I terrible twos: dalla teoria alla pratica
Pubblicato il 26 Febbraio 2010 da Mamma Felice • Ultima revisione: 7 Agosto 2014
A Maggio scorso ho già parlato dei terrible twos: quella fase dei bimbi, che va dai 18 mesi e ben oltre i due anni, in cui, spinti dal forte desiderio di autonomia, diventano capricciosi e monelli.
E chi avrebbe mai pensato che quella non fosse che un’avvisaglia? :heart:
Perchè nel frattempo Dafne due anni li ha compiuti e superati, e in questo momento è in piena fase terrible twos, ma piena piena!
Per questo mi è venuta voglia di rileggere ciò che avevo scritto in merito a questa situazione, e provare a fare un confronto tra teoria e pratica.
Evitare di riporre troppe aspettative nei confronti dei bambini
I bambini sono bambini e devono fare i bambini! Certe volte mi scoccio a rimettere in ordine i pasticci di Dafne, ma cerco di ricordare che questo è un problema mio! Un bambino capisce il valore dell’ordine solo intorno ai 7 anni. A 4 anni può essere coinvolto a riordinare i suoi giochi con l’aiuto della mamma, ma non prenderà mai l’iniziativa.
Senza mai giustificare il capriccio con frasi del tipo: Eh, che ci vuoi fare, sono bambini… continuo a pensare che i bimbi di mestiere debbano fare i bimbi.
Certi giorni la cameretta di Dafne sembra un campo di battaglia, e non sempre ho voglia di sistemarla. Non mi aspetto che lei rimetta a posto, perchè non ne sente ancora l’esigenza. Ma adesso può essere coinvolta a riordinare-giocando, e questo è positivo.
Ovviamente ci va tanta pazienza, perchè riordinare-giocando richiede molto più tempo di quello che impiegherei io a rimettere a posto da sola.
Non prenderla ’sul personale’
I bambini fanno i capricci non per fare un dispetto a noi! L’unico desiderio di un bambino è essere amato (nonostante tutto quello che combina) e di accontentare e rendere felici i suoi genitori.
Sempre di più ne sono convinta. Certe volte sono veramente stanca delle prese di posizione di Dafne, ma non penso che si tratti di dispetti o cattiverie fatte per nuocere. Semplicemente si tratta di una sfida, che io intendo vincere. Perchè sono la sua mamma e ho 33 anni, e lei è la bimba e ne ha 2.
Dare poche regole
I bambini devono avere poche regole. Non possiamo sommergerli di divieti, altrimenti li confondiamo. Se tutto ciò che fanno è seguito da un NO, nessuno di quei NO sarà importante, perchè percepirà che tutti i NO che gli vengono detti sono sullo stesso piano.
Se possibile, ridurrei ulteriormente le regole. Regole nette, precise, ben chiare e soprattutto inderogabili. Solo su questioni veramente serie.
Dare un’alternativa e anche una via di fuga
Occorrono scappatoie: diamo ai bambini un modo per farci contenti! Se tutto ciò che fanno non va bene… per cosa lo fanno a fare?
Questa è la regola secondo me che più di tutte ha un valore empirico. La mia regola preferita. Dalla teoria alla pratica si è rivelata decisamente la regola più sensata.
Ho capito che il mio compito è quello di restare salda, ma senza farla troppo lunga. Se c’è un capriccio in corso, la cosa migliore è stemperare la tensione e risolvere il problema senza fossilizzarsi e senza rimarcare troppo a lungo la situazione negativa.
Spesso i bimbi entrano in un circolo vizioso perchè fanno il capriccio e vengono sgridati troppo a lungo.
Per cui si crea uno stato di tensione e agitazione tale, che il bimbo diventa lagnoso e insopportabile.
Ho dunque imparato a tagliar corto! Se Dafne fa i capricci perchè non vuole smettere di lavarsi i denti, sposto la sua attenzione su un’altra cosa che può fare da sola, mi riprendo lo spazzolino e amen. Senza stare a spiegarle la rava e la fava, e soprattutto senza per forza ingaggiare una lotta all’ultimo sangue con lei.
Ingaggiare una lotta di potere con un bimbo di 2 anni è sempre distruttivo: hanno più resistenza di noi, e soprattutto non imparano nulla dalla tensione. Noi siamo abbastanza grandi da poter avere ragione senza sfidare una bimba di 2 anni.
Incoraggiare i comportamenti positivi
Non mi piace il sistema dei premi e delle punizioni. Preferisco mettere l’accento sulle cose belle, incoraggiando i comportamenti positivi.
Utilissimo per noi! Dafne inizia adesso a parlare, e ogni parola pronunciata è una conquista che va sottolineata con entusiasmo. Non voglio banalizzare le sue conquiste di autonomia, anche se mette la maglia al contrario o fa cadere la minestra dal cucchiaio. E’ importante che lei sappia che la maglia va messa dritta, ma che è molto brava a provarci da sola. Soprattutto perchè non voglio che sia frustrante, per lei, non riuscire a fare le cose perfettamente al primo colpo. La perfezione non è un modello a cui voglio puntare.
Evitare crisi isteriche, urla e botte
E’ importante cercare di mantenere la calma, e non farsi prendere da crisi isteriche o urlacci. Se non desideriamo che i bambini facciano scenate isteriche, dobbiamo essere i primi a non farle!
Non servono nemmeno le botte. Intanto perchè i bambini non si picchiano: a me non piacerebbe essere picchiata se commetto un errore, e non lo tollererei! Perchè allora deve esistere questa sproporzione tra adulti e bambini?
