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Naso chiuso e otite: approccio della Logopedista

Pubblicato il 20 Agosto 2019 da • Ultima revisione: 23 Agosto 2019

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Non di rado ai logopedisti capita di incontrare piccoli pazienti con nasi chiusi e, nei casi più gravi, che presentano otiti ricorrenti. Queste condizioni hanno un impatto negativo sulla qualità della vita dei bambini da diversi punti di vista e, spesso, vengono sottovalutate o non viene dedicata la giusta cura. Ancora in molti non sanno che il logopedista può essere d’aiuto nella cura e, in diversi casi, nella risoluzione del problema.


L’anatomia dell’orecchio: il ristagno di muco

Il nostro orecchio è suddiviso in tre parti:

  1. l’orecchio esterno, formato dal padiglione auricolare, il condotto uditivo e la superficie esterna della membrana timpanica. Grazie a questa porzione di orecchio il suono viene catturato e convogliato verso la membrana timpanica, che produce una vibrazione.
  2. l’orecchio medio, formato dalla superficie interna del timpano, dalla cavità timpanica in cui sono collocati tre ossicini (martello, incudine, staffa) e due piccoli muscoli (stapedio e tensore) e, per finire, dalla tuba di Eustachio, un canalino che collega l’orecchio medio alla gola. La membrana timpanica, attraverso la sua vibrazione, mette in movimento la catena dei tre ossicini che trasportano in questo modo il suono verso la parte più interna dell’orecchio.
  3. l’orecchio interno, formato dall’apparato vestibolare (responsabile dell’equilibrio) e dalla coclea (responsabile della percezione dei suoni). Da qui, attraverso il nervo acustico, il suono viene trasmesso al cervello.

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La parte maggiormente interessata ai ristagni di muco è quella dell’orecchio medio, infatti qui il muco si deposita nella cavità timpanica (che normalmente è riempita solo di aria) con conseguenze negative sulla salute dell’orecchio e non solo.

Infatti i ristagni di muco possono, alla lunga, generare condizioni di diversa gravità.

Impatto sulla percezione dei suoni

Il ristagno di muco nell’orecchio medio riduce la capacità del bambino di percepire i suoni. La catena degli ossicini, infatti, produce una vibrazione minore e il suono non viene trasmesso come dovrebbe all’orecchio interno.

Ciò significa che il cervello del bambino, in una fase critica di acquisizione del linguaggio, non riceve la giusta stimolazione. Ovviamente ciò ha ripercussioni negative sullo sviluppo del linguaggio.

Scorretta articolazione dei suoni

L’articolazione dei suoni ne risente, in quanto il bambino tenderà a parlare con una voce fortemente nasale.

Condizione di respirazione di tipo orale

Il ristagno di muco non favorisce la corretta respirazione nasale. Questa condizione di ostruzione della cavità timpanica e delle fosse nasali non permettono al bambino di respirare in modo fisiologico dal naso.

Ciò provoca, alla lunga, una condizione di respiratore orale: il bambino respirerà utilizzando la bocca al posto del naso.

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Fisiologicamente, invece, è importante favorire la respirazione nasale poiché l’aria, attraverso le cavità nasali, viene umidificata, pulita e riscaldata; tutto ciò non avviene quando la respirazione è per bocca.

In quest’ultimo caso ci sarà una maggiore esposizione a microbi e germi.

Inoltre, una respirazione orale prolungata nel tempo può provocare una scorretta postura della lingua, malocclusioni dentali, ipotonia ovvero lassità dei muscoli del distretto orale e facciale.

Ingrossamento di tonsille e adenoidi

Inoltre, l’aria fredda e non filtrata che viene inspirata attraverso la bocca, va ad impattare sulle tonsille e sulle adenoidi, aggregati di tessuto linfoide con funzione di difesa, che si trovano nella bocca. Questo impatto brusco con l’aria ne provoca l’ingrossamento.

Quando l’entità dell’ingrossamento produce un certo grado di ostruzione vengono date indicazioni di rimozione chirurgica di adenoidi e/o tonsille.

Rischio di otite nei bambini

L’otite è un’infiammazione dell’orecchio, con decorso acuto o cronico in base alla frequenza con la quale si manifesta o alla sua gravità. A seconda della zona colpita dell’orecchio si distinguono tre forme: esterna, media e interna.

