Bambini a tavola secondo il Metodo Montessori
Pubblicato il 16 Febbraio 2017 da Mamma Felice • Ultima revisione: 22 Marzo 2018
Il momento della pappa in casa nostra è sereno o pieno di tensioni? Quando siamo a tavola tutti insieme è un momento felice, o un campo di battaglia? Come possiamo rendere piacevole il momento del pasto con i bambini?
Il Metodo Montessori fai da te ci può aiutare anche in questo: possiamo rendere belle le nostre cene, senza affannarci e senza litigare, con alcune piccole regole condivise, ma soprattutto praticando la serenità.
E non è semplice, perché il cibo per noi (italiani?) è un momento sempre delicatissimo: abbiamo paura che i bambini non mangino abbastanza, che soffochino, che non siano ben nutriti. Sono tutte paure legittime, che a volte ci spingono a commettere alcuni errori che poi pagheremo in futuro: cerchiamo di prevenirli!
Gli errori (in buona fede) che vedo spesso nei giovani genitori durante il momento della pappa:
- Rimandare troppo lo svezzamento, o anticiparlo eccessivamente: molto meglio partire dal sesto mese e darsi come obiettivo che il bimbo, entro l’anno, mangi in modo simile al resto della famiglia;
- Frullare le pappe per troppo tempo, per la legittima paura di soffocamento: ma in questo modo il bambino potrebbe avere in seguito problemi di deglutizione, di masticazione, di ritardo nel linguaggio;
- Dare troppo da mangiare: e qui non so se è la mentalità italica a parlare per noi, ma tendenzialmente in famiglia non si controllano le grammature e si tende a sovralimentare i bambini;
- Imboccare i bambini in fretta, o distrarli durante il pasto: in questo modo il bambino viene ‘ingozzato’ senza avere la consapevolezza del cibo che sta mangiando, e potrebbe diventare a rischio obesità o avere problemi alimentari da grande.
Il rischio maggiore è sfidarsi a vicenda: si innescano meccanismi di comando, in cui c’è una forte tensione, e si dà luogo a una lotta di potere su chi deve vincere la sfida del pasto; tra il bambino che si rifiuta e si fa venire i conati di vomito o lancia il cibo in terra e i genitori che lo minacciano di punizioni o gli impongono di finire tutto ciò che ha nel piatto.
Riavvolgiamo il nastro, facciamo un passo indietro! Ecco il momento di pensare al Metodo Montessori e alle sue idee per un pranzo conviviale sereno e svolto in piena autonomia.
Bambini a tavola secondo il Metodo Montessori
Cosa c’entra la Montessori? Maria Montessori è sempre stata una grande sostenitrice dell’autonomia dei bambini, i quali, secondo lei, sono persone (piccole) molto intelligenti e capaci. A loro si deve mostrare (non insegnare, ma dimostrare con l’esempio e l’imitazione) che possono prendersi cura di sé e farlo bene, imparando a mangiare, sparecchiare e apparecchiare, pulire il tavolo, versarsi l’acqua e anche tagliarsi il cibo autonomamente.
A tavola tutti insieme
Per questo, nelle Case dei Bambini, tutto è a misura di bambino: un tavolino basso con sedie adatte, in cui i bambini possano mangiare seduti comodi e senza arrampicarsi, possano fare i camerieri per i loro compagni e imparare l’autonomia. Questo è il tavolo dello svezzamento.
In casa possiamo trovare un compromesso: un tavolino basso potrà servire per la merenda o la colazione e poi il bambino avrà a disposizione una sedia alta e facile da utilizzare, per stare a tavola con la famiglia.
Rendere semplice il raggiungimento dell’autonomia dei bambini anche attraverso il pasto:
- forchette e coltelli adatti alla loro età e facili da impugnare,
- piatti e bicchieri veri da maneggiare con cura,
- sedie o seggioloni che permettano loro di stare alla stessa altezza del tavolo e allo stesso tempo di scendere in autonomia.
Svezzamento tradizionale o autosvezzamento?
