Imparare a leggere e scrivere

Pubblicato il 4 Settembre 2013 da • Ultima revisione: 7 Agosto 2014

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Manca circa una settimana all’inizio della scuola, e mia figlia inizierà la prima elementare.
(Dico ‘circa’ perché al momento non sappiamo ancora nulla sugli orari, sui giorni, su cosa fare, e so che non siamo i soli: anche nelle altre scuole non si sono ancora degnati di avvisare le famiglie sull’inizio della scuola. Ok, polemica finita).

In questi anni di Mammafelice ho imparato una regola importante, come madre: mai forzare la natura, o anticipare i tempi. Mia figlia ha imparato a camminare solo dopo l’anno abbondante, ha parlato a due anni suonati, ancora oggi non riesce ad afferrare al volo una palla coordinando bene i movimenti (niente di grave, ma è goffa, bon, mica lo nego). Insomma: tutti i bambini hanno dei tempi di sviluppo personali, se non ci troviamo in presenza di patologie, e forzarli sarebbe quasi come spingerli ad andare contro natura, svilendo i propri talenti.

Tra le regole che mi ero imposta, dunque, c’era quella della scrittura: non volevo insegnare a Dafne a leggere e scrivere prima di andare a scuola. Abbiamo fatto tanti giochi di pregrafismo insieme, ma mai finalizzati ad apprendere l’alfabeto. E anche di fronte ai libri di prescrittura fatti all’asilo, ho sempre avuto un atteggiamento disinteressato: se vuoi farli, va bene, ma non prendiamoli come compiti.

Non volevo che imparasse e leggere e scrivere per vari motivi:
– perché molti suoi suoi compagni non sanno farlo;
– perché temo che in classe possa annoiarsi, venendo così ad odiare la scuola;
– perché non ritengo utile crescere bambini precoci: a che pro?

Solo che poi i figli vivono da soli, e imparano da soli, e mica puoi fermare i loro progressi. Così semplicemente Dafne ha imparato a leggere e scrivere da sola, senza che nessuno davvero glielo insegnasse. A volte ci chiedeva che lettera fosse quella, che parola fosse quell’altra, e bon. A volte ci chiedeva di scrivere il suo nome insieme, o di ricopiare una parola.

Poi ha iniziato a scrivere una storia, e io ho pensato fosse proprio bello, ma non gli ho dato molta importanza.

Poi ha imparato a leggere, e ha voluto andare in libreria a prendere i libri in stampatello, e io ne sono stata contenta, ma non gli ho dato molta importanza.

E poi bon: ha imparato a leggere anche il minuscolo, e adesso scrive in stampatello meglio di altri bimbi che hanno già terminato la prima e si accingono a frequentare la seconda elementare.

Un problema, se penso al suo carattere già molto individualista: Io so già leggere e scrivere, e quindi non mi serve una maestra / la scuola / eccetera.
Una soddisfazione, se penso a quando noi amiamo scrivere.

Il fatto è che i bambini fanno come vogliono. Magari questo lo scrivo nel primo post di Mammafelice, così se arriva qualche nuova mamma glielo dico subito che, in fondo, a noi va il compito di educarli e dare loro delle regole, ma poi sono loro che decidono chi essere, e come diventare. 😉

E quindi va così: affronteremo la prima elementare in questo modo, e adesso sono proprio curiosa di sapere cosa dirà la maestra, cosa farà, e soprattutto come reagirà Dafne a ricominciare letteralmente daccapo.
Forse non sarebbe male, anche in Italia, pensare a programmi differenziati in base al livello di preparazione dei bambini: io anche alle elementari sapevo già leggere e scrivere ed ero bravina alle medie, ma in matematica per esempio facevo proprio pena. Una classe di recupero di matematica mi avrebbe fatto tanto comodo, allora, dalle medie al liceo. Non mi sarei vergognata di imparare più lentamente degli altri, anzi: mi sarei sentita meno frustrata ad essere sempre molto indietro. Voi cosa ne pensate?

