I terrible twos: terribili 2 anni!

Pubblicato il 22 Maggio 2009 da • Ultima revisione: 10 Gennaio 2017

Prima o poi arrivano (quasi) per tutti: i terribili 2, ovvero quel periodo dei NO che i bambini attraversano tra i 18 mesi e i 3 anni, e che di solito dura pochi mesi (massimo un anno).

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I bambini diventano testardi e ‘capricciosi’, dicono di NO a qualsiasi proposta, anche quando la gradiscono. Cercano di sfidare gli adulti e certe volte si lasciano andare a crisi ‘isteriche’ o a pianti inconsolabili.
Certe volte, non sempre. Ma quando (e se) succede, i genitori vanno un po’ in crisi con loro!

Invece il periodo dei NO è molto importante, perché è un percorso obbligato per la via dell’indipendenza, ed è quindi un periodo molto positivo (se i genitori lo capiscono e lo accettano).

Francoise Dolto diceva:

Il bambino dice NO per dire SI. Il che vuole dire ‘NO, perchè tu me lo domandi‘, e, subito dopo, ‘ma in effetti sono IO a volerlo fare‘.

Perché succede?

Innanzi tutto è da considerarsi perfettamente normale. E questo occorre ricordarlo, per evitare di sentirsi dei cattivi genitori.
(E poi basta sentirsi sempre cattivi genitori tutte le volte che c’è un problema… è terribilmente fuori moda! 😉  )

Il primo motivo è il (giustissimo) desiderio di indipendenza: a questa età i bambini capiscono di essere delle persone a sé stante rispetto alla madre, e quindi vanno alla ricerca della propria personalità. Cercano il proprio IO, un IO diverso da quello della mamma.
Quindi spesso desiderano essere indipendenti e ‘fare da soli’, anche se non sempre ci riescono, e questo scatena in loro delle piccole arrabbiature.

In secondo luogo, spesso si arrabbiano per il semplice fatto che, in puro spirito di contraddizione, non capiscono nemmeno loro cosa desiderano.

Terzo: spesso non sanno esprimere i loro bisogni, perché non conoscono ancora le parole giuste per farlo. E quando non vengono compresi si stizziscono.

Ecco perché dobbiamo ricordare che questa fase dei ‘terribili due anni’ non colpisce solo noi, ma è una fase estremamente difficile anche per i bambini!

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Come affrontare i terribili due?

Lungi da me ritenere queste ‘regolette’ dei principi scientifici: provo a fare ‘due chiacchiere’ ad alta voce sui comportamenti che nella mia esperienza sono risultati più positivi. Quindi parlo essenzialmente di me, e di ciò che si è rivelato positivo per me. Ma non vedo l’ora di sentire anche le altre esperienze, per imparare qualcosa.

Evitare di riporre troppe aspettative nei confronti dei bambini

I bambini sono bambini e devono fare i bambini!

Certe volte mi scoccio a rimettere in ordine i pasticci di Dafne, ma cerco di ricordare che questo è un problema mio!
Un bambino capisce il valore dell’ordine solo intorno ai 7 anni. A 4 anni può essere coinvolto a riordinare i suoi giochi con l’aiuto della mamma, ma non prenderà mai l’iniziativa.

Stessa cosa accade per il resto: vestirsi da soli, togliere il pannolino, mangiare senza sporcarsi, capire se sono stanchi ed è ora di dormire: tutte le loro sensazioni sono importanti e – per loro – incomprensibili.

Sta a noi genitori nominare queste sensazioni ad alta voce, per aiutare il bambino a identificarle, e portare pazienza.

Cerchiamo di ricordare che è ancora troppo presto e non devo aspettarmi da mia figlia ciò che ‘naturalmente’ non percepisce ancora come una sua esigenza.

Non prenderla ‘sul personale’

I bambini non fanno i capricci per fare un dispetto a noi!

L’unico desiderio di un bambino è essere amato (nonostante tutto quello che combina) e di accontentare e rendere felici i suoi genitori. Quando combina un guaio, fa un capriccio o si impunta su qualcosa che ci fa uscire dai gangheri… non sta facendo un dispetto a noi, ma sta solo imparando ad essere se stesso!

