Figli e Aspettative

Pubblicato il 19 Maggio 2014 da • Ultima revisione: 23 Agosto 2023

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Vorrei che mia figlia fosse migliore di me. Ho quasi 40 anni e non mi dispiace essere me stessa, ma, come direbbero in una slide americana: ci sono ampi margini di miglioramento.
Vorrei che per mia figlia fosse tutto più semplice. Ne parlo spesso con le amiche, e siamo tutte d’accordo nel sostenere che l’autostima che hai a 40 anni dovresti averla a 18 anni, prima di diventare molliccia da tutte le parti, quando sei bellissima e invece ti senti un ranocchio sgraziato.

Vorrei che mia figlia si impegnasse più di me nello studio. Io ho studiato a sufficienza, ma non ho mai brillato (eccetto che nei temi, e infatti eccomi qui…). Non ho mai capito niente di matematica, dalle frazioni in su; non ho mai capito niente di fisica; non so come sono riuscita a superare 5 anni di greco antico, di cui so a malapena l’alfabeto. Ho avuto una sincera passione per filosofia, la storia dell’arte, letteratura italiana, latina e greca. Ma forse non ero abbastanza appassionata per farne il mio mestiere. O ero troppo incasinata per pensare di arrivare a 40 anni: ero davvero convinta che la mia vita sarebbe finita a 18 anni.

Vorrei che mia figlia non avesse mai un inferno personale: depressione, disturbi alimentari. Ma anche tutte quelle cose che mi hanno sempre spaventata e da cui mi sono tenuta alla larga, ma che a volte è solo una questione di fortuna. Vorrei potesse non soffrire mai di un’adolescenza tormentata. Vorrei fosse come quei ragazzini – so che ci sono – che da adulti dicono di avere avuto una vita felice.

Vorrei che mia figlia avesse le idee chiare. Che non dovesse passare da un lavoro all’altro prima di trovare la sua strada: niente ‘Oscar il mago del panino‘, niente call center…
Vorrei avesse voglia di fare l’Università come certe amiche che conosco, che si laureano in tempo e studiano forte, ma riescono ugualmente ad avere una vita piena, e non devono fare la fatica dello studente lavoratore.

E’ naturale, mi dico, desiderare che mia figlia abbia solo il meglio dalla vita. Sfruttare i miei errori per preservarla da brutti momenti che a me hanno richiesto anni di elaborazione, e di perdono.

Ma.

Ma io che ne so della SUA vita? 
Che ne so, io, della sua vera essenza, di quello che diventerà, di quello che le piacerà, di chi vorrà essere.
Che ne so, io, di quello che avrà nel cuore e nella testa?

Ricordo molto bene la sensazione totale di libertà che sentivo in testa, da giovane (e tuttora posso ancora trovarla in me): qualunque cosa mi succedesse, qualunque cosa mi facessero gli altri, qualunque casino mi presentasse la vita… dentro di me urlavo di libertà. Potevo anche restare chiusa a casa una settimana, ma nella mia testa ero libera. Libera come non sarei mai stata in vita mia.

Per questo penso che, nonostante tutte le mie aspettative su di lei, mia figlia dovrà solo pensare ad essere libera. Farsi trascinare dalla libertà di essere e diventare se stessa, dalla libertà di commettere errori, dalla libertà di incasinarsi il futuro e recuperare in corner.

Avrò sempre paura per lei: paura di perderla, paura che le possa accadere qualcosa, paura di non proteggerla abbastanza, paura di non averle dato tutti gli strumenti, paura di essere stata troppo presente o troppo assente.
Ma non posso avere paura della sua libertà: e lei sarà libera da ogni aspettativa – la nostra e quelle del mondo -, per realizzarsi come essere umano, senza chiederne il permesso a nessuno. A nessuna convenzione, a nessuna religione, a nessuna famiglia, a nessuna scuola.

Dovrò imparare ad avere aspettative solo su me stessa. 
Ma, se non riuscirò, dovrà lei imparare a non darmi retta – e io so che avrà ragione.

Perché non ci hanno detto che avere figli era così difficile?
No, forse ce l’hanno detto, ma noi non ci abbiamo voluto credere. Vero?



