Il valore della procrastinazione

Pubblicato il 9 Gennaio 2017 da

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Questa volta mi sono concessa lunghe vacanze di Natale, senza pensare al lavoro e godendomi ogni minuto con gli amici e la famiglia.
Mi era già successo questa estate, anche se non avevo smesso totalmente di lavorare: le vacanze sono sempre più belle, soprattutto con mia figlia intorno, e tornare alla routine mi spiazza.

Non posso dire di sentirmi in ansia per il mio lavoro, anzi: quest’anno ho tante idee da realizzare e sono motivata più di prima.
Ma vorrei avere un telecomando per rallentare il tempo e poter aspettare ancora.
Aspettare di aver dormito abbastanza, di aver guardato tutte le mie serie TV, di aver scoperto cosa mi fa stare male e cosa mi fa stare bene.

Ho sognato tanto ad occhi aperti. A come ripensare il mio lavoro, alle cose nuove da fare, ai miei progetti personali. Ho fantasticato di aprire un locale dove cucinare, visto che in queste vacanze non ho fatto che cucinare e inventare ricette e invitare gente a casa – ed è stata la parte più divertente.

Mi è sempre successo di sognare ad occhi aperti, sin da piccola. Potevo pilotare anche i miei sogni e diventare qualsiasi cosa: una calciatrice, una star, una chef, una motivatrice, una studiosa e una ricercatrice.
Come Barbie, che ha il kit per viaggiare in astronave e anche il pony per la sua fattoria.
Per il mio ristorante ho preparato menù e arredi, scelto piatti e colori, dipinto mentalmente le pareti, aggiunto una libreria di poesie.

Con la fantasia ho risolto tanti problemi. Con la fantasia ho acquisito fiducia e autostima: più ingrandivo i miei sogni, più rendevo complessa la mia forza. 

Oggi mi sento così. Immersa nella mia bolla di fantasia, come un personaggio di quei libri popup bellissimi, pieni di alberi maestosi e montagne fantastiche.
Mi sento semplicemente tranquilla. Non ho pensato ai miei propositi, né alla mia parola mantra del 2017, non ho pensato al lavoro e da cosa iniziare ad agire, non ho pensato nemmeno a fare le lavatrici per avere qualcosa da mettermi in settimana.

A volte rimandare è bello. Dubitiamo del valore della procrastinazione, ma se ci concediamo di attendere ancora un pochino, non all’infinito, ma qualche giorno in più degli altri, possiamo addirittura farne un vantaggio. I nostri occhi osservano, la mente è lucida, le idee si schiariscono un’ora alla volta. L’aria pungente di gennaio che entra nei polmoni, il gelo che punge la faccia.

La perfezione dell’attesa. 

Io sto così, ancora qualche giorno. Abbraccio la procrastinazione e mi guardo intorno, mi appoggio al mio baricentro e me lo godo, prima di buttarmi in avanti e prendere una lunga rincorsa che, da qui all’estate, mi godrò con tutta la forza che posso.

C’è ancora un momento per me, perfetto, come una coperta calda da cui non voglio uscire.



Commenti

5 Commenti per “Il valore della procrastinazione”
  1. Valentina

    E’ il raggiungimento della reale, autentica libertà personale. Io che ancora mi sento in colpa se non ho niente da fare. Da quante gabbie mentali dovrò ancora uscire? Cara Barbara, come direbbe la mia amatissima Loretta Goggi, chapeau!!!

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (16 anni)

      Io ho ancora un nodo da risolvere: ho due blocchi mentali che certe volte mi fanno stare sveglia di notte, simili a sensi di colpa, che devo ancora capire bene. Proposito per il 2017 è comprendere questi due blocchi mentali e prendere una decisione: risolverli, o lasciare andare.

  2. Gustavo Woltmann

    è un valore prezioso! fondamentale impararlo noi genitori per insegnarlo ai figli!!!

  3. Dinamitarda

    Sono molto d’accordo con te e ho fatto riflessioni simili nei miei giorni di vacanza passati a letto a godermi l’influenza: un forzato, utile e illuminante fare niente. Dinamitarda

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