Dare poche regole

I bambini devono avere poche regole. Non possiamo sommergerli di divieti, altrimenti li confondiamo. Se tutto ciò che fanno è seguito da un NO, nessuno di quei NO sarà importante, perché percepirà che tutti i NO che gli vengono detti sono sullo stesso piano.

La mia esperienza è quella di adattare le regolette all’età del bambino, e limitarle alle cose davvero essenziali (che sono diverse per ciascuno). Per esempio per me è importante che Dafne non infili le dita nella presa, oppure non picchi nessuno, o non strilli. Quindi i miei NO si limitano a queste poche cose.

Se Dafne rompe un bicchiere, io penso che la colpa sia mia: avrei dovuto mettere i bicchieri in una zona in cui lei non potesse afferrarli!
Il valore degli oggetti si impara più avanti. Per ora è meglio allontanare le bomboniere (per chi le ha) e farsene una ragione, oppure, se sono bomboniere molto brutte, sperare che i figli le facciano cadere appositamente 🙂

Dare un’alternativa e anche una via di fuga

Di fronte a un NO, si può provare a contrattare. Per esempio concedendo delle alternative, ma non troppe.
Ad esempio: per merenda vuoi i biscotti o il pane col prosciutto?
Due alternative bastano. Perché può anche essere che un bimbo non abbia proprio voglia di fare quello che vogliamo fare noi, nel modo in cui lo vogliamo noi. E allora è corretto chiedergli se desidera un’alternativa.

E poi occorrono scappatoie, ed è una cosa che mi ha insegnato mio marito tanto tempo fa, quando ancora ci stavamo conoscendo e io avevo la pessima abitudine di avere ‘voglia di litigare’ (per fortuna sono guarita…).
E allora lui mi disse una cosa che mi fece riflettere: Però dammi una via di scampo! Se una cosa non ti va, dammi almeno una via di uscita, UN modo per fare bene! O devo comunque fare male tutto per concederti di poter litigare?
Saggio. Enormemente saggio.

Diamo ai bambini un modo per farci contenti! Se tutto ciò che fanno non va bene… per cosa lo fanno a fare?

Non avere deroghe sulle questioni di sicurezza

Su certe regole ‘salvavita’, invece, non sono ammesse deroghe.
Cinture di sicurezza, balconi e finestre, coltelli… NO. Punto.

Un NO che non prevede repliche: fermo, deciso, asciutto. Un NO che non può essere cambiato.

E qui ci va davvero polso e carattere, e non bisogna cedere MAI, altrimenti siamo fregati.

Incoraggiare i comportamenti positivi

Non mi piace il sistema dei premi e delle punizioni. Preferisco mettere l’accento sulle cose belle, incoraggiando i comportamenti positivi.

Preferisco ‘ammonire’ e non punire. Preferisco dire un ‘ottimo lavoro!’ con molta enfasi, in modo da far capire a Dafne che c’è il modo di fare bene e di far felici mamma e papà.

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Evitare crisi isteriche, urla e botte

Bisognerebbe evitare di adottare comportamenti troppo rigidi: l’atteggiamento a ‘muso duro’ non serve, perché più ci irrigidiamo, più il bambino si irrigidisce. Allo stesso modo, è importante cercare di mantenere la calma, e non farsi prendere da crisi isteriche o urlacci.

Se non desideriamo che i bambini facciano scenate isteriche, dobbiamo essere i primi a non farle!

Non servono nemmeno le botte. Intanto perché i bambini non si picchiano: a me non piacerebbe essere picchiata se commetto un errore, e non lo tollererei! Perché allora deve esistere questa sproporzione tra adulti e bambini?
Ma poi, soprattutto, le botte esercitano all’obbedienza per paura. Mentre invece noi vogliamo puntare all’obbedienza per ‘valore’: ovvero un bambino che impara piano piano a distinguere il bene dal male e con il nostro aiuto si crea un sistema di valori che lo aiuteranno a scegliere i giusti comportamenti.

Si può fare!
Le botte sono una scorciatoia momentanea a un problema duraturo. Meglio guardare oltre.

Parlare di sentimenti

L’unico desiderio di un bambino è quello di compiacere i suoi genitori e renderli felici. I bambini ci amano, sempre, e vogliono solo che noi gliene vogliamo altrettanto. Per questo capiscono sempre ‘i dialoghi sui sentimenti‘.

