L’importanza dell’inglese per i bambini italiani
Pubblicato il 14 Aprile 2016 da Mamma Felice • Ultima revisione: 15 Agosto 2016
Con una figlia di 8 anni, le domande sul futuro, sulle scuole medie, sui percorsi scolastici sono già in arrivo: se per un bambino a questa età è ancora molto difficile capire ‘cosa studiare da grande’, per i genitori è già una sfida.
Noi leggiamo sin dalle elementari le loro competenze, le possiamo intuire, possiamo capire cosa li appassiona di più o cosa trovano più faticoso. E allo stesso tempo dobbiamo sempre tener presente che noi non dovremo condizionare le loro scelte (potremmo farlo, ma sarebbe uno sbaglio per tutti!), e non potremo imporre qualcosa che piace a noi, perché il rischio di chiedere ai figli di vivere la vita che avremmo voluto per noi, sarebbe altissimo.
Un altro rischio che per me è da tenere bene in conto, è anche evitare di indirizzare i figli verso una scuola o un futuro indirizzo ‘per trovare lavoro’. Intanto perché non possiamo avere la certezza che tra 10-15 anni quel mestiere sarà ancora in auge; e poi perché ciascuno ha diritto di lavorare nel settore che ama, invece che obbligarsi in un settore che gli provoca disgusto, solo per avere un lavoro.
Davvero è impossibile trovare lavoro anche in un campo ristretto, se siamo così appassionati e così preparati da meritarlo?
Temo che certe volte ragioniamo in modo troppo provinciale, pensando che il lavoro ideale debba trovarsi a 50 metri da casa, per vivere con i genitori fino a 35 anni e poi per pranzare tutti insieme la domenica. Non dico che non mi piacerebbe avere mia figlia vicina a me, ma onestamente non vedo in che modo questo potrebbe avvenire – senza che lei rinunci al lavoro che la rende felice.
Da sempre io e mio marito abbiamo ragionato in modo ‘europeo’: sia per noi, che per nostra figlia, non abbiamo mai vissuto il nostro lavoro in un confine geografico preciso. Anzi, abbiamo creato un lavoro che, in base alle necessità, ci permettesse di spostarci in posti migliori.
Non è una scelta semplice, ma si può fare, soprattutto se la scelta si riduce a un lavoro che ti rende felice, e uno che ti rende infelice.
Insomma: almeno per i nostri figli, possiamo pensare guardando oltre i nostri confini, no?
Ad oggi, non credo che si possa prescindere dalla lingua inglese, e vedere quanto sia sacrificata nelle scuole italiane, e mal gestita, è un dolore. Soprattutto se consideriamo che nelle nostre scuole non ci sono programmi con insegnanti madrelingua, e che inglese può capitare a un docente che fino a ieri ha insegnato matematica o storia.
A tutti gli effetti, i bambini italiani non sanno parlare l’inglese.
Per me questo è un dato preoccupante, perché in pratica con questo sistema continuiamo a tenere i bambini italiani ancorati all’Italia, e non gli permettiamo una visione globale dell’Europa e del Mondo: sono destinati a vivere e lavorare qui non già perché lo desiderano (bellissimo!), ma perché non hanno scelta.
Con Dafne facciamo spesso questo discorso, e siamo tutti d’accordo che adesso sia necessario che lei impari l’inglese BENE, con corsi, attività, giochi e formazione extra scolastica, perché in terza elementare non è ancora in grado di formulare frasi in inglese, non conosce più di 50 vocaboli e non sarebbe in grado di studiare all’estero.
E, attenzione, la nostra non è smania di farla primeggiare, né di crederci migliori degli altri: semplicemente pensiamo che sia necessario conoscere l’inglese in modo fluente, come una seconda lingua, e che non si possa più rimandare. Per diventare bilingue, un bambino ha bisogno di essere esposto alla seconda lingua almeno il 20-25% del tempo in cui è sveglio.
