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Mio figlio ha paura del buio, cosa posso fare?

Pubblicato il 27 Giugno 2012 da • Ultima revisione: 6 Settembre 2014

Mio figlio ha paura del buio: come posso aiutarlo?

Può capitare che i bambini manifestino paura quando si trovano al buio, specialmente se sono soli.

Il buio intenso, quello notturno ad esempio, può diventare – nell’immaginario del piccolo – un momento e uno spazio in cui tutto può succedere proprio perché non si vedono bene le cose, non si distinguono con chiarezza persone e oggetti.

Inoltre taluni personaggi che animano il mondo dei bambini di giorno, come folletti, creature dai poteri magici, mostri, orchi e altre entità spesso frutto di cartoni animati: nel buio della notte è comune che il bambino ne ricordi i tratti negativi e paurosi, associandoli e rafforzandoli con l’incertezza che l’oscurità provoca in loro.

La prima paura del buio nel neonato si può mostrare intorno ai 6-8 mesi perché percepisce la notte collegata al sonno e dunque alla separazione. Dopo il compimento del primo anno, potrebbe capitarvi di notare che vostro figlio non si preoccupa più di tanto del buio, mentre attorno ai 3-4 anni potrebbe manifestare con chiarezza una rinnovata paura ad esempio se deve entrare nella sua cameretta dove non ha ancora acceso la luce.

E’ proprio verso i 3 anni che – imparando fiabe, guardando cartoni o ascoltando le storie raccontate alla materna – il bambino potrebbe ricordare i personaggi ‘cattivi’ e paurosi e immaginare che nel buio lo possano raggiungere con maggiore facilità.

Ci sono dei piccoli rimedi per aiutare i bambini ad avere meno paura e ad andare a letto con maggiore serenità. Una buona abitudine per favorire il rilassamento serale, potrebbe essere quella di instaurare un rito della nanna sereno e rilassante, magari recitando insieme le preghiere (per chi lo desidera), o raccontando una bella fiaba o anche offrendo una tazza di latte caldo (se consigliato dal pediatra).

Un’altra piccola attenzione può essere quella di prendere delle lucine colorate – ormai se ne trovano di deliziose per forma e colori – che illuminando un po’ la stanza la rendono meno buia. Oppure potete incollare al soffitto adesivi di stelle, lune o di altri soggetti che di notte dopo aver assorbito la luce durante il giorno, diventano fluorescenti.

Se vostro figlio ha un pupazzo o un peluche che preferisce, potreste farglielo trovare a letto e spiegargli che assieme al suo amico il buio non fa più paura, proprio perché non è più solo. Allo stesso modo, può essere efficace, quando il bimbo è molto piccolo, mettere insieme a lui nella culla anche una vostra maglietta o un vostro oggetto in cui ci sia il vostro ‘odore’

A volte per rassicurarlo o calmarlo quando ha molta paura, provate anche a portarlo nel lettone con voi: anche se non siete favorevoli al cosleeping, una piccola coccola in più non farà certo male, e non creerà strani vizi o abitudini malsane. Le coccole non creano vizi! 🙂

Insegnare al bambino a capire le paure, proponendogli alternative per affrontarle anche in autonomia, è uno dei passaggi educativi per renderlo consapevole e indipendente. Anche le favole possono diventare un valido alleato, se le leggete assieme ai piccoli, potrete sottolinearne i passaggi positivi, la possibilità di sconfiggere il male e di non avere paura di nulla.

Approfondimenti
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Commenti

2 Commenti per “Mio figlio ha paura del buio, cosa posso fare?”
  1. Per me la cosa più utile per superare la paura del buio, è stata quella di “viverlo” il buio: piccole cose come non accendere sempre la luce quando si entra in una stanza (magari per prendere qualcosa che si sa già dov’è), andare al bagno di notte o anche solo girare per casa al buio, con il bimbo in braccio, chiacchierando o canticchiando normalmente come se tra luce e buio non ci fosse alcuna differenza: l’ambiente e le cose che ci circondano sono le stesse. Per me ha funzionato alla grande con mio figlio, come aveva funzionato con me e i miei fratelli da piccoli: giocavamo a nascondino al buio! 🙂

  2. angela

    Grazie cara in effetti è un bel suggerimento da mettere in atto.

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