Quindi, per esempio, quando Dafne è in piena crisi, io trovo molto utile prenderla per le spalle in modo deciso ma gentile, o abbracciarla forte, mettendomi alla sua altezza e dirle:
Io ti voglio bene, ma questo comportamento non mi piace. Ora sei arrabbiata e non possiamo parlare. Ti lascio qui un momento per conto tuo, e poi quando ti sarai calmata cercheremo insieme di risolvere il problema. Perché io non riesco a capirti, quando ti arrabbi così.

Lo so che fa molto SOS Tata, ma funziona!  :mrgreen:

I bambini hanno bisogno di sapere che i loro comportamenti hanno un impatto emotivo anche sugli altri.

Quindi, per esempio, non mi piace sentir dire a un bambino: sei cattivo!, ma preferisco usare l’espressione: hai sbagliato, ma ti voglio bene lo stesso.
E per lo stesso motivo, preferisco frasi del tipo: Sono triste quando ti arrabbi così e vorrei aiutarti, ma non riesco a capirti. Piuttosto che: Vuoi farmi morire? Vuoi uccidermi con i tuoi comportamenti?

Insomma: il senso è parlare dei sentimenti, senza creare sensi di colpa terribili!

Non etichettare un bambino come ‘pestifero’

Questa è una vecchia lezione di pedagogia: se a un bambino dite sempre che è un criminale, da grande sarà un criminale. E’ una sorta di previsione che viene confermata.
Ora, al di là degli estremismi, io penso che sia abbastanza vero.

Penso che se continuamente dico a mia figlia che è una monella, lei finirà per esserlo. Perché glielo ho suggerito io! I bambini finiscono per credere alle nostre parole, e per loro è più facile mantenere questa identità, perché siamo noi che gli abbiamo appiccicato questa etichetta.

Insegnare il valore del chiedere ‘scusa’

Se un bambino si comporta male, bisogna insegnarli a chiedere scusa. Non si può giustificare un bambino dicendo sempre che tanto è solo un bambino. Un bambino è una persona. E le persone devono rispettarsi tra loro.

Quindi, anche se un bimbo è piccolo, secondo me è bene insegnargli a chiedere scusa.

E se non sa farlo a parole, vanno benissimo un abbraccio, un bacino, una stretta di mano.

Cercare una routine

Molti bambini amano la routine, soprattutto nei pasti, nell’orario della nanna, ecc… Non tutti, ma alcuni sì.
Allora forse vale la pensa assecondarli, soprattutto in questa età difficile, per togliere loro meno certezze possibili.

Per quanto possibile, cerco di farlo, anche se sull’ora della nanna sono poco rigida, perché fa comodo anche a me che vada a letto un po’ dopo e si svegli al mattino alle 8 anziché alle 6. :mrgreen:

In ogni caso ho imparato ad anticipare le crisi da stanchezza: quando i bambini si stancano troppo e diventano overtired, succedono le crisi. Molto meglio prevedere per tempo i segnali che ci mandano, per portarli a casa in un ambiente tranquillo, in cui possano calmarsi e rilassarsi.

I terrible twos quando i genitori crescono:

Altre idee?
Voi che strategie usate?
Chi sta vincendo per ora? :mrgreen:

Mi piacerebbe raccogliere tante esperienze diverse, perché sicuramente abbiamo tutti da imparare!



Commenti

58 Commenti per “I terrible twos: terribili 2 anni!”
  1. I bambini in questa fase al nido invece sono nel loro momento migliore….
    sarà per questo che i genitori ce li sbracciano molto volentieri :mrgreen: è il periodo che ci da piu’ soddisfazione:)

  2. aiuto! anna ha quasi 15 mesi…aspetto con terrore i prossimi…

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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      Guru
      Mamma di Dafne (16 anni)

      Secondo me invece Anna non ti farà sudare molto… i bimbi che vanno al nido hanno meno problemi a trovare la propria indipendenza. Infatti guarda la differenza tra Anna e Dafne: c’è un abisso tra quello che sa fare tua figlia e quello che Dafne invece non ha ancora imparato.

