I miei figli vanno alla Scuola Steineriana

Pubblicato il 25 Gennaio 2013 da • Ultima revisione: 7 Agosto 2014

bambini alla scuola steineriana

Io e mio marito, ad un certo punto del nostro cammino come genitori, ci siamo trovati d’accordo su quale scuola far frequentare ai nostri figli e abbiamo scelto la Scuola Steineriana.

Il percorso scolastico di Daphne ed Ethan è iniziato presto, entrambe hanno frequentato il nido e poi la scuola materna pubblica, verso la quale non abbiamo mai avuto preconcetti e pregiudizi, semplicemente ad un certo punto abbiamo sentito, noi per primi, la necessità forte di qualcosa di diverso. Quello che ci mancava nella scuola tradizionale, in quanto genitori, era soprattutto l’aspetto sociale: sia verticale con gli insegnanti e la scuola stessa, sia orizzontale con i genitori, inoltre l’eccessiva anticipazione dei programmi scolastici ci ha sempre lasciato perplessi.

Un forte spirito di ricerca ci ha avvicinato alle porte aperte della Scuola Steineriana di Bologna e siamo rimasti folgorati dal tipo di approccio, che è insito nella sua pedagogia, dove al centro c’è il bambino e il suo sviluppo in quanto essere umano felice e soprattutto ci ha colpito il grande senso di missione dei maestri che in quella sede ci hanno guidato per tutte le classi degli otto anni di scuola, elementare e media.

L’aspetto nozionistico non è trascurato mentre viene posto l’accento sulle potenzialità di ogni piccolo individuo in crescita e si arriva all’apprendimento del normale programma scolastico passando da altre strade, le quali vedono al centro l’arte, nel senso più vasto del termine. C’è un maestro unico che accompagna la classe, affiancato da altri maestri di materia, dalla prima elementare alla terza media (in questo caso si parla di prima classe fino all’ottava classe). Il maestro quindi ha il grande compito di essere il Maestro, non solo come portatore di nozioni ma come insegnante di vita, quello che poi idealmente dovrebbe essere sempre, quando si parla di educazione.

I bambini alla scuola steineriana iniziano la prima classe a sette anni, vale a dire quando sono pronti secondo il loro sviluppo, e vivono le loro giornate scolastiche in un forte senso della comunità di classe, con ritmi diversi e materie a volte differenti da quelle che comunemente si trovano nelle scuole pubbliche. Viene data grande importanza al lavoro manuale che inizia già in prima con l’uso dei ferri da maglia e poi prosegue con il ricamo e con l’uncinetto, creando veri e propri progetti.

L’inglese è presente già dal primo giorno per essere affiancato dal tedesco in terza classe, lo stesso dicasi per la musica con il flauto mentre il canto è un momento di grande socialità sia di classe sia scolastica e si intensifica durante il periodo natalizio.

L’effetto che ho visto immediatamente nei miei figli è stato indubbiamente un grande alleggerimento, come se avessero giovato di un bel respiro profondo.
Sicuramente anche noi genitori abbiamo subito iniziato a vivere un altro tipo di sensazione, siamo direttamente partecipi alla scuola ed alla sua vita, in quanto autogestita, e il rapporto scambievole è parte integrante ed essenziale. La scuola non esisterebbe senza il supporto e il coinvolgimento dei genitori.

Si parla di azioni pratiche e concrete che vanno dalle pulizie delle aule alla manutenzione di ogni sua parte, fino alla creazione dei banchi per la prima classe (quando necessita) ovviamente in questo caso sotto la guida del maestro di falegnameria, le peculiarità di ogni genitore sono messe a disposizione del buon funzionamento di questo grande corpo “vivente” quale è la scuola.

Se a volte questo può apparire come un appesantimento in realtà sviluppa una sensazione ed un atteggiamento che nella scuola pubblica è difficile sperimentare: la scuola è nostra, la scuola siamo noi, diventa parte della nostra vita. Diventa una seconda casa e questo i nostri figli lo respirano con gran forza: Daphne ed Ethan, che hanno iniziato con l’ultimo anno di asilo, spesso si confondevano e invece che chiamarla scuola la chiamavano casa.
Vi parlerò ancora di questa esperienza che non rimane più sola ed esclusiva dei miei figli perchè ora capisco che permettendo loro di frequentarla è come se ci andassi anche io insieme a mio marito e di questa esperienza ne gioviamo molto anche noi.

Voi cosa ne pensate?

Avete delle domande o curiosità da espormi?

Qualcuno di voi ha esperienza di altri tipi di approcci educativi?



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