Ci accorgiamo che un bambino è pronto ad essere svezzato da vari segnali importanti, che non vanno ignorati: ignorare questi segnali, e quindi anticipare o posticipare il divezzamento, potrebbe portarlo al rifiuto del cibo.
Un bimbo è pronto ad essere svezzato quando:
- è in grado di stare seduto correttamente, sostenendo la schiena e la testa;
- riesce ad afferrare e tenere in mano gli oggetti;
- prova curiosità verso il cibo dei grandi.
Anche avere un primo dentino è un segnale che il bimbo può essere svezzato. Il modo in cui lo svezziamo, è una nostra libera scelta. C’è chi sceglie lo svezzamento tradizionale e chi l’autosvezzamento, chi usa un metodo misto (che è quello che io preferisco).
Nello svezzamento tradizionale seguiremo uno schema fornito dal pediatra, con una pappa composta da brodo di verdure, omogeneizzato o liofilizzato di carne, una verdura. Ogni nuovo alimento viene proposto a distanza di circa 1-2 settimane. Il rischio è protrarre troppo tempo la proposta di pappe frullate, rallentando le capacità masticatorie del bambino.
Nell’autosvezzamento il bambino invece ha la possibilità di mangiare la pappa non frullata, ma servita in piccoli pezzi, da mangiare autonomamente: assaggia ciò che i genitori mettono in tavola. Questo presuppone che il bimbo sia effettivamente in grado di masticare e deglutire bene, e anche che l’alimentazione della famiglia sia adeguata per lui (senza sale, con pochi condimenti e grassi). Il rischio qui è che il bambino si alimenti troppo poco.
A me piace di più il metodo misto: personalmente ho preferito, nelle prime settimane, uno svezzamento tradizionale, pur accorciando i tempi di introduzione di nuovi alimenti e nello stesso tempo ho dato pezzetti di cibo per rendere partecipe mia figlia della nostra cena. In questo modo abbiamo iniziato ad introdurre cibi e consistenze diverse, e il tempo delle pappe frullate è durato poco.
Ciò che dobbiamo imparare è allontanare la paura del soffocamento e studiare sia come proporre il cibo nel modo giusto, sia come gestire un eventuale manovra di soccorso. Il mio consiglio è sempre quello di fare un corso di primo soccorso pediatrico, che ci sarà utile in tante occasioni – ma speriamo di no! – ma soprattutto ci darà la calma necessaria ad affrontare ogni imprevisto con la lucidità che serve.
Come offrire il cibo al bambino nei primi mesi di svezzamento:
- controllarne la temperatura, in modo che non sia bollente;
- tagliare il cibo duro in piccoli pezzi: no fettine di carota a rondelle, sì bastoncini di carota tagliati poi a dadini… e così via;
- tagliare a pezzi molto piccoli gli alimenti molli, apoccicosi o scivolosi, che oppongono resistenza alla deglutizione, come wurstel e mozzarella, prosciutto, kiwi…;
- tagliare a dadini piccoli tutto ciò che è rotondo, come olive, chicchi di uva, ciliegie, nocciole, noccioline, noci… eliminando il nocciolo centrale.
Prendiamo precauzioni di questo tipo fino ai tre anni circa di età. Divieto assoluto di caramelle e chewingum: del resto non li hanno mai assaggiati, non potranno sentirne la mancanza! 🙂
Assaggiare poco di tutto
Non ossessioniamoci con le quantità di cibo: è rarissimo che i bambini non mangino abbastanza. Tenete conto delle grammature e, senza pesare niente, riducete le porzioni. Spesso pretendiamo che un bambino mangi porzioni da adulto, quando nel suo stomaco ci stanno a malapena due cucchiai di pietanza!
La monotonia gioca un ruolo importante: molti bambini non mangiano perché in tavola ci sono sempre le stesse cose. Abbiamo sufficiente varietà di ingredienti e di preparazioni? Portiamo i bimbi al mercato a incoraggiamoli a scegliere una verdura da assaggiare, scegliendola per colore, profumo, consistenza e bellezza.
