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Svezzamento mese per mese: linee guida generali con esempi di menù

Pubblicato il 7 Gennaio 2020 da • Ultima revisione: 28 Gennaio 2020

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Lo svezzamento, che spettacolo! Guardare i bambini che diventano autonomi, vederli crescere, sperimentare, assaggiare i nostri cibi e amarli. Trovo che questo sia uno dei momenti più belli della vita della famiglia, non credete?

Possiamo viverlo con gioia, ma anche con consapevolezza: affidiamoci alle linee guida ufficiali per insegnare ai nostri figli a mangiare sano, secondo i principi della dieta mediterranea. Di seguito le ultime linee guida in fatto di svezzamento, ma anche alcune proposte di menù per facilitarvi la vita!

Piccola Nota: Quando scrivo questi articoli mi documento sui siti ufficiali (Trovate linkate le mie Fonti nel testo: Ministero della Salute, Piccolipiuinforma, Linee guida sana alimentazione aggiornate al 2018), ma comunque vi raccomando sempre di affidarvi al vostro pediatra o a un dietista professionista, per definire l’alimentazione migliore per voi e i vostri figli.
Prendete queste indicazioni come puri consigli di buon senso, senza valenze mediche o professionali.

Linee guida generali sullo svezzamento:

  • Le indicazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) raccomandano l’allattamento esclusivo per i primi sei mesi di vita: non è dunque necessario anticipare lo svezzamento, a meno di controindicazioni stabilite dal pediatra;
  • Nell’iniziare lo svezzamento bisogna esercitare la pazienza: ogni bambino ha i suoi tempi e le sue preferenze, sia in termini di gusto, che di consistenze;
  • Il criterio della gradualità degli alimenti non è tanto importante per prevenire allergie (ormai scientificamente smentite), ma quanto per prevenire difficoltà digestive dovute all’immaturità intestinale del lattante, e anche per essere certi di fornire una adeguata varietà di alimenti, evitando una sorta di monotonia gastronomica;
  • Preferire alimenti semplici e naturali è importante per esercitare il gusto del bambino e stimolare la sua curiosità: variando con frequenza gli ingredienti e i menù, sarà più predisposto anche da grande ad apprezzare i cibi sani e a mantenersi in buona salute;
  • Evitare alimenti confezionati o già pronti non è solo, dunque, una scelta commerciale, ma utile per insegnare al bambino il vero sapore degli alimenti naturali, oltre che evitargli sale, zuccheri e conservanti aggiunti.
  • Accettare il naturale senso di sazietà del bambino: evitare di insistere o forzare il bambino a mangiare, accettando che, soprattutto all’inizio, potrà non consumare tutta la porzione di pappa che gli avevamo offerto;
  • Curare l’igiene orale dopo i pasti, appena si inizia lo svezzamento.

Svezzamento, le indicazioni del Ministero della Salute, aggiornate a Ottobre 2019:

Quel che è importante è limitare l’apporto di sale e di proteine in quanto appesantiscono il metabolismo del bambino, possono orientare le sue preferenze future verso un’alimentazione meno sana e predisporre al sovrappeso nelle età successive.
Frutta, verdura, i cibi della famiglia vanno benissimo, purché adattati alla sua capacità di mangiarli.

E’ bene che l’allattamento non venga interrotto in maniera prestabilita: il bimbo può continuare ad essere allattato per tutto il tempo che la mamma e il bambino riterranno opportuno, dopo il primo anno e, se desiderato, anche oltre i due anni di vita.

Infatti anche oltre l’anno di vita, quando il bambino gradualmente inizia a mangiare i cibi della famiglia, il latte materno mantiene tutte le sue proprietà nutritive e immunitarie.

Come sostituire i prodotti industriali con i prodotti freschi

Premesso che i prodotti industriali sono certamente sicuri, quindi non si tratta di demonizzarli (sono anche indubbiamente pratici in alcune situazioni, per esempio fuori casa), il vantaggio di proporre al bambino alimenti freschi è però indubbio.

