Perchè crescere i figli all’estero
Pubblicato il 5 Novembre 2010 da Mamma Felice
Oggi ospito molto volentieri un guestpost di Aldo, creatore di Italians in fuga, sito amatissimo e ricchissimo dedicato a tutti gli italiani che cercano informazioni, consigli e idee per trasferirsi all’estero o per condurre al meglio la propria vita da expat. Noi leggiamo da molto tempo i suoi consigli, e, onestamente, ci stiamo facendo più di un pensierino… 😉
Aldo Mencaraglia è nato a Genova, è cresciuto a Borgo San Dalmazzo, ha studiato a Torino e Brighton, ha vissuto in Inghilterra, Taiwan ed ora vive a Melbourne, Australia. Scrive di emigrazione all’estero su Italiansinfuga.com
Indice dell'articolo
Perché crescere i figli all’estero
Attraverso italiansinfuga.com vengo contattato da moltissime mamme che chiedono consigli su come fare per crescere i figli all’estero. Emigrare con famiglia può riempirvi di trepidazione perché state prendendo una decisione che cambierà non solo il vostro futuro ma anche e soprattutto quello dei vostri figli.
Condividendo la nostra esperienza spero di potere ridurre la vostra ansia ed aiutarvi a prendere una decisione, qualunque essa sia.
Io e mia moglie viviamo in Australia dopo aver vissuto in Inghilterra (lei è Inglese ma ha studiato e vissuto in Italia) per una decina di anni ed aver passato un anno circa a Taiwan. Quando decidemmo di emigrare in Australia, patria di mia madre, quello che guidò maggiormente la nostra decisione era il ‘dove’ far cresceri i figli, al tempo non ancora nati!
Avendo avuto la fortuna di vivere in diverse nazioni avevamo una cognizione di base su cosa le varie nazioni offrissero. Volevamo puntare verso una destinazione che offrisse una ottima qualità della vita ed opportunità future soprattutto per i pargoli.
Scartammo l’Italia per questioni lavorative, pensando che non offrisse a noi come famiglia le stesse opportunità che avremmo incontrato in una società anglosassone. Scartammo l’Inghilterra per questioni climatiche e di qualità della vita, con molti alti ma anche molti bassi. Sarebbe rimasta la Spagna, dove i genitori di mia moglie erano nel frattempo emigrati a loro volta, ma una combinazione di scarsa conoscenza della lingua e scarse prospettive di lavoro contribuì a scartarla velocemente.
“Rimase” l’Australia per la quale aveveamo la fortuna di non dover fare la trafila per un visto, poichè io sono sempre stato cittadino australiano per parte di madre.
Arrivati a Melbourne nel Maggio 2002, Benjamin nacque nel Settembre 2003 e Lucia arrivò nell’Aprile 2008.
Cosa posso raccontarvi della vita di famiglia in Australia?
Penso sia più simile a quella in Italia di quanto vi immaginiate. Stanchezza dovuta alla mancanza di sonno, preoccupazioni legate alla propria ignoranza da neo-genitori, mancanza di tempo per se stessi. Insomma siamo tutti nella stessa barca anche agli antipodi!
Quello che posso confermare è che la decisione di mettere su famiglia in Australia si è rivelata, fino ad ora, ottima.
Le città australiane sono sempre in cima alle classifiche internazionali sulla qualità della vita e questo viene riflettuto nella vita di tutti i giorni dei bambini. Esiste una maggiore rilassatezza rispetto all’Europa secondo me anche legata agli ampi spazi ed al fatto che non si vive gli uni sopra gli altri.
Viviamo in un sobborgo tipico di Melbourne e nel raggio di cinque minuti a piedi abbiamo 4 parchi giochi immersi nella natura. Poco più in là abbiamo una spiaggia bellissima dove ci si può rifugiare dai 40 gradi dell’estate australiana.
