Imparare a leggere e scrivere

Pubblicato il 4 Settembre 2013 da • Ultima revisione: 7 Agosto 2014

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Manca circa una settimana all’inizio della scuola, e mia figlia inizierà la prima elementare.
(Dico ‘circa’ perché al momento non sappiamo ancora nulla sugli orari, sui giorni, su cosa fare, e so che non siamo i soli: anche nelle altre scuole non si sono ancora degnati di avvisare le famiglie sull’inizio della scuola. Ok, polemica finita).

In questi anni di Mammafelice ho imparato una regola importante, come madre: mai forzare la natura, o anticipare i tempi. Mia figlia ha imparato a camminare solo dopo l’anno abbondante, ha parlato a due anni suonati, ancora oggi non riesce ad afferrare al volo una palla coordinando bene i movimenti (niente di grave, ma è goffa, bon, mica lo nego). Insomma: tutti i bambini hanno dei tempi di sviluppo personali, se non ci troviamo in presenza di patologie, e forzarli sarebbe quasi come spingerli ad andare contro natura, svilendo i propri talenti.

Tra le regole che mi ero imposta, dunque, c’era quella della scrittura: non volevo insegnare a Dafne a leggere e scrivere prima di andare a scuola. Abbiamo fatto tanti giochi di pregrafismo insieme, ma mai finalizzati ad apprendere l’alfabeto. E anche di fronte ai libri di prescrittura fatti all’asilo, ho sempre avuto un atteggiamento disinteressato: se vuoi farli, va bene, ma non prendiamoli come compiti.

Non volevo che imparasse e leggere e scrivere per vari motivi:
– perché molti suoi suoi compagni non sanno farlo;
– perché temo che in classe possa annoiarsi, venendo così ad odiare la scuola;
– perché non ritengo utile crescere bambini precoci: a che pro?

Solo che poi i figli vivono da soli, e imparano da soli, e mica puoi fermare i loro progressi. Così semplicemente Dafne ha imparato a leggere e scrivere da sola, senza che nessuno davvero glielo insegnasse. A volte ci chiedeva che lettera fosse quella, che parola fosse quell’altra, e bon. A volte ci chiedeva di scrivere il suo nome insieme, o di ricopiare una parola.

Poi ha iniziato a scrivere una storia, e io ho pensato fosse proprio bello, ma non gli ho dato molta importanza.

Poi ha imparato a leggere, e ha voluto andare in libreria a prendere i libri in stampatello, e io ne sono stata contenta, ma non gli ho dato molta importanza.

E poi bon: ha imparato a leggere anche il minuscolo, e adesso scrive in stampatello meglio di altri bimbi che hanno già terminato la prima e si accingono a frequentare la seconda elementare.

Un problema, se penso al suo carattere già molto individualista: Io so già leggere e scrivere, e quindi non mi serve una maestra / la scuola / eccetera.
Una soddisfazione, se penso a quando noi amiamo scrivere.

Il fatto è che i bambini fanno come vogliono. Magari questo lo scrivo nel primo post di Mammafelice, così se arriva qualche nuova mamma glielo dico subito che, in fondo, a noi va il compito di educarli e dare loro delle regole, ma poi sono loro che decidono chi essere, e come diventare. 😉

E quindi va così: affronteremo la prima elementare in questo modo, e adesso sono proprio curiosa di sapere cosa dirà la maestra, cosa farà, e soprattutto come reagirà Dafne a ricominciare letteralmente daccapo.
Forse non sarebbe male, anche in Italia, pensare a programmi differenziati in base al livello di preparazione dei bambini: io anche alle elementari sapevo già leggere e scrivere ed ero bravina alle medie, ma in matematica per esempio facevo proprio pena. Una classe di recupero di matematica mi avrebbe fatto tanto comodo, allora, dalle medie al liceo. Non mi sarei vergognata di imparare più lentamente degli altri, anzi: mi sarei sentita meno frustrata ad essere sempre molto indietro. Voi cosa ne pensate?

Io non posso manifestare apertamente disappunto o soddisfazione: non mi sembra giusto. Voi cosa ne pensate?
In ogni caso non nascondo a voi un senso di felicità personale: io scrivo perché amo scrivere, ho sempre scritto, penso che la mia vita sia più bella se la scrivo. Ho sempre letto tanto: i libri erano il mio rifugio quando vivevo una vita difficile; mi davano la speranza di una vita migliore, per cui lottare, in cui credere. Attraverso la scrittura, sul blog, ho conosciuto l’uomo della mia vita, ma ho anche creato un lavoro, dato vita a un’azienda. Le parole sono il mio ambiente, come lo è il mare per i pesci.

Probabilmente questo ha avuto una forte influenza su Dafne: ha sempre avuto a disposizione parole da parte nostra, ha potuto vederci mentre facciamo il lavoro che amiamo, ha visto nascere il mio libro, mi ha vita lavorare anche di notte quando sentivo l’urgenza di scrivere. Questo in qualche modo avrà condizionato la sua percezione del mondo, no?

Ma del resto nessun genitore può esimersi dal condizionare i figli. Solo, speriamo, di riuscire a farlo con consapevolezza, in modo pulito, senza rovinare loro la vita.



Commenti

51 Commenti per “Imparare a leggere e scrivere”
  1. Ma poi alla fine com’è andata?
    Noi abitiamo in Francia e qui già in prima asilo partono con la prescrittura, in seconda accennano il minuscolo e in tutto questo ho una bimba estremamente curiosa che tra una cosa e l’altra ha imparato pure il corsivo! Senza nessuna spinta dalla mia parte, ma con l’aiuto delle maestre sicuro.
    Il problema non sussisterebbe se restassimo in Francia, qui tendono a spingere chi può permetterselo, non rendono tutti mediocri o a li fanno annoiare come in Italia, il passaggio di classe è molto flessibile, alle volte addirittura per qualche ora a settimana per vedere come va, insomma un altro mondo; ma appunto il prossimo anno con l’inizio delle elementari per la mia grande saremo di nuovo in Italia. Mi chiedo quindi: si è annoiata o ha trovato altri spunti?

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (16 anni)

      Non si è annoiata, anche perché c’erano tante schede da fare, un programma velocissimo e si dava quasi per scontato che i bambini conoscessero l’alfabeto. Infatti hanno iniziato subito a fare le sillabe e non si sono più fermati!

      • Ti ringrazio.
        Non vorrei davvero farle saltare un anno, soprattutto a causa di come è strutturata la scuola in Italia, però rischiare che si annoi e non le piaccia andare a scuola mi seccherebbe alquanto…
        In compenso il mio secondo dovrà fare l’ultimo anno di asilo e davvero se la godrà dopo i primi due anni di asilo in Francia!

      • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

        immagine livello
        Guru
        Mamma di Dafne (16 anni)

        Riesci a farle fare il tempo parziale?

  2. In teoria sì, nel senso che non lavoro, in pratica dipende da dove rientreremo. Comunque l’idea è far fare a entrambi il tempo parziale per cercare qualche corso che gli mantenga il francese, visto che ora sono bilingue.

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