Al contrario, alcuni vogliono mangiare solo le stesse cose: i periodi sensitivi dell’ordine influiscono anche su queste scelte. Sta a noi abbinare quel determinato alimento preferito con qualcosa che sia ogni giorno diverso.
Mangiamo tutti la stessa cosa: è questo il segreto per evitare la selettività dei bambini nei confronti del cibo. Un alimento che piace a loro accompagnato da frutta e verdura di stagione, a portata di mano, cambiando frequentemente il tipo di ingrediente e di cottura.
Serviamo prima la verdura, poi il resto. Questo è il modo migliore per fargli mangiare verdure: quando hanno appetito.
Infine, accettiamo il fatto che ogni persona ha i suoi gusti: alcuni cibi proprio non piacciono, ma ce ne sono tanti altri da provare!
Le attività Montessori per organizzare i momenti del pasto
Cucinare insieme
I bambini sono straordinari: sin da piccoli sono in grado di cucinare, impastare, tagliare, spremere…
Non a caso vi ho elencato non molto tempo fa 101 attività di vita pratica che potete fare con i bambini, aggiungendone molte legate alla cucina.
Ecco alcune attività di cucina che potete affidare ai bambini:
- spremere arance e limoni;
- tagliare la banana con un coltello poco affilato;
- spalmare la marmellata sul pane;
- impastare la pizza e condirla;
- impastare i biscotti e decorarli;
- pesare gli ingredienti di una torta e mescolarli.
E’ importante coinvolgere i bambini in cucina perché in questo modo prendono confidenza con il cibo, con la sua consistenza, con la sua provenienza, i suoi profumi, il suo sapore. Saranno meno diffidenti nel provare le verdure o la frutta, se le hanno tagliate o cucinate da soli!
Apparecchiare insieme
Alla Montessori importava molto la precisione dei gesti dei bambini, in ogni ambito: nel gioco, nella manipolazione, nell’apparecchiare e nel mangiare, nel vestirsi…
Non a caso ha inventato le attività di motricità fine, che servono appunto per stimolare la coordinazione oculo manuale.
Tra queste c’è sicuramente la capacità di apparecchiare e sparecchiare, mettendo in ordine le stoviglie sul tavolo.
Per la Montessori le stoviglie sono di vetro e ceramica, perché sono materiali che contengono in sé l’errore: un bicchiere gettato a terra si rompe. Il bambino impara da solo che quell’oggetto fragile va maneggiato con cura, e non occorre che noi gli ripetiamo mille volte: Attento che cade, attento che lo rompi…
Quindi fidiamoci. Fidiamoci dei nostri figli e lasciamo che si sentano coinvolti nella nostra routine!
Questo è anche il miglior modo per sopravvivere indenni all’ora X, quella che va dalle 18 alle 19, in cui i bambini sono carichi dalla giornata, ma anche stanchi: sono affamati, pieni di energie e noi abbiamo tanto altro da fare. Teniamoli occupati con la Montessori!
Pulire insieme
I bambini si entusiasmano a pulire casa: passare lo straccio, togliere la polvere, passare la scopa, lavare i piatti e caricare la lavastoviglie e la lavatrice.
L’importante è cogliere al balzo questa opportunità, incoraggiarla e fare in modo che non smettano!
Chiediamo loro di aiutarci a sparecchiare e pulire la tavola: è un buon modo per renderli consapevoli di quanto sporcano. Se buttano il cibo in terra e poi devono pulirlo, ecco lì il Metodo Montessori: sperimentano in modo automatico, attraverso l’esperienza dell’errore, che il cibo in terra sporca ed è noioso da togliere via!
E’ chiaro che per fare questo si debbano utilizzare sicuri al 100%, che non fanno male alla salute perché non contengono sostanze chimiche. Lo sapevate che l’inquinamento domestico è al terzo posto tra i fattori di rischio per la salute, dopo i problemi di pressione arteriosa e fumo? Una delle principali cause è proprio l’uso di prodotti chimici.