Ecco come fare:

  • Sostituire gli zuccheri semplici (caramelle, dolci, biscotti e brioches) con altri alimenti dolci come la frutta di stagione biologica, lo yogurt intero o frullati di sola frutta fresca senza aggiunta di zucchero;
  • Sostituire gli omogeneizzati di frutta con frutta fresca schiacciata con la forchetta oppure grattugiata;
  • Sostituire gli omogeneizzati di verdura con verdura di stagione cotta al vapore e schiacciata con la forchetta, oppure omogeneizzata in casa (con omogeneizzatore oppure con il passaverdure);
  • Sostituire omogeneizzati di carne e pesce con prodotti freschi di sicura provenienza cotti al vapore e tritati / omogeneizzati.

Svezzamento: categorie di alimenti mese per mese

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Ormai tutte le linee guida ufficiali sull’alimentazione propendono per l’eliminazione dei vecchi schemi di svezzamento tradizionale, che erano improntati su: allenamento al cucchiaino, proporre prima solo il pranzo e dopo vari giorni anche la cena, ritardare l’introduzione degli alimenti ‘allergizzanti’, utilizzare liofilizzati e omogeneizzati, ecc.

Oggi sappiamo che non esistono rischi di allergie o problemi di celiachia, introducendo cibi ‘allergenici’ o glutine nella dieta dei bambini (a meno di forti predisposizioni familiari, che vanno indagate con il pediatra):

Allergenic foods (e.g. egg, cereals, fish, peanut) and gluten can be introduced to an infant’s diet when other complementary foods are introduced. Delaying their introduction to a later age makes no difference to the risk of developing allergies or coeliac disease.
Fonte EFSA, European Food Safety Authority: Age to start complementary feeding of infantsAppropriate age of introduction of complementary feeding

Le nuove indicazioni dei pediatri parlano quindi di autoregolazione del bambino e di autosvezzamento. I bambini vanno messi a tavola con la famiglia e, quando allungano le manine per assaggiare i nostri cibi (cucinati in modo sano, secondo i principi della dieta mediterranea), vuol dire che sono pronti.

Non esistono modalità e menù definiti per iniziare il divezzamento. Diversi modelli alimentari possono portare a soddisfare i fabbisogni nutrizionali del bambino tra 6 mesi e 3 anni. Va favorita l’interazione tra le preferenze della famiglia, le indicazioni del pediatra ed il contesto socio-culturale e tradizionale per aiutare il bambino a sviluppare il proprio gusto e le scelte alimentari personali nell’ottica di una alimentazione corretta.
Oltre al latte, durante il divezzamento il bambino deve bere acqua evitando bevande con zuccheri aggiunti che sono un fattore predisponente per lo sviluppo di carie ed obesità. Il latte vaccino non è raccomandato nel primo anno di vita per il rischio di sbilanciare l’apporto proteico alimentare complessivo e, inoltre, perché può causare carenze di ferro.
Entro i 9-12 mesi il bambino dovrebbe aver provato un’ampia varietà di cibi e di sapori, abituandosi progressivamente a consumare oltre al latte, altri due pasti principali (pranzo e cena) e uno-due spuntini. Le porzioni vanno adeguate per l’età del bambino ed in queste indicazioni il pediatra curante può essere di valido supporto.
Fonte: Ministero della Salute – Corretta alimentazione ed educazione nutrizionale nella prima infanzia

Offriamo dunque loro piccoli assaggi del nostro cibo, sempre affiancando l’allattamento a richiesta, sfilacciandoli o schiacciandoli con la forchetta.

Pappe a pezzetti, invece che omogeneizzate

Non è necessario omogeneizzare per forza i cibi: quando i bambini sanno stare seduti con schiena e testa dritta, intorno ai 6-7 mesi, sono anche in grado di ‘masticare’ con le gengive e di deglutire. Proviamo a frullare meno e a offrire cibi a pezzettini piccoli, sfilacciati o schiacciati con la forchetta (sempre in pezzi piccoli, mai a rondelle!).

Omogeneizzare le pappe è spesso più un’esigenza del genitore, che da una parte vuole imboccare il bambino per la paura che non mangi abbastanza; dall’altra teme i pericoli del soffocamento. Ci sta, ma non fatela diventare un’ossessione! Fidatevi delle capacità dei vostri figli e provate le pappe a pezzettini: vedrete che funzionerà.