Non avendo una storia e tradizioni millenarie con le quali occupare il proprio tempo libero, gli Australiani pongono una grandissima importanza sulla vita all’aria aperta e la pratica di una miriade di sport. In una metropoli come Melbourne i bambini hanno la possibilità praticare qualsiasi sport vogliano, fatta eccezione per quelli legati alla presenza di neve, ovviamente.
Per le famiglie, ogni weekend si trasforma in una corsa ad ostacoli per portare la prole in piscina, al campo da calcio, da tennis, di football australiano.
Quello che vorrei sottolineare è il numero di opportunità a disposizione dei figli. Essendo cresciuto nella provincia di Cuneo degli anni Settanta, stupenda non fraintendetemi, dove o giocavi a calcio o non facevi molto altro, il vivere a Melbourne offre orizzonti molto più ampi.
Un altro motivo che ci ha fatto scegliere l’Australia è il crescere i figli con la conoscenza dell’Inglese come lingua madre. Che ci piaccia o meno, la conoscenza dell’Italiano non aiuta più di tanto soprattutto se ci si vuole misurare a livello globale mentre il sapere l’Inglese, come minimo, è uno dei requisiti per poter aumentare il proprio potenziale. Il bello del vivere a Melbourne è che si vuole imparare un’altra lingua le opportunità non mancano, essendoci qui rappresentanti di tutte le nazioni del mondo!
Per quello che riguarda l’istruzione, fino ad ora abbiamo avuto esperienza diretta di asilo nido, asilo e scuola materna.
Le strutture disponibili in Australia per i figli piccoli sono ottime. Moltissime sono private e quindi costano però hanno aiutato quelli come noi che, senza parenti in grado di aiutare con l’accudimento dei figli, dovevano fare affidamento ad altri mentre si guadagnava la pagnotta. Nostro figlio maggiore nacque poco dopo un anno dal nostro arrivo in Australia, in un periodo in cui sia io che mia moglie stavamo creando le fondamenta per la carriera in Australia. In parole povere, scegliemmo di affidare nostro figlio ad un asilo nido dall’età di quattro mesi. Non fu facile ma la qualità dell’accudimento era tale che penso nostro figlio abbia tratto beneficio dal passare la maggior parte del tempo con coetanei.
Nostro figlio maggiore è al secondo anno di scuola materna e noi siamo estremamente soddisfatti della qualità delle scuole statali. Io faccio il confronto con la scuola italiana degli anni settanta, quindi ingiustamente, ma devo dire che il tipo di insegnamento è molto diverso, molto più flessibile, in sintonia con le potenzialità del singolo studente e con il modo di collaborare nel mondo del lavoro che i giovani affronteranno tra un paio di decenni.
Uno dei maggiori punti deboli dell’istruzione in Italia è la bassa reputazione che le università italiane hanno a livello globale. Solo un paio sono tra le prime duecento al mondo! Io sinceramente non me ne resi conto fino a quando me andai all’estero però, da genitore, voglio dare ai miei figli la possibilità, se la vorranno, di andare ad una università, come quelle australiane, riconosciute a livello internazionale.
Ma allora l’Australia è perfetta? Certo che no!
L’Australia è lontana, da porta a porta ci vogliono quasi 36 ore e volare con bambini piccoli non è facile, noi l’abbiamo fatto! La lontananza da familiari ed amici è dura, soprattutto per i bambini ed i nonni. Vedersi ogni qualche anno è molto diverso dal vedersi ogni giorno.
I figli cresceranno per forza perdendo i contatti con la cultura e le tradizioni italiane. Non illudetevi che, nonostante i vostri sforzi, per i vostri figli sarà diverso. Conosco moltissimi Italo-australiani di seconda generazione: spesso l’unico legame con l’Italia è il cognome.
Un’ultimissima nota negativa riguardante l’Australia è il sole: ce n’è troppo. Non sto scherzando, il buco nell’ozono legato alla ferocia del sole australiano fa si che gli Australiani abbiano uno dei tassi di cancro alla pelle più alto al mondo. Per gli Italiani amanti dell’abbronzatura questo può essere uno shock notevole: preparatevi a spalmare crema protettiva fattore 30 sui vostri figli,a farli andare in gito con il cappello d’estate e a tenerli in casa dalle 11 alle 3 quando il sole picchia….