E’ qui che entra in gioco YOU Potente Naturalmente, che io utilizzo per casa mia e che ha sostituito qualsiasi detersivo chimico aggressivo che mi provocava terribili crisi allergiche e crisi d’asma, e persino quelli fintamente ecologici che a volte profumano un po’ meno, ma alla lunga mi fanno stare sempre male. Ve ne avevo già parlato quando raccontavo come pulire a fondo tutta la cucina, argomento che rientra perfettamente nel momento della pappa, quando sotto la sedia dei bambini e sul tavolo c’è un cimitero di briciole. 😉
E’ un prodotto che ci fa stare sicuri anche quando lo affidiamo a un bambino piccolo, perché non è nocivo (avete notato? sulla confezione non ci sono simboli di pericolo!), non è inquinante, non provoca allergie, non è tossico. E’ 100% vegetale: i bambini troveranno verdure pure nel loro prodotto delle pulizie! 🙂
Infatti è composto da: grano, noce di cocco, barbabietola, acido lattico di origine vegetale, gomma naturale derivante dai residui dello zucchero, acido citrico, olii essenziali. I profumi e i coloranti che solitamente rappresentano la parte più nociva nei detergenti chimici, dentro YOU sono completamente di origine vegetale.
Questa è una delle caratteristiche che rende i detergenti della gamma davvero unici.
Del resto ci sono voluti 15 anni di investimenti in chimica vegetale, per realizzare la formula YOU!
Ed è profumato con oli naturali piacevoli, che non fanno starnutire, né provocano allergie o mal di testa:
- YOU detergente igienizzante giallo ha il profumo tenue dei chiodi di garofano e serve come igienizzante multi superficie;
- YOU detergente sgrassante rosso ha il profumo delle arance amare ed è perfetto per la cucina e i fornelli; siccome è anche adatto al contatto alimentare, è l’ideale per pulire il tavolo dove mangiano i bambini. In questo modo non dobbiamo più preoccuparci se i piccoli si divertono a mangiare le briciole sul tavolo;
- YOU detergente anticalcare verde ha il profumo di mandorla amara e ci serve soprattutto in bagno;
- YOU detergente vetri blu ha il profumo degli agrumi, con mela e bergamotto ed è utile anche per pulire gli schermi degli apparecchi elettrici.
Si tratta di detergenti naturali vegetali potenti naturalmente, ecologici anche nel packaging, visto che non dobbiamo ricomprare lo spruzzino per intero, ma solo le sue ricariche concentrate e salvaspazio. Le ricariche si diluiscono solo con acqua e qui si vede la forza naturale di YOU: il diluente è 100% acqua (niente alcool o solventi chimici). Più sicuro di così!
Galateo a tavola, anche per i bambini
La cena non deve diventare una tortura, né un circo in cui volano per aria piatti e cibi: il galateo esiste anche a tavola e non è affatto superato.
Questo non significa che cresceremo piccoli soldatini, ma persone educate. Non è questo lo scopo?
Le buone maniere a tavola:
- masticare a bocca chiusa, che è anche una questione di sicurezza;
- stare seduti comodi, avendo una sedia adatta;
- evitare commenti sgradevoli come ‘che schifo!’, oltretutto senza avere assaggiato ciò che abbiamo davanti;
- impugnare correttamente forchetta e coltello;
- pulirsi la bocca e le dita con il tovagliolo (e non sulla tovaglia o con la manica) prima di bere dal bicchiere;
- non gettare il cibo per terra;
- rispettare le regole del dialogo anche a tavola: parlare tutti insieme, ascoltando in silenzio e intervenendo al momento opportuno, senza interrompere.
Questo si ottiene coinvolgendo i bambini sia nella preparazione dei cibi, sia adottando strategie di pace: smettiamola di vivere nella continua tensione con i figli. Fare prove di forza non migliorerà la situazione, ma anzi ci indebolirà, perché i bambini entrano in un circolo vizioso di frustrazione e stanchezza e noi a ruota dopo di loro, finché il pasto diventerà un incubo per tutti.
Inizialmente il bambino che viene svezzato toccherà il cibo con le mani, per comprenderne anche la consistenza, la temperatura, gli ingredienti. Piano piano, fornendogli posate facili da maneggiare, si sentirà felice di sviluppare la capacità di mangiare da solo come i grandi, e lo farà volentieri.
