10 consigli PRATICI per educare i bambini all’autonomia

Pubblicato il 31 Maggio 2019 da

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Nel Metodo Montessori si insiste molto sul concetto di autonomia del bambino, che è progressiva e dipende dal grado sviluppo del bambino, ma anche dagli stimoli che gli forniamo. L’autonomia si raggiunge in vari modi: attraverso alcuni giochi in stile Montessori dedicati alle attività di vita pratica (vestirsi, lavarsi, fare piccoli lavori domestici o di cucina), ma anche attraverso la sicurezza trasmessa dai genitori, il contatto con la natura, la possibilità di esplorare il mondo (in piena sicurezza).

Mi capita sempre più spesso di venire in contatto con bambini insicuri o con scarsa autostima. Non saprei dirvi se questa inizia a diventare una casistica, ma lo vedo sempre di più.
Bambini remissivi o, talvolta, aggressivi. Bambini che si sminuiscono, che non si credono mai ‘abbastanza’.
Ma soprattutto bambini che non riescono a sopportare le frustrazioni: vanno in crisi, si disperano, non riescono a trovare in sé la famosa resilienza, ovvero la capacità di far fronte a un problema e superarlo psicologicamente.

Autonomia e autostima viaggiano insieme: un bambino può cercare l’autonomia quando ha sufficiente fiducia nel suo ambiente, nei suoi genitori e in se stesso. Autonomia e autostima sono entrambi dei processi continui: vanno coltivate.

Come si riconosce un bambino con scarsa autostima e con scarsa autonomia?

  • il bambino si blocca: non vuole provare a fare cose nuove perché in partenza si dice incapace di farle;
  • il bambino fa continui confronti con gli altri: crede che gli altri siano più bravi di lui;
  • il bambino può diventare inutilmente aggressivo: anche quando le circostanze gli sono favorevoli, un bambino insicuro può provare emozioni come rabbia e frustrazione, oppure può mettere in atto atteggiamenti provocatori che indicano un bisogno di attenzioni;
  • il bambino può essere troppo accondiscendente: questi bambini temono il rifiuto dei genitori e temono di essere esclusi dagli amici, quindi tendono a conformarsi eccessivamente e cercano di compiacere gli altri fino ad annullare la propria personalità;
  • il bambino dipende dalle nostre lodi: se lodiamo il bambino non per le sue azioni belle, ma per cose che non dipendono da lui (essere bello, essere magro…), incorriamo nel rischio di renderlo dipendente dal nostro consenso e anche di creargli dei problemi di autostima che sfociano in disturbi alimentari prematuri.

Pratichiamo la pedagogia ad alto contatto

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I vizi non esistono. Il primo e più efficace modo al mondo per rendere i figli autonomi, quindi con sufficiente fiducia in se stessi, è amarli incondizionatamente.

Un bambino che si sente desiderato, guardato e amato è un bambino che nasce sano, forte e sicuro e quindi più propenso a sviluppare i suoi talenti personali, cercando una sana autonomia.

Desiderato: quando il bambino reale sostituisce il bambino ideale che era presente prima della nascita nella testa dei genitori e capisce di essere stato davvero voluto.

Guardato: perché i neonati imparano a sentirsi considerati buoni attraverso i neuroni a specchio; in parole povere, si specchiano nello sguardo amorevole dei genitori e questa immagine positiva che ricevono, li fa sentire forti, sicuri, amati, fiduciosi.

Amato: perché i bambini devono sapere che i genitori li ameranno sempre, non solo se faranno cose buone, ma anche quando faranno qualcosa di sbagliato.

Et puis il y a les Ultra-Parents (l’expression est de John Gottman). Sans le savoir, ces mères et ces pères ont utilisé ce que Gottman appelle « le coaching des émotions ». Et cela donne des enfants qui fonctionnent émotionnellement plutôt bien. Ces parents ont accepté les émotions de leur enfant (ce qui ne signifie pas d’accepter tous les comportements de l’enfant), les ont guidés à travers des moments émotionnels forts et les ont aidés à résoudre leurs problèmes autrement qu’en mordant ou en frappant l’enfant le plus proche.
Bruno Hourst, Développer correctement l’intelligence émotionnelle de son enfant – Partie 1

E poi ci sono gli Ultra-Genitori (l’espressione è John Gottman): madri e padri che mettono in pratica quello che Gottman chiama “coaching emotivo”. Questi genitori accettano le emozioni del  bambino (che non significa accettare tutti i comportamenti del bambino!), e li guidano quando si trovano in mezzo a stravolgimenti emotivi forti, aiutandoli a risolvere i loro problemi invece che sfogare la frustrazione mordendo o spingendo il bambino più vicino.

