Educare alla libertà

Pubblicato il 2 Febbraio 2015 da

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Non so se esiste qualcosa di più ragionevole e necessario della libertà. Una volta che possiedi la libertà, hai tutto: puoi scegliere. Puoi auto determinarti, innamorarti, scappare o restare, piangere o ridere, volare, progettare. Una libertà che è così immensamente prepotente da far paura, talvolta, se non siamo in grado di gestirla al meglio.

E se fa paura a noi, ai bambini quanta paura deve fare?

Spesso leggo articoli di ispirazione montessoriana, e partecipo a molte discussioni in proposito. Siamo una bella generazione, come dice la mia amica Micaela; sappiamo riflettere sull’educazione:

Noi siamo la generazione della riflessione.
Sì perché possiamo riflettere su cosa hanno sbagliato i nostri predecessori e i nostri vicini e conoscenti e cercare di migliorare, esaltare la nostra capacità di amare e crescere individui felici e spensierati. Soprattutto dobbiamo essere in grado di rispondere alla loro esigenza di essere amati e accettati per quello che sono e saranno, senza troppe domande, solo amandoli.
I nostri genitori non sono stati in grado di capirci e accettarci fino in fondo, perché si amava e si accettava solo ciò che era “eticamente” accettato dalla società.
Noi siamo la generazione del cambiamento perché finalmente possiamo urlare al mondo i nostri sogni, le nostre speranze, i nostri desideri senza per questo essere giudicati e additati.
E’ bello dimostrare di amare, sorridere ai nostri figli, fargli tante coccole, condividere con i nostri partner i piccoli successi o le piccole sconfitte dei pargoli magari anche ridendoci su…
Che liberazione! La perfezione è l’amore, la felicità perché essi ci aiutano a superare tutto.

Tutto questo riflettere e parlare di educazione ci fa bene da una parte, ma dall’altra rischia forse di toglierci un po’ di spontaneità nei rapporti con i figli?
Con tutta l’attenzione e la continuità che oggi diamo ai nostri figli, rischiamo forse di sconvolgere il concetto di libertà educativa?

Molto credono che la Montessori fosse una libertaria convinta: che i bambini facciano un po’ quello che vogliono, insomma. Almeno, così spesso viene interpretata, al punto che in varie discussioni tra amiche, sento spesso che i bambini vengono lasciati liberi di buttare il cibo per terra, o lanciare oggetti, o picchiare la mamma, o scarabocchiare sui muri. Come se questo fosse semplicemente un modo per lasciarli liberi di esprimersi – perché i bambini devono essere liberi di esprimersi.

E io sono d’accordo – perfettamente – nel ritenere che libertà e autonomia siano fondamentali per i bambini, ma allo stesso tempo credo fortemente nelle regole. Maria Montessori credeva fortemente nelle regole, checché se ne dica: era una donna del 1800 che costruì un metodo educativo completamente rigido, basato sulle regole. Un metodo ‘formale’. E il fatto che rispettasse i bambini, li curasse e li amasse, non significa che permetteva loro di fare ciò che volevano. Li toglieva dalle strade e dalle fabbriche, dava loro attenzione e amore, ma mai avrebbe permesso che un bambino tirasse un calcio alla nonna perché afflitto dalla propria rabbia – normalissima rabbia. Lo avrebbe ‘contenuto’, o avrebbe usato il tavolo ‘della riflessione’.

E infatti scriveva: AIUTAMI a fare da solo. Come dice Claudia nel suo post:

… le parole della Montessori, che diceva “AIUTAMI a fare da solo” e non “lascia che me la sbrighi da solo”. Quell’”aiutami” ha un significato. L’approccio Montessori prevede che il bambino, prima che lo si lasci “fare da solo” abbia imparato in modo minuzioso, quasi maniacale, tutti i gesti necessari a svolgere il compito in questione.

Io dico che la vera sfida, con i bambini, è trovare la libertà dentro le regole. Regole chiare, semplici e condivise.

Educare alla libertà = empowerment = realizzare se sessi.

Educare alla libertà come mezzo per elevare la personalità di ciascuno, indirizzandola senza interferenze, per accrescere al meglio le capacità individuali. Si chiama empowerment, ed è uno dei segreti per crescere bambini intelligenti: accrescere le capacità individuali.

Aiutare i bambini a realizzare se stessi liberamente, senza le nostre aspettative e le nostre paure. Facendo un passo indietro. 
Ma, allo stesso tempo, offrendo loro un percorso sicuro, fatto di ‘regole’ che li aiutino a sostenersi, senza spezzargli le ali.

Poi, ciascuno di noi saprà essere più o meno presente: io, ad esempio, lo sono poco. A volte concedo a mia figlia qualche esagerazione di troppo – anche io sono una persona esagerata.
Ho scelto di esserlo, e ci ho messo tantissimo tempo: avrei davvero voluto una mano in più, per arrivarci, un porto sicuro, qualche indicazione data con amore.