Le botte sono una scorciatoia momentanea a un problema duraturo.
Moooolto vero! Aborro sempre di più le urla e le botte. Ho sbroccato 2 volte, in questi mesi, e il risultato della mia crisi è stato fallimentare: Dafne con ‘la faccia a punto interrogativo’, assolutamente incapace di capire cosa stesse accadendo.
Riuscire a gestire la rabbia e la stanchezza è un nostro problema, non di Dafne.
Parlare di sentimenti
L’unico desiderio di un bambino è quello di compiacere i suoi genitori e renderli felici. I bambini ci amano, sempre, e vogliono solo che noi gliene vogliamo altrettanto. Per questo capiscono sempre ‘i dialoghi sui sentimenti‘.
I bambini hanno bisogno di sapere che i loro comportamenti hanno un impatto emotivo anche sugli altri.
E’ stato molto utile 6 mesi fa, quando Dafne era più piccola ed era possibile ‘contenerla’. Adesso dei sentimenti non gliene frega niente.
Il che non significa, però, che noi si debba smettere di parlare di sentimenti. Continuo a pensare che siano importanti, ma per un lavoro fatto su ‘futuro’. Non hanno quindi un’efficacia immediata, almeno non in questa fase ‘acuta’.
Insegnare il valore del chiedere ’scusa’
Se un bambino si comporta male, bisogna insegnarli a chiedere scusa. E se non sa farlo a parole, vanno benissimo un abbraccio, un bacino, una stretta di mano.
Assolutamente sì! E’ un gesto indispensabile per stemperare la tensione e cambiare registro. Se dopo il capriccio avviene la sgridata, per chiudere il discorso ci stanno sempre bene un abbraccio, un bacino o un ‘ti voglio bene’. Ciò che viene messo in discussione è dunque il singolo comportamento errato, e non l’Amore di mamma e papà verso il bambino.
Cercare una routine
Molti bambini amano la routine, soprattutto nei pasti, nell’orario della nanna, ecc… Non tutti, ma alcuni sì.
Confermo e rilancio, dicendo che la routine a quest’età va consolidata definitivamente. Se entro i due anni può essere per taluni accettabile che i bimbi dormano nel lettone, mangino fuori pasto, si sveglino di notte 3-4-5 volte di seguito… a questa età no, non credo sia salutare mantenere questi ritmi nè per il bimbo, nè per i genitori.
Due anni mi sembra un’età giusta per aiutare i bimbi a dormire tutta la notte, mangiare ai pasti e seduti a tavola!
ho scatenato un putiferio!
Che bel post!!! Credo che quello di cui parli qui non valga solo per i due anni ma va avanti ancora per qualche anno dopo… sono consigli e riflessioni validissime anche per me ora che i miei hanno 5 e 6 anni!!!
un abbraccio grande e buona domenica
Hho letto con mooolto interesse questo post, ma avrei un consiglio da chiederti, se possibile.
Sono una mamma felice ma stremata di due gemelli di quasi diciotto mesi.
Sono due bimbi teneri, di buon carattere ma esplosivi, nel senso che stare con loro è essere nel mezzo di un terremoto. Molto attivi, molto fisici…e in più sono due. Sembra un particolare trascurabile, ma non lo è affatto.
A volte si spalleggiano altre si infastidiscono a vicenda in un alternarsi di capricci e tenerezze.
Questi i momenti più duri:
pranzi e cene: mangiano ma solo se si fa intrattenimento circense
giochi: vogliono ovviamente la stessa cosa nello stesso momento e hanno una capacità di concentrazione di mezzo minuto
notte: se uno piange l’altro pure. Risultato? in 4 nel lettone perchè dopo il primo risveglio non ne vogliono sapere di rimanere nel loro lettino.
Avete delle soluzioni geniali o mi devo rivolgere all’esercito?
Grazie e… bellissimo blog
Caspita, Elena, alle mamme dei gemelli bisognerebbe fare un monumento… ti ammiro molto!
Io ho solo una figlia, ed è dura già così, certi giorni. Non hai proprio nessuno che ogni tanto venga a darti una mano?
Lavoro part time e quando sono in ufficio li lascio dai miei genitori.
Loro sono super disponibili ma sto seriamente prendendo in considerazione il nido per il prossimo anno educativo 🙄 perchè mi sta venendo il dubbio che proprio il fatto di stare sempre insieme in un ambiente familiare, per di più morbido come quello nonnesco, li renda dei piccoli despota.
Non so… quando sono stanca vedo tutto nero (mio marito sostiene che esagero e che penso siano solo i nostri bimbi ad essere devastanti)… Il fatto è che non ho molto tempo per confrontarmi con altre mamme (specie di gemelli) e quindi mi sento piccolina e inerme davanti alle problematiche piccole e grandi che si presentano ogni giorno…
Scusa lo sfogo ma sono anche una new entry nel mondo dei blog
Ciao!!
Che te lo dico a fare… noi, ripeto, con UNA SOLA, siamo appena tornati dal parco incavolati neri perchè non voleva salire in macchina, e non siamo andati nemmeno a fare la spesa per punizione (punizione di chi??). Certe volte mi domando se siamo noi ad essere un disastro come genitori, o se i bimbi sono tutti impossibili, quando hanno i loro 5 minuti.
Ehm… mi sa che non ti ho consolata molto 😉
Certo che è una fatica… non so che altro dire, se non: ti super-capisco!