LEGGI: Regole e coerenza: come essere genitori affettuosi, ma con fermezza

Essere genitori ad alto contatto, in sostanza, significa dedicare tempo al bambino, tenerlo in braccio, portarlo nel marsupio o nella fascia, parlargli, coccolarlo: secondo me oltre che utile, è anche bellissimo!

Smettiamola di correggere i bambini

I bambini sono capaci di imparare dai propri errori, per tentativi. Maria Montessori ha sempre ammirato la capacità del bambino che si concentra e continua a provare a svolgere le sue attività finché non ci riesce: qualsiasi adulto mollerebbe al secondo tentativo!

I Materiali Montessori sono infatti strutturati appositamente per favorire l’auto apprendimento e l’autocorrezione.

Questo non significa che dobbiamo esonerare i figli dalle loro responsabilità: non bisogna infatti incorrere nell’errore contrario, e trasformarsi in quelli che oggi gli psichiatri chiamano genitori elicottero.
Rendere i bambini responsabili, non colpevoli: tra responsabilità e colpa c’è di mezzo un mondo!

I sensi di colpa ci distruggono l’anima, la presa di responsabilità ci permette di migliorare, di essere coscienti di noi stessi e del nostro mondo interiore e quindi delle decisioni che prendiamo.

Non facciamo profezie

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Evitiamo di dire al bambino che si farà male: mettiamolo in condizione di non farlo.
Evitiamo di dire al bambino di non sporcarsi.
In Italia veramente siamo ancora fermi al dibattito su introdurre il grembiule a scuola in modo che i bambini sembrino tutti uguali e non si sporchino?
I bambini non sono tutti uguali e non devono essere spinti ad esserlo. Ma soprattutto: hanno il pieno diritto di sporcarsi!
La scelta corretta per infondere in loro la necessaria fiducia in sé non è chiedere loro di non toccare nulla per non sporcarsi, ma piuttosto vestirli in modo comodo, in un cotone bianco perfettamente lavabile, e lasciare che scoprano il mondo toccandolo con le mani.

Evitiamo soprattutto le etichette: spesso senza rendercene conto inculchiamo nei bambini un’idea fissa su di loro, che poi succede. Si chiama la profezia che si autoavvera.
Se a un bambino sin da piccolissimo diciamo che è troppo simpatico, che fa tanto ridere, che è il clown della famiglia, questo bambino cercherà di soddisfare la nostra profezia continuando a proporci questo modello all’infinito e diventando quello che gli abbiamo prospettato.
Allo stesso modo se sin da piccolo un bambino viene etichettato come peste, monello, capriccioso: che cosa diventerà? Tenderà a rispondere sempre di più alle etichette che noi gli abbiamo affidato malamente.

Dobbiamo imparare a dare fiducia ai figli, a credere in loro: se noi per primi abbiamo fiducia nelle loro capacità, anche loro potranno averne.

E non è affatto semplice, perché nella natura di ogni genitore c’è l’istinto di protezione: ciascuno di noi vorrebbe che i figli fossero sempre felici, sani, sereni, forti, che sappiano difendersi e anche essere gentili.

Ma ricordiamoci una cosa importante: non esistono genitori perfetti, come non esistono figli perfetti!

Ogni bambino ha bisogno di ricevere fiducia da parte nostra e il giusto grado di libertà per sperimentare se stesso e DIVENTARE se stesso.

A noi non resta altro da fare che accettare che i figli non sono nostri e che ci dovremo prendere qualche camomilla quando iniziano a camminare da soli e a scoprire il mondo.

Immergiamo i bambini nella natura, senza timori

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La Natura è il luogo dove tutto accade: dove nasce la vita, dove si scopre anche la caducità e la fragilità del mondo.

Vivere immersi nella natura è una grande opportunità per ogni bambino, perché questo ‘sfidare’ se stesso in un paesaggio naturale, lo porterà ad avere più fiducia in se stesso.

Non c’è bisogno che ci perdiamo nei boschi: nelle nostre belle città ci sono parchi, percorsi e sentieri di montagna assolutamente sicuri e bellissimi, che possiamo scoprire con i bambini.

YPSI COMBO di Peg Perego – Be free. Be Ypsi!

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La libertà è fondamentale, per l’autostima del bambino: la capacità di testare se stesso, di mettersi alla prova, di potersi allontanare in completa sicurezza dai suoi genitori. Più un bambino è sicuro dell’amore dei genitori, più è capace di godersi la libertà con fiducia.

