La caponata

Pubblicato il 27 Agosto 2013 da • Ultima revisione: 6 Novembre 2017

ricetta-caponata

Altra ricetta rubata a mia suocera: ogni volta che posso, indago per carpire le sue ricette e memorizzarle nel quaderno delle ricette di famiglia. Sto lavorando ad un progetto che mi è stato commissionato direttamente da Dafne: scrivere un piccolo libro di cucina per bambini, con ricette facili prese dalla tradizione familiare. Un libricino digitale che poi metterò gratuitamente a disposizione qui su Mammafelice, e che ancora deve vedere la luce, ma ho già in mente.

La caponata non sarà una di queste ricette per bambini, perché un po’ complicata (soprattutto per la tecnica della frittura, troppo pericolosa per una bambina di 6 anni), ma ci saranno altre ricette della nostra famiglia, rubate a mia nonna, a mia mamma e mia suocera, imparate insieme e tramandate a noi figlie. Ho sempre pensato che sia un vero peccato perdere le ricette tradizionali della propria famiglia.

Da quando mia nonna Pina ha un grave Alzheimer, ho capito che i figli e i nipoti possono diventare la memoria di un’intera vita. Imparare i profumi della cucina della nonna, memorizzare le ricette e soprattutto le preparazioni, tenere vivo il ricordo dei propri cari anche attraverso i piatti con cui ci hanno sfamati. Per questo già anni fa, quando ero molto giovane, mi sedevo volentieri nel cucinino di nonna per guardarla mentre cucinava: le polpette alla menta, il sugo per la pasta, le melanzane alla parmigiana, le patate fritte. E anche se le mie ricette non saranno mai perfette come le sue, ho inserito quei suoi sapori nella mia cucina, e li porto sempre con me… anche se lei non lo sa.

Adesso che siamo tornati a casa, tutto è cambiato. Avere una famiglia accanto è un dono straordinario. Potersi riconciliare, ma anche darsi una mano a vicenda, cucinare e mangiare insieme, fare le commissioni insieme, ripulire il garage, sistemare l’orto, fare una vita collettiva. Un’esperienza che non avevo mai provato, e che adesso mi riempie di felicità.

Ieri, ad esempio: la fortuna di avere i suoceri e mia mamma che ci tengono la bambina (e la fanno divertire), mentre noi andiamo in ufficio a lavorare con serenità. E’ un dono, sia per noi che possiamo riprendere il lavoro, sia per Dafne che non deve più sacrificare il suo tempo dietro il nostro lavoro, sia per i nonni stessi che a volte sono un po’ zerbini, ma sono una risorsa incredibile per la crescita di un nipote, con le loro canzoni, i loro giochi, i proverbi, i racconti della vita. Un mondo che i genitori, da soli, non possono offrire.

Oltre a tutto questo, capita anche che mia suocera ci prepari un po’ di verdura quando viene a trovarci. E ieri questa grande ciotola di caponata ha proprio lasciato il segno: golosa, gustosa e nello stesso tempo delicata. Uno di quei piatti che, se non ti frenasse il buongusto, mangeresti anche a colazione. 😉

Indice dell'articolo

La caponata

Ingredienti per una famiglia: tre cipolle gialle, tre coste di sedano, tre carote, 300 grammi circa di pomodorini (o una scatola di pelati), una grande melanzana, tre zucchine, 2 peperoni grandi (rosso e giallo), olive di Gaeta snocciolate o olive taggiasche snocciolate, capperi, olio per friggere, olio per cucinare, sale, basilico fresco.

Iniziamo dalle verdure: laviamo la melanzana, le zucchine e i peperoni sotto l’acqua corrente e tagliamoli a tocchetti o listarelle. Facciamoli friggere separatamente in olio profondo caldo e teniamoli da parte a scolare l’olio in eccesso sulla carta da cucina.

Tagliamo la cipolla, facciamola soffriggere in un tegame abbastanza alto, fino a farla leggermente appassire. Aggiungiamo il sedano tagliato a tocchetti e le carote tagliate fini con la mandolina. Facciamo appassire e aggiungiamo i pomodorini freschi tagliati a metà.

A questo punto possiamo aggiungere capperi e olive, poi le verdure precedentemente fritte, e infine sale e basilico fresco. Lasciamo cuocere ancora una decina di minuti, finché tutta la caponata sia perfettamente amalgamata.

Serviamo caldo o anche tiepido (ma pure freddo, in un panino con la mozzarella di bufala: che ve ne pare?).

Se volete, potete arricchire aggiungendo delle patate tagliate a tocchetti.

Per una versione light della caponata: Invece di friggere le verdure, tagliamole a tocchetti e uniamole una alla volta alla base di cipolle, sedano, carota e pomodorini. In questo caso uniremo prima i peperoni, poi le melanzane, infine le zucchine.