Commenti

36 Commenti per “Figli e Aspettative”
  1. Bellissimo post (anche se i tuoi son tutti belli)
    Sai una cosa? Io credo che essere uno studente lavoratore faccia bene.
    Così impari già a conoscere il mercato del lavoro, impari com’è la vita vera fuori dall’università e impari a guardarla con occhi diversi rispetto ai tuoi amici fighetti con il papi che sgancia € come se li raccogliesse da un melo

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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      Guru
      Mamma di Dafne (16 anni)

      Hai ragione Gemma, lavorare sin da giovani fa bene, benissimo. Ma ho provato a laurearmi lavorando, e non mi sono laureata. magari lavori da fare nel weekend sì, ma godersi l’università di giorno, dormire in una casa con gli altri studenti, poter seguire le lezioni… secondo me quello sarebbe proprio bello.

      • Ho cominciato a lavare piatti in pizzeria nel fine settimana a 16 anni mentre facevo il liceo, contro il volere di mamma e papà e grazie a mia sorella più grande che mi aveva aperto la strada. La mia carriera, i miei successi, la capacità di tirare avanti nonostante tutto, il rispetto per i soldi e per il lavoro degli altri vengono da lì. Con più umile è il lavoro con maggiore è l’insegnamento.

  2. Mara

    Invidio chi ha una famiglia che può permettere ai figli l’anno sabbatico. Ma poi ci ripenso: io ho imparato a contare i soldini, a fare economia, ad arranggiarmi.
    Ho imparato a difendermi dalle amicizie “presunte tali”, ma ho avuto anche tanta fortuna..
    O forse, una madre che controllava con chi uscivo, interrompeva con mille stratagemmi le amicizie errate, mi puniva severamente per i ritardi (e comunque..continuo ad essere ritardataria..), mi faceva lavorare per un paio di scarpe (quanto le ho amate..), mi controllava che facessi i compiti ma me li faceva fare da sola, mi ha fatto sbagliare, ma mi ha sostenuta nelle cadute.
    Mia madre (e mio padre, il mio supereroe) è stata brava…spero di esserlo la metà di lei.

  3. io credo che faranno i loro errori come è giusto che sia e noi possiamo stare a guardare e al massimo dare un consiglio non richiesto se proprio stanno facendo un casino e pregare Dio o la fortuna in base alle propie credenze che vada tutto bene.

  4. Mi viene da sorridere pensando che tua figlia è già grandicella, mentre io mi sono scontrata con le aspettative su mio figlio già 1 anno e mezzo fa, quando ha iniziato a frequentare il nido!
    Mi sono rosa dentro le prime settimane perchè avrei voluto che mi salutasse con la manina e tornasse a casa felice, invece la mattina si disperava e al ritorno a casa mi faceva i dispetti.
    Sapevo che era una fase naturale ed ero sicura che andare al nido era il meglio per lui. Eppure mi struggevo, quasi mi vergognavo di non avere un figlio “all’altezza”. Di cosa, poi? Solo del film che mi ero fatta io. Lì ho capito che lui sarebbe stato bravo e capace, ma a modo suo: il fatto che si comportasse in modo diverso da come avrei fatto io non significava che quel modo fosse sbagliato.
    I nostri figli non sono i nostri cloni (per fortuna) e ricordiamoci che (di solito) l’evoluzione della specie porta al miglioramento. 😉

  5. angela

    Vorrei… quanto volte ho pensato i “vorrei” che hai scritto ma spesso si sono scontrati con una realtà ben diversa. Quante volte ho pensato di aver fallito come genitore, ora che sono mamma di due adolescenti, me lo ripeto spesso. Mi sento inadeguata, è un’età dura molto più di un tempo. Poco importa essere presenti, indirizzarli nelle loro scelte, che spesso non coincidono con le nostre, o con quello che noi pensiamo sia il loro bene…in queste settimane ho imparato ad accettare anche le scelte sbagliate, perché credo che se le basi ci sono prima o poi qualcosa ne uscirà, io credo di aver seminato bene, e credo e spero che le mille difficoltà vengano superate. Bisogna dargli fiducia!! E la vita sarà comunque più o meno dura.

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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      Guru
      Mamma di Dafne (16 anni)

      Quanto è difficile accettare le scelte sbagliate. Io ti ammiro. Non so come farò quando capiterà a me, se avrò la lucidità necessaria, ma so che è la cosa giusta da fare.

