Ecologia e Sostenibilità: Rispettare la Natura partendo dalla propria casa

Pubblicato il 12 Marzo 2021 da

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Quando si parla di sostenibilità, ognuno di noi gioca un ruolo fondamentale: siamo tutti chiamati a contribuire e fare la nostra parte. Ognuno, con le proprie capacità e competenze, parte da dov’è e fa quello che può — fosse anche dal divano! Si proprio così: ci sono diversi livelli di coinvolgimento e azioni, e per alcune di esse è sufficiente essere seduti in poltrona.

Infatti una delle campagne di sensibilizzazione delle Nazioni Unite lo dice a chiare lettere nella “Guida per i pigri per salvare il mondo”: inizia con delle azioni basilari per poi alzare il livello di coinvolgimento e cambiamento.

Questa guida — che è uno stimolo giocoso — rientra in un progetto molto più grande e ambizioso: l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano d’azione sottoscritto nel 2015 da 193 Paesi delle Nazioni unite, Italia inclusa, per garantire un presente e un futuro migliore al nostro Pianeta e alle persone che lo abitano.

Ci siamo prefissati di raggiungere in 15 anni 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, articolati in 169 sotto-obiettivi e 240 indicatori, che rappresentano una bussola per governi, amministrazioni, aziende e singoli cittadini per tracciare un sentiero più sostenibile.
È la prima volta che viene espresso un chiaro giudizio su l’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale.

Come possiamo contribuire noi, nel nostro piccolo?
Ve lo raccontiamo attraverso il video della LIVE tenuta su FB con Greta Golia, Fondatrice di Contiamoci – Buone pratiche che contano, e attraverso le parole che ha scritto per noi in questo post.

Contribuire con le proprie capacità e competenze, nessuno escluso

Ecco la LIVE che io e Greta abbiamo tenuto su FB per parlare dei primi passi per una vita sostenibile:

Finalmente viene superata l’idea che la sostenibilità sia solo una questione ambientale e si afferma una visione integrata dello sviluppo composto dall’efficienza (economica), l’equità (sociale) e la compatibilità (ambientale).

Una singola persona potrà agire nel proprio piccolo riducendo i consumi, cambiando il modo in cui fa i propri acquisti, eliminando l’usa e getta, usando l’auto solo per percorsi superiori ai 5 km.

Un’azienda potrà fare di più: ad esempio investire su sistemi di raffrescamento e riscaldamento efficienti, usare energia da fonti rinnovabili, formare i propri dipendenti su nuovi comportamenti sostenibili da adottare sul posto di lavoro.
Un’amministrazione pubblica e un governo agiranno sulle politiche promuovendo incentivi e lavorando su progetti a lungo termine, come infrastrutture ed educazione.

Aziende che nascono circolari

Finalmente abbiamo iniziato a ragionare in termini di risorse finite in un mondo finito e quindi in termini di riduzione e riutilizzo. Iniziamo finalmente a comprendere tutti i limiti dell’usa e getta e l’importanza di avere strumenti e oggetti durevoli, riutilizzabili, lavabili.

Le aziende che hanno scelto un modello di economia circolare allungano la vita dei prodotti e propongono servizi dove affittare le cose invece di usarle solo 20 minuti all’anno e lasciarle a riposare in un armadio il resto dell’anno. In una economia circolare lo scarto di un’azienda diventa materia prima di un’altra.

Per questo viene anche chiamato modello di economia rigenerativo: un sistema di produzione e consumo dove alla base ci sono condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile (Fonte Europarlamento).

Nella definizione della Ellen MacArthur Foundation i prodotti sono progettati per essere di lunga durata, facilmente riutilizzabili, disassemblati, rifabbricati e solo in ultima istanza, riciclati.

Facciamo degli esempi:

In Olanda è nato circa 5/6 anni fa un cellulare progettato per essere smontato e riparato. Ogni singolo pezzo si può acquistare online e sostituire in autonomia; si chiama Fairphone ed è già al quarto modello. Allungando la vita di un dispositivo elettronico si combatte l’obsolescenza programmata e l’inquinamento dovuto al veloce ricambio di modelli sempre nuovi. Inoltre le materie prime non provengono da zone di conflitto. Costo primo modello: 399 euro.

Oppure la Start up italiana VIC che permette di noleggiare o acquistare abiti selezionati tra brand sostenibili e artigiani. Dopo aver affittato il tuo capo puoi anche scegliere di comprarlo.

In Italia abbiamo tantissime realtà aziendali che nascono secondo i principi dell’economia circolare. Nell’app mercato circolare puoi trovare la mappatura di tantissime realtà e aziende italiane.

Rispettare la natura partendo dalla propria casa

In un mondo finito con risorse finite bisogna prendersi cura dell’ambiente naturale e della biodiversità. Mai come in questo momento storico è fondamentale preservare le specie animali, gli oceani e risorse naturali.

Per questo motivo è importante utilizzare prodotti per la detergenza che siano realmente sostenibili e non solo ammantati di vaghe definizioni come eco-friendly, 100% naturale (anche il petrolio è naturale!): la parola “green” vuol dire tutto e niente.

Questi claim generici e non supportati da certificazioni non fanno altro che aumentare il fenomeno del greenwashing, quel fenomeno per cui un’azienda, attraverso azioni di marketing e claim discutibili, si disegna una veste verde che è ingannevolmente positiva.

Se trovate sui detersivi foglioline verdi e scritte come “sicuro per l’ambiente” oppure “non inquinante”, quello è greenwashing. Oppure aziende che dichiarano di piantare alberi ma nel frattempo continuano ad avere una linea di produzione altamente inquinante.