Nel nostro caso, il ristagno di muco all’interno della cavità dell’orecchio medio può spingere contro la membrana timpanica e provocarne, a causa di questa pressione, la rottura con fuoriuscita di materiale purulento (otorrea), possibile dolore acuto e riduzione dell’udito. L’otite si può presentare anche con senso di ostruzione, riduzione dell’udito (ipoacusia), con un sibilo/ronzio/fischio nelle orecchie (acufene) e febbre.

Importanza del Logopedista nelle otiti e nasino chiuso del bambino

Il logopedista consiglia alla famiglia di effettuare una visita otorinolaringoiatrica, audiometrica ed impedenziometrica per verificare lo stato di salute dell’orecchio, valutare la presenza e il tipo di infiammazione, verificare lo stato delle tonsille e adenoidi, misurare la soglia uditiva. In base a questi dati raccolti è possibile valutare, insieme al medico di riferimento, le cure da attuare.

Rimedi e cure: Il ruolo del logopedista

In base a quanto emerge dalla visita medica è possibile ragionare sulle diverse strade da percorre. In alcuni casi l’intervento chirurgico è inevitabile, ad esempio quando l’ingrossamento delle adenoidi e tonsille raggiunge un certo grado di ostruzione.
Il logopedista riveste un ruolo importante nella cura e, soprattutto, nella prevenzione delle condizioni patologiche dell’orecchio.

Counselling familiare

Il logopedista informa la famiglia delle possibili conseguenze negative di tali condizioni, con particolare focus sull’articolazione dei suoni e sullo sviluppo del linguaggio.

Lavaggi nasali

Il logopedista informa la famiglia su come e con che frequenza svolgere i lavaggi nasali in base all’età del bambino e si confronta con i genitori su eventuali dubbi e perplessità. I lavaggi nasali sono di fondamentale importanza in questi casi, in quanto agevolano l’eliminazione del muco dalle cavità nasali e permettono al bambino di respirare attraverso il naso.

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Tanti genitori manifestano resistenze nello svolgere i lavaggi nasali, principalmente evidenziano la paura di turbare il bimbo; insieme alla famiglia e al paziente il logopedista affronta l’argomento. Generalmente, salvo le iniziali preoccupazioni, la famiglia e il paziente accettano di svolgerli di buon grado una volta provati, poiché ne avvertono fin da subito i benefici.

Terapia tubarica

Consiste in una serie di esercizi che facilitano l’apertura della Tuba di Eustachio, ovvero quel canalino che collega l’orecchio medio alla gola. Più la tuba si apre più il drenaggio del muco viene facilitato e migliori saranno le condizioni dell’orecchio. La tuba di Eustachio svolge già fisiologicamente questo ruolo, grazie alla terapia lo si facilita e promuove.

Questi esercizi vengono insegnati ai bambini, sotto forma di gioco, durante le sedute logopediche, e sono consigliati per pazienti dai 4 anni (poiché viene richiesto un certo grado di collaborazione) e non quando l’infiammazione è in fase acuta.

Rieducare alla respirazione nasale

Anche quando le vie respiratorie vengono liberate, chirurgicamente o attraverso lavaggi nasali, può essere indicato rieducare il bambino a respirare attraverso il naso, soprattutto in quei casi in cui l’ostruzione è rimasta per lungo tempo e il bambino ha consolidato l’abitudine a respirare dalla bocca. Anche in questo caso durante la seduta logopedica vengono svolti esercizi e giochi per raggiungere l’obiettivo.

Correggere (eventuali) cattive abitudini consolidate

A causa di una prolungata respirazione orale il bambino potrebbe aver assunto posture scorrette della lingua o presentare malocclusione dentale.

Ad esempio, alcune caratteristiche dei piccoli pazienti respiratori orali sono una perdita di tono della lingua, una posizione bassa della lingua o l’interdentalizzazione (lingua in mezzo ai denti). Queste caratteristiche, tra le altre cose, non permettono una corretta articolazione dei suoni. Attraverso esercizi mirati è possibile correggerle.

Articolo a cura di:  Maria Silvia Mazzocchi, Logopedista



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