      • Valentina

        Ne parlavo con mio marito qualche sera fa. Dipende dal concetto di scelta sbagliata. Drogarsi è una scelta sbagliata, ti porta alla morte, non ci piove. Ma fare l’attore di teatro anzichè l’avvocato di prestigio può essere sbagliata per me genitore, magari non lo è per mio figlio. Ne parlavo perchè ho notato con disappunto che mio marito, causa retaggio familiare di famiglia perbenista, è abbastanza rigido su certi schemi, cosa che io non sono assolutamente. Ma il punto focale è sempre lo stesso, vorresti per il figlio quello che non sei riuscito a raggiugere tu genitore. Intanto però ancora si lamenta che i suoi non gli hanno fatto cambiare facoltà quando si accorse che avrebbe preferito altro, con il miraggio di un lavoro più prestigioso, remunerato e sicuro. Infatti. 🙄

      • angela

        Concordo con te Valentina, ci sono scelte e scelte. Io mi riferivo proprio alla scelta di mio figlio di ritirarsi dalla 4 liceo a due mesi dalla fine dell’anno per riprendere il prossimo anno con una scuola più semplice. D’impulso mi sono impuntata un po’, ci ho ragionato per giorni e giorni, in tanti lo hanno fatto riflettere, ma ad un certo punto mi sono arresa, alle mie condizioni, perché gli ho tolto molti dei privilegi che aveva primi, pretendo aiuti che prima non dava, ma lui non si lamenta, afferma che un giorno sarò fiera di lui. Io lo sono sempre stata e chissà forse anche troppo, questa perfezione doveva prima o poi trovare una crepa…e non sapete quando desideri che arrivi settembre per saperlo sistemato in una scuola, che non ritengo adatta a lui, ma con la speranza che si diplomi e magari ritorni quella bellissima voglia di sapere che lo ha accompagnato per diversi anni. Ovviamente non ti auguro un simile problema, so che c’è peggio per carità, ma qualche ora di sonno me l’ha tolto, ma in un modo o nell’altro ci si fa una ragione e si va avanti, grazie a te e a tutte le amiche che mi sono state vicino in quei giorni difficili. Io alle superiori ero stata un po’ indirizzata dai miei genitori a fare una scuola commerciale, poi avendo un lavoro in un’azienda di un parente ho rinunciato al mio grande sogno, l’università. Ora a distanza di anni, nonostante finalmente faccia un lavoro che mi piace molto, rimpiango sempre di non essere riuscita a realizzare il mio sogno. Ed è anche per questo che bisogna lasciare la libertà ai figli, i rimpianti ci accompagneranno sempre….

      • Valentina

        Non credo sia semplice assolutamente e non sarà poi così remoto che mi ci ritrovi anche io! Vai a capire perché si è voluto ritirare ma tu sarai serena nel ricordargli al momento opportuno che gli hai dato fiducia, poi il dispiacere non si cancella come il gesso sulla lavagna, siamo umani! Probabilmente e te lo auguro ti meravigliera’ a settembre e magari prenderà una strada che non avevi mai pensato! In ogni caso lo hai rispettato e di questo i figli non si dimenticano come non si dimenticano quando vengono calpestati i loro sogni e la loro personalità.

  6. Barbara, mi hai fatto ripensare alla mia tredicenne… adesso dico “che ne so io della sua vita?” quando la guardo non vista. Oggi è davvero difficile vivere la propria libertà, anche se è quella cosa a cui ho puntato quando la stavo crescendo, fin dal pancione. Quando le ho insegnato a camminare senza appigli, quando le ho aperto le porte alla sua, di vita.
    E’ un percorso molto lungo, in cui si naviga a vista e un soffio di vento può rovesciare la barca, per poi magari farti approdare all’isola paradisiaca dei desideri… chi lo sa…
    Mostriamoci vere, perché i nostri figli sappiano che essendo liberi si possono vivere esperienze vere e magnifiche, al contrario di chi si rinchiude da solo ( e spesso cerca di costringere anche noi!) in vincoli e costrizioni!

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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      Guru
      Mamma di Dafne (16 anni)

      Quanto hai ragione… la verità, la nostra soprattutto, di come siamo noi stesse, forse è la soluzione migliore per avere anche quel rapporto di fiducia necessario per cui, il giorno che succede qualche casino, abbiano ancora voglia di parlarcene senza paura di essere puniti o giudicati. Forse. Speriamo.

  7. Valentina

    Io sto sperimentando che la cosa più difficile dell’essere genitori è accettare i propri figli come sono. Perchè sono io la prima a non accettarmi per quello che sono diventata e ho realizzato. Non è un caso che vorrei i miei figli laureati, io non ci sono riuscita. Non è un caso che vorrei i miei figli bravi ad assecondare le proprie passioni, io non ci sono riuscita o perlomeno non nella misura che volevo. Non è un caso che soffra tanto nel vedere il mio carattere nei loro occhi, io ho sofferto tanto. Quando poi uno dei tuoi figli ha anche una difficoltà in più che tu non avevi, allora sì che ti senti una spina nel cuore. Ho capito che non è giusto. Io devo solo ringraziare. Di essere stata scelta per loro, per accompagnarli nel loro meraviglioso viaggio. E con gli occhiali dello stupore scopro che probabilmente la mia bambina sarà una schiappa come me negli sport ma ha una dote innata nel disegno a mano libera, che io non avevo (ma che ha il suo babbo) e cascasse il mondo, se me lo permetterà, l’aiuterò a coltivare il SUO talento. Forse, e sottolineo forse, il mio bambino non sarà poi così costante negli studi e soffrirà a causa della sua forte emotività proprio come è successo alla sua mamma ma da quando era piccolo ha sempre espresso una passione smisurata per tutto quello che è agricolo, boschivo, ambientale. Chissà dove lo porterà, quello che è certo è che io ci sarò, sempre se lui vorrà. E quando, spesso, mi sento inadeguata, mi scuso con loro spiegandogli le mie difficoltà perchè fa parte del mio percorso di crescita come mamma, sono cambiata tanto dal 2006 ad oggi e questo grazie a quelle due creature che ho il privilegio di crescere.

    • Qualcuno uno volta mi disse che bisogna guadagnarsi il titolo di genitore. E finche’ non lo diventi non lo capisci. Perche’ e’ sacrosanto quel che dici Valentina…e’ un enorme, pantagruelico privilegio crescere delle creature. Per tanti motivi e ognuno puo’ trovarsi i suoi.
      Tante volte ho paura di sbagliare come mamma, di difenderla troppo o di incoraggiarla troppo, perche’ anche io come te Barbara vorrei che lei si senisse libera e soprattutto sicura che la sua mamma la ama cosi com’e’, difetti compresi, che si senta libera di dirmi tutto anche i pensieri che reputa scemi, se si sente triste o arrabbiata, con o senza motivo.
      Sbaglio tanto, alcune volte, poche, mi assolvo, moltissime, quasi tutte, mi condanno senza appello.
      Mi mancavano tanto questi post Barbara, grazie! Eh c’hai ragione…quanto e’ difficile avere dei figli…

      • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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        Guru
        Mamma di Dafne (16 anni)

        La cosa difficile, per me, è essere sempre ‘presente a me stessa’. Misurare ogni parola, misurare anche le sgridate, essere sempre in equilibrio tra motivare e lasciar liberi.
        Ecco, la maternità mi ha occupato il cervello più di quanto credessi. E non nego che certe volte vorrei poter resettarmi un momento, per non pensare a niente. Ma non si può: se sei genitore, non puoi prenderti più le ferie da questa responsabilità.

      • bisognerebbe ricordarlo ad alcune mamme…

      • Valentina

        Io in verità spesso sbrocco Barbara. Mi capita sovente di non essere presente a me stessa,, di non riuscire a calibrare la voce, di non trovare l’ equilibrio. A volte mi perdono,altre mi colpevolizzo, come tutte penso. È un gran lavoro di testa perché la testa la usiamo ma mica tutte le mamme fanno così, a volte le invidio quelle ad encefalogramma piatto, come vivono serene e giulive! Ma io ‘gna fo.

      • Sante parole ragazza.
        Invoco in aiuto i miti greci, e’ un po’ come il supplizio di Tantalo?
        Non lo so.
        Pero’ so una cosa: pure io vorrei a volte (spesso) spegnermi, soprattutto non sentire l’obbligo di rispondere ad ogni santa domanda che viene posta in casa (necessita’, curiosita’, urgenza, litigio) di grandi e piccoli…pero’…non torberei MAI indietro.

