo lavorerete poco alla volta e anche meglio!
Nel planner potete anche segnare le urgenze, oppure gli esercizi da fare per le varie materie.
PDF da scaricare gratis: Study Planner settimanale e mensile per organizzare lo studio
Ogni volta che completate un blocco, aggiungete la spunta: dà una grande soddisfazione e tranquillità vedere che stiamo procedendo bene sulla tabella di marcia.
Come studiare bene
Non siamo macchine, quindi non possiamo chiedere a noi stessi più di quanto la nostra mente e il nostro fisico possano dare.
Per questo sono inutili le levatacce, le nottate sui libri, le settimane chiusi in casa senza respirare aria vera e senza vedere anima viva – o al contrario giorni interi di spensieratezza nel tentativo di rimandare continuamente lo studio, per poi ritrovarci ad annegare.
Studiare per cicli
La cosa migliore e più efficace è certamente quella di studiare per cicli, ovvero blocchi di 25-30 minuti. Stabilite quante ore volete studiare: una, due, tre? In base ai carichi di lavoro.
A questo punto dividete le ore di studio in blocchi di 15/25 minuti, poi fermatevi per fare una pausa di 5/10 minuti: usate questa piccola pausa per sgranchire le gambe, fare una merenda quando è l’ora giusta, bere un bicchiere di acqua (non dimenticatevi di bere!), oppure sdraiarvi un momento.
Dopo questa piccola pausa, dedicate i successivi 10 minuti al ripasso di ciò che avete studiato appena prima. Questo da una parte vi aiuterà a riprendere il filo del discorso, ma anche a memorizzare meglio e sentirvi anche più contenti dei progressi che state facendo.
Come ci si organizza? Mettete il telefono in modalità aerea (così da non venir disturbati da messaggi e social) e impostate tutte le sveglie, per farle ripetere ogni giorno allo stesso modo. Così non dovrete guardare mille volte il timer, ma avrete una notifica fissa.
Se prevedete di studiare 2 ore, il pomeriggio di studio potrebbe essere strutturato in questo modo:
- 14 – 14.15 = mettere in ordine gli appunti, svuotare la cartella, aggiornare il planner;
- 14.15 – 14.35 = primo slot di studio;
- 14.35 – 14.45 = breve pausa;
- 14.45 – 14.55 = ripassare gli argomenti appena studiati;
- 14.55 – 15.15 = secondo slot di studio;
- 15.15- 15.25 = breve pausa;
- 15.25 – 15.35 = ripassare gli argomenti appena studiati;
- 15.35 – 15.50 = terzo slot di studio;
- 15.50 – 16 = ripasso finale.
Se prevedete di studiare 1 ora e mezza (quello che vi consiglio come standard), il pomeriggio di studio potrebbe essere strutturato in questo modo:
- 14 – 14.10 = mettere in ordine gli appunti, svuotare la cartella, aggiornare il planner;
- 14.10 – 14.30 = primo slot di studio;
- 14.30 – 14-40 = breve pausa;
- 14.40 – 14.45 = ripassare gli argomenti appena studiati;
- 14.45 – 15 = secondo slot di studio;
- 15 – 15.05 = breve pausa;
- 15.05 – 15.20 = terzo slot di studio;
- 15.20 – 15.30 = ripassare gli argomenti appena studiati.
Se prevedete di studiare 1 ora, il pomeriggio di studio potrebbe essere strutturato in questo modo:
- 14 – 14.10 = mettere in ordine gli appunti, svuotare la cartella, aggiornare il planner;
- 14.10 – 14.25 = primo slot di studio;
- 14.25 – 14-30 = breve pausa;
- 14.35 – 14.50 = secondo slot di studio;
- 14.50 – 15 = ripassare gli argomenti appena studiati.
E così via. Poi, chiaramente, questo è solo uno spunto da adattare come più vi fa comodo. Per esempio magari voi preferite studiare mezzora invece che 20 minuti, oppure a blocchi di 15 minuti, eccetera… oppure vi servono almeno 3 ore.
L’importante è fare almeno una pausa durante lo studio, e anche un ripasso finale di quanto si è studiato.
Approfondire i concetti su cui siamo più deboli
Spesso le lezioni in classe non sono state sufficienti a comprendere a fondo una materia, oppure il libro non ci fornisce abbastanza spunti ed esercizi.
Ma per fortuna oggi siamo nell’era di Internet, mica come quando ero giovane io che Internet non esisteva ed era molto più difficile trovare modi per approfondire!
Se, per esempio, non avete proprio capito un argomento, andate a cercare le video lezioni su YouTube: ci sono un sacco di professori bravissimi che spiegano matematica, scienze, fisica, inglese, italiano, storia, arte… e di tutto e di più!