A parte ciò consiglierei a tutte le mamme interessate ad emigrare all’estero per offrire ai figli una vita diversa di prendere in considerazione l’Australia come destinazione e seguire l’esperienza mia e di tanti altri Italiani su Italiansinfuga.com!
Ci ho pensato tante volte, e (non scherzo) con l’atlante in mano! Me la cavo con l’inglese e lo spagnolo,ho fatto molte esperienze all’estero, e un anno di studi in Inghilterra per rendermi conto che il mondo e le opportunità non finiscono sulla linea di quell’orizzonte che i nostri occhi possono arrivare a vedere, ma, nonostante tutto non saprei mai da dove ripartire per ricominciare da zero, soprattutto per trovare lavoro e cavarmela i primi tempi (conciliando ora anche le esigenze di 2 piccoli teppisti da accudire)… Se qualcuno mi risolvesse questo dubbio, beh…tornerei a riprendere in mano l’atlante
Ciao,
tocchi un argomento che sicuramente poco o tanto interessa tutti i genitori.
Personalmente concordo con Fasti: io sono laureata in lingue, mio marito lavora in Germania, il pensiero di trasferirci all’estero c’e’ stato e penso che ci sara’ sempre, ma sono molte le titubanze. Per noi genitori si tratta di un passo molto grande, soprattutto dopo aver comprato casa e fatto sacrifici per questo pezzettino di “nostro”. Io poi ho sempre pensato che tutti i paesi hanno lati positivi e negativi, il paese perfetto non esiste! Ma poi si pensa ai figli e come Fasti penso che sia un grande atto d’amore dare loro tutti gli strumenti per poter decidere liberamente e quando lo riterranno opportuno se fare una scelta di questo genere.
Io ricordo che nonostante studiassi lingue il pensiero di lasciarmi andare all’estero per i miei genitori era intollerabile, sia per un problema di costi che per pura mentalita’. Ora per fortuna i ragazzi hanno tantissime opportunita’ di studio alla pari, di borse di studio, di viaggi vacanza e tanto che nemmeno so, ma che sicuramente faro’ conoscere a mia figlia.
Intanto a tre anni l’ho gia’ portata in aereo in Germania, ha giocato con bambini della sue eta’ negli innumerevoli parchi di Dus e sa gia’ che esiste un mondo al di fuori di “casa”.
Dany
Ogni giorno dopo il TG, mi chiedo se non sia il caso di scappare!
Ma ho troppa paura! E il mio inglese?!
Spero che lui sia più coraggioso di me e riesca a spiccare il volo.
Sono stata in viaggio di nozze in Australia, un mese Brisbane(un pezzo della mia famiglia vive lì, una zia di papà con le sue figlie e nipoti che per fortuna vengono spesso a trovarci)Melbourne, Sydney,capatina ad Ayers Rock e poi Cairns.
Mi sono innamorata di Melbourne, così tranquilla, fruibile, così europea da non farti sentire la mancanza della tua terra d’origine.
Vi invio.. ricordo le strade immense, il traffico solo a Sydney nelle ore di punta, ricordo il verde, il cielo azzurro, ricordo i miei cugini che per andare in disco prendevano il taxi…
In bocca al lupo. Per tutto!
si credo che sarà bello, a noi piace molto il mare pulito (abbiamo vissuto sul mare in Italia ma sempre a fare i conti con l’inquinamento) , la vita senza particolari “problemi” burocratici e scocciature inutili, in un ambiente sano e pulito contraddistinto da istituzioni integre e rispettose!.
OLtretutto non vogliamo che ns figlio cresca nell’ambiente malsano di un paese NUCLEARIZZATO contro il volere della popolazione!
Siamo agevolati nei ns progetti dal fatto che il bambino farà homeschooling, quindi potremo godercela fintanto che non andrà al college, ed allora sarà sufficientemente grande per viversi la sua vita
🙂
Ringrazio tutte per i commenti sull’articolo!
Concordo pienamente con il parere generale che trasferirsi all’estero sia più facile quando i figli non sono ancora nati. Se dovessimo fare il viaggio contrario oggi lo troveremmo senz’altro ostico.
E sono anche d’accordo con chi di voi non vuole lasciare quello di prezioso che ha in Italia. Se le vostre priorità vivono lì, godetevele!!
L’importante è che la decisione sia vostra e attraverso la stessa possiate essere tutte Mamme Felici!
Saluti da Melbourne
Aldo
Io mi sono da poco trasferita in Marocco e, nonostante le difficoltà oggettive che una mamma sola con tre figli piccoli deve affrontare lungo un percorso del genere, mi sento serena.
Ricordo il viaggio che ci ha portati fino a qui…Torino-Malpensa e poi dritti fino a Marrakech. La fascia legata al petto, il passeggino, tre bagagli a mano (più di 30 kili), il borsello con i preziosi biglietti aerei e i passaporti. E, naturalmente, le mie piccole creature. Non so nemmeno io come abbia fatto. Sola.
Ma la forza delle mamme, di noi tutte, sta in questo. E alla fine, non sempre ma io ci credo fortemente, volere è potere (se Dio vuole).
Anche noi abbiamo pensato tante volte di lasciare l’Italia per fare un’esperienza all’estero di qualche anno… ma poi ci è mancato il coraggio, oppure abbiamo pensato troppo ai bambini senza renderci conto che, a parte i prima disagi, gli avremmo soltanto fatto un immenso regalo. Crescere in un altro paese, parlare un’altra lingua, imparare mille cose nuove costituisco un patrimonio inestimabile e donano una elasticità mentale difficile da acquisire altrimenti.
La mia più cara amica invece questo coraggio l’ha avuto. Sei anni fa, con marito e tre figli (rispettivamente di 5,3 e uno di pochi mesi) ha venduto tutto quello che aveva in Italia e si è trasferita in Scozia. Hanno avuto inizialmente problemi con la lingua, risolti in pochi mesi, problemi con il lavoro, ma il governo britannico li ha aiutati moltissimo, e anche problemi di acclimatamento, pioggia pioggia pioggia e vento e inverni bui e lunghissimi… ma adesso, a distanza di anni, non ritornerebbero più indietro. La mia amica è perfettamente integrata, ha un lavoro che le piace, ha iniziato una attività che in Italia non riusciva ad avviare, i figli parlano meglio l’inglese dell’italiano ormai, e amano smodatamente il paese che li ha accolti. Ormai sono scozzesi!!!
Ammetto, un po’ li invidio e sento anche io un po’ di pizzicorino alle mani!!!
Un abbraccio
Francesca
Mi sono dimenticata di dirti che ti ho aggiunta alla lista dei miei amici e mi farebbe tanto piacere se di tanto in tanto passassi dalle mie parti, nella casa della mia Anima.
Un abbraccio
Francesca
Che invidia!L’Australia è sempre stata il mio sogno! anche a me piacerebbe trasferirmi(anni fa ho vissuto un anno in Francia e ogni tanto mi pento di essere tornata) e fosse per me non ci penserei su molto, è il mio compagno che frena.Più pragmatico di me trova tutte le difficoltà e i problemi che tale cambiamento comporta; e così anch’io trasferisco sui figli l’importanza di non fermarsi sulla soglia di casa, di dargli una mentalità aperta…magari un giorno emigreranno loro e come nonna avrò la scusa di trasferirmi un po’!
Leggo da tempo questo sito tanto accogliente e pieno di vita! Finora mi son limitata a leggere ma forse questa volta posso lasciare la mia esperienza che, in fondo, è un po’ controcorrente con l’articolo di cui sopra.
