La gratitudine è resilienza

Pubblicato il 9 Marzo 2016 da • Ultima revisione: 15 Agosto 2016

La felicità è più semplice della gratitudine.
Si può essere felici con poco, si può essere felici anche da soli.

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Essere felici può essere un atto di generosità, o anche di egoismo. Dipende.

Ogni anno, da quando è nata Mammafelice, ho trovato una parola ‘mantra’: una parola da portare da me per crescere e per cambiare, per migliorare me stessa, per ricordarmi di restare viva:

Vivere green
Gentilezza
Don’t be evil, come il motto di Google
Cambiamento
Dedizione – oh, quanto amo ancora questa parola!
Pace – ho creato il mio hashtag #1000gestidipace perché quest’anno mi sono dedicata al volontariato locale, e finalmente mi sento di nuovo libera
c’è stato anche #vadaabordo…. per ricordarmi di non abbandonare mai la nave
Trovati una fatica

Ma nelle pagine dedicate alla GRATITUDINE ho lasciato tanti spazi bianchi. Perché sono arrabbiata, con me stessa e con il mondo.
Perché mi sono sentita affranta, perché mi sono persa, perché ho assaporato il gusto agrodolce del fallimento.
Perché certe volte non mi sono sentita brava come avrei voluto sentirmi.

La gratitudine è rimasta immobile su una pagina bianca, dentro le dita che non hanno trovato le parole, invischiata in una tristezza densa e appiccicosa, melensa, tutto sommato piacevole, ancorché detestabile. 

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Non perché io non abbia motivi per essere grata – anzi. Sono grata, grata infinitamente di questa nuova vita, della mia famiglia, per aver sposato l’uomo migliore della Terra – mia anima gemella e cervello gemello – per avere questa bambina che Dio solo sa quanto è bella e intelligente, e per tutte le volte che, in uno sprazzo di lucida e folle immaginazione, mi sono accorta di averle regalato un’infanzia felice, e di essermela inventata di punto in bianco, perché io questa cosa non la sapevo, eppure l’ho offerta senza possederla.

Ma non mi basta. Tra un mese compio 40 anni e non mi basta più niente, non mi bastano le parole, le lacrime, non mi bastano i tasti sulla tastiera, non mi basta più niente: voglio di più, voglio togliermi di dosso gli strati che come una cipolla ho indossato in questi anni, voglio togliermi di dosso le etichette.

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Voglio smettere di sentirmi arrabbiata. 

Voglio sognare in grande.
Sentirmi meglio nella mia testa, provare sollievo come un malato che prende la sua medicina.

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Ci provo, nelle pagine del My Green Book di Danone Activia: disegno molto, uso i colori, cerco di purificarmi l’anima.

Come direbbe Steiner, mi concentro su ciò che è buono, bello e vero.
Sulla poesia della mia vita, sui colori della Primavera che ritorna puntuale contro ogni sconforto, sulle fughe delle piastrelle – un passo alla volta – uno, due, tre… – perché non c’è altro modo di andare lontano, se non facendo solo un passo, poi solo un altro.

La gratitudine è resilienza.
Una pagina bianca che contiene tutti i colori, una pagina bianca scritta con l’inchiostro invisibile, quello spillo di luce che filtra dalle persiane.



Commenti

11 Commenti per “La gratitudine è resilienza”
  1. Bietolina

    sempre grata di averti incrociata sul mio cammino…

  2. Ci rendiamo conto di essere capaci di ringraziare quando ci succede di essere ringraziate. È come un ping pong virtuoso e io ora sono qui per ringraziarti per questo post

  3. Non sai quanto hai ragione Barbara.anche io proprio qualche giorno fa pensavo,in uno dei miei tanti momenti di grande sconforto,che e tornato il momento del pensiero positivo.bisogna imparare a guardare le cose belle della propria vita e io ne ho tante a partire da due figli meravigliosi e un marito che non cambierei per nulla al mondo.
    Quindi penne colorate,pagine bianche da riempire e tanti pensieri e disegni positivi da condividere.sono grata anche a te per essere uno degli esempi piu positivi che conosca.il tuo blog e stato fonte di carica nei momenti di sconforto durante i primi anni di gravidanza e crescita dei miei cuccioli e di me stessa come mamma.mamme lo si e dentro non si diventa.

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (16 anni)

      Angela, sì, io credo che adesso serva in generale un vero pensiero positivo globale, per tutto questo folle mondo che si sta delinenando intorno, e per la paura di questa crisi, del futuro… e anche di invecchiare, perché fondamentalmente anche accorgermi di oltrepassare i 40 mi fa un po’ impressione. A volte è come se perdessi il mio baricentro, come se mi disperdessi in coriandoli. A volte ho bisogno di incollare di nuovo i pezzi.

  4. micaela

    Anch’io sono arrabiata con me stessa e con il mondo.
    Questo mi genera una leggera depressione, una voglia di non fare nulla, di dormire e non fare niente tutto il giorno.
    Invece bisogna reagire, essere resilienti….
    Non è facile!
    Ciao

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