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In questo contesto si colloca YPSI, il travel system di Peg Perego, con il suo motto BE FREE!: il bambino tramite questo passeggino può immergersi nella natura in tutta sicurezza e sentirsi pronto ad affrontare il mondo.

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Ypsi Combo include: la navicella Ypsi Bassinet, il seggiolino reversibile Tilt in Space e il carrello Ypsi chassis. È super leggero e largo solo 51 cm: ci permette di muoverci in libertà anche in città e negli spazi stretti. L’ideale per famiglie sempre in movimento, che amano muoversi in libertà, con la più completa comodità, leggerezza e comfort.

Rendiamo la casa un posto a misura di bambino

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Così non avremo paura che rompa qualcosa, ma soprattutto non si faccia male.

In questo senso la Montessori ha sempre insistito sulla qualità dell’ambiente e degli spazi di vita dedicati ai bambini.
L’ambiente Montessori è a misura di bambino e piccoli accorgimenti si possono adottare anche in casa, per esempio eliminando inutili soprammobili e mettendo a disposizione mensole o scaffali bassi perché i bambini raggiungano facilmente i loro giochi e i loro libri.

L’ambiente casa deve essere pulito, fresco, luminoso e ben arieggiato.

Il bambino dovrebbe avere un suo piccolo spazio personale ben ordinato (quindi evitiamo di mettere sempre lo stendino e l’asse da stiro in cameretta!), munito di: un tappeto non scivoloso, una libreria o scaffale basso dove prendere e riporre i suoi giochi, un tavolino e una sedia bassi per poter colorare o fare le sue attività comodamente, un armadio basso per potersi vestire da solo, un lettino basso senza sbarre per poter salire e scendere in autonomia.

Anche gli altri ambienti devono essere a sua misura: nel bagno e nella cucina possiamo utilizzare uno sgabellino o la learning tower per permettere al bambino nel primo caso di lavarsi faccia e denti autonomamente; nel secondo caso di aiutarci a cucinare.

Incoraggiamo le attività di vita pratica

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Lavarsi, vestirsi, pettinarsi, allacciarsi le scarpe: queste attività di vita pratica Montessori sono fondanti per favorire la fiducia in sé nel bambino. Se il bambino impara a vestirsi autonomamente, si sentirà fiducioso nel poter affrontare il mondo: si sentirà capace, portatore di valori e di talenti.

Le attività di vita pratica non riguardano solo la cura personale, ma anche la cura della casa: i bambini sin dai due anni di età andrebbero coinvolti nei lavori domestici – ovviamente in totale sicurezza e svolgendo compiti adeguati alla loro età e alle loro capacità.

Per esempio passare l’aspira briciole sul tavolo, passare il piumino per togliere la polvere, piegare i fazzoletti, stendere i calzini, e così via…

Non solo questo aumenterà moltissimo la fiducia che ogni bambino ripone nelle sue capacità, ma svilupperà anche un grande senso di autonomia.
Inoltre, cosa non da poco, queste attività insegnano al bambino anche il senso della cura e del rispetto per gli oggetti, i mobili, gli ambienti domestici.

Investiamo meno energie negative sull’alimentazione

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Noi genitori italiani siamo specializzati nel fissarci sull’alimentazione: per noi il cibo è super importante e tendiamo ad eccedere nei due opposti.

Da una parte persone che gratificano i figli con il cibo, intaccando così un sano rapporto di questi bambini con l’alimentazione (infatti in Italia è in aumento il numero di bambini obesi o sovrappeso).
Dall’altra parte genitori che vivono al limite dell’ortoressia, fissati con gli alimenti sani, puliti, con pochi zuccheri, pochi grassi, magari anche in un regime dietetico vegano.

Per dare al bambino un maggiore senso di fiducia in se stesso, dovremmo allentare tutta questa tensione che riversiamo sul cibo e lasciare che i bambini seguano una semplice regola: seguire una dieta mediterranea classica, povera di grassi e di dolci (perché la dieta mediterranea ne è realmente povera) e soprattutto mangiare il giusto.

I bambini devono sin da piccoli mangiare poco, il giusto che gli serve: no a piattoni pieni, a porzioni da adulti, a tre merende nel pomeriggio, a bis e tris. Quando vi sembra che vostro figlio mangi poco, in realtà probabilmente sta mangiando esattamente quello che dovrebbe mangiare.

