Mi piace giocare con te, sono felice

Pubblicato il 15 Settembre 2015 da • Ultima revisione: 4 Marzo 2016

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Non credo di aver mai riso tanto come questa estate, o forse sì, ma era quando c’erano quegli sprazzi di spensieratezza che poi nella vita difficilmente sono tornati – prima che arrivassi tu, e prima che arrivassi anche io, in effetti. Perché nel momento in cui ho trovato te, probabilmente ho prima trovato me stessa. Soltanto allora mi sono sentita pronta per avere una figlia, e per metterti al mondo e desiderarti, sapere che le tue cellule crescevano dentro di me. Io, davvero, te lo giuro, non credo ti avrei fatta nascere, se non ci fosse stato questo presupposto, perché potevo regalarti un’infanzia felice solo se io stessa sarei stata disposta a crearmene una a trent’anni, e poi a quaranta.

Quasi ogni sera, quest’estate, abbiamo giocato insieme: quella sera in cui papà ha disegnato la Colomba di Picasso facendo uno scarabocchio, e voleva anche avere ragione… non riuscivamo più a respirare dal ridere, con i crampi allo stomaco e le lacrime. Che bella sensazione, che bella, che bellissima sensazione di leggerezza, di bellezza, di pulizia, di purezza. La sensazione che davvero un gioco non è soltanto un gioco, ma è una relazione d’amore. E io ti amo, ti amo come amo tuo padre, e vi amo che certe volte mi manca il fiato.


L’altra sera, quando eravamo nel lettone e papà il giorno dopo avrebbe avuto una riunione di lavoro lontano (lontano, ah ah, un’ora di macchina), io ho iniziato a piangere sulla tua copertina a fiori, e cercavo di incamerare aria e respirare, e singhiozzare piano, ma io se perdessi voi, niente esisterebbe più, non ci sarebbe più nemmeno il seme della felicità. Anche se dico sempre che però, finché siamo vivi, dobbiamo coltivarlo.

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Ma comunque insieme, ecco, insieme – come dici tu – siamo proprio al top. Insieme abbiamo la capacità di inventarci un mondo migliore, e costruirlo con la carta velina e i brillantini, e progettare imprese artistiche gloriose, come il nostro quadro con il pirografo che non è ancora finito ma non importa quando lo finiremo: ciò che importa è continuare a trovare il tempo di giocare insieme.

Ti amo per questo, amo entrambi per questo. Per le volte che tutte le tensioni si dissolvono in una partita dopo cena, per le volte in cui ci togliamo la colla dalle mani, quando scoppia un palloncino riempito con la farina, quando ci prendiamo meno sul serio e ci liberiamo delle nostre barriere ‘dei grandi’.

Crescere giocando insieme era molto più, molto più di quello che pensavo di poter essere come madre. Crescere insieme a te, attraverso i tuoi giochi liberi, e semplicemente aspettare che tu fossi pronta. Di quando a otto mesi infilavi i cubi in ordine di grandezza, e di come a un anno sfogliavi e mangiavi il mio libro morbido della nanna, fino ad oggi quando disegni i vestiti delle bambole che noi dobbiamo cucire sotto le tue direttive.

Lo devi dire a tutti, Dafne. Devi dirlo alle maestre, a tutti i tuoi compagni, agli amici che incontri a nuoto, o a musica, o al parco: glielo devi dire, che costringano i genitori a giocare. Gli devi dire che giocare insieme è l’unico modo per conoscersi davvero, per capire i propri limiti, per prendersi in giro senza ferirsi, per scaricare tutte le paure. Giocare è una relazione.

giocare-con-i-bambini-relazione-amotiva-crescita-creativitaTu dillo a tutti, io lo scrivo.

Diciamoglielo: la libertà di creare, la libertà di giocare, la libertà di scoprire il mondo. La libertà del cuore, tutta questa libertà sta – anche – intorno a un tavolo, sopra un tappetone, in giardino.

Quella libertà sta in ogni frazione di mondo in cui grandi e bambini si trovano a giocare insieme.

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Articolo in collaborazione con Fisher-Price, #scopertadoposcoperta.



Commenti

4 Commenti per “Mi piace giocare con te, sono felice”
  1. bietolina

    immagine livello
    Primina

    io faccio molta fatica a giocare con Ale, alcuni proprio non fanno per me…e vedo che ne soffre, pero’ per fortuna ci sono tante possibilità e prima o poi si trova anche il gioco giusto… 🙂

  2. Giò

    Giocare con le mie figlie è sempre stato per me difficile. Ho sempre amato chiacchierare con loro, fare, come diciamo noi, i nostri discorsi da femmine.

    Grazie Mamma Felice di esserci e di essere per tutte noi un faro nella notte.

    Un caro saluto

    Giò

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