      • Barbara giuro che se mi trovi UNA sola mamma SEMPRE presente a se stessa vengo a Mappano a piedi e me la fai conoscere.
        Io non ci riesco. Ci sono giorni che vengo letteralmente fagocitata da me stessa ( bleah) nel senso che che divento una creatura quasi involuta o perche’ sbrocco oppure perche’ mi arrovello troppo, che alla fine sono un po’ la stessa cosa o meglio, u a conduce all’altra e viceversa.

      • Ma io non intendo madri che non sbroccano. Io sbrocco!
        Intendo che non puoi mai prendere ferie, che i figli ti entrano nel cervello. E finisci per pensarci sempre.
        Certo che sbrocco! 8)

      • Valentina

        Ah ecco! Mi iniziavo a preoccupare. :mrgreen:
        Ti entrano nel cervello sì ma è anche vero, come dicono in molti, che nel momento in cui hai un figlio davvero non sei più solo.

      • Ahhhhhhhhh ora ho capito!
        Si capisco la sensazione. Io a volte sento una specie di gabbia che mi stringe le tempie e vorrei scrollare la testa come fanno i cani per tirare via l’ingombro.

      • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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        Guru
        Mamma di Dafne (16 anni)

        Ecco, rende l’idea

  8. c’è questa canzone di elisa, scritta da ligabue… che mi fa piangere ogni volta…
    Si intitola a modo tuo e io la dedico ogni giorno ad Ale

    “Sarà difficile diventar grande
    prima che lo diventi anche tu
    tu che farai tutte quelle domande
    io fingerò di saperne di più
    sarà difficile
    ma sarà come deve essere
    metterò via i giochi
    proverò a crescere

    Sarà difficile chiederti scusa
    per un mondo che è quel che è
    io nel mio piccolo tento qualcosa
    ma cambiarlo è difficile
    sarà difficile
    dire tanti auguri a te
    a ogni compleanno
    vai un po’ più via da me

    A modo tuo
    andrai
    a modo tuo
    camminerai e cadrai, ti alzerai
    sempre a modo tuo
    A modo tuo
    vedrai
    a modo tuo
    dondolerai, salterai, cambierai
    sempre a modo tuo

    Sarà difficile vederti da dietro
    sulla strada che imboccherai
    tutti i semafori
    tutti i divieti
    e le code che eviterai
    sarà difficile
    mentre piano ti allontanerai
    a cercar da sola
    quella che sarai

    A modo tuo
    andrai
    a modo tuo
    camminerai e cadrai, ti alzerai
    sempre a modo tuo
    A modo tuo
    vedrai
    a modo tuo
    dondolerai, salterai, cambierai
    sempre a modo tuo

    Sarà difficile
    lasciarti al mondo
    e tenere un pezzetto per me
    e nel bel mezzo del
    tuo girotondo
    non poterti proteggere
    sarà difficile
    ma sarà fin troppo semplice
    mentre tu ti giri
    e continui a ridere …”

  9. Barbaraaaaaaaa! Non c’entra niente….ho visto il video di te e Nestore…hai una bellissima voce!!!
    Dolce, carina e rilassante!
    Siete bellissimi!

  10. Io vorrei che fosse sempre capace di ridere e di sorridere soprattutto di se stessa.
    Ecco cosa vorrei

  11. Vorrei non si perdesse mai d’animo. Che imparasse a reagire più che a subire nelle varie situazioni che le si presenteranno.
    Questo vorrei!!!
    😀

  12. Londra-M&M’s world. Avete presente? Store a più piani, pieno zeppo di cioccolatini colorati e gadget.
    Io con mia figlia di 4 anni. Arriviamo ai dispenser dei famosi m&m’s. Ci si serve da soli. Lei tira fortissimo la leva di quelli rosa. Riempie quasi tutto il sacchetto. Inizio a scaldarmi e dirle che era meglio prenderne meno di quelli e così avere modo di prenderne anche di altri colori.
    Una commessa italiana ci sente e ci svuota gentilmente un pò il sacchetto. Io sono contenta. Ora possiamo riempirlo anche con altri colori.
    Lei si rifiuta di farlo e mi dice “fallo tu che tu fai meglio”.
    Mi sono sentita una….. (si capisce cosa).
    D’istinto l’ho presa in braccio e mi sono scusata.
    Questo episodio mi ha fatto riflettere moltissimo. Perchè io mi devo aspettare che lei faccia quello che piacerebbe a me? Chi sono io per prevaricare le sue scelte?
    Anche solo quella di riempire completamente il sacchetto con gli m&m’s rosa?

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