Evitiamo di stargli addosso con mille comandi: Non muoverti, non sporcarti, non toccare, stai composto…
Piuttosto elogiamo le buone maniere acquisite: Sei molto bravo ad usare le posate!
In questo modo il bambino sentirà che la sua autonomia è apprezzata e non si sentirà aggredito da giudizi negativi sul suo conto, che ne minano l’autostima.
Quando il bambino diventa insofferente a tavola e inizia a saltellare sulla sedia, fare lo sciocchino o dondolare, allora è il chiaro segnale che è sazio o ha perso la concentrazione: molto meglio concedergli di alzarsi, sparecchiando la sua parte.
Se ha finito può alzarsi, ma non può scegliere la via di mezzo, ovvero mangiare un boccone, correre per casa con il boccone in bocca (pericolosissimo!), poi di nuovo mangiare un pezzo e di nuovo giocare. E, sopratutto, non rincorriamolo per casa! Ho letto genitori e nonni che imboccano i bambini persino in bagno. No.
Amare il cibo è bellissimo, non riduciamolo a un atto privo di senso, di consapevolezza, di convivialità e di bellezza!
i vostri articoli sono sempre estremamente interessanti.
Grazie!
Ombretta, grazie mille, non sai che piacere mi fa questo tuo commento!!
Tutto molto bello….teoricamente.
Poi quando però hai un bimbetto scalmanato di 2 anni che continua a lanciare forchette in aria, pasta per terra, bicchieri d’acqua sulla tavola, a tavola ci sta 3 minuti se va bene….tutte le teorie vanno a farsi maledire!!
Non mi sono mai preoccupata se non mangia, se nn vuole qualcosa non lo forzo perché è sereno e in salute. Ma il momento del pasto è un incubo lo stesso. Non sta mai a tavola, se ci sta fa danni e urla come un matto. Io e mio marito praticamente ci vediamo solo a cena e non riusciamo nemmeno a fare un discorso.
Non vedo l’ora che vada all’asilo , sperando che le maestre mi aiutino dove io non riesco ad arrivare. 🙁
Ci va tanta pazienza per insegnare ai bambini a stare a tavola, così come per tutto.
Avete provato a capire perché proprio a tavola è agitato? Vuole forse far parte dei vostri discorsi? Richiama la vostra attenzione? Vuole partecipare apparecchiando o cucinando?
Insomma: i bambini non sono ‘pazzi’: se urlano e lanciano le cose, stanno cercando di comunicarci qualcosa. Un abbraccio!
Sono capitata nel posto giusto 😁 chiedo aiuto . Ho un bimbo di 12 mesi appena compiuti che non sembra particolarmente interessato al cibo e ora che ha scoperto la gioia di camminare preferisce andare in esplorazione senza stare mai fermo . L’ora della pappa è diventata molto complicata perché io gli dico di stare seduto e lui si alza…rischiando anche di cadere ovviamente. Cosa posso fare ? Accade quando abbiamo appena iniziato non posso lasciarlo digiuno . Aiuto 😁😁
Grazie
Ciao Marianna, quanto riempi il suo piatto? A volte tendiamo a riempirlo troppo e a credere che i bimbi non mangino abbastanza, ma non è vero. A un anno lo stomaco del bambino è piccolo piccolo: sembra incredibile, ma un pugnetto di pasta gli è già sufficiente.
Io ti consiglio di riempire meno il piatto e dire: mangiamo tutti insieme, raccontiamoci come è andata la nostra giornata.
Appena sei sazio, puoi scendere a giocare, ma vuol dire che io tolgo il piatto.
Lascialo sedere sulla sedia alta, non sul seggiolone, in modo che sia libero di scendere.
Se vuole andare a giocare, lascia che faccia. Poi non rincorrerlo con il piatto, né mettiti a chiamarlo ancora.
I bambini sono bravissimi a regolarsi con il cibo.
Se come dici è un bimbo vivace, che corre ed esplora, significa che ha energie sufficienti e sta mangiando abbastanza.