Io non posso manifestare apertamente disappunto o soddisfazione: non mi sembra giusto. Voi cosa ne pensate?
In ogni caso non nascondo a voi un senso di felicità personale: io scrivo perché amo scrivere, ho sempre scritto, penso che la mia vita sia più bella se la scrivo. Ho sempre letto tanto: i libri erano il mio rifugio quando vivevo una vita difficile; mi davano la speranza di una vita migliore, per cui lottare, in cui credere. Attraverso la scrittura, sul blog, ho conosciuto l’uomo della mia vita, ma ho anche creato un lavoro, dato vita a un’azienda. Le parole sono il mio ambiente, come lo è il mare per i pesci.

Probabilmente questo ha avuto una forte influenza su Dafne: ha sempre avuto a disposizione parole da parte nostra, ha potuto vederci mentre facciamo il lavoro che amiamo, ha visto nascere il mio libro, mi ha vita lavorare anche di notte quando sentivo l’urgenza di scrivere. Questo in qualche modo avrà condizionato la sua percezione del mondo, no?

Ma del resto nessun genitore può esimersi dal condizionare i figli. Solo, speriamo, di riuscire a farlo con consapevolezza, in modo pulito, senza rovinare loro la vita.



Commenti

51 Commenti per “Imparare a leggere e scrivere”
  1. Oh mamma Barbara questo post avrei potuto scriverlo io…pare di leggere di me e di Stefano. Stefano non sa prendere la palla al volo, ma sa leggere e scrivere e io non volevo insegnarglielo perché alle elementari mi annoiavo quando gli altri imparavano a leggere, e mi ha sempre portato in tutta la carriera scolastica a correre con il pensiero ad altro e a distrarmi un po’..quindi lui ha imparato da solo, io nemmeno la prescrittura gli ho fatto fare. Ho solo letto tanti libri e quando voleva sapere qualche lettera gliela spiegavo, ora legge maiuscolo, minuscolo e scrive anche frasi di senso compiuto.. 😯
    E come te io in matematica non me la cavavo per niente, e anche io penso a cosà dirà la maestra a come si comporterà Stefano che ha anche l’incapacità a stare zitto per più di 5 minuti.
    Mah vedremo ti farò sapere.
    Elena

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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      Mamma di Dafne (16 anni)

      Uguale uguale! Allora aspetto anche le reazioni della maestra, così ci diamo consigli su come fare… 8)

    • Bene,mettiamoci anche Luca, primo anno di materna.Ha imparato a fare i conti, i numeri fino al 100 anche se ierimi chiedeva xome si chiamano quei numeri con 4 cifre, e la tabellina fino al 2.Perchè così a scuola non ci vado!!!!!!La palla non riesce a prenderla neanche se sopra ci sono 2 kg di colla super potente.In più lui fa l’intellettuale che sa sempre tutto e quello che non sa lo impara da solo o mal che vada dalla mamma.Povere maestre!!!Anzi, povere noi.Baci Uffa

  2. Io amo scrivere, lei ama far di conto. Io mi perdo nei miei voli fantastici, lei ha una mente più logico-razionale. Io ho fantasia con le parole lei nelle attività manuali. A entrambe piace cucinare 🙂 Anch’io non ho mai forzato nulla. Ho assecondato e assecondo le sue inclinazioni, la osservo crescere e cambiare, così come lei osserva me e il suo papà, perchè lei ci studia e ne trae le sue conclusioni, sviluppando la sua identità. Oh sì anch’io avrei avuto bisogno di un aiutino in matematica, come ti capisco!! E condivido che sarebbe bella l’idea di programmi differenziati perchè appunto se io mi annoiavo un po’ in italiano a Bimba succede con la matematica 🙂

  3. clarissa

    Lo stesso vale per Camillo, anche lui sa già leggere e scrivere e giusto ieri mi ha detto: ma cosa ci vado a fare a scuola se so già fare tutto? E io ovviamente gli ho spiegato che a parte leggere e scrivere ci sono miliardi di altre cose stupende e interessanti da imparare.
    Nell’idea di mio mondo ideale io desidero una scuola con classi suddivisi per materia e non per età dove i bambini liberamente quando arrivano decidono a cosa partecipare. Ho avuto la fortuna di sperimentare questo metodo scolastico quando ho lavorato con i bambini in Colombia e secondo me funziona bene. I bambini sono bravissimi da loro a gestirsi e se non obbligati sanno organizzarsi scegliendo di volta in volta le varie materie.

