Come affrontare e vincere i sensi di colpa

Pubblicato il 28 Luglio 2014 da • Ultima revisione: 7 Agosto 2014

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Ho l’allergia ai sensi di colpa: li rifiuto, ho imparato a farne a meno. Si può fare. Come tutto ciò che ruota intorno alla felicità, non è semplice. Ma se nella vita ci limitassimo a fare solo le cose facili, forse non avremmo nemmeno fatto figli. 😉

Ho promesso che ne avrei parlato: di sensi di colpa e di come mi sono esercitata ad eliminarli dalla mia vita.

Così ho fatto un estratto di alcuni capitoli del Manuale pratico della felicità, per spiegarne la filosofia.

Un ragionamento talmente banale, che è stato difficile da pensare solo finché non ero pronta a pensarlo.

Come affrontare e vincere i sensi di colpa

Se ti senti in colpa per qualcosa che accade, non devi lavorare sugli eventi esterni, ma su te stessa.
I sensi di colpa esistono? No, sono delle nostre invenzioni: sono schemi mentali che utilizziamo per comportamento acquisito. Sono quelli a cui ubbidiamo per senso del dovere, o per soggezione o per suggestione.

Sensi di colpa = perdita di tempo. Impara a considerare i sensi di colpa come un’enorme perdita di tempo.
Il tempo impiegato a farsi venire i sensi di colpa lo potevi dedicare a te stessa, o a risolvere il problema che ti crea un senso di colpa.

La felicità, per quanto sia differente per ciascuno, non si basa sul modificare le persone che ci circondano e il mondo che ci sta intorno: si fonda sul provare a cambiare noi stesse, in modo profondo e intimo, per poter tollerare le difficoltà della vita quotidiana, anche quando non tutto va come vorremmo. Tollerare l’ansia: subdola, viscida e immobilizzante come non mai. Incanalare l’ansia. Trasformare la paralizzante ansia in una molla all’azione.

Ricorda che dolore chiama dolore, e felicità chiama felicità.

È più facile portare un cesto di margherite, o un sacco di pietre? Perché deve essere tutto pesante? Ti è mai capitato di avere a che fare con persone che “pesano” come macigni? Ti è mai capitato di percepirti pesante tu stessa?

Per questo, secondo me, bisogna FARLA FACILE. Quando la fai difficile, le cose migliorano? No, semplicemente aggiungi più struggimento allo struggimento. Ma davvero ogni problema ha bisogno di una dose aggiuntiva di tensione, ansia, pesantezza e puntualizzazione?

Più la fai facile, più la vita è facile.
Un problema, in fondo, è solo un problema. Per quanto grande possa essere, è solo e sempre e soltanto un problema. Non è la vita, non sei tu: è un problema. Una cosa che è al di fuori di te e del tuo raggio di vita. Quindi sì: falla facile. Hai sempre due scelte possibili, di fronte a un grosso problema: prenderlo con tutta la pesantezza del mondo, ruotando completamente le tue giornate intorno ad esso oppure affrontarlo con la leggerezza di cui sei capace, confinandolo in un angolo – seppure importante – della tua vita.

Per quello occorre saper ridimensionare gli eventi. Di frequente siamo noi ad esasperare gli eventi e a ingigantirli. Bastano una frase, un gesto, un silenzio, per mandarci in crisi, e per farci iniziare a rimuginare, per farci pensare che magari quella persona con quel comportamento voleva farci capire che…

No. È tutto sbagliato.
Ridimensiona gli eventi e non iniziare a viaggiare con la fantasia. Inizia a valutare ogni cosa per quello che è. Prendi gli eventi per come si presentano, e non ricamarci intorno. Ridimensiona gli eventi, tagliali, suddividili in problemi più piccoli, affrontali uno per volta e un pezzo alla volta.

Sii indulgente verso gli altri e verso te stessa: la felicità richiede la giusta dose di amnesia.
Se non sei capace di perdonare te stessa, vivrai sempre in difetto nei confronti della vita. Vivrai con un senso di colpa perenne che non ti lascerà mai.

Hai sbagliato. E allora? Chiedi scusa e fine.
Se l’errore è rimediabile, lo rimedierai.
Se non lo è, te ne farai una ragione e troverai un altro modo di vivere.
Pensi che portandotelo dentro e punendoti da sola, lo potrai espiare? Se ti neghi la possibilità di vivere felicemente e ti rinchiudi in un doloroso senso di colpa, non potrai mai rendere felice gli altri, e quindi non potrai rimediare facendo del bene agli altri.
L’unico modo felice di risolvere un errore irrisolvibile è fare qualcosa di buono per qualcun altro. Se abbiamo fatto soffrire una persona e non possiamo rimediare o aggiustare alcunché, possiamo vivere al meglio e non ripetere più l’errore rendendo felici altre persone.

Una persona che sbaglia è solo una persona che sbaglia.

Soffri? Di’ a te stessa: non ho voglia di soffrire. Stai male per qualcosa? Non ho voglia di star male.

Funziona, e la strada della felicità passa proprio attraverso questo passaggio.
Per essere felice non devi avere voglia di essere infelice.

Smetti di avere voglia di star male, e sarai felice.
La felicità non è difficile. È solo che bisogna farle spazio.
E se la tua vita è occupata dall’infelicità perenne, la felicità non può aprirsi un varco attraverso di essa.
Sei tu che devi cacciare attivamente l’infelicità, e poi passivamente accogliere la felicità, che risiede già dentro di te, ha solo bisogno di tutto lo spazio e la luce e il calore possibili per venire alla luce.



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