Il tempo da perdere

Pubblicato il 23 Febbraio 2018 da • Ultima revisione: 23 Febbraio 2018

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Certi giorni annego. Non è solo la pioggia di questi giorni, non sono le previsioni di neve, non è niente di drammatico, ma io annego.
Un po’ come tutte le persone normali, no?

Ma scelgo la gioia. E dire che mi piace il lamento fine a se stesso: sono campionessa olimpica di lamento.
Ma mi piace anche rispondere con il sorriso, fare battute stupide, farmi vedere sempre allegra, o per lo meno agire con allegria soprattutto quando mi sento giù di morale, perché l’allegria è una medicina che cerco di somministrare per prima a me stessa. 

Io dico sempre: mi piace farmi vedere un po’ più idiota di quello che sono – la differenza in effetti può essere sottile, lo so. 😉

E con la felicità cerco di farmi forza, soprattutto quando sono in difficoltà, e con la felicità e il buonumore cerco di contagiare anche gli altri, di rispondere, di commentare, di smorzare anche i toni – se riesco, non sempre – o comunque di farmela passare abbastanza in fretta.

Ieri, su Facebook, sotto l’immagine di un lavoretto davvero molto banale e divertente, ho ricevuto questo commento:

Ecco perché avete del tempo da perdere. Adesso mi spiego tutto.

Avrei potuto rispondere con la stessa cattiveria – sì, è un commento di una cattiveria per me inaudita, nella sua ottusità -, ma ho risposto con le mie solite battute sciocche e ho lasciato andare. Poi stamattina, con la pioggia che cade fuori, i capelli ancora avvolti nell’asciugamano post doccia, mentre aspettiamo dieci minuti in più a casa perché c’è sciopero e sotto la pioggia ci costringono a restare quindici minuti a fare la conta di chi può entrare e chi deve tornare a casa… ho pensato di mettermi al PC e scrivere questo.

Non me la prendo, non è importante, io scelgo la gioia. Ma ve lo devo dire che questo non va bene, con il ditino alzato vi devo dire che questo non si fa, che io sono una persona, siamo tutti persone, esseri umani, ciascuno con le sue debolezze, i suoi dolori, ciascuno lì lì per annegare anche lui. 

La vita non è solo lavorare e pulire casa, fare da mangiare e fare la spesa. La vita non è solo una cosa materiale, una lista di cose da fare.

Scegliere di ‘perdere tempo’ con mia figlia, facendo lavoretti scemi è una scelta precisa: è costruire una relazione creativa tra me e lei, fondata sulla resilienza, la creatività, il pensiero creativo, l’aiuto reciproco, la costanza, la dedizione, l’abnegazione, l’apprendimento della fatica e del portare a termine i propri obiettivi. Niente meno.

Mai pensato di salvare il mondo con i lavoretti, ma di salvare il tempo sì.
Perché fare i lavoretti con i bambini è uno dei modi più creativi che possiamo utilizzare per spendere bene il nostro tempo stando insieme a loro, vedendoli davvero, senza il telefonino in mano o la pentola sul fuoco da andare a girare.
Tempo esclusivo in cui esiste solo la relazione genitore-figlio, mediata dalla creatività. 

C’è una precisa scelta, nel mio personale, sulla gestione del tempo: voglio trovarne per fare cose importanti e anche per cose stupide.

E io di cose ne faccio, eh. Io mi ammazzo. Mi ammazzo di fatica e non perché voglio recitare la parte della poverella, ma perché mi piace.
Mammamia se mi piace arrivare a casa la sera così distrutta che non riesco nemmeno a fare le scale.
Mi piace mettermi a letto e provare quella sensazione di liberazione, quando il corpo si rilassa.
Mi piace quando la mia lista di cose da fare è assurdamente irrealizzabile.
Mi piace quando non ho tempo per niente, eppure vado avanti come un treno.

E poi mi piace anche fermarmi e non fare niente, ma proprio niente di niente. Passare la domenica a letto a guardare le serie TV e alzarmi solo per mangiare e fare la pipì.
Mi piace l’ozio vero, quello in cui dormicchi tutto il giorno e pensi solo egoisticamente a te stesso, chiudi la porta e non ci sei per nessuno.

Ecco la mia vita: correre piano. 

Non giudicate la vita degli altri, perché non potete sapere cosa stanno passando. Ricordatevi che ognuno ha il suo dolore. Ognuno ha il suo fardello, ognuno ha le sue motivazioni. 

Prima di scrivere una cattiveria ad un altro essere umano, pensate davvero a come potreste impiegare meglio quel minuto della vostra vita: girando il sugo, facendo uno sbadiglio di noia, facendovi una risata, andando a farvi una maschera idratante, leggendo una poesia breve.

La scelta è sempre la nostra: non solo quello che vogliamo diventare, ma chi vogliamo essere ADESSO.

Cosa vogliamo portare nel mondo, quali sentimenti vogliamo portare nel mondo.
Io porto la gioia, e la pizza. E voi?



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