  4. condivido appieno! ma in famiglia qualcuno ha remato contro…la prima nana (2 anni e 3 mesi più grande del secondo) ha assemblato dei veri e propri quadernetti per il fratellino, gli ha insegnato a leggere, scrivere e fare semplici operazioni attraverso gli esercizietti che svolgeva in classe e riproponeva a lui, completi di votazioni finali 😯 …ma io questo l’ho scoperto solo dopo 3-4 mesi dall’inizio delle lezioni, dal momento che le lezioni si tenevano in gran segreto, nell’ombra delle tende improvvisate che talvolta invadevano le camere 8) . Io stessa sono rimasta senza parole. Però devo dire che nessuno dei due si è annoiato, in seguito, a scuola. Spero che almeno il terzo possa percorrere la sua strada senza interferenze!!!! 😉

  5. Costanza

    Ho parlato tanto con maestri e maestre di scuole elementari in questi anni e tutti mi dicono che in prima elementare hanno sempre bambini che già sanno leggere e scrivere e bambini che ancora disegnano e basta. Entro gennaio tutti sono allo stesso livello. Lo dicono anni di esperienza di insegnamento di varie maestre che conosco.

    leggere e scrivere è solo il primo piccolo passo della scuola elementare, poi ce ne sono infiniti, e in una classe c’è chi è più bravo e chi ha più difficoltà o semplicemente impiega di più a imparare. Per quello che so della scuola italiana (parlo di scuole pubbliche che funzionano e di private che funzionano) ha il pregio di aiutare chi ha più difficoltà, senza lasciarlo troppo indietro. Un altro sistema scolastico che conosco, quello inglese pubblico, è molto diverso in questo senso: ogni anno le classi vengono rimescolate dividendo di volta in volta i più bravi da quelli che fanno più fatica o tempi diversi di apprendimento. Il risultato? i più bravi hanno accesso alle università migliori, i meno bravi nemmeno se recitano a memoria le commedie di Shakespeare, dopo essere stati ‘etichettati’ come meno bravi, potranno farlo, semplicemente perché sono instradati sin dai primi anni a imparare un programma meno ambizioso. A me questo sa tanto di discriminazione e non piace per nulla.

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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      Guru
      Mamma di Dafne (16 anni)

      Vero: anche a me le maestre dell’asilo hanno detto che poi a Gennaio i bimbi saranno tutti allo stesso punto. Del resto non penso che mia figlia sia un genio: quel patrimonio genetico non glielo abbiamo trasmesso. :mrgreen: :mrgreen:

      Sulle classi differenziate davvero non so.
      Io posso dire solo la mia esperienza personale (nemmeno quella di Dafne): sono stata in elementari e medie mediocri, causa insegnanti mediocri. Quindi già il livello era basso. In classe poi, alle medie, avevo ancora compagni che non sapevano leggere (letteralmente): quindi noi che avremmo continuato la scuola siamo stati tutti penalizzati (gli altri ragazzi sono andati a fare il tornitore e altri mestieri professionalizzanti, quindi delle coniugazioni latine non gli importava nulla). Io sono arrivata alle superiori convinta di essere bravissima (= essere bravissima in una scuola mediocre = essere mediocre, ma io non lo sapevo ancora), e poi sono stata bocciata subito. Mi mancava tutto, persino le basi dell’italiano, della matematica. Tutto. Ho fatto una fatica boia, e se invece avessi avuto l’occasione di studiare meglio, avrei avuto, alle medie, l’energia per farlo e forse anche le capacità.
      Per me l’importante è che non si livellino i bambini al basso o al mediocre, pur tenendo conto delle caratteristiche dei singoli individui e dei diversi modi di apprendere.

      • Costanza

        giusto, concordo in pieno. Io credo che tanto lo facciamo noi genitori, sia che capiamo che i nostri figli hanno difficoltà, con l’aiuto degli insegnanti magari individuiamo in tempo un problema. Sia che siano ragazzi molto dotati, e allora riusciamo a stimolarli e interessarli. So che molti hanno da obiettare sul fatto che spesso gli insegnanti non si accorgono di problemi, ma i maestri e le maestre hanno da loro l’occhio clinico, individuano caratteristiche dei nostri figli che noi non riusciamo subito a capire. e poi sta a noi cercare di trovare le scuole migliori: se sappiamo per certo che la scuola vicina è pessima, dobbiamo trovare una soluzione, magari cambiando quartiere per la scuola… se si può.