  3. Io ci sono già passata con tutti e due… Leo ha 8 anni e Riki quasi 4.
    Dirò che non è stata molto dura, sono stata fortunata. Con me ha funzionato soprattutto il restare calma e soprattutto ferma sulle mie posizioni: se il mio era un NO restava un NO, cascasse il mondo. Anche le “due alternative” ed evitare di dare troppe scelte mi ha aiutato. Nei momenti più neri, davanti a crisi di pianto a cascata semplicemente li lasciavo sfogare, poi li abbracciavo e dicevo loro:”So che sei arrabbiato e questa cosa non la vuoi fare/mangiare/bere/ecc. ma la mamma ti vuole così bene che accetta che tu sia arrabbiato, ma tu devi capire che la mamma è più grande di te, sa quello che ti fa bene e quindi si fa come dice la mamma”.
    Incredibile a dirsi, funzionava.

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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      Guru
      Mamma di Dafne (16 anni)

      E’ vero, anche adesso che Dafne è ancora piccola, io lo vedo già funzionare… Del resto penso che, come capita anche a noi grandi, anche i bambini abbiano il diritto di essere arrabbiati, certe volte.
      La calma è fondamentale: io di solito, se la giornata è davvero stata molto lunga, prima di dire qualunque cosa respiro moooolto profondamente, così mi arriva più ossigeno al cervello e mi tranquillizzo un attimo 😆

      p.s.
      Benvenuta!

  4. La mia ha quasi 21 mesi e capisco benissimo cosa sono i no detti solo per dispetto. Le offro un biscotto mi dice NO mentre lo sta prendendo e mangiando. Però sto scoprendo che tante volte ha solo bisogno che si stia a giocare con lei che la si stimoli con qualche cosa. Certo che però quando sei in ritardo perchè devi andare al lavoro e lei si ostina a volersi infilare i pantalono da sola li ti scappa la pazienza ed agisci “di forza”.. Io so benissimo che loro non riescono a capire le nostre necessita (tipo che devo lavare i piatti, pulire casa, od andare al lavoro) ed allora cerco di coinvolgerla in quello che faccio. Do una spugna anche a lei, uno straccio.. Si sa mai che impari per il futuro..

  5. E i terribili 14 (anni intendo…) prima o poi ci arriverete..intanto fate un pò di allenamento con i terribili 2!!! :mrgreen:

  6. Elisa

    Noi siamo nel pieno dei terrible two … Vale ha 25 mesi e mezzo , dice no per dire si e vuole fare tutto da sola e questa e la parte che nonostante qualche contrattempo da anche soddisfazione (é troppo tenera quando si siede sul gradino e si toglie le scarpe prima di entrare in casa) … ma da qualche giorno a questa parte manifesta la sua frustrazione con delle crisi di mammite acuta apparentemente per un nonnulla , notate che è sempre stata poco “mammona” e ora vuole stare solo con me e mi si attacca come una cozza , da un lato un po mi lusinga il suo farsi rassicurare dalla mamma , dall’altro mi preoccupa perchè non so come comportarmi perchè temo anche che a suo modo percepisca alcune preoccupazioni che ci sono in casa e un po di “assenze” da casa che sto facendo di sera per questioni “elettorali” , fortuna che ste crisi di solito si risolvono nel giro di poco ma io nonostante razionalmente sia tranquilla un po mi agito

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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      Guru
      Mamma di Dafne (16 anni)

      Ciao Elisa!
      Anche Dafne diventa una cozza quando è particolarmente in crisi… l’ho sempre interpretato come un bisogno di sentirsi amata (e apprezzata) anche quando qualcosa non le riesce.
      Non credo che le coccole possano danneggiarle, anzi. Ti dirò che quando una cosa non mi riesce, pure io mi metterei sul divano a farmi coccolare da mio marito :mrgreen:
      Io ti direi di esserci come già fai, e di assecondare i suoi momenti di coccolite acuta. Questo le darà la forza poi di camminare da sola nelle altre occasioni.

      • Elisa

        Si si le coccole senza dubbio , tanto più che non se le fa fare spesso quindi ne approfitto , sono gli urli belluini che mi spiazzano e a volte non so come reagire , ma ce la caviamo dai

      • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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        Guru
        Mamma di Dafne (16 anni)

        Guarda, Dafne da circa 10 giorni ha iniziato a fare delle urla direi ‘strazianti’, gutturali. Roba che se sentissi il bimbo di un vicino urlare così, penserei che lo stiano torturando.
        Tanto più che noi non urliamo mai, è proprio un’abitudine che abbiamo da sempre… nemmeno quando discutiamo.

