Non voglio vivere aspettando qualcosa

Pubblicato il 28 Novembre 2016 da

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Non voglio vivere nell’attesa.

Non voglio vivere aspettando qualcosa che deve ancora avvenire. 
Non voglio vivere aspettando una vita perfetta, prendendo polvere nell’attesa.

Voglio vivere come una gomma da cancellare: consumarmi tutti i giorni il più possibile, darmi da fare, non risparmiare un millimetro di me.
Arrivare a consumarmi tutta, fino all’ultima materia.

E’ da pazzi, ma amo fare fatica. Amo quella sensazione di buttarmi nel letto tardissimo la sera, dopo aver fatto mille cose, con il cervello in fiamme. Stendere le gambe nel fresco delle lenzuola, respirare di felicità, sentirmi grata per un’altra splendida giornata.

Tutta la vita sa essere splendida, anche quando fa schifo. L’odore dei vermi che escono sotto la pioggia, la pelle che brucia in una forte stretta di mano, la cioccolata che fa venire i brividi alla mandibola mentre si scioglie in bocca, un ghiacciolo che fa male alla testa, soffiarsi il naso di notte e vedere scintille nel buio.

Mettersi in gioco. 

Tutta la vita sa essere splendida, nella sua minuscola esibizione. Le ciabatte vicino al letto, i capelli puliti dopo la doccia, lavarsi la faccia con l’acqua fredda, staccarsi le pellicine dalle dita fino a farle sanguinare, mangiare i broccoli perché devono essere mangiati.

Sono ammirata dall’imperfezione della vita, che è così orribile, talvolta, e così sgraziata, scomposta, ingiusta, strafottente, stupida. 
Eppure è vita, in ogni particolare piccolissimo: trasuda vita da ogni cellula, irradia vita da ogni particella. 

Non so cosa succederà, quanto dovrò soffrire, quanto dolore mi attende, quanti momenti di entusiasmo, quanta felicità, quanta paura. Non so niente, non so se sarò viva domani e dopo ancora, se perderò le persone che amo, se qualcosa andrà storto.
In tutta onestà: potrebbe andare storta qualsiasi cosa.

Ma finché c’è vita, mi sento viva. Non riesco più a preoccuparmi del futuro, qualunque esso sia, perché sento esplodermi dentro la perfezione imperfetta di ogni singolo momento. Ogni. Singolo. Momento.

Magari siamo nati per questo: per provare la sensazione di essere davvero vivi. 
Per la nostra capacità di affinare la resilienza.
Perché non si può fare altro che essere felici della vita in se stessa, nonostante tutto.

Per consumarci come un rotolo della carta igienica, indipendentemente dal fatto che ce ne sia uno di ricambio.

Non è semplicemente meraviglioso, essere umani?



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