      • Anche io da docente e mamma credo che differenziare le classi non sia totalmente discriminante. I docenti se conoscono i propri allievi già sanno quali hanno voglia di lavorare e quali no. Avendo in una classe elementi che alla fine remano contro per scelta o proprio perché più di quello non riescono a dare rallentano e penalizzano i più volenterosi e i più bravi. E anche questo è discriminante.
        Riguardo il saper leggere e scrivere prima di iniziare le elementari anche mia figlia, che deve fare l’ultimo anno della materna ancora (compirà 6 anni a maggio), già adesso lo sa fare e anche piccoli conti, ma come Dafne ad esempio è incapace di prendere bene una palla al balzo o andare in bici senza rotelle. Ora mi chiedo ma quando andrà alle elementari non si annoiera e dirà ‘ma quanto è noiosa la scuola?’:-). Anche lei sta facendo tutto da sola, nel senso che vivendo in un ambiente stimolante la sua curiosità la portare a chiedere, imparare, voler conoscere. Io certo non la forzo, ma sono li a darle tutte le risposte che desidera quando possibile. Insegnando inglese sto seguendo i consigli di letizia di bilinguepergioco per trasmetterle questa mia passione e lei qualcosina in 5 anni sta imparando.
        Ad esempio, con il secondo fiiglio di 3 anni che non ne vuole proprio sapere, sto ancora insegnandogli a parlare bene in un italiano comprensibile, non sa contare neanche fino a cinque e le lettere non sa neanche che forma hanno. In compenso è molto attivo fisicamente essendo un maschietto.
        Mi scuso per essermi dilungata, ma è una questione acui tengo molto e attendo i vostri commenti sulla nuova esperienza dei vostri bimbi alle elementari, sperando che qualcosa nel sistema cambi.

      • Cara Barbara hai descritto esattamente quello che mi è capitato alle medie.
        Una differenza, nessuno dei miei ex compagni arrivati dalle elementari senza saper leggere e scrivere (mi chiedo cosa abbiano fatto per cinque anni cinque!) ha continuato con le superiori, nemmeno con le scuole professionali.
        Il professore mi ha dato questa motivazione “almeno una volta usciti di qui sapranno leggere un giornale, o un contratto prima di firmarlo”.
        Che ci può anche stare, per carità…
        Sta di fatto che io che mi consideravo brava alle superiori mi sono presa una bella botta sui denti. E in più rimandata a settembre!

    • Se tutte le scuole materne si regolassero nello stesso modo, almeno quelle che confluiscono nello stesso bacino, non ci sarebbero problemi. Invece la gara a fare di più per vedersi meglio al pubblico/genitori, soprattutto le private (dove spesso si cade non per scelta ma perchè mancano posti nel pubblico), genera di conseguenza classi disomogenee. E’ vero che a gennaio sono tutti allo stesso livello, ma da settembre a dicembre cosa fai fare a quelli bravi per non annoiarli ad aspettare?

      • Costanza

        un’altra cosa mi è venuta in mente, che poi le elementari sono lunghe, e capita che arrivino nuovi bambini, con preparazione diversa, ma sta alla bravura degli insegnanti riuscire a seguire tutti. non credo ci riescano sempre, ma so per certo che fanno il possibile. lo so che un genitore ha magari diritto ad aspirare di meglio per un figlio bravo, ma allora ha sbagliato paese in cui farlo nascere (scusa, non sono riuscita a trattenermi, è una considerazione amara 😉

      • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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        Mamma di Dafne (16 anni)

        Eh, purtroppo questo è vero!

