Si può essere contemporaneamente genitori affettuosi, ma anche genitori che forniscono delle regole ferme ai figli? Sì, se siete genitori che si ispirano al Metodo Montessori!
Tra l’educazione basata sull’attachment parenting e l’educazione basata sulle regole, c’è un punto critico: a volte non è facile capire come agire di fronte alle situazioni, se con amore o con fermezza o, peggio, non è facile mantenere fede ai propri principi educativi. Si rischia di perdersi e alla fine di perdere la testa.
Si rischia di essere troppo comprensivi e poi di esplodere, urlare, non riuscire a mantenere il controllo. Perché?
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Abbiamo spiegato le nostre esigenze ai figli?
Io sono una strenua sostenitrice della decompressione: anche noi genitori siamo persone e come tali abbiamo bisogno di riposo, di calma, di divertimento.
Abbiamo bisogno talvolta di uscire da soli o con i nostri amici, di avere hobby e passioni che ci divertono e ci ispirano, di mettere in chiaro che in bagno ci andiamo da soli e che la sera dopo le nove non rispondiamo più ad alcuna richiesta inutile, perché il riposo è sacro anche per noi.
Lo abbiamo detto ai figli?
Spesso ai bambini non diciamo chiaramente quali sono i nostri limiti e le nostre richieste: accettiamo qualunque loro richiesta di attenzioni, fino allo stremo. E poi sbottiamo perché siamo esausti e i figli probabilmente si sentono confusi e si chiedono:
– Ma fino a ieri ti andava bene che ti chiamavo mille volte, e oggi no? Non ho mica capito niente di come funziona questa cosa, aspetta che riprovo riprovo riprovo…
Siamo coerenti di fronte alle richieste dei figli?
E quindi rifanno mille volte le cose che ci esasperano, e noi per tutta risposta proviamo mille metodi educativi: una volta urlo, l’altra volta chiedo scusa perché mi sento in colpa, poi verbalizzo, poi gli parlo con fermezza, poi sclero, poi piango…
E il bambino di nuovo è disorientato e magari nella sua testa pensa:
– Ok, non c’è modo di capire come funzionano le cose, perché non c’è mai una risposta univoca alle mie richieste, quindi se tanto il futuro è incerto, tanto vale che faccio il cavolo che voglio.
Non vi sembra verosimile?
Spesso i bambini ci esasperano perché noi non siamo stati chiari e coerenti nel nostro patto educativo. Gli promettiamo troppo, poi scopriamo di essere umani, pretendiamo che siano comprensivi con noi e che ci lascino un po’ perdere, poi sbottiamo ed urliamo, poi ci sentiamo in colpa e chiediamo scusa.
E questa incoerenza educativa può andare avanti all’infinito, se non ci decidiamo a cambiare il nostro comportamento.
Perché, ricordiamocelo: Noi possiamo solo cambiare noi stessi, non possiamo cambiare gli altri.
Ricordatevi cosa sostiene la Montessori: per ridurre i capricci dei bambini (chiamateli come volete) bisogna semplicemente assegnare loro gli incarichi di cui hanno già acquisito competenza.
Altrimenti o si sentono trattati come neonati, o come adulti, e si sentono frustrati in un modo negativo, ovvero senza possibilità di fare bene in alcun caso.
Avete presente la sensazione che tanto, qualunque cosa farete, non andrà mai bene? Ecco. I bambini possono provare lo stesso sentimento.
Come possiamo interrompere questo circolo vizioso e riprendere un modello educativo coerente, fermo, ma affettuoso?
- Parliamo meno: abbiamo sempre la tendenza a spiegare troppo e a usare troppe parole, a fare ai bambini discorsi troppo lunghi e articolati che li confondono: cerchiamo di dare loro informazioni più brevi e più semplici;
- Verbalizziamo le emozioni: spieghiamo ai bambini quello che proviamo, ma anche quello che stanno provando loro, dando un nome alla rabbia, alla frustrazione, a ciò che non sono ancora in grado di interpretare da soli;
- Offriamo la coerenza: proviamo a parlare ai bambini guardandoli negli occhi e dando messaggi molto brevi, concisi, diretti, fermi, che non possano essere equivocati, che siano coerenti;
- Non cediamo alle urla: se sentiamo che l’urlo sta per arrivare respiriamo tre volte e piuttosto lasciamo la stanza finché non ci siamo calmati;
- Diamo regole: diamo ai bambini le regole giuste per la loro età, senza mai disattenderle;
- Diamo autonomia: lasciamo che i bambini siano autonomi sulle competenze già acquisite, senza avere fretta che facciano le cose con i nostri tempi.
La felicità educativa
Io sono una persona molto istintiva e spesso sanguigna, quindi mi capita di agire d’impulso anche con mia figlia.
Ma mi sono creata anche l’istinto della felicità: mi piace stare bene. Odio stare male.
E urlare come una pazza e uscire fuori di testa mi faceva male, mi estraniava da me stessa, e non solo per i sensi di colpa, ma proprio per la bruttura che esprimevo IO.
Non vi posso esprimere la sensazione di SOLLIEVO da quando ho smesso di fare la pazza e non mi arrabbio più.
Quindi il mio vero consiglio è analizzarsi e ascoltarsi come esseri umani: dobbiamo ‘solo’ raggiungere questa consapevolezza, comprendere i nostri sentimenti negativi, riconoscere quando stanno arrivando, capire che il cambiamento deve avvenire in noi.
A quel punto, impareremo a mantenere il controllo di noi stessi, a non urlare, a non perdere la testa. E avremo la lucidità necessaria per tenere fede alla nostra promessa educativa anche senza darla vinta al bambino, e allo stesso tempo senza ingaggiare una lotta di potere.
La chiave di tutto sta nella felicità: dobbiamo accumulare la felicità dentro di noi in modo che diventi resilienza, e la resilienza diventerà forza, e la forza diventerà calma.
E qualunque cosa succeda, possiamo essere forti senza arrabbiarci più, senza perderci nel buio della nostra mente, senza perdere la nostra fermezza, senza sprecare l’amore.
Capita anche a me… urlo come una pazza… da perdere la voce!!! E non mi piace, non mi piaccio, non mi riconosco. Solo le mie due piccole pesti riescono a mandarmi così tanto fuori di testa, io che in genere passo per una persona equilibrata (e tutto sommato penso di esserlo).
Come hai fatto a “fare il salto”? A smettere di dare i numeri? Io ci provo, ma poi ci ricasco, soprattutto la sera quando tutti siamo stanchi o quando seguo il “grande” (seconda elementare…anche se non si dice più elementare) con i compiti. Qualche consiglio pratico?
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Chiara, i consigli sono gli stessi che ho dato a me stessa dentro questo post: devi trovare il modo per calmarti prima di perdere la testa. Respirando, andando in un’altra stanza, canticchiando…
Solo dopo che sei calma, puoi parlare ai bambini e chiedere la loro collaborazione. Coraggio…
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