Una lezione di vita

Pubblicato il 21 Maggio 2018 da

barbara-damiano-mammafelice_felicita-amicizia-motivazione

Quando parlo di felicità cerco di partire sempre dalla mia storia personale, perché mi ha insegnato che la felicità può nascere anche negli abissi del dolore. Certe volte esagero: sono talmente desiderosa di vedere tutti felici, che vorrei potervi obbligare. Mi comporto come un allenatore a bordo campo. Urlo, sbraito, incoraggio, uso i verbi imperativi: corri, corri, vai a prenderti la felicità!

Perché la felicità può essere un po’ prepotente, lo so. Non per cattiveria, né ostilità. Ma per urgenza: ho un’estrema urgenza che tutti quanti siano felici, perché io stessa ho sprecato così tanto tempo ad essere infelice, che non riesco a sopportare che voi facciate i miei stessi errori.

Lo so, sono ingiusta: dovrei permettervi di prendervi il vostro tempo… ma nello stesso istante in cui lo penso, mi sento già urlare a bordo campo: corri, corri, vai a prenderti la felicità!

Quando parlo di felicità non do lezioni di vita. Non posso, non sono capace, non ho la Laurea in lezioni di vita. Racconto ciò che sento, apro il mio cuore, senza filtri, e lascio che le parole scivolino via sui tasti, pronte a dirci che tutto è possibile: la felicità è possibile.

Invece oggi sì, sono qui per darvi una lezione di vita. Ci ho riflettuto una settimana, non sto agendo di impulso, e sono convinta.

Ho ricevuto un commento su Facebook, la settimana scorsa, che tra le altre cose chiudeva così:

Se sei così organizzata e stai secondo te tanto attenta alla salute come mai hai qualche chilo di troppo?
Mi sa che stai sbagliando qualcosa.

E adesso vi do una lezione di vita, e spero che domani possiate dare la stessa lezione anche voi ad un’altra persona, e poi ancora, così forse il mondo sarà un posto migliore.

No, non ho qualche chilo di troppo, ma grazie per averlo pensato. Io sono decisamente sovrappeso, soffro di grave obesità.
E c’è una cosa che vi sconvolgerà conoscere: lo so!

Mi guardo allo specchio, mi vedo, mi conosco, ho perfettamente chiara la mia situazione e per me è un’ovvietà sentirmi dire:
– Ehi, ma sai che dovresti proprio dimagrire? 
– Oibò, ma davvero? E io che ero ignara di tutto ciò! Che rivelazione! 😉

Sto attenta a ciò che mangio e sto attenta alla mia salute proprio perché ho un problema di salute. Sto attenta perché dire che sto sbagliando qualcosa è un eufemismo: io ho sbagliato tantissimo!

Ora, non pensiate che mi sia offesa per questo commento. Lo trovo inutile, perché non mi dice nulla che già non sapevo.
Non mi ferisce perché la verità non mi ferisce, anche quando è detta per ferire.
Non mi colpisce perché io mi amo veramente, mi piaccio molto, conosco il mio problema e cerco di risolverlo nella mia umanità, ma io non sono il mio problema.

Non mi ferisce perché io non sono una persona fragile.

Lo sono stata, fragile e impotente, arrabbiata e cattiva. Ed è questa la lezione di vita che vi regalo oggi, con un po’ di presunzione: se questo commento mi fosse stato fatto allora, quando ero una persona fragile, mi avrebbe fatto molto male. Mi avrebbe fatta vacillare, avrebbe azzerato la mia minima autostima.

Di me qualche amico dice che da ragazzina ero la più figa del paese. Ero magrissima, effettivamente ero carina, indossavo minigonne ascellari ed ero innocente, inconsapevole della mia bellezza – cosa che forse la rendeva ancora più attraente.

Ho subito violenza, più di una volta.

Il mio corpo, essere la più figa del paese, non è stato positivo per me. Ero vulnerabile. Ero una preda. La cosa è finita malissimo e per tanti anni io sono stata soltanto un oggetto. Ero completamente svuotata dentro e pensavo di essere una di quelle cose che prendi e butti via, come un oggetto usato, un calzino spaiato. Una cosa rotta.

Ho toccato il fondo, forse gli abissi. E sono passata attraverso tutte le malattie alimentari che conoscete, fino ad approdare alla compulsività. Se essere bella mi comportava attenzioni pericolose, era meglio essere brutta.

L’ultima volta che ho provato a suicidarmi, mi sono trovata di fronte alla vera scelta della mia esistenza: scegliere di vivere o scegliere di morire.
E allora, pigra come sono, mi sono detta che potevo provare a vivere, e uccidermi il giorno seguente. E il giorno seguente non mi sono uccisa perché mi sono detta che tanto potevo ammazzarmi anche l’indomani.

E alla fine non mi sono più ammazzata.

Alla fine non mi sono più ammazzata perché ho iniziato a vivere come una che non ha niente da perdere: ho iniziato ad aprire il mio cuore a tutti, perché se mi avessero ferita potevo sempre ammazzarmi, no? E poi ho iniziato a dare fiducia a tutti, perché se mi avessero tradita avrei comunque potuto uccidermi. E poi ho iniziato ad amare le persone, perché tanto se mi avessero odiata avrei potuto morire per non soffrire più.

E invece.

Invece il mondo era pieno di gente bellissima. Di ideali in cui credere, di idee da inventare, di persone da abbracciare, di persone da aiutare. E ho capito che se avessi aiutato loro, avrei aiutato me stessa attraverso di loro. E così ho fatto, buttandomi nel volontariato e dando tutto quello che avevo.

E i miei ultimi 15 anni sono stati BELLISSIMI.
Non perfetti, non facili, non immuni dal dolore, ma BELLISSIMI.

Capite che quando dico che quel commento non mi ferisce, non mi ferisce davvero. Onestamente ho visto di peggio, amici. 😉

Ma è un commento che non mi lascia indifferente perché domani potrebbe essere rivolto a una persona fragile, a una persona che si trova in quell’abisso in cui mi trovavo anche io. Una persona che magari in quel momento sente spezzarsi quel filo sottilissimo di autostima che la teneva a galla, una persona a cui basta una frase stupida (perché è davvero banalmente stupida, nella sua semplicità) per sprofondare.

È lì che possiamo fare la differenza. Con le nostre parole gentili.

Possiamo imparare a stare zitti se non abbiamo niente di carino da dire.
E possiamo invece incoraggiare gli altri, pur consapevoli che hanno dei difetti e dei limiti, affinché si sentano bene e possano migliorare.
Possiamo spargere nel mondo il seme della fratellanza, dell’amicizia, della gentilezza, della dedizione.

Ricordatevi che ognuno di noi combatte la sua personale battaglia, in ogni momento della vita.
Anche quando non si vede.

Ricordatevi la lezione di vita più importante dalla storia dell’umanità: ama gli altri e fai ciò che vuoi.
Il comandamento che ci dice che se amiamo gli altri, restiamo comunque liberi di essere chi vogliamo, e fare ciò che vogliamo.

La mia lezione di vita è questa: diffondete la gentilezza, amate, combattete il dolore con la felicità.
Gli altri hanno tutti dei difetti, e probabilmente lo sanno. Guardate il bello, ché a guardare il brutto sono tutti capaci.

Guardate il bello della vita e delle persone, e troverete la felicità nascosta proprio nelle pieghe di un amore gentile.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *