Mamma Felice

Come prendersi cura della pelle del neonato

Pubblicato il 23 Novembre 2020 da

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La cute del neonato, soprattutto nei primi mesi di vita, è un vero e proprio strumento di conoscenza: attraverso la sua pelle il bambino percepisce, sente, si sente amato e coccolato quando preso in braccio o durante il massaggio neonatale.

Insomma: il bambino attraverso la pelle trae degli importanti stimoli che ne potenziano lo sviluppo, l’autostima, la fiducia nelle sue competenze.

La sensibilità tattile e il contatto pelle a pelle con i genitori, offrono benefici reali per un neonato:

  • possono migliorare lo sviluppo del sistema nervoso autonomo nei bimbi prematuri
  • possono ridurre il senso del dolore nei neonati
  • hanno un impatto significativo nel migliorare l’allattamento al seno
  • hanno una funzione calmante
  • fanno sentire il bambino amato e desiderato

Contatto pelle contro pelle: principi di attachment parenting

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La Teoria dell’attaccamento è una metodologia pedagogica descritta dal pediatra William Sears, che consiste nel ritenere che il legame che i neonati instaurano con i genitori nella prima infanzia, abbia conseguenze positive che durano tutta la vita.

Penso all’attachment parenting come ad un modello a cui ispirasi per diventare genitori che si fanno guidare dall’EMPATIA, cercando di comprendere a livello profondo i bisogni del proprio figlio, e accettando i compromessi del caso, senza perdere la propria personalità o fiducia. Non lo vedo come un dogma da applicare alla lettera, ma piuttosto come una indicazione si STILE GENITORIALE.

Genitori particolarmente empatici e sensibili, capaci di cogliere i segnali del neonato e accoglierne le emozioni, possono favorire lo sviluppo felice del bambino che crescerà con la sensazione (e la certezza) di essere amato e di essere competente.

Quindi non preoccupiamoci: non esistono teorie perfette, ma idee valide che possono essere applicate anche a pezzetti, in base a come siamo, cosa pensiamo, come riusciamo.

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I principi dell’attachment parenting si riassumono nelle 7B:

Birth bonding, il legame appena dopo il parto

Esistono numerosi studi che raccontano l’importanza del contatto pelle contro pelle tra il neonato e i genitori, sin dal primo momento di vita: basti pensare alla marsupio terapia, applicata ai bimbi prematuri.

In pratica, non dobbiamo credere a quelli che ci dicono che se teniamo in braccio nostro figlio lo viziamo. I vizi non esistono.
Esiste invece un legame profondo che, attraverso la nostra pelle e il nostro abbraccio, passa da noi al bambino, e viceversa.

Questo legame non deve essere ad esclusivo appannaggio della mamma. Anche i papà possono e devono instaurare un vero legame con il neonato, tenendoli in bracco sin da subito, pelle contro pelle.

Breastfeeding, l’allattamento

Altro contatto pelle contro pelle è senza dubbio l’allattamento al seno. Come sappiamo, il latte materno è l’alimento più completo per i neonati.
Si adatta alla loro crescita, è sempre disponibile alla giusta temperatura e, soprattutto all’inizio, fornisce anticorpi al bambino.

Chiaramente, non esistono mamme di serie A e serie B e sono circa 12 anni che ve lo dico, quindi – se non allattate al seno – dopo esservi rivolte a una ostetrica competente, non preoccupatevi: siete delle brave mamme sempre e comunque.

Babywearing, portare i bambini

Credo che portare i bambini sia ancora sottovalutato, ma dà al neonato una sensazione di contatto e di vicinanza che niente altro ci può dare. È come fare mille cose insieme: cullare continuamente il proprio figlio, rassicurarlo, annusarlo, dargli i bacini sulla testolina, sorridergli, parlargli, guardarlo negli occhi a distanza ravvicinata (molto importante per sollecitare i neuroni a specchio del neonato), e soprattutto farlo partecipare attivamente alla propria vita.

teniamoci addosso i bimbi con la fascia, il marsupio o il mei tai, perché questo gesto apparentemente banale, crea un legame fortissimo tra di noi, e ci regala sensazioni inimmaginabili.

Bedding close to baby, dormire vicini

Più che il cosleeping (che è sconsigliato a causa del rischio SIDS), parlerei di dormire nella stessa stanza con il neonato, almeno i primi 6-9 mesi.

Perfetto in questo caso l’uso del side bed, che è una sorta di prolunga del lettone che ci permette di avere il bambino accanto, senza però privarlo del suo spazio ‘vitale’.

