Le prospettive

Pubblicato il 16 Marzo 2012 da • Ultima revisione: 20 Marzo 2015

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Siamo una famiglia normale. Abbiamo anche un lavoro un po’ precario, siamo sempre stati due ‘risparmioni’, di quelli che piuttosto che comprare una cosa a rate, non la comprano.

Stiamo bene, non ci manca nulla. Certo, un po’ di tranquillità economica non guasterebbe: per esempio toglierci il mutuo, mandare Dafne a una scuola migliore, vestirci un po’ meglio… o anche semplicemente assumere una seconda persona nella nostra piccola azienda.

Ci capita di fare sacrifici, anche se siamo ben consapevoli di non poterci affatto lamentare.
Per esempio a Pasqua non andremo a fare la piccola vacanza che desideravamo fare, ma ieri sera abbiamo ordinato la cena alla gastronomia cinese.

Mi faccio i conti in tasca. Sembra brutto parlare di soldi?
Boh, forse sì, ma in quanto famiglia ‘normale’, quando abbiamo pensato all’adozione a distanza  l’aspetto economico ha inciso sulla nostra decisione. Ce lo potevamo permettere? Con ActionAid l’adozione annuale ha un costo di 300eur: era una cosa su cui pensare. Visti così, tutti insieme, sono anche una bella cifra.

Poi per una settimana ho fatto i conti.
I conti della nostra vita.

Ho contato che io 82cent al giorno li avanzo tutti i giorni. Ho contato che in fondo non mi nego nulla: uno smalto da 3eur, una crema in farmacia da 7eur, un cappuccino al bar, due brioche in panetteria, la cena cinese di ieri sera che ho pagato 27eur.

Ho contato che in un giorno io spendo l’equivalente di ciò che spendo con un mese di adozione a distanza con ActionAid.

Ho contato che mentre io mangio la mia brioche da 80cent, dall’altra parte del mondo c’è Dionisio, che usufruisce di 80cent al giorno grazie alla mia adozione a distanza.

Le prospettive.
Queste sono le cose che mi hanno fatto decidere: le prospettive.

Capire che se spendo 80cent al giorno per Dionisio, non li sto nemmeno rubando  a me stessa: continuerò a mangiare la mia brioche, probabilmente, e non mi ci voglio sentire nemmeno in colpa. Ma non posso far finta di non sapere che con la mia colazione, posso mantenere Dionisio per un giorno.

E’ una prospettiva che mi devasta.
Certe volte faccio finta di non pensarci, ma quando diventi mamma non riesci mai a non pensare agli altri bambini. Tutti i bimbi diventano i tuoi bimbi.
La foto di Dionisio ormai è stampata nella mia testa, e ogni tanto durante la giornata mi fermo a pensare alle prospettive: alle cose che fanno piangere me e che fanno piangere lui. Prospettive inaccettabili.

E se voglio avere il lusso di lamentarmi della mia vita, ogni tanto, e di piangermi pure un pochino addosso, beh, almeno che io faccia qualcosa per questo bambino e per la sua famiglia, che farebbero sicuramente un cambio di prospettive con noi, proprio adesso. Vero?

Noi metteremo ogni sera 82cent in un salvadanaio insieme a Dafne, per coinvolgerla in questo progetto.
Ogni sera penseremo alla nostra giornata sapendo di averle dato un senso.

Se compilate il form di ActionAid non pagate nulla nell’immediato: vi viene spedito a casa il modulo da compilare, insieme alla scheda del bimbo e alla sua storia.

Per decidere con calma, da ogni prospettiva.



Commenti

13 Commenti per “Le prospettive”
  1. Cara sociafelice
    che mi fai ridere tutti i giorni e ogni tanto, come oggi, mi fai pure piangere, sei proprio un’amica speciale!
    anche noi abbiamo un bimbo in adozione a distanza, a volte uno queste cose non le dice perche’ se le tiene dentro un sacchetto della memoria che a parlarne ti vengono appunto le lacrime agli occhi. perche’ pensieri come questi ti fanno cambiare la giornata, la prospettiva della giornata.
    invece parlarne diffondere, magari qualche cosa fa. e cambiare le prospettive fa sempre bene.

  2. Alisa

    Grazie, per il post. Io direi anche un’altra cosa su cui riflettevo l’altro giorno. Gli 82 centesimi che do alla signora in strada non sono la stessa cosa, perchè quelli che do alla signora ini strada non risolvono un bel nulla anzi alimentano la pratica fine a se stessa di chiedere i soldi e punto, quelli che metto nell’adozione a distanza hanno il senso del costruire, progettare e realizzare cose concrete per una comunità. é il modo migliore per aiutare, secondo me!