Tanti sono i modi di imparare:
Indice dell'articolo
Frequentare playgroups con i bambini molto piccoli
Per acquisire le basi di inglese fin da piccoli, da 0 a 4 anni, possiamo partecipare a momenti di gioco in lingua inglese, che ormai esistono in tutte le città. Sono gruppi di gioco in cui si parla soltanto la lingua straniera prescelta (inglese, francese…) e, in base all’età, si gioca, si canta, si balla, si leggono storie.
Ospitare una ragazza alla pari, o scegliere una babysitter madrelingua
Chi ha necessità di avere una babysitter o una tata, può optare per una persona madrelingua che parli esclusivamente nella sua lingua naturale. Una ragazza alla pari non ha costi eccessivi: circa 70 euro alla settimana per un orario di lavoro part time.
Crescere in inglese
Anche se la seconda lingua si impara vivendola attivamente, e guardare i cartoni animati in inglese non è così formativo, possiamo comunque, anche in casa, iniziare a crescere in inglese. Possiamo leggere in inglese, guardare film e cartoni animati, usare APP, fare attività in lingua sui siti web dedicati all’apprendimento delle lingue.
Frequentare i centri estivi in inglese
Per esempio potremmo pensare, per i bambini più piccoli, ai centri estivi organizzati dagli asili e dai nidi bilingui, o a quelli delle scuole primarie internazionali che ci sono in ogni città. Tra Maggio e Giugno queste scuole di solito offrono dei summer camp diurni, anche per chi non frequenta quell’istituto. Visto che tanto all’estate ragazzi più o meno tutti i figli di chi lavora dovranno andarci, perché non optare per una scuola inglese?
Da adolescenti, si può invece fare la scelta (coraggiosa) di mandarli in vacanza studio all’estero.
Ottenere le certificazioni
Una volta imparato l’inglese, anche a livello base, è importante certificare le proprie competenze linguistiche: chiunque voglia lavorare all’estero o avere un miglior punteggio in alcuni tipi di carriera, non deve solo saper parlare e scrivere inglese fluentemente, ma deve anche avere una certificazione linguistica.
La certificazione linguistica è lo strumento giusto per capire quello che una persona conosce e sa fare in una determinata lingua straniera. La certificazione Cambridge English, ad esempio, è riconosciuta in tutti i paesi anglofoni, serve per entrare nei corsi universitari in inglese in Italia (a Bologna, Perugia, Roma e Milano) ed è ritenuta valida in scuole e università estere, e anche per ottenere il visto in alcuni Stati. Il vantaggio è che le certificazioni Cambridge English non scadono: a differenza di altre certificazioni, possiamo ad esempio sostenere il primo esame a 7 anni, e il secondo a 20 anni, senza perdere la certificazione precedentemente acquisita.
Ci sono vari livelli, nelle certificazioni Cambridge English:
- Young Learners: tre divertenti test (Starters, Movers e Flyers) che avvicinano i bambini della scuola primaria all’inglese sia parlato che scritto, con lo scopo di attestarne le conoscenze di base;
- Cambridge English for Schools: esami che permettono ai bambini di migliorarsi passo dopo passo in inglese;
- Cambridge English Advanced, Cambridge English Proficiency, Business… ecc
Ulteriore vantaggio è che Cambridge English offre centinaia di materiali da scaricare per migliorare l’inglese e prepararsi agli esami, quindi davvero non mancano le risorse per sostenere al meglio gli esami.
Sto pensando di farlo anche per me: ho imparato a parlare e leggere (soprattutto leggere) in inglese praticamente da sola, e adesso sto imparando il tedesco da sola. Mi farebbe bene misurare le mie conoscenze e darmi più che altro una nuova possibilità: e se domani il nostro futuro potesse portarci qualche mese in un altro Paese?
La cosa migliore e avere una tata madrelingua.la certificazione ha valore principalmente in Italia.quando sara il momento di certificare si potra scegliere cio che gli viene richiesto tra tante valide alternative con una ottima preparazione di base sul campo.noi italiani siamo troppo ancorati alla grammatica che poi non siamo in grado di parlare e scrivere in inglese
Cara Barbara, credo proprio che tu abbia scritto un bel post . Sarà sicuramente utilissimo ai genitori che tengono all’inglese o ad altre lingue straniere per i loro figli.