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Belief in the language value of your baby’s cry
credere al pianto del bambino, e al suo valore comunicativo

Il pianto è una forma di linguaggio: è comunicazione. Come dico da sempre: un neonato che piange sta comunicando. Non ci sta punendo, né facendo un dispetto.

Il pianto di un bambino non deve spezzarci il cuore: è ‘solo’ un pianto! E’ il suo unico modo per comunicarci qualcosa… quindi dobbiamo prenderlo come un dialogo, e non come una scenata o, ancora peggio, un dispetto.

Per me ricordare questo principio è stato spesso un’ancora di salvezza nei momenti più critici.
Ricordare che il pianto di mia figlia serviva per comunicare qualcosa (un disagio, un bisogno fisiologico, una richiesta emotiva) mi ha salvata dalla depressione, perché mi ha permesso di restare lucida e dirmi: non sei inadeguata, non sei pazza, tutto andrà bene, non è una punizione, non lasciarti sconfiggere dal senso di colpa (+ una bella dose di fortuna, ovviamente, perché magari bastasse questo per salvarsi dalla depressione post partum!).

In generale: i bambini non fanno i ‘capricci’ per fare i capricci, ma perché ci comunicano un disagio: da neonati possono essere le coliche o la fame o il freddo o il rumore o altri bisogni primari; da grandi possono essere le prime paure, la sfida di affrontare la propria timidezza, il raggiungimento delle autonomie, ecc…

Certamente non è semplice tradurre il pianto, ma almeno possiamo accoglierlo.

Beware of baby trainers, attenzione ai consigli non richiesti

I consigli di quelli che hanno un approccio essenzialmente comportamentista, o basato sul meccanismo premio / punizione:
– lascialo piangere, poi si addormenta da solo
– non tenerlo in braccio che lo vizi
– mettilo a dormire da solo il primo giorno, altrimenti non te lo togli più dalla camera
– non farti usare come ciuccio, che poi prende il vizio

Questi falsi consigli sono purtroppo il frutto di una pedagogia nera ormai introiettata nelle persone, che lascia dei vuoti profondi da colmare.

Noi evitiamo la pedagogia nera e andiamo avanti con il Metodo Montessori, decisamente più accogliente e più rispettoso delle esigenze del bambino.

Balance, equilibrio

L’equilibrio è tutto, nell’educazione. Perché non dobbiamo essere troppo rigidi, né troppo permissivi. Ma non solo con nostro figlio: soprattutto con noi stessi!

Non facciamoci prendere dalla smania di trovare una REGOLA da seguire e da far seguire a nostro figlio, perché non esiste: ognuno di noi è diverso, sia fisicamente che emotivamente, ma anche per la sua storia personale, per il vissuto legato alla sua infanzia, ecc…

Come può l’educazione essere uguale per tutti?

Non facciamoci prendere soprattutto dalla smania di vincere, di avere ragione, di dimostrare ai figli che siamo noi a comandare: in una famiglia, nessuno vince o perde; tutti vincono o perdono insieme. Creare tensioni con i figli è solo controproducente: finiamo per soffrire tutti.

Insomma: coltiviamo questo legame, mettiamo da parte le nostre convinzioni, lasciamoci guidare dal bambino reale che abbiamo tra le braccia.

Annusiamoci a vicenda, tocchiamoci di un contatto pelle-pelle e di un contatto cuore-cuore: la cosa migliore che possiamo fare è AMARE i nostri figli, e costruire per loro un’infanzia felice.

Non riusciremo mai a praticare perfettamente tutte e sette i principi dell’attachment parenting, ed è perfetto così: noi siamo unici, e nostro figlio è unico. La nostra sfida educativa è unica nel suo genere.

Come prendersi cura della pelle del neonato

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La pelle dei neonati necessita di cure giornaliere e di attenzioni particolari, perché è talmente sensibile che può volerci anche un anno di vita, perché la pelle possa avviare la sua funzione di scudo protettivo contro le avversità esterne.

La pelle del neonato necessita di protezione perché:

  • le ghiandole sebacee non sono ancora perfettamente funzionanti, dunque lo strato di grasso necessario a proteggere la pelle e mantenerla morbida e idratata, non è ancora formato. Per questo va massaggiata con prodotti idratanti specifici;
  • la cute del neonato non produce ancora melanina, ovvero non ha alcuna protezione dai raggi del sole, ed è per questo che i neonati non andrebbero mai esposti al sole diretto, ma andrebbero sempre coperti con indumenti di cotone leggeri;
  • le ghiandole sudoripare non funzionano ancora bene, e quindi il bambino non riesce a regolare al meglio la temperatura corporea; per questo motivo i neonati non andrebbero mai coperti, né scoperti troppo.

