Regole e coerenza: come essere genitori affettuosi, ma con fermezza

Pubblicato il 22 Maggio 2017 da

Si può essere contemporaneamente genitori affettuosi, ma anche genitori che forniscono delle regole ferme ai figli? Sì, se siete genitori che si ispirano al Metodo Montessori!

coerenza-regole-affetto-amore-genitori-bambini-montessori

Tra l’educazione basata sull’attachment parenting e l’educazione basata sulle regole, c’è un punto critico: a volte non è facile capire come agire di fronte alle situazioni, se con amore o con fermezza o, peggio, non è facile mantenere fede ai propri principi educativi. Si rischia di perdersi e alla fine di perdere la testa.

Si rischia di essere troppo comprensivi e poi di esplodere, urlare, non riuscire a mantenere il controllo. Perché?

Abbiamo spiegato le nostre esigenze ai figli?

Io sono una strenua sostenitrice della decompressione: anche noi genitori siamo persone e come tali abbiamo bisogno di riposo, di calma, di divertimento.

Abbiamo bisogno talvolta di uscire da soli o con i nostri amici, di avere hobby e passioni che ci divertono e ci ispirano, di mettere in chiaro che in bagno ci andiamo da soli e che la sera dopo le nove non rispondiamo più ad alcuna richiesta inutile, perché il riposo è sacro anche per noi.
Lo abbiamo detto ai figli? 

Spesso ai bambini non diciamo chiaramente quali sono i nostri limiti e le nostre richieste: accettiamo qualunque loro richiesta di attenzioni, fino allo stremo. E poi sbottiamo perché siamo esausti e i figli probabilmente si sentono confusi e si chiedono:
– Ma fino a ieri ti andava bene che ti chiamavo mille volte, e oggi no? Non ho mica capito niente di come funziona questa cosa, aspetta che riprovo riprovo riprovo…

Siamo coerenti di fronte alle richieste dei figli?

regole-coerenza-montessori-adolescenti

E quindi rifanno mille volte le cose che ci esasperano, e noi per tutta risposta proviamo mille metodi educativi: una volta urlo, l’altra volta chiedo scusa perché mi sento in colpa, poi verbalizzo, poi gli parlo con fermezza, poi sclero, poi piango…

E il bambino di nuovo è disorientato e magari nella sua testa pensa:
– Ok, non c’è modo di capire come funzionano le cose, perché non c’è mai una risposta univoca alle mie richieste, quindi se tanto il futuro è incerto, tanto vale che faccio il cavolo che voglio.

Non vi sembra verosimile?

Spesso i bambini ci esasperano perché noi non siamo stati chiari e coerenti nel nostro patto educativo. Gli promettiamo troppo, poi scopriamo di essere umani, pretendiamo che siano comprensivi con noi e che ci lascino un po’ perdere, poi sbottiamo ed urliamo, poi ci sentiamo in colpa e chiediamo scusa.

E questa incoerenza educativa può andare avanti all’infinito, se non ci decidiamo a cambiare il nostro comportamento.

Perché, ricordiamocelo: Noi possiamo solo cambiare noi stessi, non possiamo cambiare gli altri. 

Ricordatevi cosa sostiene la Montessori: per ridurre i capricci dei bambini (chiamateli come volete) bisogna semplicemente assegnare loro gli incarichi di cui hanno già acquisito competenza.

Altrimenti o si sentono trattati come neonati, o come adulti, e si sentono frustrati in un modo negativo, ovvero senza possibilità di fare bene in alcun caso.
Avete presente la sensazione che tanto, qualunque cosa farete, non andrà mai bene? Ecco. I bambini possono provare lo stesso sentimento.

Come possiamo interrompere questo circolo vizioso e riprendere un modello educativo coerente, fermo, ma affettuoso?

  • Parliamo meno: abbiamo sempre la tendenza a spiegare troppo e a usare troppe parole, a fare ai bambini discorsi troppo lunghi e articolati che li confondono: cerchiamo di dare loro informazioni più brevi e più semplici;
  • Verbalizziamo le emozioni: spieghiamo ai bambini quello che proviamo, ma anche quello che stanno provando loro, dando un nome alla rabbia, alla frustrazione, a ciò che non sono ancora in grado di interpretare da soli;
  • Offriamo la coerenza: proviamo a parlare ai bambini guardandoli negli occhi e dando messaggi molto brevi, concisi, diretti, fermi, che non possano essere equivocati, che siano coerenti;
  • Non cediamo alle urla: se sentiamo che l’urlo sta per arrivare respiriamo tre volte e piuttosto lasciamo la stanza finché non ci siamo calmati;
  • Diamo regole: diamo ai bambini le regole giuste per la loro età, senza mai disattenderle;
  • Diamo autonomia: lasciamo che i bambini siano autonomi sulle competenze già acquisite, senza avere fretta che facciano le cose con i nostri tempi.

La felicità educativa

educare-alla-felicita-bambini-genitori-montessori

Io sono una persona molto istintiva e spesso sanguigna, quindi mi capita di agire d’impulso anche con mia figlia.
Ma mi sono creata anche l’istinto della felicità: mi piace stare bene. Odio stare male.

E urlare come una pazza e uscire fuori di testa mi faceva male, mi estraniava da me stessa, e non solo per i sensi di colpa, ma proprio per la bruttura che esprimevo IO.
Non vi posso esprimere la sensazione di SOLLIEVO da quando ho smesso di fare la pazza e non mi arrabbio più.

Quindi il mio vero consiglio è analizzarsi e ascoltarsi come esseri umani: dobbiamo ‘solo’ raggiungere questa consapevolezza, comprendere i nostri sentimenti negativi, riconoscere quando stanno arrivando, capire che il cambiamento deve avvenire in noi.

A quel punto, impareremo a mantenere il controllo di noi stessi, a non urlare, a non perdere la testa. E avremo la lucidità necessaria per tenere fede alla nostra promessa educativa anche senza darla vinta al bambino, e allo stesso tempo senza ingaggiare una lotta di potere.

La chiave di tutto sta nella felicità: dobbiamo accumulare la felicità dentro di noi in modo che diventi resilienza, e la resilienza diventerà forza, e la forza diventerà calma.
E qualunque cosa succeda, possiamo essere forti senza arrabbiarci più, senza perderci nel buio della nostra mente, senza perdere la nostra fermezza, senza sprecare l’amore.



Commenti

2 Commenti per “Regole e coerenza: come essere genitori affettuosi, ma con fermezza”
  1. chiarac

    Capita anche a me… urlo come una pazza… da perdere la voce!!! E non mi piace, non mi piaccio, non mi riconosco. Solo le mie due piccole pesti riescono a mandarmi così tanto fuori di testa, io che in genere passo per una persona equilibrata (e tutto sommato penso di esserlo).
    Come hai fatto a “fare il salto”? A smettere di dare i numeri? Io ci provo, ma poi ci ricasco, soprattutto la sera quando tutti siamo stanchi o quando seguo il “grande” (seconda elementare…anche se non si dice più elementare) con i compiti. Qualche consiglio pratico?

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (16 anni)

      Chiara, i consigli sono gli stessi che ho dato a me stessa dentro questo post: devi trovare il modo per calmarti prima di perdere la testa. Respirando, andando in un’altra stanza, canticchiando…
      Solo dopo che sei calma, puoi parlare ai bambini e chiedere la loro collaborazione. Coraggio…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *