Dobbiamo ridurre il consumo di plastica monouso per salvare il Mondo

Pubblicato il 10 Gennaio 2019 da • Ultima revisione: 23 Dicembre 2021

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Checché ne dica Trump, il quale nega la reale esistenza del cambiamento climatico mondiale, la situazione ecologica che presto vivranno i nostri figli (e che in parte stiamo già vivendo) è decisamente drammatica.

Abbiamo tutti visto vari servizi al telegiornale, grazie soprattutto a Sky che sta facendo una campagna per salvare i nostri mari, in cui è evidente che l’enorme quantità di plastica e rifiuti non biodegradabili che immettiamo nell’ambiente stia inquinando irreversibilmente il Pianeta.

Nei mari e negli oceani ci sono intere isole di plastica: chilometri e chilometri di plastica che galleggia sul mare e danneggia l’ecosistema, uccide i pesci e la flora marina e distrugge progressivamente la Terra.

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Io sono molto preoccupata per tutto questo, esattamente come ero preoccupata da ragazza quando si parlava di clorofluorocarburi e dell’allargamento del buco dell’ozono. A quei tempi prendemmo tutti molto seriamente gli avvisi di pericolo degli scienziati e cambiammo immediatamente le nostre abitudini, eliminando queste sostanze dalle bombolette di lacca (la mitica Splend’or, ve la ricordate?), per fare in modo che la situazione di pericolo rientrasse, così come poi è avvenuto.

Adesso si tratta di avere la responsabilità e il dovere di cambiare di nuovo le nostre abitudini di vita, non solo per noi, ma soprattutto per i nostri figli.

Io non voglio che mia figlia viva in un mondo di plastica, pieno di immondizia, dove non viene rispettata la biodiversità, dove l’inquinamento diventa pericoloso. Per questo da settimane mi interrogo su come fare la mia parte e ho già iniziato alcuni dei cambiamenti che voglio portare a termine entro la fine dell’anno, coinvolgendo anche tutta la famiglia.

Come ridurre gli imballaggi nella nostra quotidianità

Innanzitutto ho iniziato a ridurre gli imballaggi nel mio quotidiano, scegliendo frutta e verdura non confezionate, ma sfuse. Ho cambiato radicalmente il mio modo di comprare, scegliendo negozi che mi permettessero di utilizzare sacchetti di carta e che vendessero ortaggi sfusi, assolutamente non confezionati nel polistirolo nella plastica.

È incredibile per me vedere ancora oggi che, nei supermercati, si vendono le mele dentro confezioni di polistirolo. O che, per risparmiare tempo, invece che comprare un sedano intero sfuso, ci riduciamo a comprare i cuori di sedano – pagandoli carissimi tra l’altro -, portandoci a casa un’altra vaschetta di plastica con altro imballaggio in plastica.

La gente si è lamentata tantissimo per l’obbligo di usare le buste di plastica biodegradabili per verdura e frutta, come se stesse crollando il Mondo, ma non si lamenta per la sporcizia in cui vivono i nostri figli?

Ad oggi io non solo non compro più nulla che non sia in una busta biodegradabile e ho anche eliminato del tutto dalla mia vita piatti e posate di plastica, tutti i prodotti monouso che a volte prima mi concedevo di usare per una mia comodità.

La riduzione degli imballaggi

Questa è certamente una delle prime mosse che possiamo fare per eliminare la maggior parte degli imballi nel nostro quotidiano. Non solo con la spesa alimentare, ma anche comprando più oculatamente tutti i prodotti per la pulizia di casa.

Per esempio possiamo iniziare a comprare solo le ricariche dei detersivi, che si trovano anche in piccole confezioni biodegradabili, e che ci permettono di usare un unico spruzzino di plastica, ad esempio, da riutilizzare moltissime volte, senza gettarlo via.

Allo stesso tempo per saponi, shampoo e bagnoschiuma, utilizzo le ricariche ecologiche in confezioni biodegradabili, e sposto il prodotto dentro dei dispenser in plastica o ceramica da utilizzare per anni, per eliminare lo spreco di altri contenitori in plastica usa e getta.

I prodotti pericolosi per il Pianeta, di cui dobbiamo fare a meno

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Dobbiamo renderci conto che ci sono dei prodotti pericolosi per il Pianeta, a cui, anche a malincuore, dovremmo rinunciare, come bastoncini per le orecchie, posate e piatti di plastica, cannucce, mescolatori per bevande, palloncini, contenitori per alimenti usa e getta, tazze per bevande in plastica non riciclabili e non riutilizzabili.
Ma anche le microplastiche contenute nei prodotti beauty, i cerotti, gli assorbenti, le salviettine igieniche, le microfibre e persino i glitter.

Con l’approvazione in Parlamento dell’emendamento Realacci alla Legge di Bilancio del dicembre scorso, dal primo gennaio 2020 in Italia non sarà più possibile commercializzare e produrre cosmetici e detergenti contenenti microplastiche. Il provvedimento intende mettere fine alla dispersione inevitabile in ambiente delle minuscole particelle di plastica – più piccole di mezzo millimetro e quindi impossibili da filtrare – utilizzate nella cosmesi.
Fonte: SkyTG24

Come sostituire i prodotti in plastica monouso

Esistono già delle alternative ecologiche in commercio.

Basti pensare alle cannucce di metallo oppure alle cannucce in bambù, assolutamente lavabili o biodegradabili. Ma esistono anche soluzioni estremamente divertenti e creative, come quelle adottate da alcuni bar che, per sostituire le cannucce di plastica, usano gli ziti bucati (sì, la pasta secca di semola!).

Potremmo davvero, in casa, utilizzare la pasta, se vogliamo ancora concedere il lusso della cannuccia ai nostri bimbi, e poi gettarla nell’umido senza sensi di colpa nei confronti del Pianeta. Anche se obiettivamente, a meno di problemi fisici che richiedono davvero l’uso di una cannuccia, per il resto delle situazioni potremmo benissimo farne a meno.

Esistono in commercio anche bastoncini cotonati biodegradabili, sempre in bambù, ma anche spazzolini da denti, piatti e bicchieri, posate.

Certo, possono essere leggermente più costosi rispetto ai prodotti di plastica monouso, ma abituiamoci all’idea o di farne decisamente a meno, oppure di pagarli di più, perché tutti gli stati europei sono decisi ad eliminare la plastica monouso entro i prossimi anni.

Coinvolgiamo i nostri figli nella cura del Pianeta. Perché a loro spetta l’eredità più greve e quindi anche la responsabilità di portare avanti delle campagne ecologiste molto importanti e severe.

Insegniamo loro a fare davvero la raccolta differenziata in maniera puntuale e corretta, insegniamogli a scegliere giochi e materiali biodegradabili o naturali, piuttosto che continuare a portare plastica monouso all’interno delle nostre vite.

Abituiamo i bambini alla cultura del prodotto sfuso e privo di imballaggi, in modo che loro stessi preferiscano e vedano come più naturali i prodotti che non sono ricoperti interamente di plastica.

È assolutamente possibile, a volte leggermente più scomodo, ma comunque fattibile.
Non abbiamo davvero bisogno di portare in tavola dei piatti di plastica monouso, perché siamo assolutamente in grado di cenare nei piatti veri e poi lavarli, magari dividendoci i compiti, senza danneggiare il Pianeta a causa della nostra pigrizia.



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