Rispettiamo i bambini sempre, non solo quando ‘sono bravi’

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In Italia siamo ancora molto indietro rispetto all’educazione dei bambini: molti genitori risolvono tutto con due sculacciate o due punizioni, senza capire minimamente la psicologia dei bambini.

Tantissime volte sento genitori che urlano come pazzi verso i bambini: non dico che non possa capitare un paio di volte nella vita, ma se questo viene creduto un metodo educativo, allora non ci siamo proprio.

Quante volte avete sentito i genitori dire che i giovani di oggi meriterebbero più schiaffi, per imparare il rispetto?
O, peggio: Da giovani noi siamo stati ‘educati’ a schiaffi e siamo venuti su bene.

Sbagliato. I problemi educativi dei ragazzi di oggi derivano esattamente dal modello pedagogico errato che viene tramandato di generazione in generazione.

LEGGI: 10 buoni motivi per non picchiare mai i bambini

Per educare figli forti, sani, fiduciosi in se stessi, l’unico modo è imparare a rispettarli come esseri umani. A nessun essere umano dovrebbero essere riservati schiaffi, sculacciate, piazzate, urla e minacce. Questo comportamento violento – perché di violenza si parla! – non può essere giustificato: per troppo tempo i genitori si sono auto assolti dicendo che non fanno male a nessuno. Ma è proprio vero?

Evitiamo il metodo premi e punizioni

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Coltiviamo piuttosto quella che il pedagodista francese Bruno Hourst definisce ‘la memoria del successo’: ognuno di noi nella vita è portato a ricordare più i propri fallimenti, che i successi. Noi possiamo invece aiutare i figli a diventare più sicuri di sé ricordando i successi che hanno già portato a termine, i problemi analoghi che sono già riusciti a superare.

John Gottman, psicologo specializzato in consulenza matrimoniale e in psicologia dello sviluppo, noto a livello internazionale per gli studi sulla stabilità matrimoniale, nel suo manuale dal titolo “Intelligenza emotiva per un figlio”, elenca quattro macrocategorie di genitori-tipo, in base a come si relazionano con le emozioni dei propri figli:

  1. Genitori noncuranti: sminuiscono o ridimensionano le emozioni negative dei figli, senza accoglierle, etichettandole come ‘cose da bambini’ non degne di considerazione;
  2. Genitori censori: non accettano che i figli provino emozioni negative e dunque le censurano e le puniscono;
  3. Genitori lassisti: accettano le emozioni negative dei figli, ma non riescono a indirizzarle verso una risoluzione e quindi non riescono nemmeno a dettare delle regole;
  4. Genitori allenatori emotivi: accettano le emozioni negative dei figli perché loro stessi sono capaci di parlare ad alta voce dei propri sentimenti e, invece di etichettare il bambino come ‘cattivo’, lo aiutano a interpretare questi sentimenti negativi, a dargli un nome e dunque trovare una soluzione.

Un genitore sano è in grado di identificare le emozioni del bambino e nominarle ad alta voce: questo si chiama verbalizzare i sentimenti e aiutare il bambino a identificarli, comprenderli, accettarli e affrontarli.

Le emozioni dei bambini sono una grande opportunità per entrare in intimità con i bambini, praticare un vero ascolto e insegnare loro a rendersi migliori. Se siamo empatici con i bambini, se li comprendiamo davvero, li stiamo aiutando a diventare forti e fiduciosi e a credere in se stessi, nella loro capacità di risolvere i problemi.

LEGGI: I bambini di oggi sono tutti maleducati?

E allora, se siamo davvero rispettosi, possiamo porre dei limiti e delle regole ai bambini, per evitare che le loro emozioni prendano il sopravvento: ma per fare tutto questo in modo positivo e con finalità di crescita, occorre prima di tutto un vero rispetto verso i figli.

I figli non ci appartengono: impariamo ad amare le nostre differenze

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Per crescere figli autonomi e fiduciosi, dobbiamo accettare che ogni individuo è differente e la sua differenza va rispettata. Diamo quindi modo ai figli di esprimere le proprie opinioni e i propri sentimenti liberamente, in modo che possano conoscere meglio essi stessi.

Incoraggiamoli a coltivare i propri talenti, invece che seguire ‘la carriera’ che noi avevamo sognato per loro: dobbiamo sospendere i nostri giudizi e pregiudizi, per permettere ai nostri figli di conoscere e  coltivare le proprie passioni, interessi e capacità – fino a permettere loro di interessarsi a cose che a noi non piacciono, e scegliere una carriera che noi non abbiamo scelto.



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