Arrivano le certificazioni in soccorso del consumatore

Per fortuna arrivano le certificazioni in soccorso del consumatore attento ai propri acquisti, che cerca un prodotto davvero ecologico.
Sia nei maggiori supermercati che nelle piccole botteghe del biologico puoi trovare prodotti certificati ecologici, bisogna solo sapere cosa cercare e dove guardare.

Molti grandi marchi hanno deciso di intraprendere questo percorso di certificazione e di migliorare i propri standard ambientali, sociali e produttivi.

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Un marchio facilmente rintracciabile nella grande distribuzione è l’Ecolabel: un marchio dell’Unione Europea che premia la qualità ecologica dei prodotti e dei servizi migliori dal punto di vista ambientale. Garantisce un ridotto impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita del prodotto.

Ecolabel UE è un’etichetta ecologica volontaria basata su un sistema di criteri selettivi, definito su base scientifica, è sottoposta a certificazione da parte di un ente indipendente. I criteri Ecolabel, riguardano anche aspetti importanti inerenti la salute e la sicurezza dei consumatori, e aspetti sociali ed etici dei processi produttivi.

Fra i prodotti certificati ecolabel oltre ai detersivi e prodotti per la pulizia e per il corpo, troviamo anche prodotti in carta, articoli per la casa e il giardino (es. materassi, rubinetteria) abbigliamento, apparecchiature elettroniche ed elettrodomestici, campeggi e strutture ricettive.

Al link sul sito dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale trovate l’elenco di tutti i prodotti e aziende certificate.

Un’altra certificazione stavolta italiana è ICEA

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ICEA mette al bando sostanze a rischio dal punto di vista ecologico, materie prime non vegetali ritenute dannose per la salute dell’uomo e dell’ambiente, allergizzanti o irritanti. I

l termine “Eco Bio Detergenza”, indica inoltre che i prodotti sono ottenuti con materie prime vegetali da coltivazioni biologiche. Parte dal biologico e dall’idea di un modello di economia sostenibile e solidale, e va oltre il biologico, dirigendosi verso un’economia e stili di vita che richiedano una conversione responsabile di metodi, sistemi e pratiche.

Le certificazioni Icea come quelle ecolabel abbracciano diversi settori food e non food.

Una piccola e semplice autoproduzione casalinga

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Non sono una fan delle autoproduzioni: non amo comprare tanti ingredienti che hanno scadenza breve e vanno conservati in determinate condizioni per evitare che vadano a male. Ma c’è un ingrediente che fa eccezione: l’acido citrico.

Se vi va di sperimentare una piccola e semplice autoproduzione casalinga, vi consiglio di usare l’acido citrico per sostituire 9 prodotti che troviamo abitualmente in casa.

Un ottimo anticalcare per rubinetterie, lavelli, piastrelle. Utile anche come ammorbidente e brillantante per lavastoviglie.

PDF DA SCARICARE: Acido citrico: 9 ricette da stampare subito

A questo link c’è un pdf scaricabile da appendere sul frigo o da tenere a portata di mano per autoprodurre 9 detersivi con una sola diluizione di acqua e acido citrico e sostituire inutili flaconi di plastica e detersivi altamente inquinanti.

Tanti purtroppo usano l’aceto — il famoso rimedio delle nonne — : purtroppo è un mito che va sfatato perché l’aceto inquina di più dell’acido citrico.
Studi ufficiali di biodegradabilità e di tossicità per gli organismi acquatici dimostrano che l’acido acetico inquina 53 volte di più rispetto all’acido citrico. L’aceto oltre ad essere più inquinante è anche corrosivo quindi meglio acido citrico.

E non lo dico io ma il chimico Fabrizio Zago, esperto in materia di detersivi ecologici e consulente Ecolabel.

Ricapitoliamo: tutte le cose che puoi fare dal divano e non solo:

  1. cambiare fornitore di energia elettrica e scegliere energia proveniente da fonti rinnovabili (scegliere fra chi dichiara che il mix energetico è 100% rinnovabile. In bolletta trovi in uno schema chiamato mix energetico che il tuo attuale fornitore sta usando. Se non lo trovi sulla bolletta puoi cercare su google mix energetico “nome fornitore energia elettrica”)
  2. Per ridurre i nostri consumi dobbiamo prima sapere quanti sono e quindi misurarli: un test semplice per capire qual è la tua impronta
  3. Eliminare le mail accumulate nella nostra casella di posta, quelle con allegati pesanti. Infatti una mail archiviata = 10gr CO2 equivalente, ovvero le stesse emissioni per produrre un sacchetto di plastica (fonte Cleanfox)
  4. Scaricare l’APP Mercato Circolare
  5. Scegliere detersivi certificati Ecolabel
  6. Autoproduzione semplice e veloce con un solo ingrediente: l’acido citrico
  7. Sostenere un’associazione ambientalista che porti avanti istanze al posto tuo
  8. Firmare appelli e campagne di sensibilizzazione

Spero di avervi ispirato con qualche semplice azione da mettere subito in pratica, con qualche consapevolezza in più anche i nostri acquisti possono fare la differenza. Vi aspetto il terzo mercoledì di Marzo per un’altra diretta sempre a tema sostenibilità, sempre sulla pagina FB di Mammafelice.



Commenti

2 Commenti per “Ecologia e Sostenibilità: Rispettare la Natura partendo dalla propria casa”
  1. Articolo interessante. Molte grazie. Posso divulgarlo?

  2. Se tutti comprendessimo l’imortanza del fare del singolo, il nostro pianeta starebbe decisamente meglio!

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