Credo nel SERVIZIO

Pubblicato il 11 Luglio 2016 da

Non credo al sacrificio: ho sempre voluto tutto e subito e, quando non si poteva, ho sempre parlato di determinazione e mai di sacrificio.

Non credo a quelli che ‘si sacrificano per i figli’: con tanta fatica si può riuscire a fare tutto, o, come abbiamo fatto noi, a fare meno: nessuno ci chiede di essere perfetti, di guadagnare molto denaro, di avere un lavoro prestigioso e una casa linda. Possiamo fare meno, e guadagnare più tempo da spendere con i figli.

volontariato-servizio-migranti-pensiero-positivo

Non credo al sacrificarsi al posto degli altri, perché la parola ‘sacrificio’ ha in sé un senso di penitenza, e io in educazione non credo né ai premi, né alle punizioni.

Credo invece nel SERVIZIO.

Mettersi a servizio degli altri ha un senso più positivo e più profondo, che sacrificarsi per loro: può esserci gioia per entrambi, senza mortificarsi e senza mortificare.

Mettersi al servizio non significa cedere il passo, ma aprire il sentiero con le proprie mani; non significa cedere il pezzo della propria torta, ma cucinare due torte, affinché bastino per tutti. 

Me lo chiedono sempre, perché faccio volontariato, perché ‘spreco’ tanto tempo e risorse in qualcosa che non mi riguarda personalmente.
E io lo faccio proprio perché, invece, mi riguarda personalmente: è un problema di tutti l’estensione dei diritti civili, un problema di tutti l’accoglienza dei migranti, un problema di tutti la rivalutazione del proprio territorio.

Due sere fa le Migranti che Mappano ha accolto (Mappano è il paese in cui vivo adesso) hanno organizzato una cena somala per 130 persone. Con il ricavato volevano finanziare una cosa semplice: mettere le zanzariere alla casa in cui sono ospitate.
A un giorno di distanza dalla morte di un ragazzo di colore a Fermo, a Mappano 130 persone si sono sedute insieme ai tavoli allestiti nel giardino del Santuario, hanno assaggiato il cibo somalo, con il suo cumino e i sapori così diversi dai nostri, e hanno fatto un applauso e un ringraziamento a queste ragazze.

Tutto questo mi ha toccata profondamente. Dopo una giornata a tagliare chili di verdure e friggere sambus (involtini di carne e verdure) insieme a una decina di grandi donne, con la schiena a pezzi e i vestiti appiccicati al corpo per il caldo della giornata, mi sentivo felice.
Felice di aver prestato servizio, felice di servire il cibo, felice di non essere protagonista della serata, ma solo una di tanti che aveva prestato servizio.

Pensavo che se in un paesino piccolo e ancora pieno di reticenza come il nostro, 130 persone sanno cenare insieme ad un tavolo, accantonando le proprie differenze politiche, sociali, religiose e culturali, allora tutto il Mondo, potenzialmente, può farlo. Potenzialmente queste 130 persone possono diventare 1300, poi centomila, poi un milione… se solo qualcuno si mette al loro servizio, e fa in modo che avvenga una unione semplice, conviviale, basata sulla gioia e sulle differenze, invece che sull’identità e sul nazionalismo.

Ogni volta che succede qualcosa di piccolo, ma meraviglioso, la mia fiducia nel Mondo diventa più grande, e più forte, e più attiva. Ogni volta alzo l’asticella e penso che posso fare ancora una cosa di più, e non aspetto che arrivi dal cielo, ma vado a cercarla. Mi metto al servizio e sono felice di non essermi mai sacrificata o mortificata per gli altri, ma anzi di aver portato la mia gioia e il mio entusiasmo, la mia positività.

Sin da quando è nata Mammafelice, la positività è stata il mio punto di forza: anche nei periodi più neri della nostra vita, abbiamo sempre adottato un pensiero positivo. Invece di catalizzare lo stress e la preoccupazione, ci facevamo due risate e andavamo avanti. E questo procedere a piccoli passi, alla fine, è servito: la nostra vita non è stata comunque perfetta, e non lo è nemmeno adesso, ma almeno è stata una vita bella.

Ed è così che sto vivendo questo nuovo ciclo della mia vita: mettendomi a servizio degli altri, ma portando la mia gioia.

Lo so già che non cambieremo il Mondo, ma io lo dico da sempre: il mio obiettivo è cambiare me stessa, non gli altri.



Commenti

4 Commenti per “Credo nel SERVIZIO”
  1. elisa

    parole sante, condivido in pieno. Io gioisco quando mi accorgo che le mie figlie, seppur piccolo riescono a concepire gli errori degli adulti e si meravigliano del perchè non riescano a capire quanto siano semplici, a volte le cose, come cenare insieme.
    in questi momenti io mi sento molto orgogliosa, molto più orgogliosa di una coppa vinta a qualche campionato o di un dieci a scuola. queste sono lezioni di vita 🙂

  2. Maia

    Bellissimo post, condivido ogni parola!
    Purtroppo dove abito io invece c’é molta xenofobia e, ahimè, anche razzismo.
    Nella città dove vivo la popolazione é letteralmente “insorta” contro l’arrivo di 30 migranti fuggiti a Boko Haram (sì avete letto bene TRENTA). In un Cune vicino, idem per un numero simile di donne. Sono state ospitate in un convento, per fortuna.
    É bello sapere che ci sono luoghi in cui si riesce a essere ospitali.
    Grazie Mammafelice per la positività che hai trasmesso con questo post!

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (16 anni)

      Maia, anche qui c’è stata una specie di insurrezione PRIMA che arrivassero le ragazze. Non ti dico, che è meglio…
      Poi alla fine la gente per la maggioranza se ne frega, perché ha visto che sono donne, e lasciano correre, ma il razzismo purtroppo c’è anche qui.
      Diciamo però che la fortuna è che la comunità parrocchiale invece ha fatto un buon lavoro di accoglienza, anche di persone come me non religiose, e dunque le ragazze non sono state lasciate da sole.

Rispondi a Mamma Felice Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *