Le bambine possono fare tutto

Pubblicato il 29 Luglio 2016 da • Ultima revisione: 1 Settembre 2016

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Quando ero bambina giocavo all’agente segreto: entravo di nascosto in casa di nonna, al piano di sotto, senza fare rumore. In cucina la radio accesa e il rumore del ferro da stiro. Io strisciavo sul pavimento poggiando sui gomiti, arrivavo fino alla porta della cucina e tiravo un sottile filo di cotone davanti alla porta, fermandolo con il nastro adesivo: ogni volta che qualcuno entrava dalla porta, senza accorgersene avrebbe spezzato il filo, e io l’avrei scoperto.

Un’altra volta, con mio cugino grande, avevamo legato il solito filo di cotone a una campanella che nonna teneva in corridoio, e con un complicato sistema di leve, ogni volta che nonna chiudeva o apriva la porta, la campanella suonava – facendola impazzire. Da dove veniva quel rumore? Non era inquietante che una campana suonasse ogni volta che si entrava in casa?

A ripensarci adesso mi viene da ridere, come tutte le cose serie che si fanno da bambini e poi da adulti sono così comiche e infantili.
Eppure era bella la sensazione di ‘poter fregare’ un adulto, di avere dei segreti solo miei, di sorridere per conto mio quando avevo combinato qualcosa e nessuno se ne era accorto.

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Mi sarebbe piaciuto fare la spia: vivere una vita avventurosa, fingere di essere una persona normale e invece avere dei segreti, viaggiare per il mondo e sentirmi davvero libera.

Il senso di libertà che abbiamo a 10 anni è così diverso, da quello che abbiamo da adulti.

Da bambino la libertà è reale e fisica, è prendersi sempre più spazio vitale, chiudersi in camera con la chiave, occultare un diario segreto e costruire un rifugio in cui nessuno possa entrare… ma con il desiderio di ritornare alla propria famiglia, la sera, e restare un bambino.
Da grande la libertà è conoscenza, è ideale, è un’ispirazione che ci fa compiere passi definitivi, combattere per le nostre idee, cambiare vita.

Mamma, io da grande voglio fare tutto.

Mia figlia lo dice da sempre, sin da piccolissima. E’ cresciuta in una famiglia dove, fondamentalmente, ha avuto sempre la percezione di poter essere ciò che vuole, amare chi vuole, fare il lavoro che desidera, decidere se studiare o lavorare, scegliere tutto ciò che ritiene importante.

Voglio fare tutto, non voglio avere un solo lavoro, o una sola vita: voglio fare tante cose.

Questi giorni mia figlia è alle prese con i libri di Giunti Junior, Agente Segreto EJ12, in cui Emma, una bambina di 10 anni, grazie alle sue capacità matematiche e intuitive, diventa l’agente segreto EJ12.
Libri che legge in cortile con la nonna, seduta sulla panca di mattoni che staziona sotto il grande ulivo carico di foglie argentate.

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La osservo dal balcone, sento il fascino della libertà, sento in lei i cambiamenti della pubertà che forse lei non ha ancora compreso del tutto, ma che a una madre sono già visibili.

E penso che sì, mia figlia può fare tutto. Perché le bambine possono fare tutto, perché non esistono lavori da femmina o da maschio, o vestiti, o sport, o attività domestiche. Esistono le persone, con le proprie scelte e le proprie inclinazioni, esistono le passioni e lo studio, la volontà, la determinazione, le decisioni.

Sono contenta che in questa serie di libri la protagonista sia una bambina: nella mia infanzia le avventure si riservavano solo ai maschi, supereroi fortissimi e affascinanti o grandi scienziati o letterati, circondati da belle donne, non sempre intelligenti.

Nella nostra letteratura mancano le storie di ragazze e di donne che hanno cambiato il mondo, che hanno preso il Nobel o che hanno fatto le spie, quelle che hanno fatto le rivoluzioni e le guerre, quelle che hanno fatto la pace, quelle che si candidano alle elezioni.

La cosa buffa era che mentre Emma Jacks si angosciava per le più banali questioni di tutti i giorni, EJ sembrava in grado di affrontare qualsiasi cosa, quando era in missione. Com’era possibile?

Ci servono donne che mostrino alle nostre figlie come risolvere i problemi. Come essere forti, anche senza rinunciare alla propria sensibilità o alla propria empatia.

La voce del coraggio scioglie anche le azioni dei cuori più freddi.

Ci servono donne che siano avventurose e libere, perché l’avventura e la libertà appartengono a tutti.



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