Indicazioni di massima, svezzamento mese per mese

Premesso dunque che ormai non si pratica quasi più lo svezzamento tradizionale, con gli schemi precisi del pediatra e l’introduzione di alimenti molto lentamente, se non ci sentiamo del tutto pronti all’autosvezzamento, possiamo però affidarci alle raccomandazioni standard per l’Unione Europea sull’Alimentazione dei lattanti e dei bambini fino a tre anni:

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Sempre secondo le raccomandazioni della UE, sull’offrire cibi nuovi e variati:

Pare che i bambini mangino di più quando ricevono una dieta varia, rispetto a quando hanno una dieta limitata e monotona.
È importante che i bambini, per i quali tutti i cibi sono inizialmente sconosciuti, siano esposti ripetutamente a nuovi alimenti per stabilire uno schema di accettazione di cibi salutari. È stato suggerito che a questo scopo siano necessarie come minimo 8–10 esposizioni, con una chiara tendenza all’aumento dell’accettazione dopo 12–15. I genitori devono essere rassicurati sul fatto che il rifiuto di nuovi alimenti è normale. I cibi devono essere offerti ripetutamente poiché quelli che sono inizialmente rifiutati saranno spesso accettati in seguito. Se il rifiuto iniziale è interpretato come definitivo, probabilmente quel cibo non sarà offerto di nuovo e l’occasione per stabilire un’ampia gamma di esposizione ed accettazione di nuovi alimenti e sapori sarà persa.

Non capisco, ma se non do le pappe, come faccio a sostituire la poppata dell’ora di pranzo con un pasto?

Sostituire un pasto di latte con qualcosa di diverso di punto in bianco è, a tutti gli effetti, un atto di forza nei confronti del bambino che può benissimo non essere d’accordo. Il nome “alimentazione complementare a richiesta”, invece, la dice lunga: il bambino mangia quello che vuole nelle quantità che vuole e se ne vuole (esattamente come fa con l’allattamento). Non vogliamo introdurre il pranzo o la cena da un giorno all’altro o secondo scadenze precise; vogliamo solo assecondare quello che è un processo evolutivo naturale del bambino. L’approccio all’alimentazione complementare, così, avviene in maniera “orizzontale”, giorno dopo giorno, con rispetto delle necessità, dello sviluppo e dei tempi del bambino: il cibo entrerà a far parte della sua vita e della sua normalità. Mentre continua, per lunghi mesi ancora, a prendere latte (preferibilmente materno) come alimento dapprima principale e in seguito importante (per questo usiamo il termine alimentazione complementare, sottinteso al latte).
Fonte: ACP – Il punto di vista dell’Associazione Culturale Pediatri sull’alimentazione complementare

Ma comunque, da mamma, so che questo non è sufficiente e la domanda resta: ma quindi da cosa posso iniziare? Quindi vi do una mano aiutandovi con un piccolo schema mese per mese, sugli alimenti che di solito sono più graditi ai bambini – e che dovete variare in base alla stagionalità.

Queste indicazioni di massima servono solo per ‘stare tranquilli’ come genitori e proporre la giusta varierà di cibi freschi e di stagione, ma ricordiamo nuovamente non è necessario ritardare l’introduzione di alcun alimento, nella dieta dei bambini.

Primi alimenti che potete proporre ai bambini di 6 mesi: 

  • Frutta: pera, mela, banana, prugna;
  • Verdura: carota, zucchine, zucca, finocchio, cavolfiore, sedano, lattuga, barbabietola;
  • Cereali: farine di riso, mais o tapioca – sostituibili con patate schiacciate, porridge, riso, orzo e pastina primi mesi per chi non propone la classica pappa frullata;
  • Proteine: pollo e tacchino, coniglio, robiola, ricotta, parmigiano, sogliola, merluzzo, nasello, platessa, piselli, ceci, fagiolini, taccole.

