Quando un viaggio è abbastanza

Pubblicato il 24 Settembre 2012 da • Ultima revisione: 24 Settembre 2012

brasile, action aid

Da mesi collaboro – lo sapete – con Action Aid, per prestare la mia voce al sostegno a distanza. Abbiamo noi stessi intrapreso un’azione di sostegno a distanza in Brasile, e spesso riceviamo da Dionisio delle belle lettere e dei bei disegni, con le parole stentate di un bambino che racconta la sua storia.

Io sono stata in Brasile come volontaria in una missione, tanti anni fa. Quando ero giovane, e idealista (non che oggi non lo sia, ma ho realizzato una certa concretezza, nel mio idealismo, come tutte le persone che invecchiano) e piena di me. Una stupida, insomma. Non che oggi sia una donna arrivata, o particolarmente intelligente, ma almeno ho imparato che non sono poi così importante, e che nella vita non c’è nulla di importante se non la vita stessa.

Prima dell’estate il team di Action Aid mi ha chiesto, un po’ al volo:
– Ma per caso torneresti in Brasile?
– No, io in Brasile non ci torno.

Perché il Brasile mi ha salvata, insegnandomi a capire che tipo di persona volevo diventare, ma mi ha anche distrutta psicologicamente, e mi ha stampato negli occhi immagini di dolore e miseria che non potrò non solo mai dimenticare, ma nemmeno raccontare con parole umane.

E allora in Brasile, a Pernambuco, ci va direttamente Alessandra, del team di Action Aid. Ci va per noi, ci va per quelli che del Brasile non sanno niente, ci va per quelli che non sono tanto convinti di pagare 30eur al mese circa per iniziare una procedura di azione a distanza. E’ partita questa mattina.

Come vi raccontavo al telefono, andrò in Brasile per visitare i progetti che finanziamo grazie all’adozione a distanza (quindi anche grazie a voi). Si tratta del mio primo viaggio “sul campo” e per me è molto emozionante, non solo perché andrò da sola dall’altra parte del mondo, ma perché vedrò finalmente i volti e le storie delle persone a cui vanno gli sforzi del nostro lavoro.
L’area che visiterò è quella intorno a Recife, nello stato del Pernambuco e probabilmente anche un progetto urbano a Rio, dove la povertà continua ad essere l’altra faccia del “progresso”. Un’attenzione particolare sarà dedicata al lavoro che si fa per e con le donne: infatti conoscerò delle associazioni locali che si battono per i loro diritti e per uno sviluppo delle loro competenze, attraverso la creazione di cooperative per la produzione e la vendita di artigianato locale.

E io, che non ho avuto il cuore di partire di nuovo per incontrare il ‘mio’ Brasile, vi racconterò il viaggio di Alessandra, e cercherò di metterci tutte le mie emozioni di un tempo, di quando dalla pirua guardavo una luna gigantesca che si specchiava con un tonfo sulla terra rossa della favela, e pensavo che il mondo non sarebbe mai stato più bello, e più brutto, di così.

Un viaggio è stato abbastanza, per me. Poi ho imparato a viaggiare dentro. A cambiare.
A perdonare.
Ho imparato a restituire.



Commenti

8 Commenti per “Quando un viaggio è abbastanza”
  1. Viaggiare dentro è il viaggio più difficile e più bello, perchè dura sempre e per sempre. Ma solo se uno è forte e curioso.
    Buon viaggio a voi, Barbara e Alessandra.

  2. complimenti a chi viaggia ora e a chi ha viaggiato. Complimenti anche a chi viaggia stando a casa.
    brave!

  3. anche io ho “raffreddato” molto i miei ideali con gli anni. Però non sono sicura si tratti di qualcosa di positivo. Ora esistono poche cose che contano e difficilmente trasformo i miei ideali in azioni concrete. Però devo dire che se penso alle mie personali esperienze di ragazza (ahimè lontane)le vedo come insegnamenti preziosi. Nel mio caso l’Africa… lì ho mutato il senso delle cose, ho incontrato un mondo che non conoscevo ma che avevo dentro di me. La mia esperienza è stata soft ed io (come scrissi in un post) ho ancora bisogno di rubare un po di pace da quegli sguardi e quei sorrisi che rimarranno nel tempo.
    Perdonami ha scatenato quelle emozioni che dormono in un angolino….

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

      immagine livello
      Guru
      Mamma di Dafne (16 anni)

      Grazie Giorgia, il tuo commento è prezioso, e mi mette i brividi…
      Io, boh. Sai che non lo so? Credo di aver trasformato l’idealismo in militanza, in ottimismo, in concretezza.
      L’ottimismo, sopratutto. Con l’ottimismo ho fatto grandi cose, in questi anni. Non solo per me, ma questo non lo si dovrebbe mai dire.
      E poi la fede, la fede nel genere umano. Mai avrei pensato di poter credere così profondamente negli esseri umani, e nella loro capacità di cambiare le cose.

      • Ti pare cosa da nulla?? Con l’ottimismo me la cavo anche io ma con la fiducia nel genere umano ho tanto da imparare…magari mi insegni!

      • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

        immagine livello
        Guru
        Mamma di Dafne (16 anni)

        Mah, non so mica se c’è qualcosa da insegnare…
        Diciamo che mi sono trovata di fronte alla scelta tra la solitudine (e il rancore), e la fiducia. E ho scelto la seconda, dicendomi che, anche avessi preso una fregatura, non mi sarei comunque persa occasioni di felicità.
        Facile, no? 🙄

      • Io son ancora nella fase solitidine ma senza rancore(quindi sono un passo avanti?)Sembra facile ma non sono ancora pienamente convinta però prontissima a mettere in discussione le mie conclusioni! Buona serata 😀

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