Ostetrica e doula: aiuto per la neomamma
Pubblicato il 20 Luglio 2015 da Valentina Colmi • Ultima revisione: 27 Luglio 2015
Due figure fondamentali: ostetrica e doula, aiutano le neomamme a prevenire la depressione post partum.
E’ bene che una mamma – soprattutto se è alla prima gravidanza – possa contare su alcune figure di riferimento che possano accompagnarla nel percorso nascita: il pre, il durante e il post partum possono essere molto impegnativi per una donna che magari non può contare sulla famiglia vicino o su un compagno che per via del lavoro deve rientrare dopo pochi giorni alla vita di prima.
Per questo sono fondamentali due figure che possono supportare la futura mamma e i suoi dubbi. Si tratta dell’ostetrica e della doula. A dir la verità, spesso queste due operatrici della maternità sono in conflitto: secondo il Comitato centrale della Federazione nazionale collegi ostetriche (Fnco), le doule non sono infatti assimilabili ad una professione, perché non compiono un percorso di studi di formazione scientifica. Ve lo diciamo per chiarezza: vogliamo solo fornire alle madri più informazioni possibili per un’eventuale scelta, senza alcun tipo di pregiudizio.
Ostetrica
Per diventare ostetrica si compie un percorso di studi di tre anni in Ostetricia a cui poi possono seguire altri due anni di Laurea Specialistica in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche. Secondo il codice deontologico che regola la professione, l’ostetrica “riconosce la centralità della donna, della coppia, del neonato, del bambino, della famiglia e della collettività ed attua interventi adeguati ai bisogni di salute, nell’esercizio delle funzioni di sua competenza per la prevenzione, cura, salvaguardia e recupero della salute individuale e collettiva”.
L‘ostetrica fornisce informazioni sulla fisiologia della donna durante la gravidanza, sul travaglio e sul parto, considerando – laddove possibile – la futura madre nel suo aspetto olistico, cioè non soltanto dal punto di vista fisico ma anche emotivo.
Inoltre, aiuta la mamma nel contenimento del dolore durante il parto (diremmo che l’aiuta a partorire bene o meglio) e promuove fin da subito il contatto pelle a pelle tra mamma e bambino, sostenendo l’allattamento al seno.
L’allattamento al seno è infatti un argomento per cui la madre ha bisogno di sostegno: non per tutte è facile avviare un buon allattamento, causa magari ragadi o mastiti, e la donna deve essere supportata con consigli su come attaccare il bimbo al meglio, quante volte dargli da mangiare, come capire se ha ancora fame. Una buona riuscita di questo momento può permettere a molte madri di non ammalarsi di depressione post partum: la capacità di nutrire bene il proprio bimbo al seno fa sì che non si provino un senso di inadeguatezza e di smarrimento che potrebbero portare all’insorgere della malattia. Per questo sarebbe fondamentale un’assistenza domiciliare (possibilmente gratuita) dopo la dimissione dall’ospedale: in questo modo i tempi di ripresa si riducono e la mamma può guardare al nuovo ruolo con maggiore serenità.
Doula
La doula è una donna che può essere già madre (oppure no) e che si mette al servizio della mamma o di una coppia durante la gravidanza e il post parto. Per diventarlo ci sono in Italia delle Scuole di Formazione, che nell’arco di 9 mesi permettono di conoscere questo percorso: al suo interno una futura doula impara a relazionarsi con il “mondo madre”, affrontando soprattutto le emozioni che una futura o mancata maternità (si parla anche di lutto perinatale) possono portare. Al termine di questo iter bisogna superare un esame finale.
La doula – pur non avendo competenze scientifiche – si occupa e “coccola” la donna nei primi giorni di nuovo equilibrio dopo la nascita. La ascolta, le tiene il bimbo così lei può riposare, le cucina (alcune infatte offrono anche un servizio di “catering” per lasciare del tempo alla mamma). Fondamentale è sapere che questa figura non dà consigli, ma si mette al servizio della mamma e della coppia sperimentando assieme a loro i propri desideri e sostenendoli nelle scelte.