  6. First ha iniziato la prima elementare che sapeva leggere e scrivere ma non si è annoiato (come io temevo) perché comunque imparano tante cose a scuola, Second ha fatto solo pregrafismo e dio ho paura…speriamo bene! Incrocio le dita per tutti i bambini, sperando che soprattutto possano avere un anno felice

  7. Valentina

    Richi anno scorso non sapeva nè leggere nè scrivere a parte il suo nome tutto storto pur avendo una nonna ex maestra elementare, un’altra ex prof di italiano e latino e una mamma libridipendente.
    Fatto sta che nel giro di pochissimo ha imparato a scrivere discretamente (pasticcione un pò come la sottoscritta ma corretto grammaticalmente) e a leggere con una fluidità da terza elementare. La maestra di italiano ai colloqui” Beh, suvvia, gli avete insegnato un pò voi…” Io “Ma anche no, non potrebbe essere colpa della nostra libreria Ikea stracolma di libri messi in terza e quarta fila? Con una “sezione” per bambini (la più bassa 😉 dove hanno libero accesso quando vogliono?). Io credo di sì. Dafne si annoierà se la maestra sarà noiosa perchè il solo condividere quello che sa fare con una classe di almeno altri 15-20 bambini è già un’avventura che la lascerà scioccata i primi giorni (nel bene perchè vedrai che adrenalina la piccola, nel male perchè dopo il terzo, quarto giorno ti crollerà stanchissima e giùùùùù vitamine!!!!)

  8. Qui tocchi un tasto dolente. Lo scorso anno scolastico ho sofferto moltissimo la pressione delle maestre della materna (secondo anno) che mi continuavano a dire che mia figlia NON DOVEVA assolutamente imparare lettere e numeri.

    Come hai tu con Dafne, io non ho l’ho spinta a fare la “scolaretta”, lei ha fatto tutto da sola. Ha imparato lettere, numeri, somme e sottrazioni.

    Niente da fare, le maestre volevano solo che lei facesse quello che dicevano loro e quando volevano loro, cioè niente. Non era libera di esprimere nessuna sua inclinazione/interesse. Risultato: era “repressa” e temeva le maestre.

    Risultato finale: cambiato scuola. Domani cominciamo il terzo anno di materna in una scuola Montessori. Speriamo bene!

    (ps. scusa lo sfogo!) ps.bis: buon inizio per Dafne!

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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      Mamma di Dafne (16 anni)

      Mi hai fatto venire in mente che anche Dafne fa le sottrazioni e addizioni. Perfetto. Sempre peggio. :mrgreen:

      Però io davvero non capisco: ma che pretesa è di non farle imparare le cose? Ma pensano che si possa frenare l’apprendimento? 😯

      • Io ho avuto la stessa esperienza con mia figlia e da domani scuola nuova, purtroppo privata per le finanze, per l’ultimo anno di materna. Non solo perché le maestre non volevano che imparasse o meglio perfezionasse le sue abilità di scrittura e logica. Mi hanno fatto comprare un libro dove doveva colorare le figure e logicamente era sempre l’ultima a finire perché non le piaceva colorare. Si distraeva guardando e aiutando i suoi compagni che facevano il libro propedeudico alle elementari. ma anche per la mensa e l’organizazzione di tutta la scuola. Speriamo bene. Comunque anche il fratellino va già li e a lei piace di più. Reincontrera i suoi amichetti il prossimo anno alle elementari o al parco il pomeriggio. 😀

    • :argh:
      Terribile. Veramente osceno.
      Non so quanto riesca ad essere obiettiva in quel che dico, ma…come si fa a reprimere in questo modo? Cioe’ che diritto, presupposti, motivazioni avevano per irti una cosa simile?
      Perche la tua bambina non DOVEVA imparare? Non capisco proprio.

  9. Anche il mio grande ha imparato da solo senza che nessuno lo aiutasse, anzi cercavamo di mettergli i bastoni tra le ruote. Su benefici o difetti dell’apprendimento precoce non mi esprimo, perchè molto dipende dalle insegnanti che trovi. Lui ha trovato una maestra di italiano che li voleva già tutti pronti a scrivere, metà classe lo era e metà no, si sono formati i gruppi dei bravi e dei meno bravi. Non mi reso felice questa situazione.

  10. Barbara tu sai bene come è andata a noi… e posso dirti che molto fanno le maestre. Sarà vero, come ha detto qualcuno che alcuni insegnanti possono avere l’occhio clinico, ma poi bisogna vedere come affrontano e gestiscono le caratteristiche di ciascun bambino!

