Scrivere è una terapia della felicità

Pubblicato il 18 Febbraio 2016 da • Ultima revisione: 15 Agosto 2016

Ho tanti rituali della scrittura: scegliere la penna giusta, quella che non macchia le pagine successive, ma nello stesso tempo ‘graffia’ il foglio – perché uno dei piaceri della mia vita è voltare pagina (anche in senso metaforico) e sfiorare con la mano le lettere impresse sulle pagine, sentendone tutte le conche, e le diramazioni, e le direzioni.
Mi piace sentire con la pelle ciò che prima ho sentito con la testa, e ciò che le mani hanno scritto.

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C’è poi la scelta del quaderno giusto, fatto in modo che le pagine siano abbastanza porose, ma anche sufficientemente lisce per far scorrere la penna velocemente, perché quando scrivo le mie mani sono più veloci del cervello.

Un quaderno a pagina bianca, se mi serve per disegnare prototipi o fare schemi mentali.
Un’agenda con le righe, se devo prendere appunti sui prossimi articoli da fare.
Un taccuino con i quadretti, per creare le mie liste di cose da fare.

C’era Vasco che diceva:

le mie canzoni nascono da sole vengono fuori già con le parole

E io, beh certamente non sono Vasco, ma ho sempre capito questo verso, perché le parole sgorgano dalle mie dita come se pensare e scrivere fossero un unico gesto, che non necessita di intermediazione. Scrivere è il mio modo di pensare, e anche di crescere. Scrivere è il modo in cui rifletto.

Perché prima di dire un’idea ad alta voce, io ho bisogno di toccarla con le mani, scriverla con le dita, imprimerla sul bianco di un foglio e guardarla con una certa distanza per vedere l’effetto che fa.

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Conservo tutto. I miei quadernoni a quadretti grandi con tutti i riassunti dell’Università; i quadernetti di poesie che scrivevo da piccola alla luce di un mappamondo, in piena notte; i quaderni con gli appunti di tutti i posti di lavoro in cui sono stata: nomi di vecchi clienti ormai inesistenti, sigle delle pagine gialle divise per regione, liste delle persone con cui ho collaborato, mokup dei siti; quaderni con fitte liste di sogni infiniti: cosa farei se vincessi un milione di euro, come arredare un salotto in stile zen, quali piatti inserirei nel menù della mia enoteca, cose da dire a tutti prima di morire; il mio art journal, dove elaboro le fotografie e scrivo i momenti che abbiamo vissuto con nostra figlia.

Per me scrivere è sognare ad occhi aperti.

Per me scrivere è dedicarmi tempo, soprattutto se scrivo a mano: perché in quel gesto lento della scrittura c’è la mediazione del pensiero, c’è la riflessione che sgorga dalle corde più profonde, c’è la consapevolezza delle mie idee e di cosa sono e chi volevo diventare. Scrivere è terapia.  

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Scrivere per me è un esercizio di felicità e gratitudine, perché quando scrivo – adesso –  scrivo solo di felicità, idee nuove, buoni propositi e progetti. Se una volta, da ragazzina, scrivevo il dolore, oggi scrivo la gratitudine, scrivo il futuro, scrivo per cambiare la mia vita – non per crogiolarmi nella certa e serena immobilità della disperazione.

Ho un quaderno nuovo, adesso: My Green Book di Danone Activia. Un quaderno dalle pagine spesse, porose, numerate, ma bianche, intervallato da alcune frasi motivazionali, da usare come Gratitude Journal: un quaderno su cui appuntare ciò di cui sono grata, le piccole cose che mi rendono felice, per dedicarmi cinque minuti, ogni giorno, a ripercorrere la giornata appena trascorsa e ricordarmi ciò per cui vale la pena alzarsi il mattino seguente, le felicità che non mi sono mai mancate, le piccole gioie quotidiane che mi rendono speciale – sì, perché la felicità mi rende diversa, e speciale, e potrebbe fare questo effetto a chiunque ne volesse assaggiare un pezzetto.

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My Green Book si può avere gratis ancora per qualche giorno: basta collegarsi al sito My Green Book di Danone Activia, inserire i dati di acquisto degli yogurt Activia e riceverlo gratis a casa.

Profuma di nuovo.
Come quelle pagine che – lo sai – nasconderanno un pezzetto di te, un frammento della tua crescita personale, la tua dedizione, l’impegno che hai preso verso te stessa, la felicità della normalità – che è la felicità migliore, quella che non scompare mai.

Come quelle pagine che conservi dicendoti: rileggerò tutto tra qualche anno…, ma sai già che non è vero, che non sempre avremo la forza di rileggere ciò che abbiamo sognato, e che in fondo va bene così, perché il futuro è avanti, e se ti volti troppo indietro, rischi di perderti il sole.



Commenti

3 Commenti per “Scrivere è una terapia della felicità”
  1. Anche io l ho richiesto.sono una maniaca delle agende,quaderni,taccuini,cancelleria in generale.ho bisogno di scrivere tutto.di fermare su carta soprattutto i momenti piu belli, che per me sono i diari delle mie due gravidanze.

  2. Bellissimo articolo. Io aggiungerei anche guardare programmi divertenti. Ciao e grazie

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