Desideravo anch’io un posto migliore per mettere su famiglia. Son partita dalla Romagna e mi sono trasferita nel luogo per me maggiormente affine: la Scandinavia. Amo il freddo, la natura incontaminata, poter trovare il silenzio e saper contare su strutture efficienti e trasparenti. Ho trovato tutto questo e molto di più. L’ottima organizzazione e semplicità della burocrazia mi ha permesso di laurearmi, lavorare, integrarmi, imparare il difficile Suomi, trovare un meraviglioso compagno, affittare una casa a prezzi onesti, sentirmi perfettamente accolta e avvolta dai boschi sconfinati. Tutto a gonfie vele. Eppure…
Eppure anche lì c’erano tanti problemi sociali, eppure mi sentivo come quando sei in vacanza in un paradiso esotico: è fantastico ma a lungo andare hai anche un po’ voglia di tornare a casa.
Al primo pretesto, dopo 2 anni (e due anni felici!) il richiamo del nostro imperfetto delizioso BelPaese ha avuto la meglio. Ora vedo e mi arrabbio per le stesse cose (e anche per nuove) per cui avevo deciso di espatriare ma so che è qui che sono le mie radici ed è qui che è giusto che produca i miei frutti. Sono felice di far colazione con cappuccino e cornetto, di incontrare i caldi sorrisi al forno al mattino, di venire abbracciata dalle persone, di poter goliardicamente imprecare in auto, di gesticolare, di sentire parlare i dialetti, di tante tante cose.
In Italia abbiamo veramente moltissime cose: sole, neve, mare, monti, boschi, laghi, arte, cultura, zone incontaminate,città caotiche, la piadina romagnola e i cannoli siciliani. Il tutto a distanze ragionevoli. Sono pochi i luoghi al mondo così ricchi.
Essere felici in Italia è difficile ( o facile) tanto quanto esserlo altrove. Solo che muoversi e vivere nel luogo in cui siamo cresciuti è semplicemente un po’ più facile, o quantomeno ci viene più istintivo.
Questa è solo la mia esperienza che con curiosità ho sperimentato la vita altrove, che con gioia l’ho assaporata ma che ora son tanto felice di vivere in Italia e di aver fatto nascere qui la bambina nata dall’amore con un romagnolo DOC.
Grazie mille per il tuo racconto, Gea!
Carina, la tua storia, GEA. Anche a me piacciono i paesi noreuropei per la trasparenza, i tanti servizi offerti e ripagati dalle tasse che tutti pagano. In realtà non ci sono mai stata, ancora, ma di sicuro alla prima occasione, ci andrò, per turismo almeno.
Anch’io come te sono romagnola e credo che i lunghi inverni norvegesi siano tremendi… o no?!
W la piada, cmq, altro che stufato di renna… :argh:
Beh certo per chi abita in Alto Adige e’ molto piu’ facile. Noi abitiamo nella provincia nord di Napoli, secondo me uno dei posti piu’ brutti in Italia, e vi assicuro che e’ difficile pensare di far crescere i figli qui. Io e mia moglie in primavera andremo a Los Angeles (dove vivono i suoi) e volente o dolente ho preso questa decisione proprio per mia figlia. Io crescendo qui ho visto tante cose brutte e l’80% dei miei amici di infanzia, non hanno fatto una bella fine. Chi è caduto vittima della droga, chi nella malavita ecc. ecc.
Ai miei figli voglio dare la possibilita’ di una vita migliore e di un futuro sicuramente diverso da quello che troverebbero qui. Il coraggio?? Beh quello e’ mancato anche a me per tanto tempo….la lontananza dai genitori, dagli amici e parenti ecc. ecc. mi hanno bloccato per un bel po’, ma ora sento che e’ arrivato il momento di cambviare in meglio.
Un augurio a tutti quelli che come me stanno affrontando questo passo.
Bruno, ti ammiro davvero tantissimo: secondo me allontanarsi da quegli ambienti è la scelta più giusta per i propri figli.
BRUNO, ahhhh l’Australia che bella! Io mi sono innnamorata di Sidney durante il ns. viaggio di nozze nel 2002. Ho sempre pensato che si vivesse bene e nonostante le dimensioni di enorme città, Sidney mi sapeva di “ben vivibile” e a misura d’uomo. Non conosco Melbourne, ma durante la vacanza ho parlato con una famiglia di italo-australiani (di seconda generazione, quindi come dici tu, di quelli che mantengono solo il cognome italiano perchè la cultura è ormai anglosassone) che me ne hanno parlato benissimo.