        Che fare? Io aspetto. Come hai detto tu, la abbraccio, le dico che mi dispiace che è arrabbiata, e che adesso le lascio un pochino di tempo per calmarsi.

        Insomma: poi passa. Certo che ci si fanno mille domande. Ma continuo a perseguire la mia filosofia e voglio crederci!

      • Anche io sono da qualche settimana in questa situazione.. oggi la piccola meraviglia ha 15 mesi ed un bel caratterino e cerca di fare sempre di testa sua, ma la soluzione dei no assoluti e delle due alternative sembra funzionare anche da noi… quando però si mette in testa una cosa è veramente dura farle cambiare idea: a volte funziona il cercare di distrarla coinvolgendola in qualche attività in cui deve ‘lavorare’ materialmente, tipo mettere a posto i suoi libri sparsi dovunque, preparare la pappa insieme: lei prende il pacchetto della pasta da buttare o va ad aprire il frigo… comunque sempre cose ‘fisiche’. La scorsa settimana mi ha aiutato a mettere a posto la spesa dopo essere andata in crisi perchè voleva assolutamente portarsi in giro per casa un barattolo di vetro (capperi del mare mio… buongustaia!) che avevo accidentalmente lasciato a sua altezza! Può essere che queste crisi accadano anche perchè hanno bisogno di scaricare l’energia infinita che sembrano avere a qualsiasi ora del giorno e della notte?
        …comunque aspettiamo che passi…

      • Ma solo Ale non è una cozza 🙁 Lui quando si arrabbia o è frustrato per qualcosa che non gli va/riesce/può fare, non ne vuol sapere di coccole… Al massimo va a prendersi il suo Tigro… non la mamma, Tigro! Ma si può?! 🙄
        Lui si attacca a me solamente in presenza di estranei o quando si fa male…
        Grazie per tutti questi consigli, a me servono motlo questi post, credo che tutto quello che hai scritto sia il comportamento giusto da adottare nelle varie occasioni…il comportamento più corretto e che si avvicina di più alla mia filosofia… spero solo di riuscirci anche io, tipo le crisi isteriche, ho paura di non sapermi reprimere e di urlargli… Aiuto, devo assolutamente allenarmi per non farlo!!

  7. sturmele

    Che dire… ci sarebbe moltissimo da dire, almeno tanto quanti bambini esistono al mondo :mrgreen:

    Nicholas ha un carattere molto, molto forte e non ha paura di nulla, per cui intimorire o sculacciare non funziona sicuramente.

    È vero che il lato emotivo è il più importante ed è quello che fa più leva. Quando sono molto piccoli è difficile “fare discorsi”, ma è sempre bene iniziare prima piuttosto che dopo 😉
    Ma è anche vero che le ricompense non sono per forza negative, una lode è pure sempre una ricompensa, no? 😉

    Io rispetto a te ormai ho superato questa fase, ma devo dire che di periodi veramente duri ce ne sono stati pochi, qualche settimana qua e là. E credo fermamente che quando ci sono queste esternazioni “violente”, il bambino ci voglia dire qualcosa. Se lo sappiamo ascoltare ne usciamo, altrimenti è una boccia persa… :mrgreen:

    A proposito di SOS Tata ecc., ho appena acquistato “Adventures in Gentle Discipline”, quando lo avrò letto, ti farò sapere che ne penso, ma forse tu lo hai già letto…

    Un abbraccio e buon weekend!

  8. io cerco di fare tutto quello che hai scritto tu
    ho iniziato ad informarmi già in gravidanza e quando a 18 mesi sono arrivati (i tt, i terrible two) non mi hanno colto impreparata 😀
    però che fatica! e non sempre ho IO la lucidità e la serenità e la forza di fare bene, quindi qualche scivolone c’è stato e ci sarà, ma pens vada bene anche così. se voglio insegnargli che la perfezione non esiste e non deve sentirsi mancato per non essere perfetto, è anche giusto che gli dia l’esempio, no? va bè, questa forse è un po’ forzata 😀

    ho notato che quando fa i capricci se riesco a capire per cosa li fa e a dirglielo (“sei arrabbiato?” “volevi fare quella cosa?”) un po’ si calma
    e sto cercando di insegnarli a riconoscere i suoi stati d’animo e a comunicarli
    per ora mi sa dire solo “sono aaaaaabbiato” (ma quando dovrebbe iniziare a dire la R?), continuo a lavorare sul resto