Chiaramente dovrete scegliere il canale giusto: scegliete preferibilmente i canali dei prof, invece che i canali generici sulla scuola, che vi promettono le ‘scorciatoie’: tutto ciò che sono bignami, riassuntini, schemi già pronti… non sono un vero modo di imparare. Possono servire per un ripasso, ma cercate di non essere superficiali nello studio.
E lo so che a 11 o a 14 anni sentire un adulto che dice di studiare in modo approfondito fa ridere, e scatena un automatico senso di nausea, ma è davvero molto importante che voi ammettiate che, se volete fare qualcosa di buono nella vostra vita, non potete studiare in modo superficiale.
Perché se siete superficiali adesso, quando cercherete il lavoro dei vostri sogni avrete davanti a voi migliaia di persone più brave e più preparate.
Io non sono una fan della competizione modello USA, ma nemmeno una fan del modello ‘uno vale uno’: non è vero che tutti possono fare tutto e che basta crederci, per ottenere il lavoro dei propri sogni. Certo che la passione conta, ma contano soprattutto le competenze: non credete a quelli che vi promettono di farvi i soldi al bordo di una piscina, lavorando un’ora al giorno. Sapete come fanno i soldi, quelle persone? Vendendo a voi l’illusione di poter fare soldi mentre restate seduti comodi sul divano.
Siate Europei. Siate furbi. Siate affamati di cultura.
La cultura che non si trova per forza solo sui libri e passando ore e ore chini alla scrivania: usate le possibilità della vostra generazione! I podcast, i video YT, gli influencer scientifici… tutto è cultura, non siate snob! Ma non siate nemmeno pigri: davvero volere trascorrere una vita ad essere sempre nelle fila di quelli che stentano a fare tutto? No, dai, cavolo.
Usare trucchi per memorizzare meglio
Ognuno di noi ha una memoria diversa: in base al nostro modo di imparare, possiamo utilizzare alcune strategie per memorizzare meglio e con meno fatica.
Tipi di memoria e metodi di memorizzazione più efficaci:
- Memoria implicita o procedurale: persone che imparano in fretta alcune attività meccaniche come andare in bici, sciare… possono associare un gesto alla memorizzazione, per esempio sottolineare in un certo modo, fare schemini, ecc…;
- Memoria semantica: persone che hanno facilità a memorizzare date e definizioni, dovrebbero aggiungere elementi per avere una buona visione di insieme, quindi schemi o linee del tempo con collegamenti tra argomenti e materie;
- Memoria iconica: persone che hanno la capacità di fissare nella mente stringhe, formule e sequenze di numeri, ma solo per il breve tempo, dovrebbero sforzarsi di interiorizzare ciò che studiano (per esempio legandolo a ricordi ed emozioni, quindi ad esempio lavorando in gruppo);
- Memoria fotografica o visiva: persone che hanno la capacità di fissare le immagini nella mente a lungo tempo, quindi funzionano molto bene quando creano schemi, mappe e riassuntini colorati;
- Memoria uditiva: persone che ricordano le cose ascoltate (in classe), sono avvantaggiate dai libri in versione audio e dal ripetere la lezione ad alta voce;
- Memoria eidetica: persone che hanno una particolare forma di memoria fotografica, per cui ricordano immagini, schemi e oggetti con grandissima precisione pur avendoli visualizzati per pochi momenti. Diciamo che qui siamo già nella fase ‘genio’.
In linea generale, comunque, noi tendiamo a ricordare meglio ciò che è connesso con le nostre emozioni: se, dunque, nello studiare in gruppo, uno di noi fa una battuta particolarmente sagace sull’argomento che stiamo memorizzando, è probabile che ricorderemo meglio quel concetto, perché ci abbiamo riso su. Per questo può essere utile anche studiare ascoltando musica, oppure cercare di legare i concetti a qualcosa di divertente, aiutandoci anche con video di YT o meme.
Infine, io trovo che un altro aiuto fondamentale sia quello di usare evidenziatori o penne colorate, per evidenziare le parti importanti del testo o degli appunti.
Possiamo dunque utilizzare un color coding per sottolineare o per scrivere, ad esempio:
- i titoli evidenziati in giallo;
- le definizioni scritte con la penna azzurra;
- i concetti importanti evidenziati in rosa…
Tenere la scrivania in ordine
Ultimo, ma non meno importante, è il concetto di ordine fisico e mentale che è necessario per poter studiare davvero in modo organizzato.
Se la nostra scrivania è un casino e per trovare le nostre cose dobbiamo frugare e perdere tempo, la nostra energia verrà davvero sprecata.
Lo dico per esperienza, essendo io una disordinata cronica: ogni settimana cerco di rimettere a posto le mie scrivanie (casa e ufficio) per poter ricominciare bene la settimana successiva. Lavorare nell’ordine mi dà la giusta carica, ma anche quella lucidità mentale di sapere che tutto è a posto e dunque tutto andrà a posto.