    BUH non solo sapeva un po’ leggere e scrivere, ma addirittura durante l’anno ha dimostrato un intuito incredibile per la matematica (capitava che concludesse lui le spiegazioni della maestra…), ma come sai le sue insegnanti non hanno saputo prenderlo dal giusto verso e invece di trovare un modo costruttivo di coinvolgerlo nelle attività scolastiche, lo hanno trasformato nel “bambino terribile, che visto che capisce tutto al volo quasi senza seguire la lezione, se ne infischia di qualsiasi regola”.

    Con questo vorrei semplicemente dirti che spero che tu trovi delle insegnanti più lungimiranti, che sappiano comprendere e guidare i loro alunni, senza aspettarsi che possano essere manovrati come dei piccoli automi…

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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      Guru
      Mamma di Dafne (16 anni)

      Io me lo auguro, tesoro… più che altro PER LORO. :mrgreen: :mrgreen:
      Perché io blablabla d’accordo sul sostegno agli insegnanti, ma se mi trovo di fronte una persona – come ho sentito in questa scuola!! – che dice: Io ho stata male… beh, non penso possa finire bene.
      Ho già messo in conto di cambiare scuola, alla prima difficoltà.
      io sono una che le battaglie civili le fa sulla sua pelle, non su quella della figlia.

    • manu

      Non so se leggerai questo post, lo spero …. ho il tuo stesso problema. … e stiamo valutando se cambiare scuola …. mi ha detto delle cattiverie inesistenti su mio figlio, lo mortifica, gli ha vietato di leggere e se si rende conto che lo fa gli fa cambiare banco ….ieri piangeva con un libro in mano e mi ha detto “io vorrei leggerlo, ma non voglio essere strano” … ho avuto il sentore che gli aizzi contro gli altri bimbi …. è stata una sua naturale inclinazione. … nessuno lo ha mai forzato a leggere ed ora poverino si sente così frustrato… in classe si annoia (c’e’ da dire che oltretutto lei è moooolto lenta col programma) e la notte è un incubo continuo ? …. vi prego, qualche consiglio?

  11. Figlia di maestra materna che non voleva ssolutamente che imparasse a legge e scrivere.
    Un po’ per non rubarle l’infanzia neanche di striscio, un po’ perche’ i bambini sono come delle bellissime piante: puoi coltivarle, dar loro acqua, illuminarli al meglio, ma la crescita devono farla da soli. E come le piante sanno dove rivolgersi per catturare la luce che gli serve.
    Non significa che non le abbiam dato stimoli, ma erano, appunto, stimoli. Come le costruzioni. Come le macchinine e le bambole di pezza.
    E Delia ha imparato a leggere, non ha ancora 4 anni e legge anche il minuscolo. Per sua unica ed espressa volonta’ “mamma, papa’ mi sono stufata di guardare solo le igure mi dite come si fa a leggere?”. E basta. E chi sono io per vietarglielo? Certo, mi capita di ricevere sguardi di disapprovazione da persone che credono io glielo abbia imposto e questo mi fa male, ma alla fine non importa, perche io so com’e’ andata.
    Non la faro’ andare in prima a 5 anni, non le togliero’ un anno di gioco puro, di essere bambina. Non e’ un anno che fa la differenza.

    Come maestra: ai cinque anni, diamo loro le basi del pregrafismo, dell’insiemistica e della logica. A volte con l’aiuto di un libro se ne troviamo uno che ci piace, a volte con schede, a volte entrambe le cose. Tutto qui. Senza coericizioni. Anche perche di solito queste attivita’ vengono fatte al pomeriggio, mentre i piu piccoli dormono. Ed e’ un bel momento anche per noi come maestre, perche possiamo spiegare con calma, perche loro sono contenti di passare del tempo esclusivo con noi e noi possiamo coccolarci un po’ quelli che erano pulcini di tre anni e che ora si avviano a diventare davvero grandi.

  12. Aspirante mamma

    ..ma allora solo la mia a 5 anni e mezzo sa a malapena scrivere il suo nome?
    (Almeno si chiamasse Genoveffa!)