    … però che faticata…

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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      Guru
      Mamma di Dafne (16 anni)

      E’ la ‘fortuna’ di avere un bambino che sa già parlare… ieri pomeriggio Dafne era isterica perchè ce l’aveva con una bottiglia di plastica vuota e io non capivo che cavolo voleva. 😯
      Dopo 10 minuti ho capito che voleva che io aprissi il tappo. Il suo scopo era infilare un cucchiaino nella bottiglia… vaglielo a spiegare che il cucchiaino nel collo della bottiglia non ci passa! 🙄 🙄 🙄
      Non ti dico la sceneggiata 😆 😆 😆
      Che poi se ci penso, porella, è proprio buffissima… tutta arrabbiata perchè lei DEVE sfidare le leggi della fisica. Ehehheeee.

      • sì è vero, da quando ha iniziato a parlare è tutto più semplice
        non immediato nè idilliaco, perchè tante cose ancora non riesce a capirle e altre ancora non sa esprimerle, ma per la gestione di base è una cosa non da poco.
        quando fa i capricci e lagna e non vuole parlare (o non sa nemmeno lui quale sia il problema) io vado in crisi perchè non capisco e ho perso l’allenamento a capirlo dalla lagna… e lui si arrabbia ancora di più.

  9. Sono anch’io nel pieno della fase del NO!
    Tipico discorso:
    Mamma:”Vuoi la mela?”
    Riki: “NO”
    M:”il frullato?”
    R: “NO”
    M:”una brioche?”
    R:”NO”
    M:”un cioccolatino?”
    R:”NO”
    ….
    R: “sì sì il cioccolatino sì”!!!!

    L’altra sera è stato meraviglioso, ha aperto la lavastoviglie e si è messo a chiedermi:
    “Posso spingere questo?”
    Se dicevo sì non lo spingeva, se dicevo no lo spingeva subito ridacchiando! Avendo capito che era il suo modo di dirmi “scelgo da solo” sono stata al gioco.

    Al pari del post e dei commenti, anch’io adotto il metrodo di verbalizzare i suoi sentimenti, cosa che in effetti ho trovato molto utile. Nelle crisi più gravi mi sono limitata a tenerlo stretto e a “contenere” la sua frustazione fisicamente.
    Devo dire che il periodo più difficile sembra passato, e che capire che la loro non è provocazione è fondamentale per affrontare le situazioni di crisi con calma.

  10. Mia figlia ha ormai quasi quattro anni e per me , da quando ha iniziato a camminare è cambiata la vita. Sì, ok, ci sono stati i terrible two’s, con scena isteriche in pubblico, anche, durante le quali sudavo freddo per l’imbarazzo e gli altri mi guardavano con compassione. Condivido in pieno ciò che scrivi, quando dici che mai si dice cattivo a un bambino, che pochi devono essere i no, e che se si continua a dirgli che è un bravo bambino è tutto di guadagnato.Non sono perfetta e qualche sculaccione mi è pure scappato, ma che vuoi farci…
    Vero è che la mia nina è nata con una fortissima volontà di imposizione di sè. So che fa ridere, ma da neonata mi teneva in scacco, completamente. Poi abbiamo imparato a conoscerci ed è andata sempre meglio, così anche i terribili due son passati sempre con la scoperta che sì, si cominciava a capirci finalemente. Ora, rispetto ai primi tempi della nostra conoscenza, e nonostante i conflitti, che comunque ci stanno, mi par di vivere in luna di miele.
    So che pare strano, ma non rifarei mai i primi 12 mesi, anche se pure quelli son serviti! Ciao!

  11. patrizia

    condivido quello che hai detto,seguiro’ alcuni consigli che saranno senz’altro utilissimi,poi ti faro’ sapere con il mio ometto di 2 anni ,e’ tutto un nooooooo dal mattino a sera,ma i suoi no,significano sempre quasi si,anche se in questi giorni e’ sempre + cozza e partecipa attivamente a tutti lavori di casa ,guai se non puo’ usare la scopa o lo strofinaccio,ma quando decide che ora di andare in giardino…bisogna trovare buone scuse per rimandare sempre un po’,per la pappa …lasciamo perdere dovrei occupare troppo spazio ci saranno altre occasioni ciao Patrizia L.