Alimenti che potete proporre ai bambini dai 7-8 mesi in poi:

  • Frutta: mirtilli, albicocche, pesche, melone, anguria, castagne, agrumi, uva (attenzione a tagliarla sempre bene!), fragole;
  • Verdura: bietole, verza, cavolo, asparagi, carciofi, cipolla, spinaci, pomodori, melanzane, broccoli, peperoni, sedano rapa, topinambour;
  • Cereali: pastina primi mesi, riso, orzo, farro, couscous, miglio;
  • Proteine: fagioli di tutte le qualità, quinoa, soia, uova, salmone, pesce azzurro, maiale, agnello, manzo e vitello, crescenza, stracchino, formaggi freschi o stagionatura media.

Alimenti da introdurre tassativamente dopo i 12 mesi:

  • Latte vaccino;
  • Miele.

Esempio di menu settimanale per tutta la famiglia

Vi suggerisco dunque due menù che possono coniugare sia lo svezzamento del bambino, sia il menù per tutta la famiglia.
Solite indicazioni: proseguite con l’allattamento a richiesta, mettete a tavola il bambino con voi e assecondate i suoi assaggini.

Imparate sempre a tagliare il cibo in piccoli pezzi, per evitare il rischio soffocamento.

Preparate i cibi in modo semplice, al vapore o al forno, aggiungendo poco sale in cottura (eventualmente potete aggiungerne un poco alla fine, solo nei vostri piatti) e utilizzando l’olio extravergine di oliva come condimento.

Menu settimanale per chi ha bambini di 6 mesi che iniziano il divezzamento

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Potete sempre aggiungere verdura in più ad ogni pasto, e soprattutto ricordatevi di inserire la frutta, sia nelle merende, che dopo i pasti.

Cambiate le consistenze, adattandole ai bambini: tagliate in pezzi piccoli le pietanze, oppure schiacciate con la forchetta, in altri casi invece frullate grossolanamente.

Menu settimanale per chi ha bambini dai 7-8 mesi in su

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Potete sempre aggiungere verdura in più ad ogni pasto, e soprattutto ricordatevi di inserire la frutta, sia nelle merende, che dopo i pasti. 
Adattate le consistenze dei cibi alle capacità masticatorie dei bambini, tagliandole a pezzetti piccoli o in alcuni casi schiacciando tutto grossolanamente con la forchetta.

Ricordatevi che queste sono indicazioni di massima e tenete sempre a mente le porzioni raccomandate di nutrienti che ogni bambino dovrebbe consumare durante la giornata.

Queste sono quelle raccomandate dal portale Piccolipiù In Forma, nell’ambito di un progetto di ricerca finanziato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) del Ministero della Salute:

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Queste raccomandazioni, le porzioni e la varietà degli alimenti da offrire nell’arco della settimana si basano sulla nota piramide della dieta mediterranea.

Vi pongo l’attenzione sul fatto che occorre mangiare 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, quindi, se servite 2 porzioni di verdura tra pranzo e cena, proponete la frutta a colazione e negli spuntini. Non servono dolci, quando abbiamo frutta buonissima di stagione sempre a disposizione!

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Con questi schemi è davvero semplice imparare a pianificare dei menù validi per tutta la famiglia e quindi anche per lo svezzamento. Così sappiamo di dover dare la precedenza a uova, carni bianche, pesce, legumi e formaggi (proponendoli 2-3 volte la settimana) e invece dobbiamo limitare a 1 volta a settimana le carni rosse o i salumi.

Come vedete, io non ho inserito volutamente i salumi nei miei esempi di menù, nemmeno il prosciutto cotto, perché tendiamo ad abusarne soprattutto con i bambini, pensando che sia ‘leggero’, e invece – come tutti gli insaccati – è eccessivamente grasso e ricco di sale.

Come direbbe Maria Montessori: ricordiamoci che i bambini sono competenti. È nella natura dell’essere umano, ad un certo punto dello sviluppo, cercare il cibo solido e approcciarsi in modo del tutto spontaneo a un nuovo modo di alimentarsi.

Ascoltiamo dunque i nostri figli: allattiamoli, teniamoli al tavolo con noi e lasciamoli assaggiare garantendone la sicurezza a tavola. 
Sarà il modo migliore per uno svezzamento sereno, ma anche per ripensare all’alimentazione di tutta la famiglia: una buona occasione per mangiare cibi più freschi, colorati, biologici e di stagione!

