Matrimonio e parità

Pubblicato il 14 Marzo 2016 da • Ultima revisione: 27 Febbraio 2019

Dopo la festa della donna, mi domando sempre se qualcosa, per le donne italiane, cambierà veramente. Se l’indomani non leggerò più casi di cronaca nera in cui un marito uccide la moglie e i giornalisti scrivono ‘che lo ha fatto per amore‘. Se nei giorni a seguire non leggerò su Facebook dell’ennesima ragazza disperata che si domanda dove ha sbagliato, e in quale momento esatto, perché il suo uomo torna a casa la sera e le dice che la casa non è pulita abbastanza, o la cena non è abbastanza buona, o le porzioni abbastanza grandi.

Le donne sono brave abbastanza?

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Mammafelice è sempre stato questo: un blog in cui mettere l’accento sulla dimensione della donna, oltre alla madre, come dico nel mio libro: Essere mamma senza rinunciare a te stessa.
L’errore più comune è pensare che Mammafelice sia una mammina con il grembiule a cuoricini, che cucina crostate alla marmellata e prepara lavoretti per bambini. Io sono prima di tutto una persona che si è autodeterminata, sono una blogger ma anche una imprenditrice, sono una che non prova vergogna a pronunciare la parola ‘lavoretto’, ma allo stesso tempo ogni giorno si occupa di parità tra uomo e donna, online e offline.

Per me il matrimonio o le unioni civili o la convivenza, rappresentano il desiderio di aspirare alla felicità insieme a un’altra persona, mentre si lavora, parallelamente, alla propria realizzazione personale. Non trovo altro modo per definire il matrimonio, se non con il termine parità. Essere uguali sia nella fatica, che nel piacere. Essere uguali nel rispetto per se stessi, per l’altro e per la casa. Essere due persone che mantengono la propria dignità e personalità.

Ci sono quelli che dicono che uomini e donne non sono uguali. Ma sono davvero i cromosomi uomo e donna e renderci diversi, o sono invece gli stereotipi di genere? Davvero un uomo che stira una camicia perde la sua virilità? Basta così poco?

Io voto per la parità. E voto per la fatica.
La fatica di impegnarsi ogni giorno – da ambo le parti – per raggiungere un perfetto compromesso. Quel compromesso che, quando ero giovane, trovavo scioccante anche solo ascoltare, e che oggi invece ho compreso profondamente: fare un compromesso non significa rinunciare a se stessi, significa solo trovare un accordo che renda felici entrambi.

Ne ho scritto un piccolo decalogo semi serio, dedicato alle ragazze.

Ecco come si fa a raggiungere la vera parità uomo e donna

1) Sposa l’uomo giusto: bandito lo spirito da crocerossina, stai alla larga da tutti quegli uomini mammoni, maschilisti e pigri che non sanno caricare una lavastoviglie o cambiare un pannolino.

2) Fatti amare per quella che sei: non fingere di essere la regina della casa, perché poi ti passerà la voglia di stirare anche i calzini. Sii disordinata, caotica, creativa. Dimentica la cena sul fuoco e mostra subito le tue imperfezioni: ti farai amare davvero per quella che sei, senza abituare nessuno a un concetto di perfezione che non esisterà mai.

3) Vai a vivere da sola, prima di sposarti. Viaggia, studia, cerca un lavoro, fai esperienza. Pagati un affitto, invita le amiche a cena, organizza la spesa. Vivere da sola ti regalerà tanta esperienza, e ti insegnerà a conoscerti meglio. Allo stesso modo: scegli un marito che abbia vissuto da solo. Vedrai che differenza nella gestione della casa!

4) Non perdere la tua autonomia. La tentazione è fortissima, soprattutto diventando mamma, ma il mio consiglio spassionato è di non rinunciare mai al tuo lavoro. Lavoro è libertà. E anche se è faticoso alzarsi tutte le mattine per andare in ufficio, lavorando tu indossi un paio di ali che nessuno potrà mai toglierti.

5) Non accettare mai la violenza. Una parola sgarbata, uno schiaffo, una spinta, un insulto, o anche semplicemente un sottile modo di denigrare ciò che fai: non permetterlo. Chi ti ama davvero, non ti maltratta in nessun modo. Nemmeno se qualche volta sei insopportabile. Tutti noi siamo insopportabili, e il gioco del matrimonio sta proprio nel decidere di sopportare le ossessioni di entrambi, perdonarle e amarle.

Siete d’accordo?



Commenti

9 Commenti per “Matrimonio e parità”
  1. Sono d’accordo su quasi tutto e quello su cui non sono d’accordo è solo perchè io lo direi diversamente ma andando a fondo è la stessa cosa che dici tu, in particolare: uomo e donna sono diversi perchè ogni individuo è diverso dall’altro, questo non vuol dire che uomo e donna non posso fare le stesse cose, vuol dire che ognuno in quanto unico dovrebbe fare quello che ama di più è che gli riesce meglio e che è meglio in quel momento, in questo modo un coppia si completa, non per stereotipi.
    Per rispondere alla tua prima domanda invece credo che ci vorrà ancora molto tempo (e non solo in Italia), il tuo elenco è già utile ma purtroppo non basta finché non cambiano leggi e mentalità.