Ho usato alcune delLE SOLUZIONI CHE hai proposto (videocassette ed audio cassette in inglese da bambina, English Camps, certificazioni, ospitare una studentessa -se non una ragazza alla pari- madrelingua inglese con cui intrattenere una fitta corrispondenza , ecc. !). E ciò ha assolutamente pagato.
Mi permetto solo di farti un appunto: secondo me “guardare i cartoni in inglese” non è così formativo e una frase sbagliat. A 26 anni continuo a nutrirmi di film e telefilm americani rigorosamente senza sottotitoli e ti assicuro che ciò mi “forma” eccome. Senza, il mio livello di inglese -già buono dopo aver frequentato una scuola media ed un liceo dove era insegnato come dio comanda- sarebbe drasticamente precipitato, visto che all’università di Torino viene insegnato peggio che male. Invece facendo così ho Imparato parole nuove, slang ed espressioni che fanno dire “chapeau” ai madrelingua con cui mi capita di parlare. Ascoltare, parlare,
Leggere, scrivere… Tutto fa brodo 😉
Have a Nice day! 🙂 mafalda
Grazie mille!
sulla questione dei cartoni in inglese forse dipende da quali scegli: un film Disney in lingua originale è difficile se non hai le basi, ma un cartone più semplice come Peppa Pig ha una struttura che permette di abbinare l’oggetto al sostantivo in modo automatico. Te lo posso dire perché ci ho provato con i miei figli. Poi ci sono teorie diverse di come proporre i cartoni: vedere prima la versione in italiano come si faceva in tv proprio questo inverno, con i sottotitoli se i bambini sanno già leggere, fermando il dvd. I cartoni sono comunque una buona risorsa che interessa i bambini.
Con i sottotitoli secondo me è sempre la scelta migliore, perché così è più semplice associare parole e suono. Ma vanno bene quando i bambini sanno leggere fluentemente.
Scusa, mi interessano i costi per l’au pair: da dove li hai dedotti?
Puoi indicarmi un link a un sito decente?
Grazie cara!
Mi sono basata su informazioni date da amiche.
Tutto vero, pero’ non pensiate che altrove la situazione sia migliore. Io ho vissuto 15 anni a Parigi dove insegnavo inglese nelle scuole materne ed elementari e vi assicuro che la situazione non è certo migliore. Tranne qualche scuola privata che puo’ permettersi l’insegnante specializzata in lingue (come la scuola in cui insegnanvo), sono le maestre che insegnano l’inglese e i bambini francesi sanno l’inglese ancora meno di quelli italiani.
Nel Regno Unito, dove la lingua madre permette alle persone di potersi esprimere tranquillamente ovunque (che poi non è proprio cosi’ vero), l’insegnamento di una lingua straniera alla scuola elementare è stato introdotto nel settembre del 2014, mettendo nel panico scuole e insegnanti che non sapevano come organizzarsi. Se ci riflettiamo, i bambini di madre lingua inglese di solito conoscono solo la loro lingua madre!
Quindi, non abbattiamoci troppo! Resta ovvio che avvicinare precocemente i bambini a nuove lingue e realtà puo’ essere solo un fattore positivo; di questo posso essere certa, dato che i miei figli, bilingui dalla nascita, stanno imparando la terza lingua con meno difficoltà dei loro coetanei. Quindi, corsi, cartoni, canzoni e anche lettura di albi illustrati vanno sempre bene. L’importante è che il bambino non si scoraggi e soprattutto che non si scoraggi il genitore, perché spesso siamo noi che pensiamo che un cartone o un libro siano troppo difficili, perché pretendiamo che i bambini capiscano tutto. Ai bambini invece basta capire l’essenziale della storia, loro si aiutano con le immagini e con le deduzioni dal contesto. In questo sono molto più bravi di noi!
Grazie mille, Michela, per il tuo commento!
Grazie a te per lo spazio che lasci alle voci di mamme e per gli utili consigli del tuo sito! Penso che ci vedremo al Mammacheblog di primavera!
Che bello!! 🙂