  13. La mia è curiosa sia con le lettere che con i numeri (forse con i numeri anche di più),sa riconoscere tutte le lettere ma sa scrivere il suo nome e poche altre parole ma spesso mi chiede “come si scrive?” , e anche io ho solo assecondato la sua curiosità, e ora credo sia una via di mezzo, sa riconoscere le lettere e le sa scrivere (anche se la S continua a farla al contrario!!!) ma non sa scrivere o leggere da sola, conosce i numeri e sa fare somme e sottrazioni semplici contando sulle dita (o anche senza contare) Soprattutto non ho un’idea precisa di cosa sanno fare i suoi compagni, mi auguro che siano tutti più o meno allo stesso livello, mi dispiacerebbe che si annoiasse o dovesse fare fatica o forse peggio ancora che si sentisse troppo brava e poi come dici tu alle superiori scopra il contrario!!! Ok, ora sto correndo troppo!!!! 😆

  14. il mondo di Ticia

    E si , si comincia a parlare di come comportarsi con i bambini che devono andare in prima elementare…che fatica anche per Dafne la tua amatissima bee mi auguro che insieme potete farcela e poi non ti preoccupare ..la vita e piena di sorprese basta adeguarsi e tutto diventa più bello..e meraviglioso..ricorda che non sei da sola ci sono io che sarò la TICIA CHE COLORA I 12 MESI DI OGNI ANNO. .CON UN PIZZICO DI ALLEGRIA anche per insegnanti e vari docenti. A presto. La tua TIcia coloratissima. 8)

  15. bellissima la frase che hai scritto “in fondo, a noi va il compito di educarli e dare loro delle regole, ma poi sono loro che decidono chi essere, e come diventare”.
    la stessa cosa è successa a mio figlio: ha imparato a scrivere leggere a fare i conti da solo. ma spesso mi chiedeva e io rispondevo. non potevo tarpare la sua curiosità. ovviamente anche io avevo il timore che a scuola si annoiasse. ma ero ancor più preoccupata del fatto che essendo bravo a scuola, bravo negli sport rischiava o di essere escluso dagli altri o messo troppo su un piedistallo. ed è stata la prima cosa che ho detto agli insegnanti quando al primo colloquio mi hanno comunicato che era già il leader della classe. la parola d’ordine era “sminuire”. per fortuna hanno capito le mie perplessità (angosce in verità) e sono riusciti a gestire un gruppo classe molto eterogeneo in maniera eccellente. nei mesi successivi altri bambini hanno raggiunto ottimi traguardi. vedremo come andrà la II elementare…

  16. A lasciarli fare i nostri nanetti sanno sempre come stupirci… Hihihi… È la loro magia!!
    E poi mi dicono che alle elementari le competenze da acquisire sono ben altre! Chissà… Intanto buon primo giorno di scuola!!!
    Paola

  17. sara

    Cara Barbara, il mio Tommaso nn sa’ ancora leggere, ma io sn contenta cosi xke’ adesso ke comincia ad andare a scuola imparera’ cn i suoi compagni. Tommaso ha cominciato a camminare a 18 mesi e a parlare a 3 anni e mezzo, quando ha cominciato a parlare, ha imparato tt l’ alfabeto dalla A alla Z, ha imparato tte le parti del corpo umano e i colori e tt questo da solo senza il miosenza il nostro aiuto. E’ anke molto bravo cn la matematica, nn sembra proprio la sua mamma ke e’ negata ankora adesso..devo dirti ke ho dovuto portare Tommaso dalla Neuropsichiatr Infantile su rimando della Pediatra xke’ si pensava ke avesse problemi di udito, invece gli e’ stato diagnosticato un dusturbo Psicomotorio cn deficit di Iperattivita’…preciso ke e’ un bambino stupendo e sta imparando adesso ad andare cn la bicicletta cn le rotelle, altre persone si mettono a ridere xke’ a questa eta’ dovrebbe gia’ andare senza rotelle. Tommaso ha 6 anni ma su’ certe cose e’ cm se avesse 4 anni..Ciao Sara

  18. Nordlys

    Sono contro le classi differenziate. Ho avuto l’esperienza di dover stare, a tratti nella classe dei disabili (ho la SA) e la cosa non mi piaceva, mi rinfacciava per una volta di più che ero diversa, nel mio caso che ero meno degli altri. Se poi un bambino è intelligente sa anche arrangiarsi da solo, dove la scuola non arriva.

  19. euge

    mamma felice ciao bellissimo tutto ,ma ho un problema come faccio a scaricare un libro in pdf ????????? non ci riesco ,mi aiuti ??????grazie

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