Perché i bambini devono essere liberi di diventare grandi

Pubblicato il 13 Luglio 2017 da • Ultima revisione: 4 Gennaio 2021

Essere genitori: un ruolo ricco di emozioni, amore e tenerezza, ma anche paure e incertezze. La gioia nel vedere il proprio bambino crescere e fare ogni giorno delle nuove conquiste; la paura che gli succeda qualcosa.

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Tutto ciò che riguarda la vita dei figli è nuovo e per molti aspetti difficile, non solo al primo figlio, ma con ognuno di essi. Se è vero che ogni essere umano è unico e straordinario, essere genitori significa imparare a comunicare con un essere unico e straordinario. 

Capiterà spesso di non sentirsi all’altezza, pieni di dubbi, e temere di non fare la cosa giusta per i propri figli. Capiterà di voler essere genitori perfetti, e poi di rendersi conto che, come diceva Winnicott, il nostro compito è essere ‘genitori sufficientemente buoni’. 

Educare alla libertà è educare alla autodeterminazione, alla resilienza, all’empowerment: lasciare che i bambini esprimano il loro singolare talento, che trovino se stessi, che si sentano liberi di comunicare nel mondo e con il mondo.

Il bambino è competente

Il bambino fin dalla nascita è in grado di comprendere e in qualche modo ‘scegliere’ ciò che vuole, in base a un principio di piacere. In questo modo crea la sua capacità di pensiero, perché è privo di istinti superiori che lo condizionano.

Da uno scambio epistolare tra la Montessori e Freud, quest’ultimo scrisse:
Se tutti i bambini fossero allevati con il Metodo Montessori, non servirebbero più gli psicanalisti!

Il bambino infatti, così come succede nel Metodo Montessori, deve sperimentarsi in un ambiente che gli offre gli stimoli giusti all’età giusta:

  • pochi stimoli rendono il bambino annoiato;
  • troppi stimoli rendono il bambino frustrato.

Quello che la Montessori intendeva nel suo metodo e nel suo approccio alla libertà, era quello di aiutare il bambino a raggiungere la sua autonomia, all’interno delle competenze che ha già acquisito. Quindi offrendogli stimoli adeguati all’età e alle sue abilità.

Il bambino è capace di scegliere, ma ha dunque bisogno di un adulto che gli proponga le scelte possibili, in base alla sua età. Così sarà in grado di imparare i gradini per raggiungere la propria soddisfazione.

Genitori come facilitatori

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Gli adulti non hanno il ruolo di impartire insegnamenti ai bambini, ma di aiutarli, assisterli, accompagnarli nel percorso di crescita personale del singolo individuo.

Io dico sempre che i genitori sono dei FACILITATORI: questo non significa che devono rendere facile la crescita e azzerare le frustrazioni del bambino, ma devono facilitargli il compito di crescere nella resilienza, trovando le sue risorse speciali per aspirare alla felicità e trovare il suo talento.

Meno regole, più autenticità

Per questo dobbiamo dare meno regole e studiare meno decaloghi, ed essere genitori più autentici.

Troppe regole sono il sintomo di un disagio del genitore, e bloccano lo sviluppo libero del bambino.

L’apprendimento del bambino

Il dottor Piercarlo Salari, pediatra, ci ha spiegato che il bambino ha due modi di apprendere:

  1. attraverso i neuroni a specchio, grazie ai quali vengono fotografate le azioni che avvengono nell’ambiente che lo circonda, e possono essere riprodotte sin da piccoli;
  2. attraverso la sinestesia, ovvero attraverso stimoli che evocano altri eventi, i quali scatenano nel bambino una risposta di soddisfazione.

Per questo io dico sempre che i bambini vanno educati con l’esempio, con l’attaccamento (lo sguardo di mamma e papà, il loro abbraccio, il contatto: non sono mai un vizio!!), e vanno educati anche con le emozioni belle, i sentimenti e le emozioni positive, attraverso cui cresceranno con fiducia e felicità.

L’esperienza dell’alimentazione

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Ogni cucciolo ha il suo latte: per il bambino il latte materno è sempre la soluzione migliore che la natura ha predisposto per lui.

La raccomandazione è l’allattamento al seno esclusivo fino al sesto mese di vita; in seguito, secondo le indicazioni del Pediatra, l’allattamento al seno va integrato con l’alimentazione complementare iniziando così la fase dello svezzamento. So che non è semplice, ma possiamo provarci.

Il percorso del bambino verso l’autonomia a tavola

Le cellule gustative compaiono nel feto nel primo trimestre di gestazione, e si svilupperanno progressivamente fino a fargli percepire in seguito i sapori. Anche per questo motivo la mamma deve seguire una giusta alimentazione, per educare progressivamente il gusto del proprio bambino, scegliendo nel contempo alimenti privi di pesticidi e conservanti, sani e sicuri per la salute propria e del bimbo

Intorno ai 6-8 mesi di vita e comunque a seconda dei tempi e ritmi di ciascuno bambino, inizia una tappa fisiologica nell’alimentazione: il passaggio dal latte materno alle prime pappe morbide, fino alle consistenze differenti. Anche con pochi dentini, è importante proporre pappe con consistenze differenti.

Dagli 8 ai 18 mesi, come ci ha ricordato il pediatra, il bambino può cimentarsi nello sperimentare cibi di consistenza via via più ‘complessa’. Questo periodo è una ‘sensitive window’: bisogna stimolarlo con gusti e consistenze nuove.

È probabile che tra i 15 e i 18 mesi, con l’arrivo dei primi molari, il bambino regredisca leggermente e non voglia più mangiare cibo a pezzetti. Il pediatra suggerisce di non tornare alle vecchie abitudini, ma di avere pazienza.
In questi casi, si potrebbe cambiare la routine dei pasti: coinvolgere il papà quando possibile oppure riproporre le pappe non gradite dopo alcuni giorni: a volte serve solo aspettare qualche giorno perché il bambino faccia esperienza di un nuovo gusto.

Almeno fino ai 12 mesi, non va utilizzato sale nelle pappe dei bambini.

La paura del soffocamento

Non bisogna averne paura, perché i bambini sono competenti. Chiaramente bisogna dare ai bambini bocconi calibrati in base alla loro età e alle loro capacità masticatorie.
Il consiglio del pediatra è spegnere ogni ansia durante il momento del pasto e cercare di trasmettere al proprio bambino tanta serenità.

Aggiungo il mio consiglio personale: quando arriverà il momento del cibo ‘da grandi’, tagliate sempre i pezzetti di cibo non a rondelle, ma a bastoncino o a dadini piccoli.

Vi consiglio inoltre di fare un corso di disostruzione pediatrica: a me è stato utilissimo in più di un’occasione, perché mia figlia ha un problema di deglutizione, e soprattutto mi ha resa più sicura, perché sapevo cosa fare e ha liberato le mie paure.

La stitichezza nel bambino svezzato

Il pediatra dice che nella maggior parte dei casi il problema della stitichezza è un ‘falso’ problema. Con lo svezzamento capita spesso che ci sia un temporaneo periodo di stitichezza.

Per affievolirlo, ecco i consigli: far bere spesso i bambini, dando loro acqua fresca non gelata; proporre fibre sotto forma di frutta e verdura fresche di stagione, in porzioni adeguate all’età del bambino.
Crescendo, contro la stitichezza è importante dare frutta e verdura mano a mano non frullate.

Inoltre è importante anche il movimento: giocare all’aria aperta, muovere i muscoli… questo favorisce i movimenti intestinali.



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