6 responses

  1. Annalisa
    3 Dicembre 2013

    Avete scritto: “Il parto è un evento naturale, l’intera umanità è al mondo perché le donne danno alla luce i propri figli…” E’ vero, ma quante donne sono morte di parto? Le antiche romane, ad esempio, preferivano che i mariti avessero figli con le schiave pur di non correre questo rischio. Ora non si muore più di parto, si è molto più seguite, ma spesso si sottovaluta un evento che può essere molto traumatico.
    Per fortuna molte donne hanno parti facili, con durata e intensità di dolore sopportabili. Altre, come è successo a me, soffrono da morire nell’indiffirenza totale di chi le sta attorno e pensa appunto che il parto non è che un evento del tutto naturale…
    Ci vorrebbe più attenzione per ogni singolo caso; inoltre l’epidurale dovrebbe davvero diventare un diritto nel nostro paese, dove al di là dell’affermazione di principio, la si seguita a negare per motivi di volta in volta ideologici o economici.

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    • Esterimmagine livello
      3 Dicembre 2013

      è vero che esistono molte donne morte di parto, ma la maggioranza non muore. Sapere che il parto è naturale e complicato allo stesso tempo ci aiuta a superare la paura, ovviamente nella nostra società l’assistenza medica ci permette di essere tranquille, perchè morire di parto è un evento raro. Mi trovi perfettamente d’accordo per l’epidurale come diritto, gratuito. mi spiace se la tua esperienza sia stata negativa e ti capisco, sicuramente le figure di supporto che si hanno intorno svolgono un ruolo fondamentale in quei momenti.

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    • caia coconi
      4 Dicembre 2013

      LA percentuale di rischio di morte per parto e’ di gran lunga inferiore a quella di incidente mortale con l’auto per chi la prende tutti i giorni.
      secondo me, un modo fondamentale per placare le paure legate al parto e’ di sfatare miti e stereotipi costruiti e divulgati ad arte per altri biechi interessi, quello di avere un controllo totale sulle nascite in primis.
      la sofferenza durante il travaglio si puo’ lenire proprio se accolta e presa in cura (in senso non medico/terapeutico, ma in senso di riguardo, attenzione) piuttosto che lasciata da gestire a una donna sola e in difficolta’.
      purtroppo dobbiamo fare molta strada per raggiungere dei livelli di umanita’ per quanto riguarda la gestione di parto, gravidanza e maternita’, ma possiamo innanzitutto “studiare” la nascita, capire cosa rappresenta e cosa comporta. possiamo leggere della sua fisiologia, invece di coltivare fantasmi e dicerie inutili e dannosi.
      prima di ricorrere all’epidurale, possiamo scoprire l’universo della nascita, nella sua magia e miracolosita’ che ogni donna, se ben sostenuta con umanita’ e calore puo’ affrontare ed uscirne fortificata.
      Mi spiace molto di intuire la negativita’ della tua esperienza e ti comprendo, ma possiamo fare qualcosa, possiamo cercare di presentare e chiedere, esigere, e lottare per un modello di nascita diverso, rispettoso per mamme e bambini.

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      • Esterimmagine livello
        6 Dicembre 2013

        io con la mia prima figlia ho chiesto l’epidurale. non mi sono pentita di averla fatta, anche se tutto il travaglio, lunghissimo, e il parto sono andati benissimo. Ma poi ho preferito non farla per gli altri due parti a seguire, ho addirittura evitato la visita medica preliminare, proprio perchè sapevo che ce l’avrei fatta, il parto è un’esperienza fortissima per una donna. Credo che il diritto di scegliere sia fondamentale, certamente con l’auspicio di una scelta il più possibile basata sulla conoscenza e consapevolezza. SPero che in un futuro prossimo ogni donna possa scegliere la situazione che più la faccia a sentire a suo agio, sia scegliendo di gestire il dolore che di attenuarlo con un’epidurale. L’importante è che sia al centro, lei e il bambino.

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  2. Elena
    6 Dicembre 2013

    Leggere “Venire al mondo e dare alla luce” di Verena Schmidt (Feltrinelli)… Per me è stato illuminante! E poi, se possibile, fare un percorso personalizzato con un’ostetrica di fiducia!

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    • Esterimmagine livello
      6 Dicembre 2013

      grazie elena!

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