  3. Anche noi da 15 anni sosteniamo un’adozione a distanza. Negli anni purtroppo son passati diversi bambini (per vari motivi di gestione, non nostra, i bambini cambiano) ma noi siamo “contenti”, perchè sappiamo che quel poco che possiamo fare ogni giorno, permette ad una bambino dall’altra parte del mondo di avere una giornata decente, di mangiare, vestirsi ed andare a scuola. Di giocare con altri bambini e di potersi lasciare alle spalle, per poche ore, una situazione magari di disagio e una famiglia non sempre presente ed affettuosa. Il nostro fratellino a distanza (come lo chiamano i miei figli) ci sorride in mezzo ai faccini sorridenti dei miei bimbi e anche se non è sempre lo stesso bimbo, i miei ragazzi sanno che assieme a loro cammina anche un bambino che di fortune e privilegi ne ha ben pochi, ma con il loro aiuto magari qualcuno in più…

  4. 300 euro tutti insieme sembrano tanti, invece 82cents al giorno non sono niente!Bellssima iniziativa come sempre!
    Io con due rate annuali di € 10 a volta partecipo con tutti i colleghi della mia azienda, in tutto siamo quasi 200 persone, a mantenere 3 bambini etiopi e la loro comunità!

  5. ma che bello il tuo Dionisio, il mio fratellino a distanza si chiama Roland, è peruviano ed è meraviglioso con quelle guanciotte rosse e i suoi occhi neri!!!

  6. Meg

    Le adozioni a distanza me le fece conoscere la maestra d’asilo del mio bambino più grande, quando al primo colloquio ci disse chiaro e tondo che lei non amava i regali e che quindi i soldi che avremmo sprecato (usò proprio questo termine!) per comprarle robe inutili avremmo fatto meglio ad utilizzarli in maniera più costruttiva, e ci distribuì questi volantini: alcune mamme inorridirono, altre apprezzarono la sincerità e riconobbero la saggezza della maestra e seguirono il consiglio! Così la maestra alla fine di ogni anno scolastico non ebbe il solito mazzo di fiori, ma un elenco delle nuove adozioni a distanza sottoscritte! Io scelsi (e tuttora porto avanti) una scuola in Mozambico (la donazione è semestrale e permette di integrare lo stipendio degli insegnanti che così riescono a portare avanti dei progetti tipo informatica o educazione sessuale acquistando inoltre il materiale didattico e – per esempio – la merenda dei bambini che seguono questi corsi), non è una adozione a distanza classica, ma all’epoca io non ne sapevo nulla e scelsi in base alle alternative proposte dalla maestra…non c’erano bambini singoli, ma tutte cose tipo “costruzione e manutenzione di un pozzo” oppure “gestione di un ambulatorio medico”, insomma adozioni di qualcosa di utile alla comunità! Con molto piacere devo dire che quando a mia volta ho voluto divulgare questa cosa, ho sempre avuto risposte tipo “Ma io lo faccio già!”

  7. Ho letto con interesse questo post molto bello. Ho due bimbi piccoli, un blog di libri per l’infanzia, e sono docente alle superiori e mi ha colpito il nome di tuo figlio adottivo (sono fissata con le etimologie):secondo il mito, Dionisio era figlio di Semele e Zeus, questa però, prima di partorire, morì incenerita dai fulmini di Zeus che riuscì tuttavia a salvare il feto di Dioniso dalle fiamme e lo cucì nella sua coscia fino al compimento della gestazione. Dioniso ebbe dunque gestazione e nascita maschile Ma questa seconda nascita di Dioniso può essere posta anche in relazione simbolica con forme di adozione. Ti seguirò con interesse, e soprattutto seguirò questa tua bellissima avventura di adozione a distanza

  8. io continuo a vederli ancora come 300 euro.
    perchè non siamo più capaci di stimare gli 80cent, sennò faremmo i miracoli che non facciamo a fine mese.
    invece ci sembra normale andare fuori a mangiare una pizza una volta al mese e spendere 30 euro in 3 (perchè magari abbiamo trovato un posticino a buon prezzo).
    o un cinema, che più di 30 euro volano in tre.
    ecco, io credo che gli 80 centesimi a me continueranno a ballare nella borsa, che continuerò a contarli a fine mese per comprarci la focaccia mentre lavoro (facendo inorridire il panettiere) quando ci sono i mesi no.
    il confronto tra salvare il futuro di un bambino e gli 80 centesimi per me è siderale: non ce la faccio a confrontare.
    invece scelgo proprio di rinunciare: saranno 300 euro sonanti l’anno, un sacrificio per noi, una vita di un anno per lui.

  9. mamy

    😀 sono davvero felice che al mondo esistano ancora persone capaci di andare oltre…oltre gli schemi,le convenzioni e soprattutto i pregiudizi. Anche noi abbiamo il nostro Ferhan, un bambino etiope che con i nostri 80 cent al giorno avrà una prospettiva migliore e la possibilità di far avverare i suoi sogni.

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