  12. Sto passando la fase dei terribili two, ormai il terzo bimbo ha due anni e mezzo e gli altri 4 e 6.
    Per mia esperienza lìetà del NO è variabile non sempre dura solo per l’età dei due anni, e spesso ritorna quando i bambini sono in crisi.
    Ad esempio ora la mia bambina sente molto il peso del cambiamento, perchè è l’ultimo anno di materna e a settembre andrà a scuola.
    Allora si ostina in atteggiamenti ridicoli da piccola e diventa gelosa del fratellino e i suoi NO mi inchiodano!
    Per tutti e tre ci sono state esperienze diverse con l’ultimo sono molto più decisa nelle regole e non cedo ai capricci, con il secondo ho brontolato molto perchè come carattere ci scontriamo di più,e con la più grande non ho avuto problemi ai suoi due anni, invece adesso si, forse una richiesta di attenzione.

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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      Guru
      Mamma di Dafne (16 anni)

      Caspita, 3 figli per me è da venerazione completa… Ma è umanamente possibile? :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

      Sciocchezze a parte, magari le crisi quando ci sono più bimbi sono variabili proprio per potersi ritagliare degli spazi esclusivi con i genitori? Chiaramente in questo modo attirano la nostra attenzione, e un po’ forse tornano ad essere figli unici.
      Non so… può essere che io stia dicendo una cavolata. Mi piacerebbe chiedere il parere di Bietolina, che è educatrice, e soprattutto di Monica, che ha nonhocapitoquanti figli, tra cui dei gemelli. Santa donna! :mrgreen:

      p.s.
      Per me è un ONORE che tu sia qui. Io ti considero irraggiungibile!
      Grazie…

  13. Ciao A tutte…ciao mamma felice
    Sono Simona mamma di Tommaso di quasi 4 anni…
    Mi ritrovo in molte cose che avete descritto alla perfezione.
    Sono riuscita (per adesso) ad instaurare con lui un rapporto fatto di complicità. Ho trovato importante dare degli orari, delle abitudini… il fatto di non lavorare mi ha concesso tempi diversi con lui, sono riuscita a seguire le sue esigenze.
    Ho fatto per tre anni avanti e indietro dalla mia camera da letto ogni volta che aveva bisogno di me di notte,capitava di alzarmi anche 20 volte… e non l’ho mai portato con me nel mio letto. rimanevo io nel suo mondo, doveva sentirsi sicuro lì.
    Ha dormito nella sua cameretta ad un anno appena compiuto, ed oggi come da allora, lo metto a letto, lui vuole la porta chiusa e si addormenta piano piano… nel suo mondo è sicuro.
    Questo per me è un importante traguardo.
    Un’altra cosa che ho fatto è chiederli:
    quale ti piace di più?
    Oggi è una routine me lo chiede e lo chiedo io a lui…
    ci divertiamo perchè questo gli ha insegnato a scegliere…
    non si può avere tutto… bisona saper scegliere..
    (nel piccolo s’intende)…
    grazie a tutte per aver condiviso le vostre esperienze
    Un abbraccio

  14. Ciao Barbara!
    Non mi aspettavo un post con questo taglio.

    Che dire dei TT? Tutto è già stato detto!
    Io ci sono in mezzo da 5 anni ininterrottamente… perchè quando è nato Niccolò, Matteo aveva 2 anni, per cui è stato un continuum che seguita ancora…
    Io non ci riesco spesso, ma quando mi dò il tempo e la pazienza di farli ragionare vedo che il capriccio si placa quasi sempre.
    Il più è riuscirci. 😕

  15. paola

    Ciao! Bel post, molto gradito visto che il Bebone di mesi ne ha 25.

    Sono daccordo su tutti i tuoi punti. Ovviamente i ns NO sono diversi (anche per l’eta`).
    Il Bebone e` un bimbo molto attento, e quindi piano piano sto iniziando a permettergli di usare oggetti che prima dicevano “no!” (eg. il coltello, adesso a tavola si puo` usare, ma solo per tagliare il cibo).

