Mamma Felice

Depressione Post Partum: cause e terapia

Pubblicato il 27 Agosto 2015 da

Quali sono i problemi che le mamme “portano” quando entrano in terapia quando curano la depressione post partum?

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Innanzitutto non è affatto scontato che si trovi il coraggio di rivolgersi ad uno specialista. Molto spesso infatti la neo mamma non ha idea di ciò che le sta succedendo, così come le persone attorno a lei. Si tende a minimizzare, a dirsi e a dire “ma sì, è un momento: passerà”. Purtroppo anche un’informazione poco adeguata fa il resto: non ci stancheremo mai di dire che sulla depressione post partum si può intervenire grazie ad un’adeguata prevenzione, però è altrettanto vero che non sempre alle situazioni di rischio corrisponde poi un percorso psicoterapeutico.

La donna stessa può non accettare di avere delle difficoltà.

Ormai sappiamo che in Italia ogni anno circa 60mila donne non ricevono un’adeguata diagnosi di depressione, venendo di fatto lasciate sole e quindi bisogna “festeggiare” come un successo ogni persona che riesce a chiedere aiuto.

Quali sono quindi i problemi portati in terapia dalle neo mamme?

Possiamo raggruppare i temi in due grandi macroaree: il vissuto personale e il vissuto sociale.

Il vissuto personale può comprendere prima di tutto il rapporto con la propria famiglia di origine, in particolare il rapporto con la madre, da cui si parte per costruire un modello di riferimento per la propria maternità. Spesso le famiglie di provenienza possono causare delle insicurezze o delle dipendenze che, tenute sotto controllo tutta la vita, poi possono esplodere nel momento in cui si diventa genitori.

Anche ovviamente il rapporto con il partner va indagato, se viene portato dalla mamma come aspetto rilevante: l’aiuto del marito o del compagno è infatti fondamentale per aiutare la donna a sentirsi meno sola e smarrita. Spesso infatti la neo mamma depressa amplifica il senso di inadeguatezza e di mancanza di fiducia in se stessa, soffre di ansia e pensa di non volere il proprio bambino.

Nel momento in cui una mamma manifesta il proprio disagio si tende appunto o a minimizzare la problematica o a non dare fiducia alla mamma e al fatto che possa avere delle normali difficoltà. L’ascolto non giudicante di un professionista che non la colpevolizza e che invece l’aiuta ad individuare i “nodi” da sciogliere mettendo a fuoco i problemi o le mancanze su cui lavorare è il fondamento della terapia.

Un altro problema è quel senso di solitudine infinita che molte mamme dicono di provare: la depressione post partum viene definita dalla letteratura medica come un “ladro che ruba la maternità”, perché non permette di godere appieno del proprio bambino.

Ci si sente sole anche quando c’è una famiglia accanto. Perché? Perché probabilmente si sente riversare su se stesse tutto quel peso dell’archetipo materno che non corrisponde a molte.

In particolare si fa ricorso al famoso “istinto”, che diciamoci la verità, è un’invenzione: in maternità non ha senso parlare di istinto, perché il legame tra mamma e bambino si instaura quotidianamente. E dire ad una madre “vedrai che ti verrà tutto naturale” vuol dire renderla ancora più simile a quel cliché di genitore perfetto che non può esistere.

Il vissuto sociale riguarda invece l’equilibrio lavorativo e la mancanza di aiuti che per una donna sono fondamentali in modo da poter riprendere in mano la propria identità. Oggi non è affatto scontato che una donna possa ritornare al proprio posto di lavoro dopo aver avuto un figlio: si sa che la maternità in Italia è pochissimo tutelata.

Se è costretta a stare a casa contro la propria volontà, il senso di solitudine di cui dicevamo prima può essere un fattore di rischio, soprattutto se il marito o il partner lavorano tutto il giorno fuori casa.
Oppure se riescono a ritornare al lavoro non soltanto devono fare i salti mortali per poter “incastrare” tutto, ma si sentono anche in dovere di giustificarsi per quel tipo di scelta.

Fare i conti con le madri delle pubblicità – o semplicemente con altre mamme che si incontrano al parco e che si proclamano solo felici per la nascita dei propri figli – non è semplice, oltre che assolutamente non veritiero.



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