Rispettare i bambini

Pubblicato il 13 Marzo 2013 da • Ultima revisione: 23 Aprile 2018

rispettare i bambini

In questi cinque anni sono diventata mamma molte volte, pur avendo una figlia unica. Ogni tappa della vita di Dafne è stata principalmente una tappa per me (per noi), in cui ho imparato ad adattarmi a nuovi ritmi, a nuove richieste, a nuovi impegni e responsabilità. In effetti devo ammettere che, se si ama ascoltare, i bambini sanno diventare grandi autonomamente, e noialtri serviamo solo come facilitatori. Mi piace molto questa parola pedagogica, e più cresco, più me la sento cucita addosso.

Alla fine la maternità per me è stata una palestra (e lo sarà soprattutto in futuro) di autonomia e rispetto: se tengo a mente queste due parole, penso di poter riassumere la summa delle mie conoscenze in materia (non che siano molte, ma ce la siam cavata). Se poi ci aggiungo la Felicità (e quindi anche l’Amore), mi sembra che il libro sia completo.

Comunque penso ai bambini come a persone degne di rispetto. Che ovviamente non si riassume solo nel non picchiare e non urlare (per me due linee da seguire sempre e comunque, e non riesco ad accettare il contrario), ma anche nel rispettare la personalità, l’individualità, i sentimenti dei bambini, anche se a volte ci sembrano troppo piccoli per tutto questo.

A volte è come se tendessimo a spogliare i bambini dei loro sentimenti, relegandoli a pure emozioni estemporanee: la rabbia, l’amore, i capricci, la frustrazione, l’allegria… E anche se non sono supportata da nessuna teoria pedagogica, io invece penso che i bambini abbiano sentimenti genuini e veri, potentissimi, che non vanno sottovalutati. Sono capaci di amare e di odiare, di avere paura e di sperare, di provare la malinconia, la gioia, la concentrazione, la spiritualità.

La lista del rispetto dei bambini

E allora ieri sera, in preda più che altro alle mie riflessioni personali (non ho voglia di scrivere ‘veri’ post, il trasloco mi deprime e mi spegne le idee), ho pensato che forse avrei dovuto condividere questi pensieri sparsi, perché di rispetto si parla sempre troppo poco, quando si parla di bambini, mentre se ne parla abbondantemente quando parliamo di noi adulti. Vero?

Allora ho stilato una sommaria e incompleta lista del rispetto, ovvero di punti che per me sono importanti come madre che deve crescere una figlia (o meglio: accompagnarla nella crescita) e che ho bisogno di mettere nero su bianco per venire a rileggerli quando mi dimenticherò come si fa la mamma, o penserò di essere totalmente inadatta al ruolo (perché tutti siamo al contempo adatti e inadatti, secondo me).

Rispettare le loro idee

I bambini sanno cosa vogliono, hanno idee precise sul mondo e sulle persone. Vogliono un mondo migliore, e siamo ingiusti se ridicolizziamo o minimizziamo le loro idee su come migliorarlo, o gestirlo, o farlo funzionare.

Per quanto ingenue possano essere quelle idee, sono quelle che potranno fare meglio di come abbiamo fatto noi: sono la loro occasione di fare qualcosa di concreto.

Le idee per trovare soluzioni, la creatività, la capacità di adattamento, i sentimenti e le paure, i motti di speranza e di ottimismo, la precisione con cui indicano cosa pensano della vita e della morte, la capacità di ragionare logicamente e il pensiero astratto.

Rispettare i loro gusti

Come esseri umani, i bambini hanno preferenze. Possono non amare i fagiolini, o le scarpe da ginnastica, o un taglio di capelli, o anche l’odore di una crema o la presenza di una persona.

Tendiamo sempre a costringerli ad essere gentili ed educati con tutti, ma sarà poi corretto? Perché questi bambini devono sempre salutare con cordialità anche le persone che non conoscono, ad esempio? E se uno dei nostri amici non gli piacesse, non avrebbero il diritto di non frequentarlo? E se non amano le zucchine, possono avere il diritto di non mangiarle?

Rispettare le loro scelte

Di conseguenza, penso che sia importante anche rispettare le scelte dei bambini. Il loro assenso e il loro dissenso, la loro capacità di giudizio. E soprattutto le decisioni sul proprio futuro: cosa studiare, cosa fare da grande, chi amare, come vestirsi, come pettinarsi, quale sport fare o non fare, quale strumento musicale suonare o non suonare.

Scegliere – anche – di incasinarsi la vita: del resto noi possiamo educarli, ma non siamo i protagonisti della loro esistenza, anche se questo a volte ci provoca dolore.

Rispettarne i sogni

Anche se fanno sorridere, non è giusto ridere dei sogni dei bambini, dei loro desideri, delle cose che non capiscono, delle cose che dicono di voler fare.

Probabilmente capiranno da soli che non possono fare tutti i lavori del mondo. Ma se tra di loro ci fosse davvero chi inventerà l’automobile che non inquina, la macchina del teletrasporto, la cioccolata che non fa male? Non possiamo sapere tutto, noi grandi. E non possiamo arrogarci il diritto di infrangere i sogni di coloro a cui lasciamo questo mondo da gestire.

Rispettare i momenti di silenzio

I bambini possono essere tristi, malinconici, arrabbiati. Non sono scimmiette ammaestrate ad essere sempre cortesi con tutti, sorridenti, brillanti. I bambini possono essere timidi, o lenti, o svogliati.

Possono non essere NOI: non sono NOI. Possono non aver voglia di essere allegri quando noi vogliamo che lo siano (del resto noi stessi sappiamo esserlo?).

Rispettare la loro intimità

I bambini hanno anche un corpo, una sacralità della loro intimità, uno spazio fisico, non solo mentale, di cui devono imparare ad appropriarsi e prendersi cura.
Non facciamo il loro bene se continuiamo a lavarli e vestirli come neonati anche quando vanno alla prima elementare.
Non siamo gentili se pretendiamo che ci abbraccino e ci bacino ogni istante in cui noi ne avremmo voglia, o se – ancora peggio – invadiamo la loro sfera personale chiedendo loro di darci affetto come quando erano neonati.

E’ difficile accettarlo, ma i bambini crescono e non sono più una cosa nostra (non lo erano nemmeno prima, ma da neonati potevamo fingere che fosse così), e il loro spazio non ci appartiene più in via esclusiva.

Rispettarli significherà lasciarli anche andare.
Ed è difficilissimo, perché l’autonomia è tanto naturale per loro, quanto innaturale per noi che li abbiamo accuditi.
Ma è ciò che come mamma sento giusto per mia figlia, e non posso offendermi se lei vorrà bene anche ad altre persone, e piano piano inizierà a capire che i suoi genitori non sono le due divinità che pensava, ma due semplici esseri umani.

Abbiamo una figlia grande. Non me ne rammarico, e non voglio trattenerla nemmeno un secondo nel mondo dell’infanzia. La vita semplicemente ha i suoi momenti.
Se non rispetto adesso il suo futuro, le impedirò di averne uno.



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