    Anche lui ha delle crisi e le peggiori sono un po` colpa mia, nel senso che se devo fare delle cose e non gli concedo attenzione si arrabbia terribilmente. Il problema e` che dovrei dedicargli il 100% del mio tempo (e` sempre stato mammone) e questo non e` sempre possibile. Allora in alcune cose lo coinvolgo, ad esempio cuciniamo insieme.

    Anche lui non parla molto (solo un sacco di parole, ma non frasi) e questo e` effettivamente un problema.

    La calma……cos’e`? Purtroppo io non sono calma di mio ed in questo momento sono assolutamente insoddisfatta della mia vita….quindi mi scappa spesso la crisi. Spero che tutto l’amore ed il rispetto che cerco di dargli rimedi al fatto che mi vede dosperarmi cosi spesso.

    Passiamo pero` alle cose belle! Adesso cerca di fare tutto da se! Dal togliersi le scarpe e la giacca, alle sue piccole “sfide” tipo fare una discesa ripida, etc…poi grida “TU” (cosi chiama ancra se stesso), pieno di gioia per la nuova conquista!

    • Mamma Felice (Mappano) - Ariete

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      Guru
      Mamma di Dafne (16 anni)

      Io son certa che i bambini sappiano perdonarci più di quanto sappiamo fare noi… perchè spesso ci critichiamo troppo, anche quando invece stiamo facendo un buon lavoro.
      Il Bebone a me sembra felicissimi, e questo non può che essere merito tuo.
      Tute quante ogni tanto ci disperiamo… ma questo non toglie amore ai nostri figli

  16. Ciao, lascio una piccola traccia anche io. Sono mamma di Elisa, 2 anni tra 14 giorni. Elisa ha un caratterino di tutto rispetto e in questo mi assomiglia molto. Circa un mese fa ha cominciato ad innervosirsi per qualsiasi cosa che non era come la voleva lei. Mi sono preoccupata perchè non riuscivamo a calmarla, ma ho avuto pazienza e mi sono detta:”è un fase come ce ne sono state tante, occorre aspettare e capire”. Ed è passata. Nel frattempo ho capito che la sua frustazione derivava dal fatto che ha comiciato a parlare ed era quindi un momento di sviluppo. ORa invece si diverte a tirare piatti e tazze per terra,ma o che gridi o che parli lo fa lo stesso. Sono convinta che anche questo suo sperimentare passerà. Sono d’accordo nel non etichettare i bambini, loro assorbono tutto, Elisa per schezo la chiamiamo PIppi calzelunghe e ieri che stava combinando un guaio le ho chiesto: “cosa fai?” Mi ha risposto: “faccio Pippi”. 😆

  17. Mamma felice, ieri ripensando a quanto avevo letto e scritto mi è venuta in mente una regoletta importantissima (forse l’unica che cerco di non infrangere mai)che ho letto un po’ di tempo fa in un libro sui bambini (non mi ricordo bene il titolo): SE PROMETTI QUALCOSA A TUO FIGLIO POI DEVI MANTENERE LA PROMESSA. Se ti va, ho deciso di scrivere un breve post proprio su quanto mi è accaduto ieri. A presto

  18. beatrice

    ciao Mammafelice,
    bello e interessante, questo post, è stupendo leggere che ci sononcosì tante mamme attente ai bisogni dei loro piccoli…
    io sono mammma di Rebecca ed ha appena compiuto 3 anni,sono psicopedagogista, e bravissima a dare i consigli alle altere mamme, ma quando è toccato a me….che crisi!!!!ora che rebecca ed io ci conosciamo meglio devo dire che siamo mooolto più tranquille…
    io non identifico mai gli strilli di R. come capricci ma come BISOGNI INESPRESSI, che vanno compresi, interpretati e risolti. io utilizzo tanto la tecnica del contenimento e del dare un nome a tutte le emozioni
    è sempre un impegno ma ogni volta una grande conquista quando R. mi dice:”sono felice di te, mammina”!!!!!!!
    a presto, mi permetto di mandarti un affettuoso abbraccio…cioa beatrice

  19. ciao! che ridere, proprio sta mattina ho scritto su un forum (su alfemmile) per avvisare le mie amiche mamme che il mio gabriele è entrato in questa meravigliosa fase!!!
    meno male che come tutte le fasi… passano!

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