Certe volte mi vengono in mente delle sciocchezze sulle quali però poi rido come una matta. Ieri ci siamo proprio divertite a preparare questo biglietto per la festa del papà, e quando lo abbiamo mostrato al resto della famiglia è stata una risata generale. In effetti, più lo guardo, più penso che sia davvero un biglietto che fa ridere. Forse anche un po’ inquietante, eh… ma divertente.

L’idea è semplice: prendere una caratteristica fisica del proprio papà e riportarla su una serie di figurine, bambolotti, o immagini. Noi abbiamo avuto vita facile: bastavano barba e capelli, perché papà è super capellone e se non si taglia i capelli ogni due settimane, sembra una pecora da tosare (ooops).

Potete scegliere qualunque figurina. Io in giro per casa ho trovato un libro per bambini con attività già svolte da Dafne, e mi sono fatta entusiasmare da questi neonati col pannolino colorato. Ma il gioco vale con qualunque altra figura: figurine di calciatori, foto di modelle, foto di animali, ma persino immagini di frutta e di verdura!

Li abbiamo dunque ritagliati lasciando un piccolo margine di carta intorno a ciascuno, e poi li abbiamo decorati con penna e pennarello per creare la barba, i capelli e gli occhiali.

Infine li abbiamo attaccati al biglietto con la colla gel UHU (la colla stic è chiusa dentro qualche scatolone che non ho trovato, ma andrebbe anche meglio), e sul biglietto abbiamo scritto: Caro papà, ti voglio così bene che mi sembra di vederti… ovunque!

Che vi posso dire: a me fa ridere tanto anche adesso. Lo guardo e vedo sto neonato col pannolino che ha esattamente l’espressione di Nestore… e rido.

Dafne ha poi creato una sorta di busta in cui nascondere il biglietto: con due fogli A4 colorati, di cui uno accorciato sui quattro lati, ripiegati insieme e incollati con poco nastro adesivo. Ha scritto lei il destinatario del biglietto (Papa Nest[o]re) e poi con i pastelli glitter a cera ha disegnato la casa e tutto ciò che ci stava intorno. Dal vivo è molto bello, perché i glitter rendono il disegno molto particolare, tridimensionale.

A voi fa ridere? 😀