Tanti possono essere i problemi del bambino, che si manifestano attraverso la sua pelle, nei primi mesi di vita, e in particolare:

  • la dermatite da pannolino, ovvero un arrossamento che si verifica a causa della macerazione di pipì e feci all’interno del pannolino;
  • la presenza di crosta lattea, soprattutto sulla testolina, sulla fronte e sulle sopracciglia, con presenza di piccole squame giallastre;
  • la sudamina, ovvero piccole bollicine dovute al caldo o alla macerazione della pelle in alcuni punti.

Come tenere pulita e idratata la pelle del neonato

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Innanzitutto mani e viso del bambino devono essere sempre lavati con prodotti adatti, che mantengano l’idratazione della pelle e non la facciano seccare o desquamare.

Molto utile, in questo senso, la linea cosmetica per bambini di Suavinex composta da ingredienti naturali, in bellissimi eco pack a base biologica completamente riciclabili, adatti a chi vuole vivere green.

Questi prodotti utilizzano una percentuale che va dall’86% al 96% di ingredienti di origine naturale, a seconda del tipo di prodotto.

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Nella linea cosmetica Suavinex, possiamo trovare:

  • Bagno-Shampoo Syndet, con 88% di ingredienti di origine naturale, contiene grassi d’oliva camomilla, con formula senza sapone;
  • Bagno-Shampoo Schiumoso, con 86% di ingredienti di origine naturale (tra cui acidi grassi dell’olio di oliva) e tensoattivi delicati;
  • Lozione Idratante Corpo, che contiene il 90% di ingredienti naturali tra cui camomilla, calendula e melissa;
  • Crema Cambio Pannolino, realizzata con il 90% di ingredienti di origine naturale, priva di ossido di zinco, contiene una combinazione di burro di karité e olii vegetali (mandorle, enotera e Abyssine);
  • Pomata Cambio Intensiva, con 89% su ingredienti naturali, arricchita con ossido di zinco e biossido di titanio, e con burro di karitè, olio di ricino, cera di carnauba, tocoferolo e cera d’api.

Come sceglierli? Se volete un prodotto per il bagnetto super delicato, scegliete il Bagno-Shampoo Syndet. Se invece amate i prodotti con soffice schiuma, allora potete preferire il Bagno-Shampoo Schiumoso.

Per il cambio del pannolino: la Crema Cambio Pannolino è indicata per l’igiene quotidiana, mentre la Pomata Cambio Intensiva è da usarsi se la cute presenta una media o elevata irritazione, quindi in caso di eritema da pannolino.

LEGGI ANCHE: Come fare il primo bagnetto al neonato

Ogni volta che tocchiamo il bambino, gli cambiamo il pannolino o lo culliamo, ricordiamoci di lavarci accuratamente le mani. Le nostre e le sue.
È importante lavare spesso le manine perché il neonato, portandole spesso alla bocca, può venire in contatto con batteri potenzialmente fastidiosi.
Per questo motivo, le manine vanno anche reidratate con apposite creme pediatriche idratanti, e le unghiette vanno sempre tenute corte, per evitare che il bambino si graffi la pelle esponendola ad infezioni.

Le zone della pelle più cicciottelle, ovvero dove la pelle forma delle pieghe, vanno sempre tenute ben pulite e soprattutto asciutte, perché altrimenti tenderebbero alla macerazione.

Cambiamo spesso il pannolino, in modo che le zone più delicate come il sederino e le cosce non restino a contatto con i liquidi. Laviamo il sederino con acqua tiepida o con salviette ultra delicate, e, quando possibile, lasciamo respirare all’aria il sederino qualche minuto prima di rimettere il pannolino – se nell’ambiente circostante non fa troppo freddo.

Importante è usare le creme protettive durante il cambio, con una bella patina spessa sul sederino, che agisce come barriera per prevenire gli arrossamenti e le dermatiti da pannolino.

Importantissimi anche i tipi di indumenti: scegliamo sempre vestitini di cotone biologico 100% (ormai reperibili in tutte le grandi catene di abbigliamento per bambini), evitando soprattutto i tessuti sintetici, che non sono affatto traspiranti.

I bambini non vanno coperti troppo: un bambino sudato, è un bambino troppo coperto!



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