Allo stesso modo, impariamo a difenderci dalle distrazioni: la mail sempre aperta, le notifiche sui social, il cellulare che vibra per le chat di WA, i DM di Instagram… non ce la possiamo fare. Continuando in questo modo, avremo sempre più una memoria da criceti: ovvero pari a zero concentrazione.
Impariamo a silenziare il telefono e i social in quelle due ore in cui studiamo o lavoriamo sodo.
Eviteremo così di spezzettare il nostro lavoro mille volte e arrivare a sera con la sensazione di aver buttato via un’altra giornata della nostra breve vita.
C’è così tanto da fare, là fuori: vogliamo davvero essere legati a doppia mandata dai like e dalle mention?
Ti adoro!
Per ogni post che scrivi, mi trovo li’ ad annuire dalla prima all’ultima parola! I tuoi post sono fantastici, utilissimi e molto curati ed approfonditi, e spesso sento l’esigenza di condividerli con qualcuno che ne potrebbe trarre beneficio! E trovo interessanti tutti, senza esagerare, gli argomenti che affronti! Oggi ho salvato questo post per quando la mia piccola settenne affronterà la scuola media, ma l’ho trovato molto utile anche da applicare il mio lavoro!
Ti ringrazio davvero per il tuo impegno!
Al prossimo post!!!
Buona giornata
Debora
Debora, non so che dire, se non un immenso GRAZIE!!!
Per me è sempre molto difficile ottenere dei feedback e questa cosa mi fa di un bene…
Wow veramenta tu sei fantastica
Ciao Barbara cara…sono stata via un mese, via fisicamente e con la testa e mi sono presa una lunga pausa anche da pc cellulare e aggeggi infernali che mi condizionano la vita.
Oggi ho riaperto la tua pagina e trovo millemila cose utilissime…mia figlia ha l’età della tua è bravina ma un po’ “capocciona” siamo nell’età in cui i genitori blaterano troppo….ho deciso che oggi pomeriggio leggerò questa tua pagina utilissima son certa che le piacerà…
Grazie e recupero subito con la lettura delle tue perle pubblicate nel mese precedente…
Un abbraccio seppur virtuale e BUON ANNO SCOLASTICO A NOI
MARY
Siamo nella stessa barca! Anche io in questo momento mi sento un ‘genitore che blatera troppo’ :LOL:
Cara Barbara, che dire? sei FANTASTICA!!!!!!! Ho iniziato a leggere i tuoi articoli: COMPLIMENTI!!!
Ciao,Barbara che bella scoperta il tuo blog 😊😉, stamattina ho discusso con mia figlia 14 enne che fa la prima superiore, a causa dei vari libri pesanti per materia, più tutti i quadernoni ad anelli ingombranti che deve portare nei giorni più impegnativi dove ci sono tante materie, lo zaino è diventato impossibile di portare a spalle, gli ho dovuto trovare un carrellino trolley per poter trasportare lo zaino a scuola, i venerdì lo zaino esplode🤯😱😰 quasi non si chiude del peso e inizia a rompersi, uno zaino nuovo fatto per portarlo a spalle☹🙁 ,mia figlia è convinta e ostinata a dire che i professori chiedono di portare i libri e quadernoni…ok, ma io noto che il 99,9 % degli studenti alle superiori nel suo istituto vanno molto serenamente con zaini alle spalle, senza particolari pesi, mia figlia credo sia l’unica che gli esplode lo zaino e trasporta letteralmente una biblioteca con se. Qualcosa non abbiamo capito sulla gestione del trasporto del materiale scolastico…🤔😑🙄💭 aiuto! Grazie infinite
Ciao Alicia, perdonami del ritardo nella risposta.
Ti capisco: anche mia figlia (seconda superiore) va a scuola con lo zaino pesantissimo e TUTTI i libri, dicendo le stesse cose.
Poi il più delle volte non li usano nemmeno, non ci sono i prof, fanno altro…
Io sono dell’idea che a questa età debbano imparare a gestire da soli la cosa e fare come vogliono. Se altri ragazzi e ragazze più grandi, negli anni successivi, portano zaini più leggeri, significa che prima o poi anche le nostre figlie impareranno a organizzarsi meglio. Mi sento di dire a te stessa (e a me stessa): diamo loro fiducia. Lasciamo che decidano come gestire le cose legate alla scuola, e restiamo pronte a fornire il nostro aiuto ‘quando richiesto’.
Facile? No, per niente. Io sono il tipo di madre che vorrebbe sempre proteggere la figlia. Ma so anche, in coscienza, che questo non è il suo bene, è il mio: il MIO modo di sentirmi meno in ansia.
Quindi faccio due passi indietro e via: fiducia, dialogo, presenza discreta.
Ti abbraccio cara ‘collega’ madre di adolescente!