Amare incondizionatamente. 
Ma anche incondizionatamente essere obiettivi con i nostri figli – e con noi stessi – per renderci conto che la vita non è una gara a chi è il migliore. E che i nostri figli non sono perfetti come credevamo – così come loro sapranno, da grandi, che nemmeno noi lo siamo.

Agire per il Bene.
Amare la Libertà sopra tutte le cose del mondo, ma sempre senza dimenticare l’amore, che è ciò che ci rende impossibile fare male agli altri.

Liberi sì, ma INSIEME.



Commenti

8 Commenti per “Educare alla libertà”
  1. Valentina

    Io credo che il regalo più bello che possiamo fare ai nostri figli sia concedergli la LIBERTA’ di essere quello che sono. E di aiutarli a dare il massimo nella misura delle proprie capacità e delle proprie caratteristiche, che noi genitori per primi dobbiamo riconoscere e apprezzare, che ci piacciano o no. Io questo lo avrei voluto per me. Avrei voluto un babbo ed una mamma che mi crescessero secondo quello che era Valentina, non secondo quello che volevano per me. Quando impareremo a rispettare l’indole, le difficoltà, le passioni, le carenze e i talenti dei nostri figli, cresceremo delle persone che non sapranno cosa significhi intolleranza, razzismo, omofobia.
    Tutto questo mettendo a disposizione loro la nostra esperienza di adulti attraverso “regole di vita buona” che gli permetteranno di non provare il senso di smarrimento che spesso ho provato nella mia infanzia e adolescenza.
    I figli non sono nostri ma abbiamo avuto il privilegio di poter essere protagonisti della loro crescita e della loro realizzazione, in primis come Persone.
    Che poi non si debba “sgarrare” mai non è vero, credo anche nell’approccio “leggero” alla vita, perchè l’ironia e l’autoronia sono vitali come l’aria, permettono di tirare il fiato ed essere felici, come dici tu Barbara, nonostante i problemi. Un bacio a tutti!!!!!!!

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (16 anni)

      Ecco, e anche questa cosa dell’ironia, santocielo: ma perché in certe famiglie non si ride mai? E’ terribile! Tutto viene preso terribilmente sul serio, e così i bambini non distinguono più ciò che è davvero importante, da ciò che non lo è. Comunque, Valentina, c’è tanto da fare. In me, per prima. Ma almeno noi ci interroghiamo, ne parliamo, discutiamo… Intorno c’è una desolazione che mi sconforta un po’, certi giorni.

      • Valentina

        Perchè queste famiglie credono che le persone “serie” non possano essere allegre. Che stupidaggine. Io ne sto alla larga come la peste, guarda. Io sono sempre molto sopra le righe e spesso vengo guardata come un animale strano. Ma non sanno che lavoro interiore sto facendo su di me e insieme a mio marito, sui miei bambini, non possono nemmeno arrivare ad immaginarselo. Questo è importante. Sì, c’è tanta desolazione ma anche tanta gente che aspetta il “la” per partire, che ha una “sete” di felicità, di valori, che ha bisogno di fare “famiglia” fra famiglie. Al di là di qualsiasi credo religioso, politico e quant’altro. Soprattutto come ha detto Micaela, gente della nostra generazione, vivaiddio.

  2. micaela

    Ma mi consolo molto a vedere che non sono l’unica che si fa delle domande sui figli, sulle regole, sulle scelte.
    E’ vero quello che dice Barbara, che ogni tanto si guarda intorno e vede il vuoto…è vero però che parlando si scoprono tanti genitori che la pensano come noi.
    E’ che purtroppo viviamo in una società in cui non c’è dialogo, c’è solo tecnologia, non c’è più contatto umano e si ha paura di chiedere al tuo vicino come la pensa su certi argomenti, su certe situazioni di vita che sono “umane”.
    L’aridità di pensiero e di sentimento è ciò che ci rovina, bisogna interagire, parlare, mettersi in contatto con gli altri, compresi i nostri figli.
    Se coi tuoi figli ci parli, li conosci, impari a capire cosa vogliono, come si sentono, cosa si apettano da te.
    Io non credo a chi dice che non si è accorto dei cambiamenti dei figli, io credo che non ha VOLUTO vederli.
    La libertà è anche questo, capire quando non c’è bisogno di regole ma solo di un abbraccio…
    E lo capisci solo se hai seminato dialogo, amore e comprensione.
    Baci a tutti

  3. Le maestre di Ale hanno fatto due serete sun questo filone e nella prima si parlava proprio di questo “aiutatami a fare da solo” invece nella seconda si parlava dell’abbraccio, abbraccio come contenimento quando si è appena nati, abbraccio come argine di supporto nella vita, degli argini, che non siamo altro che noi genitori che dobbiamo lavorare parallelamente per aiutare i nostri figli a crescere al meglio…
    molti genitori non sono venuti, non era importanete e spesso sono i genitori che ne avrebbero piu’ bisogno…

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