Commenti

19 Commenti per “La caponata”
  1. angela

    Mhm…adoro la caponata, piatto tipicamente siciliano, che ho imparato da mia madre, anche se noi la facciamo senza capperi perchè non sono graditi da nessuno in famiglia e senza olive, e mettiamo anche le patate…Bella la tua idea di lasciare un quaderno di ricette della tradizione a Dafne. Io ad esempio quando penso a mia nonna, morta da alcuni anni purtroppo ripenso, alle cose buone che ci cucinava, la pasta e fagioli anche con 40° solo lei sapeva farla così buona, il coniglio con il sugo, i fagiolini che pulivamo insieme sedute in cortile, anche una semplice insalata di pomodori con le acciughe aveva un gusto diverso…quanti bei ricordi. Buona giornata Ba.

  2. La caponata, mia delizia, ma anche mia croce. Dal momento che adooooro i peperoni, ma mi fanno stare malissimo (cotti-crudi-con pelle-senza pelle non c’è storia) li ho aboliti. La caponata, però, resta un piatto fenomenale e non ci rinuncio (masochista?). Opto per la versione non fritta, non includo capperi e olive.
    Anche io (friulana con origini carniche e trevigiane), avendo sposato un calabrese (e la relativa madre…), sto raccogliendo pian piano un po’ di ricette della tradizione familiare: il bello è trascriverle “sotto dettatura” dal momento che le nonne si ricordano tutto a memoria. Fenomenali! Resterà per i nipoti, che sono coinvolti nella sperimentazione dei piatti e nella stesura delle ricette!!

  3. clarissa

    anche io sto raccogliendo tutte le ricette di famiglia in un quadernetto. L’amore per la cucina me lo ha trasmetto il mio caro papà (che non c’è più). Quando penso a lui a volte sento ancora i profumi della sua cucina e scrivere queste ricette e tramandarle un domani a mio figlio e ai miei nipotini me lo fa sentire ancora vicino a me. Oltre alle sue, sto raccogliendo anche le ricette dei piatti che mi cucinava la mia tata e quella dei nonni. Sono d’accordo con te, è un modo per tenere vivo il ricordo dei nostri cari e per mantenere vive le nostre belle tradizioni.

  4. fabiola

    figli e nipoti possono diventare la memoria di un’intera vita…com’è vero. Sono 10 anni che ho perso mio nonno (Aldo) e ogni Natale con la famiglia riunita non manca mai il rito di ricordare i suoi racconti su come aveva conquistato la nonna, sulla guerra, sulla sua infanzia a noi nipoti, usando le sue stesse parole, per riportare nei nostri cuori tutta la tenerezza e il calore che sapeva infondere con la sua presenza amorevole.
    La nonna (Ida, 93 anni portati da favola) è ancora tra noi e lei negli anni ha scritto il Suo quaderno di ricette. In dialetto, con tanto di errori ortografici e indicando alcuni ingredienti direttamente con il nome della marca del prodotto che preferiva utilizzare per le sue ricette (faccio un esempio: al posto di margarina lei scrive “Gradina”).
    Grazie Nonna Ida…per tutto!

  5. Tenere vivo il ricordo della mia nonna Pina è uno dei motivi che mi ha spinto ad iniziare il blog! Lei che amava la cucina, il mare, le piante e guardare le stelle. Lei che mancò un mese prima della nascita di Bimba ora è comunque parte della sua vita soprattutto quando cuciniamo assieme io e lei, come io con nonna.. Gesti che si ripetono nel tempo, risate che risuonano ancora, storie che continuano e creano legami meravigliosi.

  6. il mondo di Ticia

    Scrivere per me è molto importante….e adesso cercherò di realizzare un quaderno per i pasti più gustosi….la caponatina è un pasto che in famiglia viene molto apprezzato. Penso sempre di fare buona figura ….anche quando c’è poco da fare…. a presto e buone notizie. Un caro saluto anche a Dafne la tua bambina meravigliosa. 😀 🙄

  7. il mondo di Ticia

    Ricordare le persone più importanti come amici e familiari e importante, mangiare insieme e ricordare gli eventi che ci hanno regalato belle emozioni….significa che la felicità esiste ….e non bisogna dimendicarlo….cara mammafelice…ti auguro di realizzare il “quaderno di famiglia” inserendo le ricette che preferisci …anch’io in certe occasioni sarò felice…realizzando incontri meravigliosi da stupire anche i familiari più introversi.

  8. Barbara, ti leggo con gli occhi lucidi,hai scritto parole sante sull’amore e sul cibo dei nonni.
    La mia nonna se ne andata 4 anni fa….faceva il sugo (la salsa, come diceva lei),le papatine fritte che avevano un gusto che sia mia mamma che io,non siamo mai riuscite a ripetere.
    La pasta fatta in casa:orecchiette,tagliatelle,tagliolini aiutata da nonno.
    Ma ahimè nonno ci ha lasciati a gennaio..anche lui si dava un gran da fare..la pastiera,la pizza rustica per Pasqua, a Natale gli struffoli,a carnevale la frittata di spaghetti..insomma tante bontà .
    Mamma ed io,abbiamo fatto la pastiera per la scorsa Pasqua cercando di mantenere le tradizioni di famiglia e devo dire che è venuta buona fortunatamente.
    Chiudendo gli occhi mentre la mangiavo,mi sembrava di riavere acanto a me i miei dolci, adorati ed indimenticabili nonni.
    Scusami Mammafelice se mi sono dilungata,ma ” l’argomento ” è per me molto caro. Un abbraccio,Monica.

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