Per riepilogare, ecco la risposta ad alcune domande tipiche

Quando si inizia lo svezzamento?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS consiglia lo svezzamento a partire dal 6 mese di vita del bambino. Il bambino, fino ad allora, deve essere preferibilmente allattato al seno. Non vi è nessuna evidenza per iniziare lo svezzamento prima dei 6 mesi, a meno che non sopraggiunano motivi di salute del bambino, da verificare con il pediatra.

LEGGI: Lo Svezzamento come Alimentazione complementare

Che cos’è l’autosvezzamento?

Autosvezzamento è il passaggio graduale dall’allattamento ai cibi solidi, passando per pappe a pezzetti, o cibo tagliato piccolo. In parole povere: il bambino siede a tavola con la famiglia e assaggia gli stessi cibi che mangiamo noi.

Naturalmente occorrono alcune accortezze, perché questo si realizzi nel migliore dei modi:

  • ripensare all’alimentazione di tutta la famiglia, cucinando piatti sani e leggeri e scegliendo modalità di cottura leggere (come la cottura al vapore o in forno);
  • che il bambino sia effettivamente attratto dai cibi a pezzetti e si senta ‘pronto’ ad assaggiarli; se un bambino preferisce la pappa frullata, va benissimo assecondarlo!

Precauzione importante: i pezzetti di cibo vanno tagliati molto piccoli e MAI a rondella. Il cibo va tagliato a bastoncino oppure a quadratino. E nei primi mesi di autosvezzamento vanno evitati gli alimenti ‘collosi’ come la mozzarella filante, il prosciutto crudo, gli gnocchi al formaggio. Attenzione a chicchi d’uva, olive, pomodorini e mozzarelline: tutto ciò che è rotondo, deve tassativamente essere tagliato a pezzetti piccoli, MAI a rondelle.

LEGGI: 

Per la vostra tranquillità, ma anche perché utile, vi consiglio di rivolgervi alla CRI per effettuare un corso di disostruzione pediatrica.

Cosa deve mangiare un neonato di 5 mesi

Un neonato di 5 mesi dovrebbe mangiare esclusivamente latte, possibilmente materno. Lo svezzamento, per quanto detto dalla OMS, dovrebbe partire dai 6 mesi in su.

Alcuni pediatri possono consigliare di introdurre la frutta a 5 mesi, ma se non avete problemi di rientro al lavoro e il bambino è in salute, l’allattamento esclusivo fino al sesto mese è quello consigliato dalla OMS.

Con cosa iniziare lo svezzamento?

Potete iniziare lo svezzamento con la pappa tradizionale, quindi brodo + farina di mais, riso e tapioca + verdura frullata + componente proteica. Oppure praticare l’autosvezzamento.

LEGGI: Svezzamento: come preparare le prime pappe

Alcune considerazioni:

  • i vecchi schemi tradizionali di svezzamento sono superati: se il vostro pediatra vi consiglia ancora uno schema in cui si prediligono liofilizzati od omogeneizzati, e in cui si intoduce un alimento alla volta, valutate di cercare un pediatra specializzato in nutrizione, o viceversa un nutrizionista pediatrico;
  • non c’è alcuna evidenza scientifica che dimostri che evitare alcuni alimenti sia importante per il rischio di allergie, anzi: gli ultimi studi dimostrano proprio il contrario, ovvero che esporre da subito il bambino a tutti gli alimenti (sempre che non ci siano allergie gravi in famiglia), sia molto meglio;
  • i bambini sono tutti diversi: alcuni amano le pappe frullate, alcuni le pappe a pezzettini, alcuni l’autosvezzamento; cercate di conoscere i gusto del vostro bambino e provate a fargli assaggiare i vostri piatti, tagliandoli a pezzetti molto piccoli.

Quando possiamo proporre le fragole nello svezzamento?

Appena sono di stagione, accertandosi che siano biologiche e siano lavate bene. Solo nel caso in cui ci siano gravi casi di allergia accertati in famiglia, alcuni alimenti devono essere dati dopo 1-2 anni di età, facendo riferimento al pediatra.

LEGGI: Svezzamento bio: come organizzarsi in famiglia



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