Io al momento, vorrei andarmene dall’Italia perchè è un paese vecchio, privo di opportunità per chiunque, mal governato e che sta affossando nella melma più densa e nera.
Ma dove potremmo andare? ho un figlio di 2 anni e mezzo che sta imparando l’italiano giusto ora. Io parlicchio l’inglese, mio marito nessuna lingua oltre l’italiano. Non facciamo lavori “importanti” come il prof. universitario, il medico… non abbiamo, per così dire, una professionalità spendibile all’estero facilmente. Io impiegata di studio professionale, lui impiegato ufficio qualità in una multinazionale.
Ci pensiamo spesso, ma non vediamo possibilità…
Mi trovoa Sydney in questo momento, dove abbiamo comprato una casa in campagna in un posto meraviglioso, a mezz’ora dal centro, in mezzo a cavalli e leprotti. I servizi sono eccellenti, il clima è inconfrontabile e l’economia sembra decisamente stabile, almeno in confronto alla nostra. Ho un visto di quattro anni, destinato a diventare permanente se passeremo qui un periodo sufficiente nel prossimo futuro, vendendo prima ciò che abbiamo in Italia. Tra pochi giorni torneremo in Italia per riprendere tristemente la routine scolastica e lavorativa che ci sta frustrando sempre di più.
I miei tre figli adolescenti, dopo anni di Australia e di esperienze fantastiche condivise, stanno insorgendo verso questo bellissimo paese, dove hanno di fatto già più di un piede. Dichiarano di volere Londra e gli Usa, dove ovviamente non sono stati, criticano questa società e i modelli scolastici, insomma ci creano un problema davvero pesante, dopo anni investiti qui, in tutti i sensi.
Io non rinuncerò a questo posto fantastico, non sarò stritolato dalla crudeltà che solo gli adolescenti di oggi sanno esprimere, frutto di un benessere dilagante e di una falsa informazione globale che li rende dei saputelli senza criterio.
E’ molto dura per un padre, che non ha trovato nulla per terra nella vita, vedersi rinnegare dopo anni di esclusivo sacrificio a favore della famiglia.
Chi ha detto che i figli sono il succo della vita?
Cerco informazioni su trasferimento famiglia con due figli di 15 e 12 anni. Io e mio marito siamo ristoratori vogliamo andare a Londra
Prova su Italiansinfuga: http://www.italiansinfuga.com/
Sono Paolo, trentino 45enne, sposato e padre. Ci siamo trasferiti in Filippine nel 2005 e ci troviamo tutti molto bene qui, i nostri ragazzi in primis. I nostri due figli piu’ piccoli (9 e 16 anni) parlano 3 lingue, la grande (23 anni) 5 lingue. Vivono con noi tra la semplicita’ che offre la natura lussureggiante e le “puntate” ai centri commerciali dove si trova di tutto e di piu’. I due piu’ grandi lavorano al nostro resort in un area turistica di questo Paese. E’ un mondo nuovo. Fortuna che abbiamo usato la testa e scelto di andarcene dall’ Italia dove una famiglia come la nostra con tre figli oggi sarebbe sotto i ponti. Non lo abbiamo fatto con tante certezze o con tanti soldi ma con tantissima determinazione oggi ripagata dai risultati. Consiglio a tutti i genitori che hanno questa possibilita’, di trasferirsi e di far crescere i propri figli altrove, fuori dall’Italia e fuori dai mille compromessi dei Paesi occidentali.
Valeria, Londra e’ una scelta super-inflazionata ed una metropoli, se vuoi altro visita il nostro sito http://www.spiaggefilippine.com dove proponiamo opportunita’ concrete per cambiare vita su queste 7017 isole tropicali. Ciao a tutte e a Mamma Felice in particolare, la padrona di casa!