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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      Guru
      Mamma di Dafne (16 anni)

      Sono perfettamente d’accordo con te: bisognerebbe dividersi i compiti in base a ciò che si ama più fare, ed essere alla pari in questo.
      Eppure, e tu lo sai meglio di me, basta leggere un qualsiasi gruppo FB per leggere ogni santissimo giorno di una donna che si lamenta di un uomo seduto sul divano a fare niente, mentre lei lavora, si occupa dei figli e anche della casa. L’altro giorno (ed è stato lo spunto per questo post) ho letto di una ragazza anche, tornata a casa stanca dal lavoro si era messa a dormire un’oretta. Il compagno è arrivato, si è messo a giocare ai videogiochi, poi ha ordinato il take away solo per se stesso. Lei alle nove si è svegliata, la casa era un disastro, la cena per lei non c’era. E sai cosa? Non è che lei fosse arrabbiata più di tanto… Appena ha sentito che le altre più o meno stavano messe uguali, ha detto la frase che io tanto odio: mi consolo che siamo tutte sulla stessa barca.
      Ma io non mi consolo per niente!!

      • Valentina

        Sono dura, lo so, ma è cercarsela. Se il mio compagno avesse fatto una cosa del genere non sarebbe rientrato in casa. In realtà è proprio successo, agli albori del mio matrimonio, dopo una brutta litigata ha dormito in macchina una notte, è bastato. Sapeva chi sposava, ma anche io lo sapevo e dopo quell’episodio non è stato più necessario ribadire nulla. Purtroppo ad oggi ci sono donne che scrivono libri sullo “sposati e sii sottomessa” e inculcano queste belle cose nelle teste delle giovani che sì, alla fine è meglio studiare ma poi rimanere a casa con i bambini, ci pensi il marito al mantenimento. Le nuove Monnalisa Smile come dicemmo una volta, ti ricordi Barbara? Ma stiamo scherzando? Io non arriverò mai a chiedere a mio marito i soldi per comprarmi le mutande, piuttosto non me le metto.

  2. Sul decalogo sono pienamente d accordo. Io nei primi anni di vita dei miei bimbi ho dovuto rinunciare ad essere donna,per pigrizia. Ma ora lentamente,molto lentamente dopo sei/otto anni voglio riappropriarmi del mio ruolo femminile di donna matura.ma credo sia legato piu ad un fattore personale. Se potete non lasciate mai il lavoro.come dice barbara anche poche ore ma lavorate.

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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      Guru
      Mamma di Dafne (16 anni)

      Angela, davvero: secondo me il lavoro è fondamentale. Io ormai sono diventata antipatica su questa questione, perché sembra che io ce l’abbia con le casalinghe, ma non è così. Mi spaventa l’idea che tante ragazze giovani rinuncino anche solo all’idea di lavorare e studiare, per fare le madri. Fare la mamma non è un lavoro!

  3. Nadia

    D’accordissima su tutto. Ieri ho visto la pubblicità di due donne che sponsorizzavano il ferro da stiro e mi sono arrabbiata tantissimo: mai due uomini che decidano qual’è il ferro migliore!!! E quella che stira tutta truccata e coi tacchi??!! I giochini li giocano i maschi, il ferro lo usa la donna…. Pazzesco….e mentre io mi indignavo mio marito rideva sotto i baffi….un nervoso! Pensa che lui ha vissuto molto tempo da solo, essendo orfano (non per piacere o per scelta, dunque) e diceva “io mi arrangio a far tutto, cucino lavo stiro…” e allora poi ha disimparato?! Purtroppo quando trovano “la donna” si adagiano….

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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      Guru
      Mamma di Dafne (16 anni)

      Sono d’accordo: anche le pubblicità e i libri di scuola dovrebbero insegnare la parità in immagini. Guarda che delirio c’è stato con il gioco del rispetto, che in realtà faceva solo quello!

  4. Giada

    D’accordissimo, più che d’accordo su tutta la linea! Dallo scegliere la persona giusta (perché gli uomini “sbagliati” di solito non cambiano da un giorno all’altro, ma danno tanti piccoli segnali…. Che possono essere colti o ignorati nella speranza che “cambi”)… Al farsi conoscere per come si è… Al non rinunciare al lavoro. E soprattutto, dobbiamo liberarci noi per prime dallo stereotipo della “mamma perfetta” sempre sorridente e felice di servire figli e marito… Che è forse la cosa più difficile, perché dobbiamo imparare ad accettarci nella nostra imperfezione.

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